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Dove Recce'd può fare (e sta facendo) la differenza (parte 19): i risultati

Il ruolo che Recce'd si è scelta, nel panorama italiano della consulenza, è quello del primo operatore online di servizi per la gestione del portafoglio titoli che punta tutto su QUALITA' dei contenuti, efficienza dei servizi ed eccellenza dei risultati.

Quando parliamo di risultati, non ci riferiamo ai risultati del'industria di massa, quella dei Fondi Comuni di Investimento e delle Reti di promotori. Da loro, il Cliente riceve proposte e suggerimenti di portafoglio che lo legano (come un naufrago alla zattera) ai su e giù dei mercati. Sono proposte di gestione passiva, mascherate da Fondi "attivi" solo nel nome.

Un problema che l'industria del risparmio ha affrontato, ed in molti casi risolto, fin dagli anni Ottanta: prima di tutto, con le esperienze degli "alternativi", che però a partire dall'inizio degli anni Duemila sono andati incontro ad una serie di difficoltà, tanto che è proprio di oggi la notizia che il totale degli asset in gestione presso i Fondo Hedge è sceso sotto i 3 mila miliardi di dollari.

Anche se i Fondi Hedge oggi sono veicoli di investimento vecchi e superati, resta il valore di quell'esperienza (che è dei molti anni in vantaggio, ancora oggi, sull'industria tradizionale dei Fondi e delle Reti): come produrre rendimento assoluto con un rischio di portafoglio controllato. Per questo, in Recce'd ogni mese monitoriamo i risultati proprio dei Fondi Hedge, che a fine luglio erano quelli che vedete qui sotto nel grafico.

Recce'd si propone di generare, per i suoi Clienti, risultati migliori di quelli che vedete qui. E negli ultimi anni ci è sempre riuscita.

Gestione del portafoglio titoli: che cosa è, e come si fa (parte 1)

La gestione di un portafoglio titoli è la capacità di associare fra loro, seguendo un sistema rigoroso, scelte di investimento che, NEL LORO INSIEME, producano un risultato positivo senza mai perdere il controllo della volatilità dello stesso INSIEME, volatilità che deve restare sotto un livello prefissato.

Si capisce bene, anche solo leggendo queste poche parole, quello che la gestione di portafoglio NON è:

  1. non è la somma casuale di tante scommesse isolate
  2. non è il frutto di una lettura disordinata di siti e quotidiani, e poi andare dietro ai titoli più grossi
  3. non è il risultato di righe colorate tracciate sui grafici (sarebbe semplice ...)
  4. non è chiudere gli occhi e augurarsi che "se in passato ha fatto così, farà così anche il mese prossimo, perché siamo nella stagione delle mele"
  5. non è blaterare a vanvera di Draghi e del QE, senza avere mai neppure capito come e perché dovrebbe funzionare una simile politica
  6. non è fare il tifo per l'Italia, come se si trattasse di una partita di calcio
  7. non è mettere in portafoglio obbligazioni di nessuna qualità solo perché "a scadenza rendono di più"
  8. non è fare un portafoglio "il più possibile diversificato" senza motivazioni forti alla base delle scelte, portafoglio che alla fine andrà avanti senza direzione barcollando, in balia del vento e degli eventi

Potremmo continuare nell'elenco: che tra l'altro vi può essere utile per dare una risposta al primo dei nostri "giochi estivi" che vi abbiamo proposto negli ultimi giorni.

La serie dei "giochi estivi" proseguirà,  anche se negli ultimi giorni siamo stati costretti a dedicare tutta la nostra attenzione a cose più gravi (come avete letto nei Post precedenti a questo che abbiamo pubblicato negli ultimi giorni).

