Dissonanza cognitiva e gestione del portafoglio: pensate al cash

 

Abbiamo individuato sui mercati finanziari numerosi episodi di dissonanza cognitiva, nel corso degli anni.

Mai, però, sono stati così tanti, così numerosi, e così evidenti come nei mesi di gennaio e febbraio del 2023.

In un contesto come questo, un investitore che cosa deve fare?

In particolare, un investitore che investe in modo tradizionale, affidandosi alle Reti di financial advisors, di private bankers, di wealth managers, di venditori piazzisti di Fondi Comuni e GPM, come può difendersi?

Recce’d ritiene che un investitore “ad asset allocation”, un investitore che investe ancor “alla vecchia maniera”, dovrebbe riflettere seriamente sulla possibilità di vendere tutto e mettersi in cash, in liquidità.

E questo, anche ma non solo per la ragione che oggi il cash è una alternativa più valida, rispetto agli anni 2009 - 2021 (lo leggete nell’immagine che segue).

Non è questa: non è la ragione per la quale, oggi, Recce’d consiglia ai lettori investiti in modo tradizionale di vendere tutto senza ragionarci sopra. La ragione è un’altra, che ora spieghiamo.

In Recce’d disponiamo di decenni di esperienza, il che significa decenni di accurata osservazione ed analisi dei mercati finanziari: e non ricordiamo, in questo lungo arco di tempo, un altro momento di mercato come quello attuale.

Un momento nel quale nessuno sa nulla.

Leggete questo commento.

Chris Hussey di Goldman sintetizza perfettamente il cambio di rotta:

Durante il mese di gennaio, sono emerse prove che l'inflazione negli Stati Uniti stava effettivamente diminuendo e che forse si stava aprendo la strada alla politica monetaria, a un atterraggio morbido dell'economia e forse anche a una riaccelerazione dell'attività con una spinta dall'Europa e dalla Cina.

Ma due rapporti di settimane successive, qui a febbraio, hanno messo in dubbio questa narrazione...

... hanno indotto gli economisti di Goldman ad aggiungere un ulteriore rialzo dei tassi di 25 pb da parte della Fed e hanno fatto salire i rendimenti dei Treasury decennali di 60 pb al 3,95%, avvicinandosi alla fascia massima che abbiamo visto in questo ciclo (i rendimenti hanno raggiunto il massimo al 4,23% in ottobre).

La lettura odierna dell'inflazione PCE, più alta del previsto, sembra confermare ciò che abbiamo visto nel rapporto sull'inflazione all'ingrosso PPI della scorsa settimana, ossia che i prezzi continuano a salire negli Stati Uniti e che il tasso di aumento potrebbe non ridursi così rapidamente come lo scorso autunno (se il tasso si sta riducendo del tutto)...

... i responsabili delle politiche, in particolare i banchieri centrali, hanno dichiarato di essere in gran parte dipendenti dai dati, il che fornisce un ulteriore sostegno all'idea che ci troviamo in un contesto di tassi più alti e più a lungo.

Vi abbiamo proposto di rileggere, qui sopra, una sintesi di Goldman Sachs a proposito delle prime settimane dei mercati nel 2023. Risulta di particolare rilievo questa frase:

Durante il mese di gennaio, sono emerse prove che l'inflazione negli Stati Uniti stava effettivamente diminuendo e che forse si stava aprendo la strada alla politica monetaria, a un atterraggio morbido dell'economia e forse anche a una riaccelerazione dell'attività con una spinta dall'Europa e dalla Cina.

Ovviamente, questa che avete appena letto è una baggianata: in gennaio non c’era alcuna “prova” di quello che viene presentato qui come uno “scenario credibile”, e molto più semplicemente in gennaio alcuni dettagli senza importanza erano stati evidenziati dalla forza vendita delle banche di investimento per spingere la massa degli investitori a fare (di nuovo) alcune stupidaggini con i loro soldi.

A completare il quadro arriva poi la marcia indietro di febbraio: che non può che risultare patetica, con la zelante rete TV che si chiama CNBC chiamata a fare le contorsioni, per dare un senso all’idiozia collettiva, e pubblicare immagini come quella che segue, dove si spiega che in quindici giorni “è cambiato il Mondo”.

Risulta ovvio, e persino imbarazzante, spiegare che in quindici giorni non è cambiato il Mondo: in quindici giorni non è cambiato nulla, le cose erano queste anche prima, le cose erano le medesime anche a gennaio.

Ma la zelante TV CNBC non può permettersi di dire le cose come stanno.

E quindi CNBC è costretta a “mettere il rossetto alla scrofa” (usiamo qui un’espressione americana) , che però anche con il rossetto rimane sempre una scrofa.

Come vedete sotto nell’immagine, in febbraio dai mercati è scomparsa l’ipotesi di “tagli ai tassi ufficiali di interesse già entro il 2023”, ma quella ipotesi era unicamente una invenzione della forza vendita, del marketing: non c’è mai stata alcuna “prova” di tagli dei tassi ufficiali entro fine 2023, a meno che non si sia così sciocchi o ignoranti oppure ingenui da ritenere che un calo dello 0,2% del tasso di inflazione costituisca una “prova”.

