Persino il tuo cane (altro che PhD)
 

Ci fanno sorridere gli “equidistanti”: quelli che vi sono “c’è chi la dice bianca, c’è chi la dice nera”, e in questo modo evitano di prendere posizione.

“Ci sono quelli che criticano sempre il QE”, “ci sono quelli che annunciano sempre una recessione”, “ci sono quelli sempre negativi”, “ci sono quelli che anticipano il crash … ma poi non succede mai”.

Quante volte avete letto frasi come queste? Scritte oppure pronunciate da persone che sostengono che, al contrario, tireremo avanti come sempre, nonostante gli allarmi messi in giro da chi (secondo loro) sarebbe un “pessimista per mestiere”.

week_02_Aug_2019_037.png

Recce’d non fa parte di quel gruppo: non siamo “pessimisti di mestiere” (come il simpatico signore dell’immagine qui sopra), e siamo un po’ meno grossolani di così e molto più analitici.

Siamo gestori di portafoglio, per mestiere. Sarà importante notare che il gestore di portafoglio, a differenza dell’analista, dello strategista e del commentatore, si prende la responsabilità di ciò che dice e fa fare al Cliente.

Lo strategista può sempre dire “ho cambiato idea” mentre il gestore paga il prezzo delle sue scelte e delle sue indicazioni. Ed è davvero una ENORME differenza.

Il gestore professionale di portafoglio non può essere “pessimista di mestiere”: sarebbe un lusso, un lusso che non può assolutamente permettersi. Perché la realtà dei mercati è sempre complessa, sfaccettata, e non si presta ad interpretazioni troppo semplici.

In questo particolarissimo momento di mercato, in ogni caso, la questione non è certo quella dei “pessimisti” contro gli “ottimisti”. Oggi la distinzione è tra chi è cieco e sordo, e chi apre gli occhi ed usa il cervello per ragionare.

Persino … il vostro cane, se gli/le mettete davanti agli occhi il grafico qui sotto, vi dirà che c’è qualche cosa di strano e che forse è già suonata la sveglia.

E i cani, come sapete bene, non sono mai pessimisti.

week_02_Aug_2019_012.png
Mercati oggiValter Buffo
Finti tonti oppure tonti e basta?
 

Il ruolo della stampa, e dei media, è importantissimo. Grazie ai media, noi riceviamo quelle informazioni che poi ci aiutano a decidere che cosa è meglio fare nel nostro interesse. Ma non solo questo: i media svolgono anche un indispensabile ruolo di critica sociale, come tutti sappiamo fin da secoli addietro. Un ruolo enfatizzato anche da film come “Quinto potere”

Attenzione però: qualche cosa sta cambiando. L’atteggiamento del pubblico verso i media sta cambiando, come ci racconta l’immagine qui sotto, perché nel pubblico sono in molti quelli che ritengono che i media abbiamo tradito la loro missione originaria, ed oggi utilizzino la loro posizione (di potere) per compiacere questo o quello, piuttosto che per informare il pubblico.

week_02_Aug_2019_034.png

Dal generale passiamo ora al particolare: in Recce’d, ciò che più ci tocca da vicino è ovviamente l’insieme dei media specializzati, quelli che si occupano di mercati, finanza, risparmio e dintorni. A cui noi ovviamente prestiamo un’attenzione quotidiana, fino nei dettagli.

In più occasioni, a voi lettori abbiamo segnalato quelli che a noi sembrano segnali di un conflitto di interesse, che in qualche caso diventa molto evidente.

Tra i numerosi esempi possibili, alcuni ve li abbiamo segnalati anche nel passato qui nel Blog. Ed oggi, a puro titolo di esempio (un esempio tra i tanti possibili) vi rimandiamo ancora al Corriere della Sera, il maggiore quotidiano nazionale.

week_02_Aug_2019_023.png

Nell’immagine sopra, di quest’ultima settimana, il giornalista ci ripete ancora una volta che i tassi di interesse, oggi bassissimi, costituiscono una grande opportunità per l’Italia, e per più ragioni. Questa è un po’ la “linea ufficiale” che arriva dall’alto e che bisogna sempre ripetere al pubblico, che è costretto ad imparare la canzone a memoria. Ripetete con mé: i tagli dei tassi di interesse servono a fare stare bene la gente, specie la “povera gente”, perché “rilanciano la crescita”

Infatti.

