L'Italia: implicazioni per i mercati finanziari
 

Non vi teniamo con il fiato sospeso: per noi, implicazioni importanti non ce ne sono.

La caduta del Governo Di Maio - Salvini non è importante, per i nostri ed i vostri portafogli titoli.

Tutto il bla-bla sullo spread, che ascoltate nelle maratone televisive e che leggete sui quotidiani, è totalmente inutile. Non lo scriviamo oggi, noi lo scrivevamo sei mesi fa (ed è documentato proprio da questo Blog.

Ne abbiamo conferma dai nostri rapporti con analisti, gestori e banche di investimento globali.

Ce lo confermano anche le nostre simulazioni sui prezzi degli asset finanziari.

Spieghiamo il perché: la crisi italiana si inserisce in un contesto nel quale è caduta ogni barriera, e sia la BCE sia la UE hanno ormai accettato che, in Eurozona, ognuno fa ciò che gli pare. E’ caduto ogni credibile vincolo di disciplina fiscale, e poi Draghi si compra tutto.

La crisi in Italia, per questo è irrilevante. Con un “ma”.

Seguiremo ogni mattina, con attenzione ed apprensione, le ricadute della crisi italiana sugli equilibri in Eurozona. Equilibri politici, ed anche economici.

Nel caso in cui le ricadute fossero rilevanti, allora il tutto diventerebbe importante (anzi importantissimo) per i nostri investimento e per i vostri portafogli.

Ogni mattina, ne scriveremo nel The Morning Brief.

Mercati oggiValter Buffo
Sulla Federal Reserve? Abbiamo già detto tutto (e molti mesi fa)
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I nostri contatti, e confronti, con i gestori di Londra e Parigi, di New York e Tokyo, sono quotidiani. Ogni mattina, riceviamo e leggiamo note e analisi da Società ed analisti sparsi per l’intero Pianeta. E poi c’è naturalmente la stampa (quella internazionale).

Il tema forte di questi giorni è quello che associa la guerra sulle tariffe tra USA e Cina e le scelte di politica monetaria della Federal Reserve. Ne scrivono tutti, ed ognuno ha un’idea diversa.

E quindi noi leggiamo, e teniamo nella giusta considerazione, le opinioni di chi ritiene che la Federal Reserve sia in una trappola, che abbia ceduto alle pressioni di Trump, oppure al contrario che invece abbia sbagliato nel 2019, e che oggi dovrebbe procedere con più di un taglio dei tassi ufficiali di interesse.

Il dibattito è vivace, e merita attenzione. Noi, però, non ne scriviamo, non ne scriveremo, non partecipiamo. E in questo Post spieghiamo perché.

Scrivere della Federal Reserve, diciamolo, è facile: è un tema chic, un tema “alto”, si possono spendere paroloni, disegnare scenari sulle nuvole, dire tutto ed il contrario di tutto. Un po’ come per la politica, tutti ne possono parlare, più spesso a sproposito.

Oggi, però, non c’è nulla da dire: mesi fa, quando Recce’d scriveva di Fed ogni settimana, sia per i Clienti sia in pubblico nel Blog o su SoldiOnline.it, allora c’erano molte cose rilevanti da portare all’attenzione dei lettori.

Oggi, tutto il dibattito in corso, e tutte le cose che leggiamo, servono a poco o nulla: e spieghiamo il perché.

Powell non è libero di decidere. E lo stesso Trump non è libero di decidere. Le loro precedenti scelte oggi li obbligano ad agire come stanno facendo. Che potrebbero fare, d’altro?

Trump ha promesso la luna, ha promesso di tutto e di più, scommettendo sul boom economico. Ma il boom economico non c’è, e le Elezioni sono già in corso. Che cosa deve fare, poverino, se non attaccare la Cina e spingere sulla Fed?

