Ma siete proprio sicuri (parte 3)

Ma siete proprio sicuri che nel Mondo Emergente sia tutto tranquillo?

Noi pensiamo di no. Molti investitori hanno dimenticato, troppo in fretta, le tensioni del 2018: tensioni che si sono ripresentate, in modo forte e significativo, proprio venerdì 8 marzo, come leggete sotto nel brano scelto per voi dal Financial Times, che vi aiuterà ad interpretare i fatti che vedremo nelle prossime settimane sui mercati.

Argentina’s central bank hiked its benchmark interest rate by the most in six months on Friday in a move aimed at propping up the peso, a day after the currency fell to a record low.

The central bank sold short-term Leliq notes in two auctions at an average yield of 57.89 per cent, taking the benchmark interest rate up 600 basis points from 51.86 per cent on Thursday.

The move, which takes interest rates back to their highest level since mid-January — helped stem demand for dollars, allowing the peso to recover to around 41.2 per dollar after sliding to a record low of 43.4 per dollar on Thursday.

The peso has come under pressure in recent weeks as concerns grow that a sluggish economic recovery and fast inflation could sully President Mauricio Macri’s chances for re-election this year.

The central bank has been struggling to sustain the exchange rate over the past week as concerns about the economy and a looming presidential election spur people to switch to dollars. A slower-than-expected recovery from recession and inflation that is running at annualised pace of nearly 50 per cent are also denting Macri’s chance of winning a second four-year term this October.

Economists warn that the central bank’s decision to hike rates, while still down from peak of more than 70 per cent in October, are hurting the economy, with companies struggling to borrow and consumers putting off large purchases. According to a monthly survey of economists by the central bank, the economy is on track to contract 1.3 per cent and inflation slow to 32 per cent this year, with the peso weakening to 48 per dollar.

Passando dalla situazione dell’Argentina a quella più generale dei Mercati Emergenti, ci ha colpito la settimana scorsa la dichiarazione di questo gestore di Blackrock.

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La dichiarazione ci colpisce perché … è tutto giusto, quello che dice Blackrock. E ricorda a noi, ma soprattutto a voi lettori, che le decisioni di investimento (tutte, e non soltanto quelle sugli Emergenti) dipendono semplicemente da questo, ovvero dal “ritorno degli investitori verso gli asset rischiosi, dai dati per la produzione manifatturiera, e dalla crescita nei Paesi in via di Sviluppo”. Semplice, no?

Ma siete proprio sicuri? (parte 2)
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Ma siete proprio sicuri che in Cina non si ripeterà ciò che tutti abbiamo visto nel 2015, e poi nel 2016?

Noi non ne siamo sicuri, e la forte discesa (-4,5%) della Borsa di Shanghai venerdì 8 marzo ci ha fatto tornare alla mente, per alcuni aspetti, la situazione che si creò nel gennaio 2015, proprio a seguito di una forte caduta della Borsa cinese, che anche allora era stata preceduta da una ampia immissione di liquidità in Cina, analoga a quella che abbiamo visto negli ultimi mesi.

Chiariamolo subito: in questa situazione di tensione, le tariffe con gli USA c’entrano, ma soltanto in piccola parte. I dati per la bilancia commerciale di venerdì 8 marzo mattina sono stati, in effetti, peggiori del previsto, ma ha un peso molto maggiore sul futuro (prossimo e di medio termine) dell’economia cinese il dato ufficiale pubblicato la settimana scorsa per la crescita del PIL nel suo insieme.

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Il rallentamento dell’economia in Cina è ormai un dato di fatto, e da parecchio tempo: ora, siamo arrivati al momento nel quale questo rallentamento si riflette sui mercati finanziari.

E vogliamo mettere qui in evidenza che non si deve guardare soltanto alla Borsa di Shanghai.

La settimana prossima, dedicheremo la Sezione Operatività del nostro The Morning Brief alle valute maggiori, e tra le valute che verranno analizzate ci sarà sicuramente lo yuan, che vedete sotto nel grafico. Molto più delle tariffe, a nostro giudizio sarà il cambio della valuta cinese ad assumere nelle prossime settimane ruolo importante, e ci sembra impossibile escludere a questo punto lo scoppio di una vera e propria “guerra valutaria”.

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Ma siete proprio sicuri (parte 1)
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Ma siete proprio sicuri che quello che leggete sui quotidiani italiani sia vero?

Noi non ne siamo sicuri.

Al contrario, a noi sembra di essere precipitati in una “realtà parallela” come si vede in alcuni telefilm. I quotidiani, o almeno la gran parte dei quotidiani, in Italia raccontano sempre la medesima favola, di una persona benevola che dall’alto, e (notate bene!) gratis e senza alcun costo per nessuno, e carica unicamente di buone intenzioni, viene a portare un sacco pieno di dobloni d’oro a questa Povera Italia, senza che questo (ripetiamo) abbia il minimo costo per noi italiani, né per alcun altro Paese estero.

Incredibile. Da anni, in Italia, i quotidiani rilanciano, più e più volte, la favola della “ricchezza per tutti che non costa nulla” Non solo, aggiungete poi che si tratta di un “regalo che risolve ogni problema”.

