Il PIL degli Stati Uniti: la Cina ha vinto
 
wk5_apr_2019_042.png

Forse non ve ne siete accorti, ma ormai siamo tutti in Cina.

A che cosa ci stiamo riferendo? Come tutti sapete, in Cina lo stato ritocca le statistiche ufficiali. Non le stravolge: persino il Governo cinese, se il PIL scende, è costretto alla fine ad ammetterlo. Però è una consolidata, e documentata, abitudine quella di dare “una aggiustatina” alle cifre, specie se non sono positive (per il Governo medesimo).

La cosa, evidentemente, non dispiace anche ad altri politici e ad altri Governi.

Ed arriviamo così al dato di venerdì 26 aprile, per il PIL degli Stati Uniti nel trimestre gennaio-marzo. Un dato che esce al di sopra delle attese, e che il Corriere della Sera presenta come vedete sotto.

wk5_apr_2019_026.png

Come potete vedere, il PIL “vola”, come Unieuro in quel famoso spot tv. Battute tutte le attese: una vittoria per 3 a 0.

Un lettore che non ha a disposizione il tempo, oppure l’attenzione, si ferma qui, e porta a casa.

Chi invece, per professione, è tenuto ad approfondire, si imbatte nel titolo che segue.

wk5_apr_2019_027.png

Il titolo colpisce, perché dice il contrario di ciò che abbiamo appena letto sul Corriere della Sera. Ci colpisce anche perché è un titolo del Wall Street Journal. Gruppo FOX. Il gruppo media che ha sostenuto, con tutte le sue catene tv in particolare (FOX News) la campagna elettorale di Donald J. Trump. Un gruppo che, anche oggi, è apertamente schierato a supporto della Presidenza Trump.

Forse si tratta di un errore.

Allora, andiamo a leggere anche Bloomberg, che oggi è la più diffusa agenzia di informazione specializzata.

wk5_apr_2019_038.png

Ma come? Avevamo le idee chiarissime dopo avere letto il Corriere della Sera, e invece adesso … forse è utile andare a leggere con maggiore attenzione i dati pubblicati venerdì?

wk5_apr_2019_039.png

Impossibile! Sembrerebbe proprio che il dato pubblicato venerdì sia risultato superiore alle attese soltanto grazie alla componente “scorte”, che poi sono l’invenduto delle Società, ed alla componente “spesa pubblica”, ed in particolare la componente delle spese per la difesa. Lo dice anche il signore qui sotto.

wk5_apr_2019_035.png

Si tratterà di fake news, come dice sempre il nostro buon Donald? Proviamo allora a ritornare al Wall Street Journal, che è la fonte di cui neppure Trump potrà mai dubitare, e vediamo che cosa scrivono.

wk5_apr_2019_028.png

Quello che dicono qui sopra coincide con quello che avevamo letto più in alto: il dato di venerdì 26 aprile sembrerebbe, leggendo queste fonti diverse fra loro, un pochino … addomesticato.

Meno male che, almeno nel testo del Wall Street Journal, ci viene offerto un … salvagente, ovvero un raggio di speranza, uno spruzzo di fiducia (evidenziato in blu). Qui si dice che i risultati trimestrali delle Società quotate stanno uscendo su livelli più alti, rispetto alle attese.

Ma .. sarà vero almeno questo? Sarò meglio approfondire, e lo faremo. Ma in altra sede.

Mercati oggiValter Buffo
Don't fight the Fed? Don't fight Trump!
wk5_apr_2019_029.png

Si vede in modo chiaro, nell’immagine qui sopra, che la moglie stessa, Lady Trump, è perplessa guardano suo marito che si sgola parlando di Borsa.

In settimana, Trump ci ha fatto sapere che sotto la sua Presidenza la Borsa di New York ha messo a segno più di 100 nuovi massimi assoluti.

Tre mesi fa, anche lui (come i nostri promotori finanziari) di Borsa non parlava più: zero. Ma adesso, il vento è girato, e lui se ne prende i meriti.

Che in questo caso, va detto, non sono del tutto inventati. La svolta alla Federal Reserve dello scorso marzo, non c’è dubbio alcuno, è spiegata proprio dalle pressioni della Casa Bianca.

Pressioni che restano a tutto oggi quotidiane: persino venerdì 26, dopo un dato per il PIL superiore alle attese, Larry Kudlow (consigliere economico di Trump) è andato in tv a chiedere alla Fed di tagliare i tassi.

wk5_apr_2019_037.png

Domanda che, come investitori, dovete assolutamente farvi: perché questa insistenza, se tutto va così bene come Trump afferma?

