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Dove Recce'd può fare (e farà) la differenza (parte 17): le performances contano, moltissimo

Dove noi faremo la differenza? nella performance dei vostri portafogli, e questo perché noi non ci affidiamo, né ci affideremo in futuro, alla tabella qui in basso.

Generazioni e generazioni di consulenti ed advisor si sono affidati e si affidano (alcuni senza rendersene conto) alla tabella qui sotto, che noi di Recce'd già in passato avevamo portato alla vostra attenzione, ma qui viene ovviamente presentata con i dati aggiornati. Viene utilizzata nei corsi MBA e nei Master di Finanza.

La tabella è niente altro che la ricostruzione della storia della performance (lorda) di un portafoglio diversificato tra azioni ed obbligazioni. Fa riferimento agli Stati Uniti: per un portafoglio europeo, le performances sarebbero nettamente più modeste. 

La tabella è ricchissima di dati, e quindi lasciamo ad ogni lettore di trovarci le cose per lui più significative.

Noi vi diciamo quali sono, a nostro avviso, le più significative in questo preciso momento e per un investitore italiano ed europeo.

  1. la tabella fa riferimento a un periodo storico che va dal 1970 ad oggi: un periodo ben preciso della storia economica
  2. in questo periodo un portafoglio 30/70 (30% azioni, 70% obbligazioni: la quarta colonna di questa tabella) ha fatto registrare un rendimento medio (nominale e lordo) dello 8%
  3. si registrano cinque anni con rendimenti negativi
  4. uno di questi cinque anni è il 2015
  5. due dei cinque si trovano nell'ultimo decennio
  6. il rendimento medio degli ultimi cinque anni è del 3% circa
  7. su un arco di 12 mesi consecutivi, il rendimento negativo più ampio è del 17,5%
  8. su un arco di 3 mesi, del 12,5%

Invitiamo ogni lettore ad andare alla ricerca dei dati che più lo interessano. Noi vi abbiamo messo in evidenza quelli che, a nostro giudizio, ci spiegano che chi sia affida oggi a questi numeri, chi vi consiglia di "investire per il medio termine" e di "utilizzare al massimo la diversificazione", chi vi dice "compra un tanto di azionario ed un tanto di obbligazionario, e poi siediti ed aspetta", rischia seriamente di fare perdere, a voi, tempo e soldi. Forse tenteranno di convincervi che, sulla base di questi numeri, è sempre meglio "non fare nulla": a noi al contrario questi numeri dicono che, in modo disciplinato e strutturato, dobbiamo affrontare i mercati di oggi con gli strumenti di oggi, e non con la vecchia attrezzatura arrugginita del 30/70. La realtà di oggi che cosa avrebbe secondo voi in comune con quella del 1970?

I tempi, oggi, sono cambiati: e i mari agitati dei mercati finanziari vanno affrontati con una barca diversa da quelle che navigavano negli anni Settanta.

La sfida per il prossimo decennio (ma anche per il prossimo mese)

Dieci anni fa, il progetto "Recce'd" è nato anche per la crescente consapevolezza di alcuni professionisti del settore del risparmio in merito alle strategia di gestione: quelle passate non funzionavano più (da tempo) quelle future ancora non c'erano.

Oggi, Recce'd ha elaborato una serie di strategie, e strumenti, e supporti, che mettono chi investe in condizione di affrontare con pieno successo i nuovi mercati finanziari. Non pretendiamo di essere gli unici: ma sappiamo di essere in grande vantaggio sul grosso dell'industria, che ancora presenta ai Clienti portafogli di "asset allocation cinque anni" fatti di quote di Fondi Comuni.

Il problema (per loro) è che i Clienti sono cambiati. Sono già cambiati. E sono cambiati proprio i Clienti più grandi: quegli Istituzionali che per decenni sono stati serviti con portafogli "azioni+obbligazioni" costruiti sulla base di medie storiche di rendimento (magari a 50 anni ...).

Nessuno oggi vuole più sentirsi raccontare quella storia, fatta di media e varianza, di medie storiche, di quote di Fondi, di "nel medio termine le azioni salgono sempre". E' una storia finita.