Oggi vogliamo richiamare la vostra attenzione sulla gestione del portafoglio, perché proprio in queste settimane sta prendendo forma e sostanza un "cambiamento di scenario" che potrebbe avere conseguenze importanti per tutti gli asset del nostro e del vostro portafoglio: ve ne abbiamo già scritto in precedenza, i i nostri Clienti sono stati già posizionati a favore, ma la stampa, i media e l'industria del risparmio (dai Fondi Comuni alle grandi banche globali) ad oggi resta invece ancora orientata nella direzione opposta. E come i nostri lettori sanno benissimo, i cambiamenti sui mercati finanziari si realizzano sempre in tempi brevissimi: a volte sono sufficienti due settimane.

Vi chiediamo quindi di fare attenzione ai dati (come facciamo sempre), sia quelli pubblicati da poco, sia i prossimi, a cominciare dalla disoccupazione USA di venerdì 5 agosto. Ed accompagniamo questa richiesta con un brano che abbiamo letto ieri, 1 agosto, sul Financial Times, e che vi serve per capire, in modo concreto, che cosa è "fare gestione del portafoglio titoli": è sapere decidere in merito a temi, ed alternative, come queste, nei tempi più brevi possibile, con gli strumenti giusti, e con le percentuali di portafoglio appropriate per proteggersi da rischi eccessivi.

The synchronised nature of this improvement in growth is notable. Not only have the risks of a global recession in the forthcoming months fallen sharply, there are now some early indications that the world economy could be moving into a period of above trend expansion for the first time since early 2015.

The probability of a global recession within 12 months in all of the major regions has now plummeted to almost zero, while the probability of “strong expansion” has risen to above 50 per cent.

If this improvement continues, it might suggest that the global economy is achieving “escape velocity”, in which the recovery becomes self-propelled, without needing repeated doses of monetary and fiscal policy support to prevent a renewed slowdown.

 

La storia della gestione di portafoglio (parte 2)

La Teoria del Tutto (TOE) è una teoria della fisica che spiega tutti i fenomeni della fisica collegandoli fra loro. Si caratterizza per un particolare: non esiste. Non esiste perché non può esistere: la realtà è così ampia, così complessa, ed in continua evoluzione, che non può essere ridotta ad una UNICA teoria. Allo stesso tempo, è impossibile comprendere i fenomeni della Fisica senza possedere, senza avere una conoscenza approfondita delle sue Teorie, dalla Quantistica alla Relatività.

Allo stesso modo, è del tutto impossibile comprendere i fenomeni che vediamo ogni giorno sui mercati finanziari senza avere solide basi di Teoria della Finanza, senza conoscere in modo dettagliato le principali Teorie dell'asset pricing. In Recce'd come sapete sottoponiamo settimanalmente alle nostre analisi quantitative tutti gli strumenti finanziari compresi nel nostro universo investibile, con esercizi di simulazione, ed aggiorniamo le stime per il rischio dei nostri portafogli modello, utilizzando i modelli più evoluti della Teoria della Finanza.

I moltissimi che ancora oggi si rivolgono ai Clienti basandosi soltanto sulla lettura dei giornali, e delle cosiddette "ricerche" pubblicate da questa o quella banca svizzera oppure americana, si troveranno in difficoltà sempre maggiori, non disponendo di capacità autonome di giudizio, valutazione, costruzione di scenari. Molti tra di loro, e molti Clienti, si sono illusi dopo il 2009 che "i mercati siano facili": levatevi subito dalla testa questa illusione, i mercati sono difficilissimi ed è solo con un lavoro quotidiano sulle valutazioni e sui rischi che si possono battere, con una performance positiva. Per queste ragioni, ci fanno sorridere (e ci preoccupano) tutti quelli che si affidano ai titoli di giornale (quelli che dicevano "Bravo Draghi!" 12 mesi fa, con il FTSE MIB a 24 mila punti) senza avere poi la capacità di comprendere la complessa realtà sottostante.

Ma ci fanno ancora più paura quelli, e sono molti, che si affidano in modo integrale ai "modellini matematici" oppure ai "modellini statistici": quelli per i quali esiste la Teoria del Tutto. Questi soggetti si illudono che un modellino che mastica numeri possa risolvere problemi, eliminare il "fattore emotivo", e magari "anticipare il trend". Al Cliente poi dicono cose del tipo "in questo trimestre noi diminuiremo l'esposizione all'azionario ed aumenteremo l'obbligazionario", con il tono chi chi già sa come andrà il prossimo trimestre.