Poche ore dopo, il medesimo quotidiano pubblica l’immagine qui sotto.

week_02_Aug_2019_017.png

A nessuno, della Redazione del Corriere, viene in mente di collegare le due cose: eppure, tutti al Corriere sanno che in Italia ed in Europa i tassi di interesse sono (artificialmente) bassissimi dal almeno cinque anni.

E quindi, amici del Corriere? Come minimo, fatevi qualche domanda, esprimete qualche dubbio, diteci dove sta il problema, perché se mettiamo inseme i vostri due titoli, quello che ne viene fuori è una contraddizione pazzesca. Non soltanto i tassi bassi sono stati per l’Italia uno strumento poco efficace, ma sembra proprio che abbiamo peggiorato la situazione. O no?

Lasciamo da parte questo esempio, e ritorniamo adesso sul tema dei Fondi Comuni H2O (e Woodford e GAM) e dei loro gravissimi problemi derivati da fatto di valutare a prezzi falsi titoli obbligazionari che sono nella realtà illiquidi.

La stampa in Italia ne ha scritto pochissimo, salvo poi arrivare a parlarne mesi dopo, e soltanto per scrivere a scrivere dell’ovvio e dell’inutile. E’ come preoccuparsi di chiudere la stalla, ma solo dopo che tutti i buoi sono già usciti.

Perché? Questa è la domanda che nasce spontanea dopo avere letto simili articoli: perché scriverne, se ormai non serve più a nulla? Per imbrattare la pagina? Per incapacità di trovare temi ed argomenti? Per creare ad arte confusione nei lettori? Non sarebbe più semplice smetterla, piantarla lì del tutto? Sarebbe un gesto di rispetto verso i lettori, e anche dei medesimi articolisti verso sé stessi.

Se ci ripetiamo su questo tema, amici lettori, è perché ognuno di voi riceve informazioni attraverso i media, ed è soprattutto su quelle informazioni che poi forma le proprie opinioni, e trae le proprie conclusioni.

Per questo, amici lettori, dovete fare grandissima attenzione a COME le informazioni vengono presentate, a CHI le presenta ed agli OBBIETTIVI di chi presenta le cose in un certo modo.

Faremo ancora un esempio concreto: sui media circola da tempo una sciocchezza colossale, che trovate anche qui sotto nell’immagine. La sciocchezza dice così: che in ambito finanziario c'è un grande numero di commentatori che esprime pareri negativi sui mercati di oggi al solo scopo di attirare su di sé l’attenzione. Insomma: gridare “al fuoco al fuoco” farebbe fare molti più click piuttosto che scrivere che “le cose vanno bene”.

Vedete qui rappresentato alla perfezione il circolo vizioso che confonde le menti di chi lavora, oggi, nei media. La realtà, qui, non viene neppure presa in considerazione: si guarda al numero dei click, come se la realtà non esistesse, come se la realtà fosse senza importanza. Non è importante chi dice il vero e chi afferma il falso, chi dice cose che trovano un riscontro nella realtà e chi racconta le fiabe (ricordate? la “crescita globale sincronizzata”?). No: il mondo si misura sui click, lo scopo è il click (dicono questi qui) e i buoni ed i cattivi si dividono sulla base dei click. Un circolo chiuso, auto-referenziale, dove la realtà conta nulla. Incredibile, ma forse è proprio per questa ragione che siamo arrivati alla crisi di sfiducia di cui questo Post vi ha informato in apertura.

