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Democratizzatevi da soli! (parte2)

Recce'd ha chiarito, in centinaia di occasioni, che ridurre tutta la Finanza Quantitativa agli algoritmi dei ROBO è ingannevole, per chi investe, e semplicistico, per chi vuole vendere al pubblico quel tipo di prodotti.

Non c'è nulla di nuovo, nella ROBO advisory: è riciclaggio di cose di trenta anni fa, come il modello Black Litterman già rifiutato dall'industria dei Fondi ed oggi ri-venduto al Cliente retail come se risolvesse qualcosa. E' un modello di asset allocation che non ha MAI prodotto buoni risultati. Più di recente, gli ETF Smart Beta che utilizzano modelli matematici del tipo Fama French (a fattori)  hanno dato esattamente lo stesso tipo di problema: non funzionano se applicati alla realtà dei mercati.

La Finanza Quantitativa è qualche cosa di molto potente, ma solo se viene applicata con conoscenza dei fatti, con metodo, in modo selettivo: i nostri due documenti di riceca che sono stati pubblicati dal Financial Times si occupano proprio di questo. Del Quant, non se ne può fare a meno: ma se viene utilizzato in modo grossolano, produce danni.

Che cosa significa "in modo grossolano"? Ci facciamo aiutare qui da un amico, che ha scritto in modo molto chiaro che ciò che conta sono i risultati per l'investitore finale: ci sono, oppure NON ci sono?

Approaches to modeling go through fads and fashions. What was learned yesterday by MBA's will be the model of choice tomorrow. Certain approaches are employed because that is the approach the modeler wants or likes.

If you believe the world can be described by factors, those are the type of models you will use. If you believe in trend-following, then that is the approach that will be employed in your portfolio. Sometimes an approach will be used regardless of its efficacy with actual performance results. Damn the data, I like the elegance of my model. If one specification does not work, another will be tried in an effort to find the right factors without looking at alternative approaches. For example, if some modelers use a Fama-French three factor model, then others will repeat that approach. Everyone will start to use the Fama-French approach as a baseline.

We are not arguing that that there is anything inherently wrong with being a specific model follower or being biased with a specific framework. We are not arguing for an atheoretical approach. However, focus on one approach can create a myopic view of the world at the expense of performance. The simple question should always be, does the model work? Whether trend-following versus factor modeling, systematic or discretionary, longer-term versus short-term, the question is not acceptance by peers of the approach employed but whether it generate the results expected.  

Mercati oggiValter Buffo
Democratizzatevi da soli! (parte 1)

Ai nostri amici lettori, ed in particolare ai nostri Clienti, presenti e futuri, abbiamo segnalato più spesso l'importanza delle trasformazioni che colpiscono l'industria del risparmio. Qualcuno tra di loro potrebbe non avere capito fino in fondo l'importanza di questo tema, ed è per questa ragione che noi oggi ci torniamo.

Molti tra quelli che ci seguono vorrebbero, forse, vedere ogni giorno il nostro spazio pieno di commenti sul Trump rally oppure sui titoli a medio piccola capitalizzazione quotati a Milano.

Non lo facciamo. almeno, non lo facciamo ogni giorno. Non ce ne importa molto, per la verità: e spieghiamo subito perché.

Noi puntiamo alla performance, non alla chiacchiera: non vogliamo essere percepiti come "quelli che hanno dato per primi la notizia" (non siamo giornalisti), vogliamo essere conosciuti come quelli che negli ultimi tre anni hanno prodotto con regolarità risultati superiori al 7% senza mai correre rischi eccessivi.

E qui arriviamo al punto: credete che la vostra performance del 2017 sarà determinata dal Trump rally? Dalle small cap italiane? Per carità. Il Trump rally è niente altro che la solita storia, già vista tante volte, ovvero la storia delle reti di vendita che dicono ai Clienti individuali "compera la Borsa, che le obbligazioni non rendono nulla". Dura fin che dura: ricordate che un rialzo del 5% in Borsa può essere cancellato in una settimana (è successo nel 2015 e poi nel 2016).

Per questo non scriviamo degli argomenti che, al contrario, vengono messi in prima pagina: perché sono solo fumo, mentre noi di Recce'd ci occupiamo ... dell'arrosto.