E Powell, poveretto? Si è spinto da solo in questo angolo, come potrebbe uscirne? La Federal Reserve, oggi, non è più (questo è evidente) la medesima Istituzione di qualche anno fa, si è consegnata armi e bagagli ai mercati finanziari con la sua insistita politica di QE, ed oggi la Fed non può fare altro che prendere l’imbeccata dall’indice S&P 500. Oggi la Fed angosce sulla base di un copione che scrivono gli altri, ed ha per questo perso il suo potere sui mercati: andate a rivedere che cosa è successo sui mercati sopo la più recente decisione sui tassi, e trovate una conferma concreta.

La più recente sorpresa, dalla Fed, è arrivata a gennaio: potrebbe (e non stanno esagerando) essere anche l’ultima della sua intera storia.

Vittime delle loro stesse scelte, sia Powell sia Trump oggi hanno limitatissimi margini di manovra.

La lezione è molto utile, anche per tutti gli investitori che seguono il Blog. Le vostre scelte di oggi vi impegnano per i prossimi 6,12, 18 mesi. Tra 6, 12, 18 mesi non sarete liberi di fare “qualsiasi cosa”: le vostre scelte di allora saranno (drammaticamente) limitate da ciò che scegliete di fare oggi.

Mercati oggiValter Buffo
Un taglio dei tassi ci affonderà?
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Più che di un coccodrillo, qui stiamo parlando di una creatura preistorica di dimensioni mostruose.

Sarà sufficiente aprire la vostra finestra e guardare fuori: anche un miope può vedere distintamente quanto è assurda la situazione dei mercati finanziari oggi.

Da una parte, c’è la Borsa di New York (e soltanto quella di New York): che scommette pesantemente sul fatto che la Federal Reserve taglierà il costo del denaro, e che per questo successivamente avremo anche un miglioramento dei dati per la crescita dell’economia (globale, per di più!).

Dall’altra parte, vedete i mercati obbligazionari: dire che si trovano in uno stato di panico, è dire poco. A questi livelli di rendimento, non basta parlare di “paura della recessione”, questi tassi si giustificano soltanto se fosse in arrivo un vero e proprio crollo globale. In settimana, vi ricordiamo, si sono visto lo 1,65% sul Treasury a 10 anni, ed anche un -0,60% (MENO) sul Bund decennale.

I nostri quotidiani contatti con analisti ed operatori di tutto i Mondo ci confermano che questa divergenza è, per tutti, il tema di investimento numero uno.

Non c’è bisogno di aggiungere altro: da qui, da questa semplice osservazione, si possono già ricavare tre conclusioni, molto difficili da contestare.

  1. non potrà durare ancora per molto

  2. uno dei due si sbaglia

  3. c’è una enorme opportunità per guadagnare

Recce’d non vi scriverà qui delle proprie stime, elaborate operando ogni settimana centinaia di esercizi di simulazione utilizzando i propri modelli proprietari di valutazione.

Per il resto, il nostro parere noi lo abbiamo già espresso con i movimenti di portafoglio fatti di recente sui portafogli modello e su quelli dei nostri Clienti. Altri ce ne saranno in agosto.

In questo Post, invece, ci limitiamo ad offrire ai lettori un grafico un confronto con i precedenti episodi nei quali la Federal Reserve è passata da una fase di rialzo aduna fase di ribasso del costo ufficiale del denaro.

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Mercati oggiValter Buffo
Colpa della Cina? Manco pe' gnente!
 

La peggiore settimana del 2019 per l’indice della Borsa di New York, e cali del 4-5% in Europa: ma che cosa è successo?

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Allineati e disciplinati, tutti i media ci raccontano che la colpa è della Cina e delle tariffe.

Ma sarà vero?

No, è falso. La notizia delle tariffe ha fatto da spunto, da innesco, da propellente per il ribasso. Ma la Cina c’entra poco. Anzi nulla.

