2019: le ultime curve del percorso (parte 2)
 

Abbiamo analizzato insieme ai Clienti, la scorsa settimana in The Morning Brief, i primi Rapporti sul 2020 delle grandi banche di investimento internazionali.

Lo abbiamo fatto, e continueremo a farlo anche la settimana prossima, perché vogliamo esporre in modo chiaro al Cliente i temi sui quali si concentra, in questa parte finale del 2019, l’attenzione degli operatori di mercato.

Per chiarire: NON facciamo questo lavoro per farci guidare dalle previsioni delle banche globali di investimento. Sono quasi sempre sbagliate. Ad esempio, nessuna tra le grandi banche di investimento aveva previsto a gennaio un rialzo così ampio come poi è stato dell’indice S&P 500. Tutte le banche di investimento erano MENO ottimiste, a gennaio.

Detto questo, resta a nostro giudizio utile essere informati dei temi di sui si discute, degli scenari che si stanno formano (e proponendo ai Clienti) ed anche delle previsioni che circolano sui mercati.

Ci ha colpito, in particolare, la previsione di Goldman Sachs proprio per l’indice S&P 500, che vi riportiamo qui sotto con un grafico. Inutile ripetere che l’indice S&P 500, negli ultimi anni, è stato il solo indice da seguire, il solo capace di dare una direzione a tutte le Borse di Occidente.

Ci colpisce l’asimmetria di questa previsione di Goldman Sachs: si mettono a confronto un potenziale guadagno di 250 punti (il 7,5% circa alla chiusura di venerdì) ed una perdita di 550 punti (il 25% circa).

Ci colpisce perché una previsione di questo tipo (se fosse affidabile: a nostro parere NON lo è) è un cattivo argomento commerciale. Chi mai investirebbe su un bene che ha uno spazio di ribasso TRIPLO rispetto a quella di rialzo? Soltanto un … kamikaze.

Eppure … ci investono ancora anche in questi giorni, osserverà qualche lettore.

Ed è vero. Ma è possibile che questi “investitori dell’ultima ora” siano stati male informati, abbiano fatto male i loro calcoli, oppure ancora è possibile che si ritengano capaci di “scendere un attimo prima” dal treno in corsa.

In tutti e tre i casi, si tratterebbe di una scelta suicida.

Per chiarezza, in conclusione ripetiamo che Recce’d per le sue scelte di portafoglio NON fa e NON farà uso di queste indicazioni: sbagliate nelle premesse, e quasi sempre sbagliate nell’esito. La realtà, come voi stessi avete visto sui vostri portafogli titoli solo 12 mesi fa, è molto più imprevedibile nei suoi cambiamenti, e i mercati sono molto più rapidi e violenti nei loro movimenti.

week_01_Dec_2019_014.png
Mercati oggiValter Buffo
2019: le ultime curve del percorso (parte 3)
week_05_Oct_2019_012.png

Come abbiamo già scritto la settimana scorsa, il 2019 (fino ad oggi) è stato l’anno d’oro dei fenomeni.

Si tratta di una reazione legittima e giustificata: in un anno in cui “sale tutto”, è giustificato che ognuno si senta bravissimo e in grado di fare da solo.

week_01_Dec_2019_009.png

Nell’ultimo decennio, dopo la Grande Crisi Finanziaria del 2007-2009, questa situazione si è verificata in più anni. Recce’d, in ognuno di quegli anni, ha mantenuto una propria linea, che alla fine si è dimostrata vincente.

La nostra linea, o per meglio dire la nostra “strategia di gestione”, rimane la medesima anche oggi: non ci facciamo né ci faremo emozionare dalla marea che fa salire tutte le barche.

E ci teniamo e ci terremo ben lontani dalla tentazione di fare i fenomeni, ed anche di comportarci come fanno certi “fenomeni”.

Un rialzo artificiale resta artificiale, specie se stiamo parlando di investimenti e mercati finanziari: ed anche se ottiene in pubblico il supporto delle dichiarazioni di Trump, della Federal Reserve e della BCE.

Noi andiamo alla ricerca della sostanza: e la sostanza si trova solo nella realtà, e non nelle dichiarazioni alla stampa.

week_01_Dec_2019_011.png

Non ci faremo “guidare verso il recinto”, docili come chi sta nel gregge delle pecore. Terremo la barra ben ferma, verso un approdo sicuro, per i nostri Clienti e per i nostri portafogli modello.