Regolarmente, poi, queste persone rimangono a bocca aperta ed impotenti quando svaluta lo yuan oppure rivaluta lo yen: "eventi inattesi", li chiamano, ma il problema è che al Cliente il loro parere serve lì, in quel momento e su quel tema. Il Cliente non sa che farsene, del loro "bilanciamento periodico", perché invece è proprio in quel preciso momento che necessita di un consiglio. E' proprio in quel momento, che c'è bisogno della advisory: se non arriva in quel momento, non c'è nessuna advisory, ma soltanto un giochetto coi numeri da studente di liceo. 

La storia della gestione di portafoglio (parte 1)

E' piuttosto semplice ripercorrere le tappe della gestione di un portafoglio titoli. Le principali sono quattro (più una):

  1. prima dell'era moderna, le obbligazioni erano diffuse come strumenti finanziari ma non venivano scambiate su mercati organizzati; si trattava di strumenti che legavano le due parti (obbligatario ed obbligato) ma per i quali non si poteva definire un "prezzo di mercato"; le Borse funzionavano, essenzialemnte, per la fissazione dei prezzi delle merci; è il TEMPO ZERO della gestione di portafoglio
  2. circa 100 anni fa, all'epoca del Primo Dopoguerra, in Borsa aumentarono in misura importante gli scambi di titoli azionari; l'aumento fu così rapido che si arrivò poi al Crollo del 1929; per gestione del portafoglio titoli a quei tempi si intendeva semplicemente la compravendita di azioni; e proprio in quegli anni fu pubblicato il primo "manuale di Finanza" di una certa importanza, firmato da Graham e Dodd, al quale si deve l'esposizione definitiva della strategia "fondamentalista" per il portafoglio in azioni, strategia che sopravvive fino ad oggi ed ha in Warren Buffett il suo più noto sostenitore
  3. nel Secondo Dopoguerra, si diffuse una concezione più ampia della gestione di portafoglio, articolata tra azioni ed obbligazioni: in questo caso, il teorico di riferimento fu il Nobel Harry Markowitz, seguito poi dal Nobel William Sharpe e dal Nobel James Tobin. Nasce allora, negli anni Cinquanta dello scorso secolo, il concetto di "asset allocation" e quello di "media/varianza"; da qui derivano tutti i modelli di allocazione statica, come ad esempio il Black Litterman modificato che usano tutti i robo-advisors e la maggior parte dei consulenti via web
  4. i limiti di queste strategie sono molto noti e documentati, anche da lavori di ricerca accademici; furono messi in evidenza dalle varie Crisi degli anni Novanta e fu allora che si diffusero gli strumenti finanziari cosiddetti "alternativi", tra i quali i più noti sono senza dubbio i Fondi HEDGE; la strategia, per tutti questi strumenti, non è più quella della "asset allocation", più o meno statica: vengono invece adottate una serie di strategie alternative, il cui scopo principale è quello di "produrre performance positive ed indipendenti dagli indici maggiori di mercato"; mancano qui basi teoriche riconosciute per queste strategie: esiste però una abbondanza di documenti prodotti dai gestori, a cominciare da Ray Dalio
  5. nella quarta ed ultima fase, dopo il 2000, e per varie ragioni (che abbiamo già esposto in Post precedenti) il fenomeno degli "alternativi" perde le sue caratteristiche distintive, prima fra tutte la de-correlazione, negli anni tra il 2000 ed il 2009; oggi i cosiddetti "alternativi" sono in crisi, nel senso che una precisa barriera tra quegli alternativi e gli strumenti tradizionali non ha più ragione di esistere; ma i problemi della "asset allocation" tradizionale, allo stesso tempo, si sono aggravati; ed è quindi aperta la fase di ricerca a soluzioni che sia "alternative" non solo di nome, ma pure nei fatti e nelle loro fondamenta teoriche. Qui si può spazia in una documentazione molto ampia, sia di fonte accademica, sia prodotta dai professionisti dell'industria
Dove Recce'd può fare (e farà) la differenza (parte 18): la strategia ed il metodo

Che ci sia confusione, in queste prime settimana del 2016, è innegabile: che si esca a breve da questo stato di caos, è poco probabile. Che si possa salvaguardare il proprio patrimonio, e magari ottenere un discreto rendimento, semplicemente stando fermi ed aspettando che passi, è infantile: è una illusione, indotta in molti consulenti da tre o quattro anni in cui era sufficiente stare lì a guardare, e tutto saliva.

