Posts in Finanza applicata
Come Recce'd può fare, e farà, la differenza (parte 2)

Finché lo diciamo solo noi, potrebbe sembrare a qualcuno (magari qualche mente semplice) un argomento da outsiders, da soggetti "fuori dal sistema", costretti a parlare così dall'invidia per non potersi sedere al tavolo dei grandi, dove la tavola è riccamente imbandita a spese degli investitori che pagano le commissioni.

Possiamo dimostrare (lo abbiamo già fatto in passato) che l'invidia c'entra nulla, zero, zip. Una ulteriore occasione ce la offre Citigroup, che è proprio uno dei "grandi" del settore a livello globale. La settimana scorsa, il Capo della sua Ricerca Equity, Robert Buckland, che è uno stimatissimo professionista che da quindici anni lavora sul tema, ha scritto:

But it also highlights a truism of markets - that the financial industry, by its very nature, is doomed to forever be blowing bubbles.  The difficulty is that investment managers have to (ahem) invest in stuff. Not only that but their performance is almost inevitably judged against a benchmark which doesn't necessarily conform to their investment ideology.

Indeed, proper bubbles are so overwhelming that they force sceptical fund managers to buy into them in order to reduce benchmark risk and avoid significant asset outflows. As these sceptics capitulate, of course they contribute to the bubble and so force other sceptics to capitulate and so on and on until there are no sceptics left to capitulate. It makes sense for an asset management company to manage its business risk but this can end up contributing to the madness. Through this, the modern fund management is almost hard-wired to produce bubbles.

Permetteteci una punta di orgoglio: segnaliamo queste stesse cose da anni. Ora, il problema lo riconoscono anche i "grandi", da "dentro il sistema". A voi lettori ed investitori chiediamo: volete continuare a investore così? Ad utilizzare questi prodotti? A farvi consigliare da queste strutture?

Se la risposta è sì, purtroppo non potremo esservi utili. Se al contrario volete aprirvi anche ad opportunità alternative, noi abbiamo una soluzione sperimentata e di successo. Perché di due cose possiamo dirci sicuri:

  1. non c'è alcun bisogno di investire "come fanno tutti", seguendo il "gregge": esistono altre strategie ed altri strumenti, alternativi a quelli dell'industria di massa per la vendita di prodotti finanziari
  2. i vostri rendimenti non devono, semplicemente, essere lo specchio di ciò che fa il mercato; devono essere il prodotto delle vostre scelte, oppure delle scelte del vostro advisor, e non di presunti "trend di mercato"; è falso che se i mercati scendono anche il vostro portafoglio non può che scendere

Oggi, potete scegliere di cambiare impostazione, strategia di portafoglio, prodotti e strumenti senza sopportare troppi danni: fatelo adesso, perchè è vero che "chi resta fuori dalla fase finale di una bolla perde i rialzi maggiori", ma è vero solo per quell'investitore che ha venduto tutto proprio il giorno del massimo di mercato.

Ovvero: per nessun investitore al mondo. Non credete alle favole.

Come Recce'd può fare, e farà, la differenza (parte 1)

Ci aspettano anni, e forse decine di anni, di performances piatte o negative degli indici di mercato: come potranno gli investitori ottenere performances decorose dai propri portafogli, mantenendo però i rischi all'interno di un intervallo ragionato? Recce'd può fare la differenza, perché costruisce portafogli risk neutral e fonda quindi le proprie strategie in modo totalmente diverso dall'industria dei fondi comuni, che saranno quelli costretti a pagare il prezzo più alto per gli eccessi degli ultimi anni. Un esempio concreto lo offre una dichiarazione che abbiamo letto ieri su Bloomberg, a commento delle implicazioni derivanti dal crollo delle obbligazioni in euro in maggio: un gestore diceva a proposito dell'equity che 

“We’re still strategically bullish (...) The only place that money can go is either abroad or into equities. If you sell your sovereign bonds to the ECB, what are you going to buy? I think it’s equities.”

In una sola frase, leggiamo due affermazioni che sono, come minimo, fortemente dubbie: la prima è dove il gestore dice che se si vendono obbligazioni è NECESSARIO comperare azioni (perché mai? c'è l'obbligo di comperare sempre e comunque, a prescindere dai prezzi?); la seconda è che l'acquisto di azioni possa essere motivato in questo modo e fondato su queste basi.

Entrambe queste due cose noi di Recce'd le riteniamo false: e quindi fondare su queste affermazioni scelte di investimento lo giudichiamo del tutto sbagliato, e dannoso. Per questo lavoriamo diversamente sui portafogli, e per questo dal luglio 2007 ad oggi abbiamo ottenuto risultati superiori alla media del settore, per quantità ed anche per qualità.

La mission di Recce'd per i prossimi anni (parte 2)

Ieri abbiamo pubblicato un commento ad alcune frasi di Bill Gross: oggi per chiarire ulteriormente aggiungiamo un commento ad un grafico che ci mostra alcuni dati del Fondo Monetario Internazionale. Lo FMI ha elaborato da tempo un "herding indicator" che misura quanto è grande l'effetto "gregge" sui mercati. L'effetto gregge è la misura in cui gli operatori, ed in particolare gli operatori istituzionali, si muovono alllo stesso tempo e nella stessa direzione. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da un clamoroso aumento di questo "effetto gregge", aumento che è spiegato dalla decisione delle Banche Centrali di  intervenire direttamente sui mercati finanziari ed "indirizzarli" per farne uno stumento di politica monetaria. E' di questo parere anche Citigroup.

