Finti tonti oppure tonti e basta?
Il ruolo della stampa, e dei media, è importantissimo. Grazie ai media, noi riceviamo quelle informazioni che poi ci aiutano a decidere che cosa è meglio fare nel nostro interesse. Ma non solo questo: i media svolgono anche un indispensabile ruolo di critica sociale, come tutti sappiamo fin da secoli addietro. Un ruolo enfatizzato anche da film come “Quinto potere”
Attenzione però: qualche cosa sta cambiando. L’atteggiamento del pubblico verso i media sta cambiando, come ci racconta l’immagine qui sotto, perché nel pubblico sono in molti quelli che ritengono che i media abbiamo tradito la loro missione originaria, ed oggi utilizzino la loro posizione (di potere) per compiacere questo o quello, piuttosto che per informare il pubblico.
Dal generale passiamo ora al particolare: in Recce’d, ciò che più ci tocca da vicino è ovviamente l’insieme dei media specializzati, quelli che si occupano di mercati, finanza, risparmio e dintorni. A cui noi ovviamente prestiamo un’attenzione quotidiana, fino nei dettagli.
In più occasioni, a voi lettori abbiamo segnalato quelli che a noi sembrano segnali di un conflitto di interesse, che in qualche caso diventa molto evidente.
Tra i numerosi esempi possibili, alcuni ve li abbiamo segnalati anche nel passato qui nel Blog. Ed oggi, a puro titolo di esempio (un esempio tra i tanti possibili) vi rimandiamo ancora al Corriere della Sera, il maggiore quotidiano nazionale.
Nell’immagine sopra, di quest’ultima settimana, il giornalista ci ripete ancora una volta che i tassi di interesse, oggi bassissimi, costituiscono una grande opportunità per l’Italia, e per più ragioni. Questa è un po’ la “linea ufficiale” che arriva dall’alto e che bisogna sempre ripetere al pubblico, che è costretto ad imparare la canzone a memoria. Ripetete con mé: i tagli dei tassi di interesse servono a fare stare bene la gente, specie la “povera gente”, perché “rilanciano la crescita”
Infatti.
Poche ore dopo, il medesimo quotidiano pubblica l’immagine qui sotto.
A nessuno, della Redazione del Corriere, viene in mente di collegare le due cose: eppure, tutti al Corriere sanno che in Italia ed in Europa i tassi di interesse sono (artificialmente) bassissimi dal almeno cinque anni.
E quindi, amici del Corriere? Come minimo, fatevi qualche domanda, esprimete qualche dubbio, diteci dove sta il problema, perché se mettiamo inseme i vostri due titoli, quello che ne viene fuori è una contraddizione pazzesca. Non soltanto i tassi bassi sono stati per l’Italia uno strumento poco efficace, ma sembra proprio che abbiamo peggiorato la situazione. O no?
Lasciamo da parte questo esempio, e ritorniamo adesso sul tema dei Fondi Comuni H2O (e Woodford e GAM) e dei loro gravissimi problemi derivati da fatto di valutare a prezzi falsi titoli obbligazionari che sono nella realtà illiquidi.
La stampa in Italia ne ha scritto pochissimo, salvo poi arrivare a parlarne mesi dopo, e soltanto per scrivere a scrivere dell’ovvio e dell’inutile. E’ come preoccuparsi di chiudere la stalla, ma solo dopo che tutti i buoi sono già usciti.
Perché? Questa è la domanda che nasce spontanea dopo avere letto simili articoli: perché scriverne, se ormai non serve più a nulla? Per imbrattare la pagina? Per incapacità di trovare temi ed argomenti? Per creare ad arte confusione nei lettori? Non sarebbe più semplice smetterla, piantarla lì del tutto? Sarebbe un gesto di rispetto verso i lettori, e anche dei medesimi articolisti verso sé stessi.
Se ci ripetiamo su questo tema, amici lettori, è perché ognuno di voi riceve informazioni attraverso i media, ed è soprattutto su quelle informazioni che poi forma le proprie opinioni, e trae le proprie conclusioni.
Per questo, amici lettori, dovete fare grandissima attenzione a COME le informazioni vengono presentate, a CHI le presenta ed agli OBBIETTIVI di chi presenta le cose in un certo modo.
Faremo ancora un esempio concreto: sui media circola da tempo una sciocchezza colossale, che trovate anche qui sotto nell’immagine. La sciocchezza dice così: che in ambito finanziario c'è un grande numero di commentatori che esprime pareri negativi sui mercati di oggi al solo scopo di attirare su di sé l’attenzione. Insomma: gridare “al fuoco al fuoco” farebbe fare molti più click piuttosto che scrivere che “le cose vanno bene”.
Vedete qui rappresentato alla perfezione il circolo vizioso che confonde le menti di chi lavora, oggi, nei media. La realtà, qui, non viene neppure presa in considerazione: si guarda al numero dei click, come se la realtà non esistesse, come se la realtà fosse senza importanza. Non è importante chi dice il vero e chi afferma il falso, chi dice cose che trovano un riscontro nella realtà e chi racconta le fiabe (ricordate? la “crescita globale sincronizzata”?). No: il mondo si misura sui click, lo scopo è il click (dicono questi qui) e i buoni ed i cattivi si dividono sulla base dei click. Un circolo chiuso, auto-referenziale, dove la realtà conta nulla. Incredibile, ma forse è proprio per questa ragione che siamo arrivati alla crisi di sfiducia di cui questo Post vi ha informato in apertura.
A chi ragiona così, noi rispondiamo in modo chiarissimo: una via di mezzo neutra non esiste, le cose oggi sono come sono, nella realtà dei fatti, e il punto non sta nel gridare “al fuoco” oppure al contrario spargere zucchero rassicurazioni e buoni sentimenti come si fa con i bambini. Il punto sta nel capire se c’è il fuoco, e prima, non dopo che la casa è bruciata. Tutto il resto, sono solo parole, appunto le parole che poi pagano gli stipendi di quelli che lavorano nel settore media.
Per cui, amici lettori: non badate alle parole, badate insieme a noi ai fatti dei mercati e delle economie. Ve lo diciamo da sempre: ottimisti e pessimisti quando si tratta di investimenti non esistono, perché solo uno ha ragione, e l’altro si sbaglia. E lo si vede dai risultati.