Resta un fatto: fino ad oggi, e negli ultimi quattro mesi, il mercato ha fatto e fa quello che dice Trump. Il vecchio detto di Borsa, “non andare contro la Fed” (“don’t fight the Fed”) sembra essersi trasformato in “fai quello che Trump ti dice di fare” (“don’t fight Trump”).

Recce’d non investe così.

Mai in passato ci siamo affidati al detto “don’t fight the Fed”, ed i fatti ci hanno sempre dato ragione. Tanto meno oggi ci affidiamo al “don’t fight Trump”, e non abbiamo alcun dubbio sul fatto che il futuro ci darà ragione, ed in modo molto più evidente, più ampio, e più redditizio che in passato.

Mercati oggiValter Buffo
Non c'è bisogno di commenti: è sufficiente leggere (parte 2)
 

La linea editoria di Barron’s, che vi abbiamo esposto in un Post di giovedì 25 aprile, è stata poi adottata da molti commentatori ed analisti.

Si dice e si scrive che gli utili delle Società quotate sono in CALO del 2% ma essendo atteso un CALO del 4% questo è da giudicare un risultato positivo.

wk5_apr_2019_037.png

Lasciamo volentieri al lettore di commentare questi dati: provate a calare questi dati nella vostra attuale, o precedente, attività lavorativa, oppure anche in ambito familiare, e giudicate come meglio credete.

wk5_apr_2019_016.png

In questo nostro magnifico Mondo, c’è ovviamente posto anche per quelli a cui piace acquistare a prezzi carissimi roba di poco valore, soltanto perché “lo stanno facendo tutti”.

Non è, né sarà in futuro, il nostro modo di ragionare, in generale, e in particolare di investire.

Il grafico qui sopra, insieme con quello più in basso, ed un pizzico di buon senso sono più che sufficienti per fare due cose semplici: 1) comprendere ciò che sta succedendo oggi; e 2) capire come andrà nei prossimi mesi. Non servono altri commenti.

wk5_apr_2019_024.png
Mercati oggiValter Buffo
Don't cry, Argentina?
wk5_apr_2019_020.png

Nella settimana appena trascorsa, mentre sui quotidiani si scriveva dei “nuovi record di Wall Street” la situazione dell’Argentina è finita, nuovamente e forse definitivamente, fuori controllo.

Il tema è stato più e più volte portato all’attenzione dei lettori da Recce’d nel Post, ed è stato analizzato nel dettaglio per i Clienti.

Ci torniamo solo per ricordare, a chi ci legge, che situazioni come quelle dell’Argentina oppure della Turchia acquisiranno, nei prossimi mesi, una rilevanza globale.

Aggiungiamo una seconda considerazione: politiche economiche avventurose, centrate su una gestione disinvolta delle finanze pubbliche, portano sempre a conseguenze molto negative, che si presentano poi in modo improvviso.

wk5_apr_2019_018.png
Mercati oggiValter Buffo
Chi è che compera? Nessuno (parte 2)
 

Torniamo oggi su un tema che vi abbiamo proposto già qualche giorno fa in un Post.

Come vedete nel grafico che segue, dai Fondi Comuni che investono in azioni si continua a registrare un deflusso di soldi: i Clienti disinvestono.

wk5_apr_2019_036.png

Aggiungete a questo dato un secondo dato, anche questo già segnalato ai lettori da noi di Recce’d: sui mercati, i volumi scambiati sono in evidente calo. Nessuno compera e nessuno vende, tranne gli operatori “all’ingrosso” che hanno assoluta necessità di muovere i prezzi dei titoli per mettere giù commissioni.

wk5_apr_2019_031.png

Non sorprende, alla luce di questi dati, che il comportamento intra-day dell’indice di Borsa di New York sia così tanto anomalo, così tanto assurdo come è stato nell’ultima settimana (visti anche gli utili che sono stati comunicati ogni giorno), e come potete constatare voi stessi qui sotto nel grafico.

wk5_apr_2019_032.png

Vale la pena di sottolineare che anche durante l’ultima settimana il nostro “coccodrillo” ha allargato ancora di più le sue fauci. Un segnale di fame, di impazienza, di un morso che sta per arrivare.

wk5_apr_2019_033.png

E in molti si chiedono per quanto tempo i mercati possano ignorare i segnali che arrivano di rendimenti delle obbligazioni, con il Bund decennale ormai decisamente sotto lo zero.

wk5_apr_2019_019.png
Mercati oggiValter Buffo