As for the inability of investors to forge their own path, that isn’t their fault, really. It’s all down to that central-bank global money spigot, says Citigroup. Analysts there have taken a long look at what’s going on with liquidity in the markets, specially that “here-today-gone-tomorrow” mentality that’s haunting lots of institutional investors.

It’s all about “herding,” says Citi. Central-bank intervention and asset purchases have been forcing investors into positions they would otherwise not hold. The more liquidity officials toss at markets, the more they upset the natural diversity of markets

“For the past few years, valuations in more markets seems to have stopped following traditional relationships and instead followed global QE. Likewise in meetings with investors, we have been struck by how little time anyone spends discussing fundamentals these days, and how much revolves around central banks,” says Citi’s global head of credit strategy Matt King.

Noi di Recce'd abbiamo deciso, fin dalla crisi del 2007-2009, di combatatre contro questo effetto grege: che rappresenta un rischio clamoroso per i portafogli degli investitori finali, che quando il "gregge" si muove non possono fare altro che essere trascinati. O travolti. L'effetto grege, per noi di Recce'd, è il nemico da battere, che si può battere grazie a strategie di tipo non tradizionale, come abbiamo scritto nel Post di ieri.

La "mission" di Recce'd per i prossimi anni (parte 1)

Ha scritto lunedì 4 maggio il veterano Bill Gross, prima a PIMCO ed oggi a Janus:

“Because of this stunted growth, zero based interest rates, and our difficulty in escaping an ongoing debt crisis, the ‘sense of an ending’ could not be much clearer for asset markets (...) The successful portfolio manager for the next 35 years will be one that refocuses on the possibility of periodic negative annual returns and minuscule Sharpe ratios and who employs defensive choices that can be mildly levered to exceed cash returns, if only by 300 to 400 basis points,”

For the non-rocket scientist, the Sharpe ratio is a method of measuring an investment’s performance by adjusting for risk.

Noi di Recce'd siamo, al tempo stesso in profondo accordo ed in totale disaccordo:

  • siamo in pieno accordo sulla visione dei mercati finanziari nei prossimi mesi ed anni: quando sarà necessario trovare una via di uscita dalle sabbie mobili dei vari QE, e per questa ragione i mercati non potranno che fare ciò che Gross ha previsto
  • siamo però in totale disaccordo sul fatto che per effetto di questo andamento dei mercati, e quindi dei maggiori indici, sarà necessario ed inevitabile adattarsi a aspettative di rendimenti vicini a zero con grossi rischi.

La mission che Recce'd si è data, fino dalla crisi del 2007-2009, è quella di elaborare, testare ed applicare strategie di investimento non "buy and hold", non di "asset allocation strategica", non "long only", non "media e varianza". Strategie che, allo stesso tempo, che siano gestibili anche direttamente dall'investitore familiare ed individuale, e non esclusivamente dedicate agli Istituzionali.

I rendimenti dei portafogli, lo ripeteremo sempre, non li fanno i mercati: i rendimenti li generano le scelte dei gestori.

Il vostro portafoglio non deve fare "quello che fa il mercato", è arrivata l'ora di uscire da un abito mentale che fu confezionato negli anni Cinquanta dello scorso secolo, e poi rivenduto con mille confezioni diverse alle masse degli investitori.

E i fatti ci dicono che in questa nostra ricerca di alternative abbiamo avuto successo: vogliamo condividere con voi questo risultato.

Perché la diversificazione non funziona

Quando negli Anni 50 Markowitz elaborò la sua teoria (poi di enorme e incontrastato sucecsso) centrata su media e varianza, risultava facilissimo spiegare perché il modo migliore per ridurre i rischi nel portafoglio fosse uno solo. Ovvero: diversificare. Spezzettare. Andare a cercare cose strane ed esotiche su cui investire. Perché "poco correlate". La realtà poi ci ha detto che non è vero, che non funziona così, ed in molteplici occasioni. Ma questa conclusione risulta ancora più evidente dopo l'ultima Grande Crisi: nel nuovo mondo, che qualcuno ha battezzato "risk on risk off", tutto e correlato a tutto. Tutto sale (come nel 2013 e nel 2014) oppure tutto scende (come nel ...? vedremo). Il grafico sotto mostra che il dato medio di correlazione è quasi raddoppiato, e sfiora il 70% (persino per le materie prime!). In media, quindi, se una componente del vostro portafoglio perderà lo 1%, tutte le altre perderanno anche loro, e lo 0,7%. Conclusione: se avete in mano un portafoglio tradizionale costruito sulla base della asset allocation (30 azioni, 70 obbligazioni, e avanti), avete in mano una vera e propria "bomba", totalmente inadatta ai mercati del 2015, 2016, e anni seguenti. Soluzione: cambiate subito strategia ed investite seguendo strategie di investimento alternative. Tra le quali, potete dare un'occhiata a quelle di Recce'd.