Operatori all’ingrosso sui mercati finanziari (NON quindi gli investitori finali, da mesi assenti dai mercati) erano convinti che Trump ci avrebbe regalato dei bei titoli sui giornali, a proposito delle trattative con la Cina. Questo ad un solo scopo: fare salire ancora un po’ la Borsa di New York prima delle Elezioni 2020, visto che a tutto oggi l’indice S&P 500 vale quanto valeva più di un anno e mezzo fa.

Davvero credete che venerdì qualcuno si sia seduto al desk a fare i conti di quanto pesa, sugli utili futuri, il nuovo round di tariffe che Trump ha annunciato per settembre? Nessuno lo ha fatto. Nessuno di loro sarebbe in grado di spiegare nei numeri il perché del peggiore ribasso settimanale della Borsa di New York nel 2019.

Il fatto è, cari lettori, che nel 2018 e nel 2019 il mercato di Borsa, a New York, è stato guidato da quelli che giocano alle slot machines, e che cercano i “trucchi cinesi”, come dice l’immagine di apertura. Questi signori sono convinti che un buon titolo sui giornali potrebbe fare ripartire il melt-up, ovvero il rialzo emotivo, e del tutto privo di supporti concreti, che tutti abbiamo visto nei primi mesi del 2019.

La grandissima paura di questi signori era che Trump cambiasse strategia: e Trump lo ha fatto, per un calcolo che è politico, e non economico. Il calcolo è quello che vedete qui sotto nell’immagine, e che noi di Recce’d poi approfondiremo, in esclusiva per i nostri Clienti, durante la prossima settimana nel nostro The Morning Brief.

Trump adesso ha messo nel mirino la Fed: ma perché, dopo averla ignorata per un anno e mezzo, la Fed è salita al vertice della classifica delle angosce di Trump? Lo avete capito?

Ed avete capito il perché della svolta improvvisa di Trump? Noi vi diciamo, in modo chiaro e forte, che si tratta di una svolta che Trump avrebbe preferito evitare, ma alla quale è stato costretto.

Da chi o che cosa? Pensateci, mentre siete a passeggio in montagna oppure in campagna: è un utile indovinello.

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Mercati oggiValter Buffo
Agosto: ma in ferie da cosa?
 

Tutti affrettati, tutti agitati, tutti in tensione: incombe la “partenza per le ferie”. Telefoni che squillano a vuoto, bagaglio da organizzare senza dimenticare, ultime cose da sbrigare ASSOLUTAMENTE entro venerdì.

Ecco perché, per strada e negli uffici, aumentano gli episodi di isteria e di perdita di autocontrollo. La colpa … è delle ferie.

Questa osservazione, che tutti voi amici lettori avrete fatto semplicemente spostandovi per le strade della vostra città, sembra avere trovato un riflesso anche sui mercati finanziari: la prima settimana di agosto ci ha portato in regalo … un bel po’ di turbolenza sui mercati.

Ne scriviamo anche oggi, nella nostra pagina di ricapitolazione settimanale che trovate come sempre sul sito. Ne scriveremo anche la settimana prossima, in The Morning Brief con analisi più specifiche, e poi su SoldiOnline.it con interventi di taglio più giornalistico.

Ci pare utile, oggi ricordare al lettore che il calendario dei mercati finanziari non prevede, né ha mai previsto le “ferie d’agosto” tanto di moda qui da noi in Italia. E ci sono numerosi episodi, negli ultimi 20 anni che ce lo ricordano: ad esempio, la Grande Crisi Finanziaria si aprì (agli occhi del pubblico) con il blocco dei Fondi Comuni Monetari Parvest, proprio nell’agosto del 2007.

Come si chiedeva Marchionne, che riproponiamo oggi nell’immagine sotto, quando si va in ferie, è necessario sapere bene “da che cosa” si va in ferie.

Se le cose sono a posto, si andrà “in ferie”, mentre se non sono a posto prima si rimettono a posto. Stiamo parlando dei vostri investimenti e dei vostri portafogli, naturalmente.

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Mercati oggiValter Buffo