Sbandamenti paurosi come quelli che vedete nel grafico qui sopra sono il riflesso di uno stato di agitazione e confusione che domina in ogni comparto del mercato finanziario internazionale in questo mese di febbraio.

Ogni evento di mercato oggi è possibile: anche quelli che … oggi non riuscite ad immaginare. Ogni cosa potrebbe accedere, già nei prossimi 15 giorni di calendario.

Questo perché, alla fine del febbraio 2023, ogni punto di riferimento è saltato: tutto, ogni cosa, è in discussione. Il livello di fragilità dei mercati finanziari oggi è massimo.

I cosiddetti “esperti” oggi non sono in grado di aiutarvi: non sanno più che cosa dire, fanno ogni settimana una retromarcia rispetto alla settimana precedente, come avete letto nella pagina TWIT - TWOO nelle ultime due settimane.

Se prendiamo come esempio la Borsa più grande al Mondo e le banche di investimento, oggi si registra una differenza del 40% tra la previsione più ottimistica e quella più pessimistica. Il valore più basso è la metà di quello più alto. Lo leggete nel grafico sopra.

Il che significa che cosa? Che queste previsioni … non significano nulla, oggi più che in ogni altro periodo precedente, tranne uno.

Il solo anno nel quale si era registrata una differenza così ampia è il 2008.

Per chi, tra i nostri lettori, avesse dimenticato il 2008, noi ve lo possiamo riassumere con una sola immagine, che dovreste stampare e poi tenere sempre in tasca oppure nella borsa a mano.

Gli “esperti di mercato” nel 2008 avevano le idee chiarissime, come avete visto: invece oggi non sanno che cosa dire, che cosa scrivere, quale scenario disegnare. Questo è evidente a tutti.

I politici, invece, loro sono costretti: sono costretti ad insistere sempre sullo scenario della “immacolata disinflazione”, ma ogni giorno che passa risultano meno credibili: anche per i mercati finanziari.

Come leggete qui sotto nell’immagine, anche la settimana scorsa il Ministro del Tesoro USA Yellen (ex capo della Federal Reserve) ha ripresentato al pubblico lo scenario del “soft landing” dicendo che

il soft landing è possibile perché il mercato del lavoro è forte.

Non rendendosi conto, evidentemente, che con questa affermazione da sola si è … data la zappa sui piedi.

Ma queste contorsioni verbali dei politici sono comprensibili: devono difendere il loro operato comunque, sono consapevoli dei danni gravissimi che hanno fatto, e non hanno altra scelta che ripetere sempre

andrà tutto bene perché nel nostro futuro c’è il migliore dei Mondi che sono possibili, avremo tutti una incredibile fortuna e tutto andrà al meglio che è possibile

Sono frasi politiche, NON sono suggerimenti o consigli per l’investitore, che invece deve cavarsela da solo e proteggere i propri soldi da quello che sta per succedere.

Come leggete qui sotto nella prossima immagine, ieri venerdì 24 febbraio il Governatore Bullard della Federal Reserve, anche lui spingendo sul tema del “soft landing”, ha precisato che

oggi la Federal Reserve ha una credibilità maggiore rispetto agli Anni Settanta.

Se voi lettori siete d’accordo, se giudicate la Fed e la BCE più credibili oggi che la Fed e la Bundesbank negli Anni Settanta, allora potete stare comodamente seduti in poltrona.

Se invece pensate (come noi di Recce’d) che la credibilità di questi Istituti sia stata azzerata dalla “inflazione transitoria” del 2021, allora … vendete tutto senza guardare ai prezzi.

Bullard nell’immagine precedente richiamava gli Anni Settanta: Bullard non sa, oppure non ricorda, che neppure in quegli Anni Settanta da lui citata la differenza tra la linea blu e la linea rossa del grafico qui sotto era così tanto ampia.

La linea rossa è il costo ufficiale del denaro negli Stati Uniti. la linea blu è “quello che dovrebbe essere oggi il costo ufficiale del denaro sulla base della regola di Taylor”.

Certo: è possibile che la “regola di Taylor” non sia perfetta, che il calcolo non sia esattissimo: allo stesso tempo, il problema è evidente, rimane da risolvere, e non siamo neppure vicini alla sua soluzione.

Collegandoci al grafico precedente, si potrebbe poi guardare anche alle “financial conditions”: noi non riprenderemo oggi il tema delle “financial conditions”, le condizioni finanziarie alle quali noi di Recce’d abbiamo dedicato un intero Post.

Però vi aggiorniamo la situazione con i due grafici che vedete qui sotto.

Non parliamo di “financial conditions” oggi, perché vogliamo restare sul tema più generale della gestione del portafoglio titoli, e chiarire le ragioni per le quali un investitore che NON è consapevole (che si fa consigliare/imporre dalla Rete di vendita un portafoglio titoli fatto di Fondi comuni e polizze assicurative) dovrebbe vendere tutto, senza guardare ai prezzi.

I segnali che Recce’d vi ha portato all’attenzione, sia in questo Post sia attraverso la pagina TWIT - TWOO, sono chiari: e ci dicono che il mercato finanziario internazionale in questo momento è altamente disfunzionale (grafico qui sopra). Non funziona.