Sappiamo individuale opportunità che nascono e si manifestano nella realtà, e non nelle dichiarazioni di Trump, della Federal Reserve e della BCE. Per questo, ripetiamo anche oggi, con forza, che quelle che (fino ad oggi, 1 dicembre) si sono viste sui mercati finanziari NON erano opportunità: perché NON è un’opportunità andare a correre dietro ad un miraggio.

L’opportunità, quella vera, reale, concreta, che toccheremo, e voi toccherete, e tutti toccheranno con mano, la vedete sotto nel grafico.

E ci darà piena soddisfazione, come ogni volta è stato. Un investimento in pazienza che viene sempre ricompensato.

week_01_Dec_2019_010.png
Mercati oggiValter Buffo
2020: un test per il fenomeno
week_05_Oct_2019_012.png

Quando si leggono titoli come quello che apre il nostro Post, è comprensibile ed anche giustificato che ognuno si senta … un fenomeno.

Vincono tutti, guadagnano tutti, ed è stato anche abbastanza semplice.

Giusto allora sentirsi fenomeni, invincibili. Si pensa e si dice che “Tutto era molto chiaro fin dall’inizio”, che “Era facile andare dietro al mercato”, che “Si vedeva che la situazione è sotto controllo”.

E poi si aggiunge che: “Non c’è ragione di preoccuparsi”, “Nessun rischio all’orizzonte”, per concludere che “I catastrofisti perdono sempre”.

Tutti fenomeni. Tutto chiaro. Tutto tranquillo. E lo confermano i “nuovi record assoluti”

L’investitore che legge di “nuovi record di tutti i tempi” è comprensibilmente emozionato, eccitato, ed anche confuso. Non capisce ciò che accade e perché accade, ma vuole comunque “partecipare alla festa”, come tutti gli altri. “Voglio trovarmi sempre dalla parte giusta”. Questa sensazione, di essere fenomeno, porta gli investitori a fare scelte sbagliate, come l’esperienza dimostra. L’esperienza suggerisce, all’opposto, di utilizzare sempre cautela, umiltà e grande pazienza.

In questo Post, vogliamo aiutare i lettori ad evitare questa trappola, la trappola si sentirsi un fenomeno.

Prenderemo come riferimento CNBC, che oggi è il canale ufficiale … del Partito.

Il Partito è quello delle “cose che vanno alla grande”, del “lo sappiamo noi, come andranno le cose”, e del “non ci sono rischi, potete stare tranquilli”. Il canale dei fenomeni. Lasceremo quindi parlare CNBC.

Partiremo dalla fine dello scorso anno: 31 dicembre 2018: “La borsa si comporta come se la crescita degli utili nel 2019 fosse negativa”.

week_04_Nov_2019_018.png

Per fortuna, invece, poi nel 2019 la crescita degli utili della Borsa di New York invece è stata …

ah, no, no, no, non è stata … ma allora … aspetta un secondo: chiediamo a CNBC di fare chiarezza.

6 novembre 2019, un anno dopo.

week_04_Nov_2019_019.png

Dunque, la crescita degli utili nel 2019 è stata negativa. Allora, il primo dei due titoli diceva una cosa non vera. Ma allora a chi dobbiamo dare fiducia? Meglio rivolgersi a chi viene definito “esperto”. E noi lo lasciamo fare a CNBC.

4 settembre 2019, due mesi fa.

week_04_Nov_2019_020.png

CNBC scrive a settembre, due mesi fa: neppure Wall Street lo sa, dove finirà nel 2019 la Borsa,

Una situazione già vista, e soltanto 10 mesi prima: ritorniamo al 20 di novembre 2018, un anno fa. Nel novembre 2018 Goldman Sachs vedeva “massima calma all’orizzonte”, e prevedeva che l’indice S&P 500 avrebbe chiuso il 2018 a 2850 punti. Tre settimane dopo, però, l’indice stava a 2350 punti. 500 punti sotto. 500 punti ovvero poco meno del 20%. Un bear market.

