Posts in Mercati oggi
Happy Days? La Federal Reserve ci dice di no (parte 2)

Nel nostro Post di qualche giorno fa, abbiamo messo in evidenza il fatto che numerosi interventi dei Banchieri Centrali esprimono un timore: il timore che, in realtà, non si sia mai usciti dalla Grande Depressione, nonostante un decennio di politiche economiche "non convenzionali".

Anche tra gli operatori di mercato, ed anche in una fase come quella in atto, che si potrebbe definire di "ottimismo Trumpiano", trapelano qui e là preoccupazioni di questo genere. Si tratta di spunti ai quali noi di Recce'd riteniamo giusto prestare grande attenzione. Per questo vi offriamo qui sotto un esempio, che abbiamo selezionato per voi: ed è alla luce di dati come questo che giudicheremo, nei prossimi gionri, l'anticipato "fenomenale annuncio sulle tasse" di cui ha parlato il Presidente Trump venerdì 10 febbraio. Anche in quel caso, come facciamo sempre, in Recce'd guarderemo prima di tutto ai dati.

It’s been 10 years now since the credit bubble began to unravel, and we’re still struggling to recover from the Great Recession that resulted from that collapse. John Silvia, chief economist at Wells Fargo Economics, says that in important ways we’ll never really recover.

The Great Recession permanently altered the economy of the United States, Silvia and his colleagues argue in a new reserach paper: We are much poorer than we would be if the recession hadn’t happened. How much poorer? By one estimate, U.S. real gross domestic product has been nearly 10% lower, on average, for each of the past nine years, Silvia says, which means that (by my calculations) we’ve lost about $13.6 trillion in output.

Real disposable incomes are about $11 trillion lower over those nine years, amounting to a loss of more than $35,000 per person. That’s the equivalent of everyone in America getting laid off for 11 months.

Mercati oggiValter Buffo
Ricordate l'aumento di capitale Monte Paschi di fine 2013? (parte 2)

L'aumento di capitale di Banca MPS resta ancora oggi un evento simbolico: fu l'inizio della fine per la Banca, così come fu l'inzio della fine per la fiducia del pubblico degli investitori in Italia. Traditi in quell'occasione dai loro promotori, dai private bankers, dalle Reti e dalle banche, tutti impegnati a rappresentare quell'aumento di capitale come un'occasione di guadagno, allo scopo di piazzare i titoli MPS nelle GPM, nei conti amministrati, nei Fondi Comuni, nei Fondi Pensione. Dovunque fosse possibile.

Lo slogan di vendita del 2013 era: "E' come comperare una opzione call". Nel senso che spendendo poco si potevano guadagnare multilpi dell'importo iniziale.

Si trattava, come i fatti hanno poi dimostrato, di una sciocchezza, o meglio dire di una cretinata. Raccontata al pubblico dei risparmiatori italiani da un grande numero di vendotori poco professionali, poco informati e non competenti. Ma anche da una serie di delinquenti, che hanno spinto questa operazione pur essendo consapevoli che i numeri erano ben diversi da quelli dichiarati,numeri va detto approvati da CONSOB e da Banca d'Italia.

Leggete questo brano, datato 11 febbraio 2017:

