2020: un test per il fenomeno

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Quando si leggono titoli come quello che apre il nostro Post, è comprensibile ed anche giustificato che ognuno si senta … un fenomeno.

Vincono tutti, guadagnano tutti, ed è stato anche abbastanza semplice.

Giusto allora sentirsi fenomeni, invincibili. Si pensa e si dice che “Tutto era molto chiaro fin dall’inizio”, che “Era facile andare dietro al mercato”, che “Si vedeva che la situazione è sotto controllo”.

E poi si aggiunge che: “Non c’è ragione di preoccuparsi”, “Nessun rischio all’orizzonte”, per concludere che “I catastrofisti perdono sempre”.

Tutti fenomeni. Tutto chiaro. Tutto tranquillo. E lo confermano i “nuovi record assoluti”

L’investitore che legge di “nuovi record di tutti i tempi” è comprensibilmente emozionato, eccitato, ed anche confuso. Non capisce ciò che accade e perché accade, ma vuole comunque “partecipare alla festa”, come tutti gli altri. “Voglio trovarmi sempre dalla parte giusta”. Questa sensazione, di essere fenomeno, porta gli investitori a fare scelte sbagliate, come l’esperienza dimostra. L’esperienza suggerisce, all’opposto, di utilizzare sempre cautela, umiltà e grande pazienza.

In questo Post, vogliamo aiutare i lettori ad evitare questa trappola, la trappola si sentirsi un fenomeno.

Prenderemo come riferimento CNBC, che oggi è il canale ufficiale … del Partito.

Il Partito è quello delle “cose che vanno alla grande”, del “lo sappiamo noi, come andranno le cose”, e del “non ci sono rischi, potete stare tranquilli”. Il canale dei fenomeni. Lasceremo quindi parlare CNBC.

Partiremo dalla fine dello scorso anno: 31 dicembre 2018: “La borsa si comporta come se la crescita degli utili nel 2019 fosse negativa”.

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Per fortuna, invece, poi nel 2019 la crescita degli utili della Borsa di New York invece è stata …

ah, no, no, no, non è stata … ma allora … aspetta un secondo: chiediamo a CNBC di fare chiarezza.

6 novembre 2019, un anno dopo.

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Dunque, la crescita degli utili nel 2019 è stata negativa. Allora, il primo dei due titoli diceva una cosa non vera. Ma allora a chi dobbiamo dare fiducia? Meglio rivolgersi a chi viene definito “esperto”. E noi lo lasciamo fare a CNBC.

4 settembre 2019, due mesi fa.

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CNBC scrive a settembre, due mesi fa: neppure Wall Street lo sa, dove finirà nel 2019 la Borsa,

Una situazione già vista, e soltanto 10 mesi prima: ritorniamo al 20 di novembre 2018, un anno fa. Nel novembre 2018 Goldman Sachs vedeva “massima calma all’orizzonte”, e prevedeva che l’indice S&P 500 avrebbe chiuso il 2018 a 2850 punti. Tre settimane dopo, però, l’indice stava a 2350 punti. 500 punti sotto. 500 punti ovvero poco meno del 20%. Un bear market.

Leggiamo appunto da CNBC, 20 novembre 2018, un anno fa.

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L’immagine sopra ci dice anche una seconda cosa. Dice che 12 mesi fa la previsione di consenso per la crescita degli utili alla Borsa di New York, nel 2019 (ovvero quest’anno) stava all’8,2%. L’immagine sotto ci dice invece come sono andate le cose nella realtà: crescita? NO, un calo.

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Il totale stravolgimento delle previsioni NON riguarda soltanto gli utili delle Società quotate a New York, che vi abbiamo documentato qui sopra.

Goldman Sachs soltanto un anno fa, il 18 novembre, prevedeva 4 RIALZI del costo del denaro negli Stati Uniti, nel 2019. Fino al 3,50%.

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Come leggete qui sopra, un anno fa Goldman Sachs intitolava il suo documento sul 2019 (che doveva ancora iniziare) con queste parole “Siamo sul rettilineo d’arrivo”.

Oggi Goldman Sachs nel suo documento per il 2020 dice ai suoi Clienti: “Siamo su un terreno più solido”. Più niente rettilineo di arrivo.

E conclude poi, come leggete qui sotto nell’immagine che chiude il Post: “L’intero rialzo della Borsa per il 2019 va attribuito alle Banche Centrali, visto che gli utili non sono cresciuti”. Così dice Goldman Sachs oggi: la medesima Goldman Sachs che 12 mesi fa aveva previsto 4 RIALZI del costo del denaro negli Stati Uniti, come avete letto poco sopra.

Cosa vi dimostra tutto questo: che è facile fare il fenomeno DOPO. Prima, a volte sembra che tutto sia chiaro e definito, ma poi in tre mesi (o forse due, oppure forse uno) la situazione si ribalta del tutto.

Chi crede di essere capace di “stare sempre dalla parte giusta”, deve risolvere questo problema. Deve essere capace di fare il fenomeno PRIMA, e non a cose fatte. E deve essere capace di affrontare un completo stravolgimento dei mercati in soli tre mesi, oppure due, oppure un mese solo.

La gara per un posto sul podio dei fenomeni è aperta: noi, di Recce’d, non partecipiamo.

Noi siamo competitori in una gara differente, che premia coerenza, prudenza, pazienza e concretezza. Non è aria per fenomeni.

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Mercati oggiValter Buffo