Il mercato finanziario non è questo: il mercato finanziario è volatile, perché è un sensore che registra ogni più piccola novità e notizia. Sì, anche le notizie false. La performance, ovvero il rendimento del portafoglio, non viene da sola, come le more nei rovi. La terra va coltivata con il sudore, con i mezzi meccanici e con i prodotti necessari a mantenere in vita le coltivazioni: e per il portafoglio, è lo stesso. Chi vi racconta che è sufficiente leggere due titoli sul giornale, e poi chiudere gli occhi, vi sta ingannando.

Il metodo è tutto, la strategia è la sola garanzia di risultato, la disciplina è la sola salvezza dalla confusione: chi ha iniziato la propria attività professionale negli Anni Ottanta ricorda che allora, e fino almeno al Duemila, i Banchieri Centrali facevano della propria impenetrabilità un elemento di distinzione. Parlavano lo stretto necessario, e a volte anche meno, per non creare false aspettative: ed infatti, gli operatori passavano settimane ad analizzare ogni singola frase.

Era un lavoro inutile: allo stesso modo, è inutile leggere oggi le dichiarazioni che, ogni giorno e più volte al giorno, piovono da tutte le Banche Centrali: dichiarazioni spesso contraddittorie (a volte qualcuno è in disaccordo ... persino con sé stesso, e ci sono alcuni esempi proprio in questi giorni, sottolineati dalla stampa) da cui si può trarre una sola certezza, ovvero che anche questi alti funzionari sono in seria difficoltà nel capire l'ambiente finanziario di questi mesi.

Va precisato subito che la difficoltà non colpisce solo le Banche Centrali: anche gli operatori privati, dalle grandi banche globali alle Case di Fondi, non sanno più che cosa scrivere, non hanno più scenari da proporre, non hanno più "visioni del futuro" da vendervi, come accadeva invece fino a sei mesi fa. La banca Societé Generale si è inventata un indicatore, un metro, per misurare quanto sono forti le "convinzioni", ovvero i consigli degli analisti della grandi banche globali: il livello oggi è il più basso dal 2011 (grafico sotto). E se guardiamo agli "strategisti" la situazione è anche peggiore.

Insomma, il messaggio è: investitore, sei rimasto solo. Da qui in poi, cavatela da solo.

Questa è la sfida che Recce'd ha accettato, fin dalla sua fondazione, ed è proprio qui che noi vogliamo, e possiamo vincere, che possiamo davvero fare la differenza. Dalla parte e nell'interesse esclusivo dell'investitore.

La differenza si fa, in questa professione, non a parole e sui fogli di carta, sui giornali, sulle televisioni, ma prendendo posizioni lunghe e corte sui mercati, e vincendo il confronto con gli indici di mercato a favore e per conto dei propri Clienti.

Ed è proprio qui che viene fuori la strategia, la necessità di un metodo, di test scientifici, di disciplina: perché se andate dietro ogni giorno a questa o quella dichiarazione, di persone che non hanno né le competenze né il potere, e neppure l'obiettivo di fare rendere i vostri investimenti finanziari, finirete probabilmente in confusione.

Se cercate ogni mattina di rifarvi un'idea ascoltando l'ultimo che ha parlato, e facendovi trascinare nel vortice di "oggi sale" e "tra un mese scende", senza basarvi su solide fondamenta di valutazione, e su un metodo disciplinato, vi toccherà di soffrire molto in questo 2016 e negli anni seguenti.