Ricordate l'aumento di capitale Monte Paschi di fine 2013? (parte 2)
L'aumento di capitale di Banca MPS resta ancora oggi un evento simbolico: fu l'inizio della fine per la Banca, così come fu l'inzio della fine per la fiducia del pubblico degli investitori in Italia. Traditi in quell'occasione dai loro promotori, dai private bankers, dalle Reti e dalle banche, tutti impegnati a rappresentare quell'aumento di capitale come un'occasione di guadagno, allo scopo di piazzare i titoli MPS nelle GPM, nei conti amministrati, nei Fondi Comuni, nei Fondi Pensione. Dovunque fosse possibile.
Lo slogan di vendita del 2013 era: "E' come comperare una opzione call". Nel senso che spendendo poco si potevano guadagnare multilpi dell'importo iniziale.
Si trattava, come i fatti hanno poi dimostrato, di una sciocchezza, o meglio dire di una cretinata. Raccontata al pubblico dei risparmiatori italiani da un grande numero di vendotori poco professionali, poco informati e non competenti. Ma anche da una serie di delinquenti, che hanno spinto questa operazione pur essendo consapevoli che i numeri erano ben diversi da quelli dichiarati,numeri va detto approvati da CONSOB e da Banca d'Italia.
Leggete questo brano, datato 11 febbraio 2017:
(...) MontePaschi, una banca che dà invece l’impressione di non voler affrontare la realtà. Le sofferenze lorde di Mps ammontano a 29,4 miliardi e a bilancio sono valorizzate 10,3 miliardi, vale a dire al 35,22%: se si applicasse la valutazione di Unicredit, quelle stesse sofferenze dovrebbero essere iscritte a bilancio per appena 3,7 miliardi, generando un gap di capitale di 6,6 miliardi. Ma anche senza adottare una valutazione così aggressiva come quella di Unicredit (12,9%), e prendendo per buona una media di mercato intorno al 20-22% si genererebbe un gap intorno ai 4 miliardi. E questo per limitarsi alle sole sofferenze. I crediti inesigibili definiti “unlikely-to-pay” ammontano a livello lordo a circa 15,2 miliardi e sono iscritti a bilancio per il 60% del loro valore. Può essere, specie nel caso di MontePaschi, una valutazione credibile? Difficile dare risposte, ma è abbastanza chiaro che complessivamente il buco nei conti della banca è di gran lunga superiore a quello che si è voluto fino ad oggi rappresentare. Utilizzando come parametro l’operazione sulle sofferenze effettuata da Unicredit, agli 8,8 miliardi di aumento di capitale richiesto dalla Bce se ne aggiungerebbero altri 6,6, per un totale superiore ai 15 miliardi di euro. E una valutazione più realistica dei crediti inesigibili in capo all’istituto senese porterebbe la cifra vicino ai 20 miliardi di euro. Che ne sarebbe a quel punto dei coefficienti patrimoniali di Montepaschi? Sarebbero ben al di sotto dei requisiti minimi, facendo venire meno i presupposti per la “ricapitalizzazione precauzionale” cosa che porterebbe inevitabilmente la banca al bail-in. La realtà non cambia nemmeno utilizzando della valutazioni più generose, ma a Siena – forti della garanzia statale – continuano a fare un po’ come gli pare".
Questo è un articolo di ieri, 11 febbraio, da Il Fatto Quotidiano: ci ha colpito perché la stampa nazionale, o meglio i quotidiani maggiori (Corriere Sera, Repubblica, LaStampa, Sole24Ore) hanno da qualche giorno rimosso il tema MPS dalla prima pagina, come se la situazione fosse sotto controllo. Non è così: la situazione peggiora giorno dopo giorno, anzi ora dopo ora.
In questo articolo citato, si ricordano semplicemente dati che tutti conoscono: li conosce il Ministro dell'economia, li conosce l'attuale Amministratore Delegato, li conoscono nelle Reti di promotori e private bankers, li conoscono nei giornali, li conoscono al Parlamento. Li conosce perfettamente anche la BCE.
Quello che va sottolineato (perché è utile rifletterci anche oggi) è che questi dati erano già gli stessi a fine 2013: la sostanza era già questa. E come oggi, anche allora li conosceva la BCE, il Ministro, il Parlamento, la CONSOB, la Banca d'Italia, le altre banche, Reti di promotori e private bankers, i quotidiani.
Recce'd utilizza questo spunto per affermare, ancora una volta, che rappresentare in modo distorto la realtà, rassicurando il pubblico che "tutto è sotto controllo", "tutto è tranquillo", come fanno i politici, i quotidiani, le reti di promotori, è solo nel LORO interesse personale, ed è CONTRARIO all'interesse del pubblico, e dei risparmiatori in particolare. Le sciocchezze che furono dette all'epoca dell'aumento di capitale MPS, così come le sciocchezze che sono state scritte un anno fa sul Fondo Atlante, non sono gratis, casuali, non sono senza una intenzione precisa. Che è quella di proteggere interessi, e fare guadagnare commissioni: il tutto, a danno degli investitori e dei Clienti. Per i quali, lo stesso salvataggio di MPS risulterà essere un danno enorme.