L'arrosto che cosa sarebbe? E' questo, che leggete sul New York Times di ieri.

“The democratization of information has made it much harder for active management,” Mr. Fink said in an interview. “We have to change the ecosystem — that means relying more on big data, artificial intelligence, factors and models within quant and traditional investment strategies.”

Chi parla qui? Larry Fink, grande capo di Blackrock, il più grande gestore di Fondi Comuni del Pianeta Terra. Lui parla qui della "democratizzazione dell'informazione", che è un tema da noi toccato centinaia di volte, e che è anche la ragione per la quale il Financial Times pubblica la ricerca di Recce'd a fianco di quella di Credit Suisse e Morgan Stanley.

Le grandi banche di investimento internazionali, da Goldman Sachs a JP Morgan, da UBS a Credit Suisse, hanno sfruttato per decenni il loro monopolio dell'informazione: alcune notizie, alcune analisi, ed alcune ricerche le avevano solo loro. Oggi non è più così, loro non sanno nulla in più di Recce'd. Resta da capire solo se hanno più metodo e più competenza: ma per farlo, è necessario il confronto.

Ma torniamo a Larry Fink, che dice che per reagire alla democratizzazione la soluzione è il computer, gli algoritmi, il big data. 

E' vero? Per lui certamente, ma per noi e voi, per gli investitori, proprio per niente.

Lui è un uomo, un leader, del settore del "risparmio gestito": deve vendere il "risparmio gestito", deve vendere i "prodotti", deve credere, ma soprattutto fare credere al pubblico, che nei prodotti c'è sempre "qualche cosa di più", che non è a disposizione di tutti.

Deve soprattutto, frenare i deflussi dai suoi Fondi verso gli ETF: quello è il suo obbiettivo. Non i vostri risultati, ma  vendere altri prodotti, prodotti diversi: GPM basate su algoritmi, oppure modelli di selezione dei Fondi Comuni, oppure altre "confezioni" che purtroppo per chi ci investe non cambiano però la sostanza.

A voi lettori e Clienti noi ripetiamo: in effetti è in atto una democratizzazione, che è anche rivoluzione, una rivoluzione NON dei prodotti ma SENZA i prodotti.

Non vi servono GPM, non vi servono Fondi Comuni, non vi servono i "prodotti del risparmio gestito", con oppure senza algoritmi/ROBO.

Vi servono, invece, migliori strategie, migliori indicazioni, migliori analisi e migliore finanza quantitativa (che NON è ROBO sicuramente): tutte cose a cui potete accedere SENZA GPM, senza Fondi Comuni e senza affidarvi all'algoritmo/ROBO.

Il risparmio NON è un settore di "prodotti", vecchi o nuovi, ma è un settore di servizio. Non fatevi ingannare un'altra volta, e fate fuori gli inutili. Il momento è questo, non rimanete indietro.

Mercati oggiValter Buffo
Recce'd torna sul Financial Times

A distanza di un mese, il Financial Times dà oggi 24 marzo 2017 spazio ad un secondo contributo di Recce'd.

Il documento fa parte di una Serie dedicata alle strategie di investimento, di cui già abbiamo dettagliato in precedenza. La nostra ricerca in questo paper si concentra sui falsi segnali che si ricavano dall'utilizzo di parametri statistici come i Beta e gli Alfa.

Per i nostri Clienti il documento è disponibile su richiesta.

Mercati oggiValter Buffo
Things happen. Non dite poi che non si poteva immaginare.

I primo mesi dell'anno 2017 ricordano i primi mesi del 2015: la medesima euforia ottusa (allora c'era il "bazooka" sui quotidiani, oggi c'è Trump) e il medesimo stress di tutti gli indicatori di mercato. La differenza tra allora ed oggi? Questa volta è un tantino peggio.

Nel 2015 non c'era il rialzo dei rendimenti obbligazionari, non c'era l'inflazione, e non c'era la tensione politica tra le Economia Sviluppate. paradossalmente, era un periodo più tranquillo.

E poi ci sono le Borse: trascinate in alto, nel 2017, dai meccanismi (perversi) di vendita delle Reti, in tutto il mondo: ovvero, dai private bankers che dicono ai Clienti "essendo che non si guadagna più sulle obbligazioni, comperatevi le azioni". Non è solo del tutto non professionale: è azzardo puro. Ma la logica è "se questo Cliente qui non investe, poi a mé tirano le orecchie perché i mie Clienti rendono poco".

