Ma siete proprio sicuri? (parte 8)
wk3_mar_2019_019.png

Ma siete proprio sicuri che ogni volta che aumenta la liquidità i mercati salgono?

Noi non ne siamo sicuri. Anzi: noi siamo sicuri del contrario.

Per questo motivo, vi chiediamo di riflettere. Come dice (con ironia) l’immagine qui sopra, che commenta i fatti degli ultimi due giorni di mercato, “vi ricordate un’altra occasione nella quale la Banca Centrale annuncia una nuova iniziativa per creare liquidità e le Borse scendono?”.

Le cose non sono le stesse per sempre. Non funzionano allo stesso modo per sempre. La fiducia, con il trascorrere del tempo, si può esaurire.

In questo specifico caso, c’è chi ha detto e scritto che “le misure annunciate da Draghi non sono aggressive a sufficienza”. Ovvero, che le previsioni fatte da Draghi per le economie europee non sono negative a sufficienza.

Non sappiamo dire se Draghi non è pessimista a sufficienza. Né ci interessa. Per certo sappiamo altre due cose: 1) non è detto che queste misure funzionino: se guardiamo agli ultimi 10 anni, si può senza dubbio affermare che NON hanno funzionato, e si può dire con certezza che NON hanno risolto i problemi; 2) i mercati finanziari di certo NON sono pronti, oggi, ad un calo della credibilità delle Banche Centrali.

A nostro parere, questa potrebbe essere la grande novità del 2019: dopo le due brusche ed impreviste “inversioni ad U” della Fed e poi della BCE, si dovrà verificare se la credibilità delle Banche Centrali è rimasta invariata oppure è diminuita.

A breve, si potrebbero vedere sui mercati atteggiamenti di diffidenza, se non di irritazione, verso le iniziative delle Banche Centrali. Di sicuro, la maggiore parte dei portafogli titoli, oggi, non è preparata per questa evenienza.

Ma siete proprio sicuri? (parte 7)
wk3_mar_2019_020.png

Ma siete proprio sicuri che Mario Draghi giovedì 7 marzo 2019 ha raccontato per intero la storia?

Noi non ne siamo sicuri. Anzi: siamo sicuri del contrario.

E di questo si sono resi conto in molti. Prima di tutto sui mercati finanziari, dove (come avete visto) la reazione agli ultimi annunci è stata negativa.

Ma (e ci fa piacere scriverlo) se ne è accorto anche qualche giornalista in Italia. Ad esempio, come leggete più in basso in corsivo, Alessandro Barbera su La Stampa. Non si può chiedere, ad un quotidiano italiano, di essere più esplicito e diretto: molte cose qui rimangono “tra le righe” e l’articolo nel suo insieme fa una grande confusione tra temi tra loro distanti, ma quella che leggete sotto è già una notevole assunzione di responsabilità, nel panorama italiano.

Poi, come forse qualcuno tra di voi ha ben compreso leggendo di Draghi, le cose stanno molto peggio di come scrive Barbera. Ma almeno, per una volta, il quotidiano italiano non nega l’evidenza.

Peccato che Barbera non colga questa occasione per spiegarci, finalmente, quali sono gli “interessi collettivi”, quale è il “benessere sociale” che la BCE vuole proteggere con queste sue ultime misure. Andremo tutti a stare meglio? Non ci sembra proprio.

(…) se ammettesse che l’Italia è l’elefante nella cristalleria, dovrebbe anche ammettere che la terza ondata di liquidità alle banche serve ad aiutare quelle che non riescono a raccogliere capitali sul mercato: sono quelle italiane.

Il terzo round di “Tltro”, brutto acronimo che sta per “Targeted long term refinancing operations”, è l’ossigeno rimasto a disposizione per allontanare lo spettro di una recessione. (…) Per le banche italiane significa evitare di riempire i bilanci di titoli pubblici alimentando il rischio sovrano. Il cruccio di Draghi, che stavolta è riuscito a convincere anche il collega tedesco Jens Weidmann, è evitare che i rendimenti garantiti dagli alti spread si trasformino in una droga per le banche italiane a corto di ricavi, e a cascata in un aumento dei costi per il bilancio pubblico.

wk3_mar_2019_017.png
Ma siete proprio sicuri (parte 6)
wk3_mar_2019_003.png

Ma siete proprio sicuri che la bassa volatilità sia favorevole per noi investitori?

Noi non ne siamo sicuri. Al contrario, dubitiamo che le fasi in cui si legge di “mercati tranquilli” (come ad esempio è stato in febbraio) siano proprio le più pericolose, e potenzialmente dannose, per noi investitori.

Siete proprio sicuri che le politiche che puntano a “tenere i mercati tranquilli” siano fatte nel vostro interesse?

Noi crediamo, al contrario, che siano fatte per interessi che sono CONTRARI ai nostri interessi di investitori.