E non lo diciamo solo noi: in un recente ed importante Congresso, è emersa con forza e persino violenza proprio questa avversione, come riportano i media.

Markets and investors themselves are starting to suffer from the proliferation of short-term strategies which are even more and more demanded from traditionally long-term investors. Regulatory elements might play a role in that evolution. For example, pension schemes have theoretically a much longer-term investment horizon, but they are not really long-term today. There are obviously many baby boomers about to retire which probably shrinks a bit the duration of investments, but foremost pensions are subjected to regulatory constraints, with yearly assessment of their financial health, and this in a way is making them short-term investors. Maybe sovereign wealth funds and some long-established family offices are the only real long-term investors left?

Investors have also become less and less patient, expecting positive performances every month from their managers. This behaviour typically destroys alpha as active managers have now to manage those expectations, often by limiting the risk taken. Overall, investors have unrealistic expectations as they want – though not necessarily need – liquidity, they want less risk but at the same time expect their managers to create alpha. Lots of investors today are expecting higher returns than what the liquid markets can offer them, with a lower volatility. Investing in very liquid markets - where you do not have the illiquidity premium anymore - and expecting double-digit returns is not possible anymore. In conclusion, investors have to readjust their expectations for the foreseeable future as expected returns have decreased substantially in all asset classes, driven by the drop of the risk free rate along with the fact that alpha generation from hedge funds is utterly difficult in liquid markets.

ll testo qui sopra definisce le aspettative degli investitori "irrealistiche", e spiega questa critica con l'osservazione che nel breve termine non è possibile generare "alfa". Recce'd ha già risposto: Alfa semplicemente non esiste, è una invenzione degli statistici che guardano al passato. Ed anche Beta non esiste, non è mai esistito come strumento di gestione; e non esiste la Frontiera efficiente.

Se mai in passato questi furono strumenti efficienti, oggi risultano totalmente inadatti ai mercati finanziari, ed al contesto istituzionale, del XXI secolo. E' necessario, anzi è indispensabile girare pagina, trovare, definire, testare e poi sperimentare nuove strategie, basate su nuovi, espliciti presupposti di metodo, che vadano oltre la Modern Portfolio Theory degli Anni Cinquanta. Recce'd ha iniziato questo lavoro nel 2007, e lo commercializza da qualche anno.

Certo, il problema (degli altri) ora diventa il seguente: e dell'industria dei Fondi Comuni a benchmark, adesso che cosa ne facciamo?

Dove Recce'd può fare (e farà) la differenza (parte 16)

Il commento più azzeccato, tra le migliaia che abbiamo letto, su questo inizio del 2016, che per gli Stati Uniti è il peggiore nella intera storia dei suoi mercati finanziari, viene da un gestore di Fondi Hedge, Howard Marks di Oaktree Captal Gorup, che ieri diceva

“The market is manic depressive. It swings from seeing only the positives to seeing only the negatives and from interpreting everything positively to interpreting everything negatively.”

E' proprio così: si passa da un estremo per cui tutto è positivo ad un altro estremo per cui tutto è negativo. Ma in una cosa Marks si sbaglia, perché NON E' VERO che si tratta di un problema psicologico, di "manie depressive". Non è un problema di psicologia ma un ben più concreto problema di conto economico.

La verità è, e noi di Recce'd da anni ne parliamo ai nostri Clienti, che l'industria del risparmio è costretta ad operare così dalle sue stesse strutture. Le Reti di vendita, e dietro di loro le banche di investimento, sono "costrette" ad essere sempre tutte ottimiste, anche quando non ce n'è ragione (rileggete oggi la vera e propria cagnara fatta un anno fa sul QE di Draghi, e guardate ad oggi quali sono i risultati).

Poi, quando il vento cambia, tutte debbono allinearsi e diventare "più pessimiste dei pessimisti", per non correre il rischio di rimanere indietro. Come ci spiegava un amico che lavora proprio in una di queste strutture, "preferisci sempre dare messaggi ottimistici, perché è sempre meglio rischiare che non avere segnalato un'occasione di guadagno". Fino a che l'industria funziona così, chi si affida alle banche globali di investimento ed alle Reti di private banking sarà sempre segnato, e finirà sempre per subire i danni di scelte che sono sempre guidate dai meccanismi di retrocessione delle commissioni.