Il che riflette una situazione nella quale la maggior parte degli operatori di mercato soffre di dissonanza cognitiva. I fatti ve lo dimostrano.

Definizione: la dissonanza cognitiva consiste in cognizioni o pensieri antitetici e per questo in contrasto tra loro al punto, in casi più estremi, da creare disagio alla persona. La dissonanza cognitiva provoca una inversione di rotta che determina una sorta di tensione, simile a quella che si prova in situazioni stressanti, e emozioni negative.

Non è difficile spiegare le ragioni per le quali si è creata una situazione tanto estrema ed assurda. Tutto questo accade sotto i vostri occhi perché un modello di economia, interamente basato sul “denaro facile” e sulla “creazione continua di nuova liquidità”, è saltato per aria.

Non c’è più.

E non c’è un “nuovo modello di economia”.

Mancando un modello di economia, non è possibile definire una nuova politica economica.

Mancando tutti i riferimenti, i mercati finanziari sono lasciati a sé stessi: allo sbando.

A questo si aggiunge una situazione geopolitica che è la più complessa dalla Seconda Guerra Mondiale (dal 1945): ed è a questo proposito utilissimo (ma proprio molto utile, per chi lo vuole capire) riflettere sul fatto che, dall’inizio della guerra in Ucraina, come leggete nel grafico più in basso:

  1. il cambio del rublo si è rafforzato del 11%

  2. il prezzo del petrolio è sceso del 16%

  3. il prezzo del gas Naturale è sceso del 55%

Sono dati significativi: offrono ai nostri lettori una misura di quello che devono aspettarsi, in termini di differenza tra le loro aspettative di oggi e ciò che effettivamente succederà sui mercati finanziari nel 2023.

Dodici mesi fa, ognuno di voi, amici lettori, era più che certo del fatto che il rublo della Russia sarebbe crollato e che il petrolio sarebbe arrivato a 200$ al barile.

Ed oggi? Il giorno 25 febbraio 2023, di che cosa siete certi, sicuri, convinti? E quanto distante potrebbe rivelarsi, la realtà, dai vostri convincimenti?

Torniamo al portafoglio titoli. Se voi siete ancora oggi investiti “alla vecchia maniera”, con il tradizionale portafoglio di azioni ed obbligazioni, voi oggi non siete consapevoli di ciò che state facendo. Sulla base di che cosa avete fatto le vostre scelte di investimento?

Nello specifico, rendetevi conto del fatto che non avete idea di:

  • quali rendimenti aspettarvi dai vostri investimenti

  • quali rischi di ribasso sono già oggi presenti nel vostro portafoglio

  • quale scenario avete di fronte per i prossimi 12-24 mesi, e più precisamente

    • quale tasso di inflazione vi aspettate

    • quale tasso di crescita delle economie vi aspettate

    • quale tasso di crescita degli utili vi aspettate

    • quale livello dei tassi di interesse vi aspettate

Purtroppo, per moltissimi investitori, quelli che si affidano alle Reti italiane di distribuzione dei famigerati “prodotti finanziari” (Fondi Comuni e polizze assicurative), da sempre è così. Ovvero: non sanno ciò che fanno con i loro soldi.

Quale è, allora, la differenza oggi? Perché vendere tutto proprio oggi?

Spieghiamo: è molto semplice.

Oggi è meglio avere tutto in cash, che stare fermi immobili, chiudere gli occhi e “sperare che le cose migliorino”.

Se siete in forte dubbio, se non avete capito bene come il financial advisor vi ha fatto investire i soldi, se il futuro vi risulta difficile da decifrare, allora vendete tutto, e mettetevi per qualche mese a guardare: non perderete alcuna opportunità

C’è forse qualcuno che si chiede “ma voi, in Recce’d, che cosa fate? State vendendo tutto anche voi?”

No.

Non solo noi non vendiamo tutto sui nostri portafogli modello: noi stano per aumentare il rischio dei nostri portafogli modello.

Perché noi si, e voi invece no?

Molto semplice: per noi, in Recce’d, il futuro NON è così tanto incerto, oscuro, difficile da decifrare. Noi, in Recce’d, questo futuro che oggi la massa degli investitori inizia appena ad intravedere, noi lo abbiamo decifrato due anni fa. Noi ne abbiamo scritto, anche qui nel Blog, dall’agosto 2020, ovvero 30 mesi fa, e i fatti hanno poi confermato tutto.

I nostri Clienti, oggi, possono beneficiare di portafogli modello che sono “pronti a tutto”: anche all’imprevedibile. Noi abbiamo costruito portafogli modello che sono tarati, alla perfezione, ad un contesto di “estrema imprevedibilità” come quello del febbraio 2023. Succeda ciò che deve succede, le nostre mosse future sono già definite.

Per ciò che riguarda voi, amici lettori vittime delle Reti di promotori finanziari: non vi sembra che i signori dell’immagine che segue abbiamo riso anche troppo alle vostre spalle?

Ascoltate il nostro suggerimento, e vendete tutto lunedì.

Valter Buffo