Una “tranquillità” imposta, che non esprime la tranquillità degli investitori ma che al contrario viene calata dall’alto (con la collaborazione delle banche di investimento e delle Reti di promotori) serve a tenere voi fermi sulle vostre posizioni, serve a tenervi fermi con le vostre quote di Fondi Comuni di investimento, ma è destinata a esaurirsi sempre con improvvisi sbotti di volatilità. Come quelli che abbiamo visto negli ultimi anni.

Come vedete nel grafico in alto, la volatilità viene compressa in modo uniforme attraverso tutti i mercati (azioni, obbligazioni, valute e materie prime). E come vedete nel grafico sotto, viene spinta verso il basso a livelli che non sono mai stati toccati prima.

Anomalie così grandi sono destinate a lasciare il posto a scoppi improvvisi di instabilità, come già abbiamo scritto in questo Blog più volte. ed in particolare la settimana scorsa.

Noi vi suggeriamo di attribuire la massima importanza a questo fattore, mentre rivedete le vostre attuali posizioni di portafoglio ed i vostri investimenti. Questi sono mercati che non vi lasceranno il tempo di “reagire quando il problema si presenterà”.

wk3_mar_2019_014.png
Ma siete proprio sicuri? (parte 5)
wk3_mar_2019_010.png

Ma siete proprio sicuri che di essere più bravi degli altri a scendere dal treno “al momento giusto”?

Il titolo in alto ci riporta sul tema di Goldilocks, quella situazione di mercato nella quale sale tutto (azioni, obbligazioni, materie prime): una situazione che si è ripresentata nel gennaio 2019, grazie alle attese alimentate dalla dichiarazioni delle Banche Centrali, attese che poi hanno trovato conferma nella svolta ad U della Federal Reserve di fine gennaio e poi nella svolta ad U di Draghi la settimana scorsa.

Grazie a questo fase di recupero (dopo le cadute del 2018) tutti gli indici di tutti i mercati finanziari oggi sono in positivo, come vedete sotto nel grafico in basso.

Grafico che, a nostro giudizio, può aiutarvi a ricordare che sui mercati … le cose cambiano, e con il passare degli anni cambiano in modo sempre più rapido. Sarà sufficiente guardare, nel medesimo grafico, ai dati per il 2018 e poi ritornare con la mente al mese di marzo 2018, ovvero a 12 mesi fa.

12 mesi fa eravamo ancora nel pieno del clima “boom economico”. Se escludiamo il lavoro di noi di Recce’d e di pochi altri, chi vi aveva messo in guardia 12 mesi fa sull’eventualità di un rallentamento economico globale, così forte da costringere le due più grandi Banche Centrali a fare inversione ad U? Nessuno.

Purtroppo, sono numerosi gli investitori finali a cui piace giocare alla roulette russa: che vuole dire aspettare fino all’ultimissimo minuto per scendere dal treno.

Purtroppo, come sempre è successo in passato, chi pensa di essere più furbo, e di essere capace di reagire “un minuto prima di tutti gli altri”, non ha mai ricavato risultati positivi da questa scelta.

wk3_mar_2019_008.png
Ma siete proprio sicuri? (parte 4)
wk3_mar_2019_029.png

Ma siete proprio sicuri che Donald J. Trump abbia ancora saldo nelle sue mani il bastone del comando?

Noi non ne siamo sicuri, ed aumenta il numero di quelli che la pensano come noi. Nell’ultima settimana, uno spunto molto significativo è stato fornito dal netto rafforzamento del dollaro USA, dopo che Donald J. Trump aveva invece chiesto un cambio più favorevole e quindi un dollaro più debole.

Nel brano che leggete nell’imagine in alto, ad esempio, si esprimono dubbi forti e seri sulla credibilità delle affermazioni di Trump sull’economia, visto che poi è lo stesso Trump ad avere una paura folle (e pubblica) per una serie di aumenti del costo ufficiale del denaro che, almeno per ora, lasciano i tassi ad un livello che non è lontano dal tasso di inflazione. Difficile credere che un’economia “tra le più forti di sempre” debba soffrire per un costo del denaro al 2,50%. Anzi, è impossibile da credere.

Tutti hanno chiaro che le (numerosissime) dichiarazioni di Trump sulla Borsa e sui cambi e sui tassi hanno una finalità che è prima di tutto politica, come dice l’immagine qui sotto: anche contro questo tipo di interferenze esterne deve operare ed agire un gestore di portafoglio responsabile, allo scopo di distinguere tra le temporanee deviazioni provocate da queste interferenze ed il ben più solido criterio di VALORE con il quale selezionare gli investimenti.

wk3_mar_2019_011.png

Si deve proteggere il proprio portafoglio ed i propri investimenti da queste interferenze per varie ragioni: tra le quali c’è anche il fatto che molto spesso queste interferenze alla fine producono esattamente il risultato OPPOSTO a quello che era nelle intenzioni. Lo dimostra (tra tanti) il dato del grafico che vedete qui sotto.

wk3_mar_2019_005.png