Per questo Recce'd fa la differenza: noi vi produciamo servizi di investimento che non ci vendono costretti a fare il tifo per quella o questa visione del mondo, che non ci costringono ad essere sempre troppo ottimisti, e soprattutto che ci mettono nelle condizioni di guardare sempre e solo alla realtà dei fatti ed ai dati. Guardando ai fatti, ai dati, ed utilizzando metodi avanzati per valutare i titoli e costruire il portafoglio (invece della solita paccottiglia di "asset allocation strategica", medie mobili, analisi del trend e altri vecchi arnesi) potrete vincere anche quando gli altri perdono, e potrete guadagnare anche se gli indici scendono. Se i mercati hanno difficoltà, non è detto che voi dobbiate essere travolti.

E chiudiamo con un accenno alla stretta attualità: leggete le parole che sguono, e chiedetevi cosa fare sui vostri portafogli. Ma subito, ora, senza aspettare.

Analysts have assembled the worst outlook for global corporate earnings in seven years. Debt investors are paying the most in three years to protect against defaults by North American companies. China burned a record amount of its foreign-exchange reserves last month to stem a plummet in the yuan. The Federal Reserve raised interest rates for the first time in nearly a decade, removing what some saw as an extra leg of support for global markets.

Con la consulenza: oltre il Private Banking e il Wealth Management

Diciamola tutta: chi è capace di spiegare cosa è il Private Banking? Questa etichetta, che nel corso degli anni è stata appiccicata a un po' di tutto, ha progressivamente perso sia il focus sia lo smalto. Tanto che negli ultimi anni molti hanno chiamato a soccorso il marketing e introdotto una nuova, più scintillante e meno abusata, etichetta: ovvero il Wealth Management. Il punto è però che, con una semplice domanda, questa montagna di parole montate a panna si smonta in un attimo. Sarà sufficiente chiedere: "ok, ma che cosa fate?". E lì si parte: con le "selezione di fondi", la "pianificazione inter generazionale", la "costruzione del portafoglio lungo la frontiera efficiente": frasi fatte che in molti casi vogliono dire che ... non fanno nulla e non creano alcun valore aggiunto per il Cliente. Molti propongono, per la millesima volta, un portafoglio di Fondi Comuni ad alte retrocessioni dove il 30% sono azioni ed il 70% obbligazioni, chiuso con un fiocco dove sta scritto "Buona Fortuna". Da quel momento il Cliente viene abbandonato ai mercati: se salgono bene, se scendono, invece, allora, e solo dopo che sono scesi, "sarà meglio mettersi più prudenti". Ed in ogni caso, è sempre e comunque meglio non fare nulla, perché "si investe per il lungo termine" (fare nulla ma pagare le commissioni: ovviamente). 

Per fortuna, proprio dai Clienti partono, sempre più numerose e forti, le voci di protesta e le richieste di un servizio più professionale. E comincia ad arrivare qualche risposta: ne abbiamo letta una proprio il giorno di Natale, che arriva dall'Asia, e precisamente da un chief investment officier di una Private Bank che dice che:

... he is “deploying capital almost like a hedge fund”. With a deep personal background and expertise ranging from trading equities, managing equity and global balance funds before getting into fund of funds for a private bank and also for a family office, his aim is “to bring more cutting-edge investment processes into a private bank where typically portfolios are created as a simple blend or balanced portfolio of equities, bonds, commodities, hedge funds.”

Many private banks just allocate capital on a long term fundamental basis, whereas his new approach is to allocate risk based on macro or systemic events at the top level and drill down to more specific catalysts. This has led the bank into more esoteric strategies, “because the usual ones are not working that well any more or come with additional risk.” He also allocates a substantial amount, anywhere from 25% to 30% of a portfolio, to hedge funds, which is more than the usual Asian private bank.

He thinks that private wealth portfolios tend to be over-diversified. When the macro environment isn’t so great, diversifying a lot means you actually end up picking up that not so great environment in your portfolio. What we find more effective is to diversify less, taking on idiosyncratic risk, and only deploying capital when there is a good reason to do so.”