A chi ragiona così, noi rispondiamo in modo chiarissimo: una via di mezzo neutra non esiste, le cose oggi sono come sono, nella realtà dei fatti, e il punto non sta nel gridare “al fuoco” oppure al contrario spargere zucchero rassicurazioni e buoni sentimenti come si fa con i bambini. Il punto sta nel capire se c’è il fuoco, e prima, non dopo che la casa è bruciata. Tutto il resto, sono solo parole, appunto le parole che poi pagano gli stipendi di quelli che lavorano nel settore media.

Per cui, amici lettori: non badate alle parole, badate insieme a noi ai fatti dei mercati e delle economie. Ve lo diciamo da sempre: ottimisti e pessimisti quando si tratta di investimenti non esistono, perché solo uno ha ragione, e l’altro si sbaglia. E lo si vede dai risultati.

week_03_july_2019_038.png
Mercati oggiValter Buffo
Settimana enigmistica: un giochino da ombrellone
 

Come nel caso di un Post precedente pubblicato oggi, anche per questo Post non è necessario un PhD. Ma neppure la laurea. Ma neppure il diploma.

La scorsa settimana, Recce’d ha presentato ai suoi Clienti, nella Sezione Operatività, alcuni semplici numeri, che consentono di capire però molte cose. Consentono di comprendere il mercato di Borsa di New York degli ultimi anni. Consentono di comprendere perché gli utili trimestrali dei Big Tech sono così importanti. E consentono di costruire un ragionevole scenario per il futuro.

A tutto quel nostro lavoro, oggi aggiungiamo uno specchietto. Per ricavarne le informazioni che servono ad un investitore, servono soltanto le operazioni di addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione.

Quindi: la scuola elementare.

Dunque, proviamo: nella prima riga, si legge il dato per i ricavi di Apple nel 2015 e nel 2019.

Nella seconda, si legge quello che in Italia si chiama margine operativo, nel 2015 e nel 2019.

Nella terza riga, l’utile per azione. Quello che viene citato più spesso, dai media e dalle banche di investimento globali.

Nella quarta riga, il numero di azioni in circolazione. Diminuito, a causa delle imponenti, enormi operazioni di riacquisto, i famosi buyback (di cui scriveremo, con maggiore dettaglio, in futuro).

Nella quinta riga, il dividendo per azione.

Nell’ultima riga il numero di occupati.

Il quiz è il seguente: di quanto è salito il prezzo in Borsa di Apple, tra il 2015 ed il 2019? Prima, provate a ricavarlo mettendo tra di loro in rapporto, nel modo più sensato e razionale, i numeri della tabella.

Dopo, ma solo dopo, andate a controllare con un grafico che troverete facilmente sul Web.

E buon divertimento.

week_02_Aug_2019_045.png
Mercati oggiValter Buffo
Se non funziona il bluff, allora proveremo il "triplo gioco"
 
week_02_Aug_2019_027.png

Abbiamo trascorso molto tempo, negli ultimi tre anni, ad analizzare e decifrare le mosse di Donald J. Trump. Una piccola parte di quel lavoro è stata anche pubblicata qui, nel nostro Blog.

Se guardiamo a ciò che è successo nelle ultime 72 ore, però, ci risulta particolarmente facile decifrare mosse ed annunci (e Tweet, naturalmente).

week_02_Aug_2019_029.png

L’immagine di apertura dice che i mercati finanziari hanno del tutto cancellato ogni effetto-Trump. Unica eccezione, sempre più isolata, è la Borsa di Wall Street.

Trovandosi a corto di mezzi, e messo sempre di più nell’angolo, con le Elezioni 2020 ormai in vista, il Presidente Trump doveva necessariamente cambiare strada, toni e registro.

Una interpretazione diffusa, e a nostro giudizio non campata per aria, delle sue più recenti scelte la trovate nella seconda e poi nella terza immagine di questo Post. Un approfondimento verrà pubblicato poi durante la settimana in The Morning Brief per i nostri Clienti.

week_02_Aug_2019_038.png
Mercati oggiValter Buffo