(...) MontePaschi, una banca che dà invece l’impressione di non voler affrontare la realtà. Le sofferenze lorde di Mps ammontano a 29,4 miliardi e a bilancio sono valorizzate 10,3 miliardi, vale a dire al 35,22%: se si applicasse la valutazione di Unicredit, quelle stesse sofferenze dovrebbero essere iscritte a bilancio per appena 3,7 miliardi, generando un gap di capitale di 6,6 miliardi. Ma anche senza adottare una valutazione così aggressiva come quella di Unicredit (12,9%), e prendendo per buona una media di mercato intorno al 20-22% si genererebbe un gap intorno ai 4 miliardi. E questo per limitarsi alle sole sofferenze. I crediti inesigibili definiti “unlikely-to-pay” ammontano a livello lordo a circa 15,2 miliardi e sono iscritti a bilancio per il 60% del loro valore. Può essere, specie nel caso di MontePaschi, una valutazione credibile? Difficile dare risposte, ma è abbastanza chiaro che complessivamente il buco nei conti della banca è di gran lunga superiore a quello che si è voluto fino ad oggi rappresentare. Utilizzando come parametro l’operazione sulle sofferenze effettuata da Unicredit, agli 8,8 miliardi di aumento di capitale richiesto dalla Bce se ne aggiungerebbero altri 6,6, per un totale superiore ai 15 miliardi di euro. E una valutazione più realistica dei crediti inesigibili in capo all’istituto senese porterebbe la cifra vicino ai 20 miliardi di euro. Che ne sarebbe a quel punto dei coefficienti patrimoniali di Montepaschi? Sarebbero ben al di sotto dei requisiti minimi, facendo venire meno i presupposti per la “ricapitalizzazione precauzionale” cosa che porterebbe inevitabilmente la banca al bail-in. La realtà non cambia nemmeno utilizzando della valutazioni più generose, ma a Siena – forti della garanzia statale – continuano a fare un po’ come gli pare".

Questo è un articolo di ieri, 11 febbraio, da Il Fatto Quotidiano: ci ha colpito perché la stampa nazionale, o meglio i quotidiani maggiori (Corriere Sera, Repubblica, LaStampa, Sole24Ore) hanno da qualche giorno rimosso il tema MPS dalla prima pagina, come se la situazione fosse sotto controllo. Non è così: la situazione peggiora giorno dopo giorno, anzi ora dopo ora.

In questo articolo citato, si ricordano semplicemente dati che tutti conoscono: li conosce il Ministro dell'economia, li conosce l'attuale Amministratore Delegato, li conoscono nelle Reti di promotori e private bankers, li conoscono nei giornali, li conoscono al Parlamento. Li conosce perfettamente anche la BCE.

Quello che va sottolineato (perché è utile rifletterci anche oggi) è che questi dati erano già gli stessi a fine 2013: la sostanza era già questa. E come oggi, anche allora li conosceva la BCE, il Ministro, il Parlamento, la CONSOB, la Banca d'Italia, le altre banche, Reti di promotori e private bankers, i quotidiani.

Recce'd utilizza questo spunto per affermare, ancora una volta, che rappresentare in modo distorto la realtà, rassicurando il pubblico che "tutto è sotto controllo", "tutto è tranquillo", come fanno i politici, i quotidiani, le reti di promotori, è solo nel LORO interesse personale, ed è CONTRARIO all'interesse del pubblico, e dei risparmiatori in particolare. Le sciocchezze che furono dette all'epoca dell'aumento di capitale MPS, così come le sciocchezze che sono state scritte un anno fa sul Fondo Atlante, non sono gratis, casuali, non sono senza una intenzione precisa. Che è quella di proteggere interessi, e fare guadagnare commissioni: il tutto, a danno degli investitori e dei Clienti. Per i quali, lo stesso salvataggio di MPS risulterà essere un danno enorme.

Mercati oggiValter Buffo
La nostra nuova Casa: cosa significa "Parley"?

I nostri Clienti saranno sorpresi, e tutti i nostri amici saranno incuriositi, dal numero di novità che Recce'd metterà a disposizione durante il 2017. Recce'd è un progetto del quale, fino ad oggi, è stata resa pubblica solo una piccola parte: piccola parte che però è il cuore della nostra iniziativa.

Recce'd mette qualità e trasparenza sullo stesso piano: dimostra ai Clienti investitori che, senza passare per strutture obsolete come GPM, Fondi Comuni di Investimento e Reti di vendita a retrocessione di commissioni si può tranquillamente investire, senza alcun rischio aggiuntivo. I Clienti avranno (finalmente!) sotto controllo tutti i rischi, ed otterrano risultati migliori a costi decisamente inferiori. Pensateci bene amici investitori: eliminate tutto ciò che a voi non serve.