Come potete facilmente capire, Recce'd vi propone da anni proprio una soluzione di questi tipo, ma con tre sostanziali vantaggi per il Cliente:

  1. la strategia che Recce'd applica ai portafogli è definita sulla base di supporti quantitativi, e fondata su basi scientifiche (già testate e sottoposte a verifiche, lavoro che presto pubblicheremo, e che possiamo mettere a disposizione dei Clienti)
  2. la strategia di Recce'd è costruita in modo tale che non siete obbligati a spostare i vostri soldi: la potete realizzare anche attraverso la vostra banca abituale
  3. la strategia di Recce'd vi aiuta a capire meglio che non c'è il minimo bisogno di "fare come i Fondi Hedge" come dice l'articolo che abbiamo riportato: questo perché non c'è alcuna ragione per ritenere che i Fondi Hedge siano i soli a poter realizzare strategie "alternative": quella era solo una trappola commerciale, una trappola del marketing (per guadagnare margini elevati), mentre voi e noi possiamo tranquillamente realizzare startegie alternative alla media/varianza anche se non siamo (né saremo mai) Fondi Hedge

Grazie a strategie come queste, l'investitore potrà proteggersi, ed anche guadagnare, dai problemi che oggi pesano su tutti i mercati finanziari del pianeta, primo fra tutti quello della liquidità e della struttura del mercati (peso dei Fondi Comuni), che determina

substantial overlaps in portfolios where everybody is owning the same large caps, the same big banks and large technology companies. This means that even though an investor may be looking at different funds, you could see the same portfolio underneath. Now, maybe even more than ever, buyers need to look through in order to make intelligent choices.

Dove Recce'd può fare (e farà) la differenza (parte 15)

Oggi 2 dicembre un intervento di Edouard Carmignac sul Financial Times ci annuncia che

Investors find it tough to let go of recipes that have worked well for years. That is the case today as they are tempted to keep betting on the ingredients of healthy risk appetite, liquidity and economic hope — the product of seven years of highly accommodative monetary policies.

Dunque le ricette che hanno funzionato negli Anni del QE oggi non funzionano più: non è una novità per chi legge da qualche anno i nostri contributi. Ma c'è poi qualche cosa di più originale: scrive Carmignac sul FT che

Collisions of large magnitudes are the easiest to avoid, as you can anticipate them if you are looking that way. Taking risk off the table might feel excessive or too early at first. But when markets stop defying the laws of gravity, investors could get sucked into a vortex — a run on liquidity, and find no place to hide. The fragility of world equity markets today warrants a low risk exposure, with that exposure focused on companies with proven pricing power and top line growth visibility. Back to fundamentals.

Le tre parole chiave qui sono: "anticipare"; "fondamentali"; e "basso rischio". Da questo cocktail, il lettore si sente indirizzato da Carmignac verso portafogli molto liquidi con un profilo molto basso (anche di rendimento). In questa direzione vanno, come vi abbiamo già documentato, oggi tutte le banche globali: tanto che c'è davvero da chiedersi che mese sarà, per i mercati, il prossimo gennaio, se tutti vorranno iniziare l'anno "scarichi". Questa situazione è l'ennesima riprova che l'industria dei Fondi è stata costruita in un modo tale per cui non è possibile evitare "effetto gregge" e momenti di "panico collettivo".

L'operatività di Recce'd sarà opposta a questo "consenso" delle banche globali: negli ultimi anni, in cui i prezzi hanno espresso livelli di rischio eccessivi perché "drogati", era necessario per chi investe mantenere un profilo di rischio sotto stretto controllo, e così abbiamo fatto, evitando di farci coinvolgere in quella che per noi è sempre stata una specie di ubriacatura collettiva. Quello era il momento per essere molto prudenti, e non per riempirsi di rischio coi prezzi ai massimi: se invece da oggi sui mercati, anche per effetto di un aumento della volatilità, i prezzi dovessero modificarsi in modo tale da esprimere meno rischio, allora le nostre posizioni sui portafogli diventerebbero, in modo progressivo, più aggressive. Non è la volatilità a farci paura, bensì l'effetto gregge e lo scollamento tra realtà e prezzi sui mercati finanziari.