Dove Recce'd può fare (e farà) la differenza (parte 15)

Oggi 2 dicembre un intervento di Edouard Carmignac sul Financial Times ci annuncia che

Investors find it tough to let go of recipes that have worked well for years. That is the case today as they are tempted to keep betting on the ingredients of healthy risk appetite, liquidity and economic hope — the product of seven years of highly accommodative monetary policies.

Dunque le ricette che hanno funzionato negli Anni del QE oggi non funzionano più: non è una novità per chi legge da qualche anno i nostri contributi. Ma c'è poi qualche cosa di più originale: scrive Carmignac sul FT che

Collisions of large magnitudes are the easiest to avoid, as you can anticipate them if you are looking that way. Taking risk off the table might feel excessive or too early at first. But when markets stop defying the laws of gravity, investors could get sucked into a vortex — a run on liquidity, and find no place to hide. The fragility of world equity markets today warrants a low risk exposure, with that exposure focused on companies with proven pricing power and top line growth visibility. Back to fundamentals.

Le tre parole chiave qui sono: "anticipare"; "fondamentali"; e "basso rischio". Da questo cocktail, il lettore si sente indirizzato da Carmignac verso portafogli molto liquidi con un profilo molto basso (anche di rendimento). In questa direzione vanno, come vi abbiamo già documentato, oggi tutte le banche globali: tanto che c'è davvero da chiedersi che mese sarà, per i mercati, il prossimo gennaio, se tutti vorranno iniziare l'anno "scarichi". Questa situazione è l'ennesima riprova che l'industria dei Fondi è stata costruita in un modo tale per cui non è possibile evitare "effetto gregge" e momenti di "panico collettivo".

L'operatività di Recce'd sarà opposta a questo "consenso" delle banche globali: negli ultimi anni, in cui i prezzi hanno espresso livelli di rischio eccessivi perché "drogati", era necessario per chi investe mantenere un profilo di rischio sotto stretto controllo, e così abbiamo fatto, evitando di farci coinvolgere in quella che per noi è sempre stata una specie di ubriacatura collettiva. Quello era il momento per essere molto prudenti, e non per riempirsi di rischio coi prezzi ai massimi: se invece da oggi sui mercati, anche per effetto di un aumento della volatilità, i prezzi dovessero modificarsi in modo tale da esprimere meno rischio, allora le nostre posizioni sui portafogli diventerebbero, in modo progressivo, più aggressive. Non è la volatilità a farci paura, bensì l'effetto gregge e lo scollamento tra realtà e prezzi sui mercati finanziari.