Leggiamo appunto da CNBC, 20 novembre 2018, un anno fa.

week_04_Nov_2019_021.png

L’immagine sopra ci dice anche una seconda cosa. Dice che 12 mesi fa la previsione di consenso per la crescita degli utili alla Borsa di New York, nel 2019 (ovvero quest’anno) stava all’8,2%. L’immagine sotto ci dice invece come sono andate le cose nella realtà: crescita? NO, un calo.

week_04_Nov_2019_022.png

Il totale stravolgimento delle previsioni NON riguarda soltanto gli utili delle Società quotate a New York, che vi abbiamo documentato qui sopra.

Goldman Sachs soltanto un anno fa, il 18 novembre, prevedeva 4 RIALZI del costo del denaro negli Stati Uniti, nel 2019. Fino al 3,50%.

week_04_Nov_2019_016.png

Come leggete qui sopra, un anno fa Goldman Sachs intitolava il suo documento sul 2019 (che doveva ancora iniziare) con queste parole “Siamo sul rettilineo d’arrivo”.

Oggi Goldman Sachs nel suo documento per il 2020 dice ai suoi Clienti: “Siamo su un terreno più solido”. Più niente rettilineo di arrivo.

E conclude poi, come leggete qui sotto nell’immagine che chiude il Post: “L’intero rialzo della Borsa per il 2019 va attribuito alle Banche Centrali, visto che gli utili non sono cresciuti”. Così dice Goldman Sachs oggi: la medesima Goldman Sachs che 12 mesi fa aveva previsto 4 RIALZI del costo del denaro negli Stati Uniti, come avete letto poco sopra.

Cosa vi dimostra tutto questo: che è facile fare il fenomeno DOPO. Prima, a volte sembra che tutto sia chiaro e definito, ma poi in tre mesi (o forse due, oppure forse uno) la situazione si ribalta del tutto.

Chi crede di essere capace di “stare sempre dalla parte giusta”, deve risolvere questo problema. Deve essere capace di fare il fenomeno PRIMA, e non a cose fatte. E deve essere capace di affrontare un completo stravolgimento dei mercati in soli tre mesi, oppure due, oppure un mese solo.

La gara per un posto sul podio dei fenomeni è aperta: noi, di Recce’d, non partecipiamo.

Noi siamo competitori in una gara differente, che premia coerenza, prudenza, pazienza e concretezza. Non è aria per fenomeni.

week_04_Nov_2019_017.png
Mercati oggiValter Buffo
2020: faremo una sola previsione
 

Si apre in queste settimane la fase finale dell’anno, che per gli operatori significa affrontare un diluvio di previsioni sull’anno che sta per iniziare. Inizia la giostra delle presentazioni, dei Rapporti 2020, delle Relazioni 20202, delle Rassegne 2020, delle Overview 2020.

Attività tradizionale delle banche globali di investimento, che nel corso degli anni si è dimostrato via via sempre meno utile, visto che poi, con grande regolarità, il quadro di inizio anno risulta già stravolto dopo tre mesi. Proprio come è successo nel 2019.

Chi segue il lavoro di Recce’d da qualche tempo, sa che Recce’d NON partecipa a questo gioco delle “previsioni 2020”: così come sa che noi riteniamo questa attività inutile, o meglio utile unicamente per gli scopi commerciali (di vendita) delle banche globali di investimento.

Come ogni anno, quindi, eviteremo di indicare ai Clienti i target e le previsioni per il 2020: questo mestiere richiede a chi lo svolge con coscienza professionale di rivedere le proprie previsioni su base quotidiana, utilizzando le informazioni che si rendono disponibili, nel momento in cui sono disponibili.

Con qualche eccezione, ovviamente: ad esempio, in questo Post mettiamo alla vostra attenzione un tema che nel corso dei prossimi 12 mesi risulterà dominante, ed avrà influenza su ognuna delle componenti del portafoglio in titoli: azioni, obbligazioni, valute ed anche materie prime.

week_04_Nov_2019_002.png

Il grafico che vedete qui sopra ci riporta alle operazioni della Federal Reserve per contrastare l’instabilità nel mercato della liquidità interbancaria negli Stati Uniti: operazioni che hanno avuto una influenza determinante sul comportamento di tutti i mercati finanziari negli ultimi mesi.

Lo spunto è questo, ma il tema è molto più ampio: l’emergenza che la Federal Reserve ha contrastato è una emergenza che va ben al di là del mercato della liquidità interbancaria, e va al di là degli Stati Uniti.

Come detto poco sopra, toccherà tutte le componenti del portafoglio.