Il grafico qui sopra basta e avanza per chiudere la questione, e ci fa risparmiare parole. A causa del rialzo dell'ultimo trimestre, la Borsa USA oggi è valutata 18 volte gli utili futuri: ovvero gli utili che NON SAPPIAMO se poi ci saranno, quindi che sono incerti, che sono di per sé un rischio. Rapportando i prezzi di oggi agli utili appena comunicati in febbraio 2017, e quindi certi, la valutazione sale a 22 volte. Prima del crollo del 2008, la Borsa USA era valutata 15 volte gli utili previsti per i 12 mesi successivi. Adesso fate i vostri conti: noi chiudiamo il Post con una "frase celebre", che è storica ma allo stesso tempo è della massima attualità.

On a note of caution, let’s recall the infamous last words of former Citi CEO Charles (“Chuck”) Prince. In July 2007, Prince told the FT that global liquidity was enormous and only a significant disruptive event could create difficulty in the leveraged buyout market. “As long as the music is playing, you’ve got to get up and dance. We’re still dancing,” he said. On November 4, 2007, he retired from both his chairman and chief executive positions due to unexpectedly poor Q3 results, mainly attributed to CDO- and MBS-related losses.

Mercati oggiValter Buffo
Things happen. Il (grande) valore del cash in una strategia di investimento in titoli

Private bankers e promotori non possono farvi "investire in cassa", farvi stare liquidi: loro guadagnano sulle retrocessioni, e se rimanete in cash loro non guadagnano più soldi.

Anche i consulenti "ad asset allocation" non possono farvi stare in cash. I loro presunti "modellini di ottimizzazione", quelli che dovrebbero essere basati sul vostro "profilo di rischio" (tutte cose che non esistono, come abbiamo già dimostrato in altre sedi) vi vogliono SEMPRE fully invested e sempre LONG.

Errori tragici: lo dimostra la storia dei mercati finanziari dal 2000 ad oggi: e non fatevi buttare fumo negli occhi da quei consulenti interessati, che vi dicono che oggi, a marzo 2017, "le Borse sono ai massimi", perché quello è confondere il sintomo per la malattia.

Nell'ambito di una performance di portafoglio ragionata (che deve essere positiva, ma tiene conto anche dei rischi di cui il portafoglio si fa carico) IL CASH RENDE a fine anno: abbatte il rischio, e permettere di cogliere meglio le opportunità

Meglio ancora di noi, l'importanza del cash nella gestione di portafoglio la ha spiegata venerdì scorso Mohamed El-Erian, ex-capo di PIMCO ed oggi consulente di Allianz. Per questo riportiamo le sue parole (che fanno in questo specifico caso riferimento al portafoglio in obbligazioni, ma si possono facilmente estendere): e vi segnaliamo in particolare l'immagine dello "investitore turista", che è molto efficace.

“What we’ve typically seen is that investors overreact when certain companies go under pressure,” El-Erian said Friday. “So the right thing to do right here is to have dry powder and wait, because I think certain segments of high yield and corporate emerging markets will come under stress.”

Junk prices will eventually become more attractive as bond buyers grasp the range of risks, El-Erian said. Junk returned 17 percent in 2016 and extended its gains in the first two months of this year before the rally stalled on concerns that lower energy prices will pressure the industry’s prospects. Funds that buy junk bonds saw the biggest outflow since 2014 for the week ended March 15, according to data provider Lipper.

“People are starting to realize that they’re not being compensated enough for the risk they’re taking,” said El-Erian. “That’s especially true in high yield.”

The economist stressed that investors should be patient in the markets they know best, rather than be part of the “tourist” group of speculators who pile into the hottest asset classes and stay for only a short stretch. Those who have a long-term approach can benefit from the disruption caused by the visitors, especially outside of developed economies, he said.

“A tourist gets attracted by the pamphlet, the beach and goes in,” he said. “But the minute there’s some crisis, they head to the airport and they forget that part of being in an emerging market is you tend to have weaker institutions, and things happen.”

Mercati oggiValter Buffo