Ma Recce'd non è tutto qui: le sei sezioni che vedete nella nuova Home Page vi illustrano che questo è solo uno di sei pilastri fondamentali del nostro progetto, che punta a servire l'interesse del Cliente investitore italiano (e non solo italiano) con servizi di gestione online che si completano con una serie di iniziative a supporto. L'obbiettivo è definire uno standard di servizio più elevato per un pubblico di investitori più esigenti, selettivi, critici, in Italia e non solo in Italia. Se oggi siete soddisfatti, se vi accontentano quelli che si presentano a voi con una serie di commenti senza un ordine ed uno scopo, che poi non c'entrano nulla con le scelte fatte nel vostro portafoglio e coi vostri soldi, allora noi di Recce'd non vi potremo (purtroppo) essere utili. Se invece chiede di più e meglio, allora questa sarà la vostra Casa.

Ai nostri amici lettori, segnaliamo in particolare la sezione Parley, a cui si accede dalla Home attraverso un link: in questa sezione Recce'd lascerà lo spazio e la tastiera ad amici esterni che contribuiranno in modo qualificato, allargando (e di molto) i nostri orizzonti verso argomenti che non sono Finanza, ma che allo stesso tempo vengono a intrecciarsi con i mercati finanziari ogni mattina.

Mercati oggiValter Buffo
Happy Days? La Federal Reserve ci dice di no

Sui mezzi di infromazione, e nei commenti di molti tra gli operatori dell'industria del risparmio, circola una strana, e sospetta, compiacenza. Che poi vuole dire: tutti dicono che la situazione è tranquilla. E' veramente così?

Secondo la Federal Reserve, che è la Banca Centrale più potente al Mondo, e forse la sola che oggi conta qualche cosa per i mercati, non è così.

Dalla Federal Reserve, come tutti sanno, sono arrivati, negli ultimi mesi numerosi segnali "restrittivi", che indicano per il 2017 "almeno" tre rialzi dei tassi ufficiali. Sullo sfondo delle loro dichiarazioni (tutte, nessuna esclusa) resta sempre un nervosismo che sa di paura. E qualche volta, questa paura traspare in modo più evidente.

La settimana scorsa, il Governatore Evans della Fed di Chicago ha dichiarato:

“I believe that appropriate policy calls for a slow pace of normalization in order to give the real economy an adequate growth buffer to withstand downside shocks that might otherwise drive us back down” to a zero interest rate, Evans said Friday in Olympia Fields, Illinois. “My last submission was two hikes, but the way things are going, I could see three hikes. I could be comfortable with that,”.

Nella medesima frase, Evans cita sia i tre rialzi per il 2017, sia la eventualità di un ritorno a zero dei tassi ufficiali di interesse. Sarà bene ricordare qui che il ritorno a zero dei tassi ufficiali potrebbe essere giustificato soltanto da una nuova fase di panico (sia finanziario sia economico) come fu quella del 2007-2009.

Sanno qualche cosa che non sappiamo noi investitori? Oppure, semplicemente, sanno le medesime cose che sappiamo noi, ma le analizzano in modo non-convenzionale?

Il messaggio per tutti noi investitori è: non è questo il momento di abbassare la guardia.

Mercati oggiValter Buffo
Inizia la fine dei Fondi Hedge: chi cercherà l'Alfa? (parte 4)

Siamo certi che tutti i nostri lettori lo hanno compreso perfettamente: ma se proprio qualcuno, distratto oppore ostinato, si rifiutasse di capire, allora lo diremo in modo ancora più chiaro. Di che cosa si occupa questa serie di Post? Della sola cosa che conta.

La sola cosa che conta per noi investitori, sia professionali, sia privati, sia istituzionali è:

  • cosa è il "valore" in un investimento finanziario?; ovvero
  • come si determina quanto "valore" c'è in un investimento finanziario?