Per una analisi più dettagliata, vi rimandiamo alla nostra pubblicazione quotidiana, The Morning Brief. In questo post, vi offriamo le considerazioni sul tema della liquidità (si intende la liquidità dei mercati finanziari, e non quella interbancaria) scritte da Goldman Sachs nel suo Rapporto Annuale sul 2020, pubblicato pochi giorni fa.

In other words, central banks - and central banks alone - were entirely responsible for this year's 25% gain in the S&P.

With that admission out of the way, we will also point out the other notable theme for 2020 which will certainly dominate markets: market liquidity. Here we disagree with Goldman that this is the "unknown known" - market liquidity is by far the biggest risk facing markets where central banks are now a standard backstop. In fact, if there is to be a crash, or any other "event" which cripples central bank credibility, it will have to go through the liquidity channel, and 2020 may be the perfect year to test just that. 

This is what Goldman writes on that topic:

For fixed income investors, particularly in less liquid markets like corporate credit or mortgages, episodes such as the one experienced in the repo market offered yet another valuable lesson: putting a price on liquidity risk has rarely been more challenging. Unsurprisingly, investors have responded by demanding a higher premium against liquidity risk. In the relatively liquid agency MBS market, the steady spread widening throughout the year has partly been driven by a gradual increase in the liquidity premium. This repricing reflects the strong reliance of the “To Be Announced” (TBA) agency MBS market on so-called Dollar roll transactions. The same forces that have fueled stress in the repo market have also increased the costs of financing TBA trades.

In our view, the deterioration in market liquidity conditions is a major source of vulnerability that investors need to constantly anticipate and appropriately price, especially in the less liquid corporate bond market. The combined effect of higher capital and liquidity requirements has improved the resilience of banks. But this improved resilience has also reduced bank balance sheet flexibility and diminished the ability to respond to stronger liquidity demand at times of elevated market stress.

week_04_Nov_2019_023f.png
Mercati oggiValter Buffo
Barzellette: la più forte del 2020
 

Da anni uno dei più conosciuti commentatori di mercati finanziari, Mohamed El Erian, ci dice e ci scrive (anche nel suo libro best-seller) che tutti dobbiamo addattarci a “pensare l’impensabile”.

Solo nel 2019, ha ripreso questo medesimo argomento decine e decine di vote.

Ma ci sono cose che risultano impensabili anche per chi, come noi di Recce’d, si è adattato da tempi a “pensare l’impensabile”.

Un esempio concreto: che fine ha fatto il senso comune, il buon senso, il senso della realtà (lasciamo stare la coerenza, che ormai è per la gran parte ritenuta “un punto debole”) se la Banca Centrale Europea, massima Istituzione Monetaria del Continente, istituzione a cui tutti guardano con rispetto ed ammirazione, nel novembre 2019 fa una cosa del genere?

Dunque: all’interno della Banca Centrale Europea c’è una divisione che vigila sulla stabilità dei mercati finanziari. Gente autorevole, nomi conosciuti, e gente che guadagna parecchi soldi per quell’incarico (soldi del pubblico).

Questa divisione si chiama Financial Stability Board (ovviamente) e pubblica ogni anno (ovviamente) un Rapporto, ovvero un volumone che si chiama (ovviamente) Financial Stability Report.

Ora noi chiediamo a voi, lettori: è concepibile, fa parte delle realtà di questo mondo, che il Financial Stability Board, nel suo Financial Stability Report, indichi come maggiore rischio alla stabilità dei mercati finanziari la politica … della Banca Centrale Europea, che ne paga i costi e gli stipendi?

Neppure durante gli anni d’oro della Parmalat si vedevano cose simili.

Eppure: per Lagarde, tutto questo NON esiste (per Draghi: figurati, lui ora sta in vacanza). Per la stampa, le parole che leggete sotto NON fanno notizia. Per i mercati finanziari, tutto questo NON importa. Almeno, fino a venerdì scorso.

E i Clienti delle banche lo sanno che alla BCE la vedono così? I clienti di Poste Italiane ne sono stati informati? I Clienti dei promotori finanziari ne hanno almeno sentito parlare, vagamente e sinteticamente?

No. E poi no. E poi no.

Tutto uguale a Parmalat: tutto verrà a galla all’improvviso, in pochi giorni.

week_04_Nov_2019_005.png
Mercati oggiValter Buffo