Ogni mattina, noi di Recce'd andiamo proprio alal ricerca di questo "valore", per conto dei nostri Clienti.

E cosa c'entrano i Fondi Hedge? I Fondi Hedge si sono diffusi negli Anni Ottanta proprio come "alternativi" e "decorrelati": che vuole dire "capaci di generare rendimento per chi ci investe, indipendentemente dagli altri a dai bassi degli indici di mercato.

E' una questione eterna. Da sempre, importante. Ma oggi, nel 2017, decisiva: la sola cosa che conta davvero. Cosa c'è di diverso in questo 2017? Lo ha spiegato, benissimo, un famoso gestore di portafoglio, Kyle Bass:

"I'm not saying the market's going to crash," Bass said. "I'm just saying it's going to have a real hard time generating positive real returns in the next few years."

Questa non è una scoperta fatta da Kyle Bass: tutto lo sanno, tutti lo dicono. E' una certezza che dopo i "mercati drogati" di Benanke, Draghi e Kuroda, ora il prezzo lo pagheranno gli investitori.

O meglio, quegli investitori poco attenti, pigri e magari anche ottusi, che continueranno con la "asset allocation", i Fondi Comuni e i Fondi di Fondi Comuni oppure le GPM di Fondi Comuni. Insomam tutti quelli che continueranno ad affidarsi alle soluzioni vecchie, quelle che "salgono sei i mercati salgono.

Ma allora, si chiederanno in molti, ci sarà a breve il "grande ritorno" dei Fondi Hedge? Lo sperano i gestori di quella categoria di Fondi, come Daniel Loeb:

"This environment is undoubtedly better for active investing – just as active investing was considered to be on its deathbed," Loeb wrote in a letter to clients of his $15 billion Third Point LLC Wednesday. A shift from government monetary stimulus to measures that will increase personal and corporate spending will create lower correlations between various types of securities and greater dispersion of results within them, such as stocks, Loeb said. Higher interest rates will also create investment opportunities, Loeb added.

Purtroppo per Daniel, non sarà così: ha ragione, quando parla di minore correlazione e di maggiore volatilità: ma i Fondi Hedge sono anche loro veicoli di investimento obsoleti, e quelle nuove opportunità potranno essere colte meglio, e più a fondo, da altri investitori.

Ad esempio: parlando della categoria Long/Short all'interno del Fondi hedge, è stato scritto di recente:

In this long bull market — which turns eight years old next month — hedge funds by nature will underperform, yet investors continue to benchmark performance as upside capture versus the S&P 500 — which is a misunderstanding of how most long/short funds operate. The product writ large is designed to reduce a diversified portfolio’s correlation to the market, lower standard deviation (thus increasing a portfolio’s Sharpe ratio) and ultimately deliver long-term returns in excess of the market. Investors today are redeeming money from long/short funds when those investments are likely to be needed most.

Tutto vero, tranne una cosa: i Fondi Hedge non hanno l'esclusiva di "ridurre la correlazione, abbattere la deviazione standard e generare rendimenti superiori ai mercati". Noi di Recce'd ad esempio lo facciamo per i Clienti, a costi molto inferiori e nella più totale trasparenza (che ai Fondi Hedge spesso è mancata).

Per chiudere, torniamo qui alla frase di Kyle Bass già citata:

"I'm not saying the market's going to crash," Bass said. "I'm just saying it's going to have a real hard time generating positive real returns in the next few years."

In Recce'd pensiamo che Bass ha ragione, ma che questo problema riguarda la maggior parte dei gestori professionali, non tutti. GPM, Fondi Comuni e Fondi Hedge avranno "grandi difficoltà a generare rendimenti positivi", è vero. Altre strategie no: noi in Recce'd ad esempio riteniamo che sarà più facile, per noi, rispetto all'ultimo decennio.

Mercati oggiValter Buffo