Ci chiediamo come sia possibile continuare a ripetere, per anni, una grossolana sciocchezza di queste dimensioni, e poi sulle medesime pagine dei medesimi giornali leggere, ogni giorno, di recessione, di Governi anti-euro, di debito pubblico che sale e poi sale ancora, in sostanza di una situazione economica che peggiora e dove (almeno fino ad oggi) nessun problema è stato risolto.

Eppure, nulla: non abbiamo letto un solo articolo di fondo, nessun intervento di professori ed economisti, che quanto meno si sia posto la domanda del perché è stato inevitabile ricorrere nuovamente a misure di emergenza come i finanziamenti TLTRO.

Anzi, come vedete sopra, c’è chi ha il coraggio di scrivere che “Draghi gioca di anticipo”: ma in anticipo su che cosa? Noi di Recce’d, nel nostro piccolo, abbiamo segnalato le sempre più evidenti difficoltà dell’economia in Europa almeno nove mesi fa. Ma che razza di anticipo sarebbe?

Nel Mondo, oggi, è diffuso ed approfondito il dibattito sulle politiche di QE, e ci si chiede

  • CHI ha ricavato un beneficio da queste politiche e

  • SE hanno funzionato.

In Italia, questo dibattito semplicemente NON esiste. Ne abbiamo scritto, tra lunedì 4 e venerdì 8 marzo, su SoldiOnline.it.

In Italia, risulta più facile scrivere “Bravo Draghi! Viva Draghi! Grazie Draghi!”, come leggete sotto. Sarebbe utile aggiungere “Andremo a fondo, ma sempre allineati con Draghi”.

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Non prendeteli sul serio: quelli non riescono a sconfiggere la paura
 

Il tema della “diseguaglianza” senza dubbio è il tema più dibattuto al Mondo, da almeno un paio di anni a questa parte. Anche noi, in Italia, ne abbiamo discusso, con altri termini (reddito di cittadinanza, quota 100).

Anche se nei fatti il tema è il medesimo, l’impostazione è però diversa. E, a giudizio di Recce’d, anche molto meno appropriata di quanto non sia quella del dibattito internazionale, dibattito che i media italiani di fatto ignorano del tutto.

Chiariamo subito: Recce’d non si occupa di politica, ma di gestione dei portafogli, e non ha il minimo interesse a schierarsi con la destra oppure la sinistra, con i vecchi Partiti oppure i nuovi Movimenti. Soprattutto perché, a nostro giudizio, il punto non è questo: il tema della disuguaglianza, di cui si discute in tutto il Mondo, sfugge completamente alla tradizionale distinzione tra destra e sinistra.

In Italia è vietato parlarne, almeno nei termini che sono appropriati, perché più o meno tutti, in Italia, hanno “santificato” la BCE, nel mondo dei media e della politica. Non è possibile neppure discutere la politica di Draghi: è buona “a prescindere”, perché … ci ha salvato la pelle (in quanto italiani). Ma anche all’investitore italiano, questa impostazione non è utile, ed al contrario è dannosa, e crea soltanto confusione, impedisce di veder la realtà dei fatti.

Torniamo quindi subito alla gestione dei portafogli: il punto focale di questo dibattito internazionale sulla diseguaglianza dove sta? Sta nel capire e valutare se le politiche introdotte dopo il 2009, con una motivazione (ufficiale) che all’inizio era quella di “fermare la Grande Depressione”, hanno avuto fino ad oggi effetti che sono in maggioranza negativi oppure positivi. In breve: ne è valsa la pena? Ne hanno beneficiato tutti, o quasi tutti? Ci sono stati gli effetti previsti? Ha funzionato?

Partiamo da un dato di fatto: le politiche di QE, dopo 10 anni, sono ancora tutte qui, specie dopo che anche la Federal Reserve un mese fa ha messo la marcia indietro (ed anzi, qualcuno suggerisce di … farne ancora di più): e già questo dato di fatto ci fa capire che quella motivazione iniziale, quella della Grande Depressione, nel corso degli ultimi 10 anni, è poi diventata … qualche cosa di diverso, qualcosa di altro. Se ancora nel 2019 sia la BCE sia la Federal Reserve hanno paura, e (almeno stando alle loro parole) hanno paura proprio della stabilità dei mercati finanziari e delle banche, allora davvero qualche cosa non va.

Si tratta di un tema che condiziona, ogni giorno la nostra attività di gestori e la vostra attività di investitori: per il momento, sono in pochi (ma sempre di più ogni giorno) gli investitori che si rendono conto che la ricchezza finanziaria creata nell’ultimo decennio è una falsa ricchezza, una ricchezza che esiste soltanto fino a quel giorno nel quale non ne avrete bisogno, ma che si rivelerà per ciò che è, una illusione di ricchezza, non appena se ne avrà bisogno.

Nel brano che segue, leggete alcune delle dichiarazioni del Vice Chairman della Federal Reserve, fatte la settimana scorsa. Perché vi chiediamo di leggere questo brano? Perché a noi sembra utile fare il punto su come la vede oggi la Banca Centrale più importante e più influente al Mondo: che ci dice che la sua politica “ha funzionato”. Leggetelo con le sue stesse parole. Noi proseguiremo nell’analisi di questi argomenti la settimana prossima, sia su SoldiOnline.it sia nelle pubblicazioni che riserviamo ai nostri Clienti.

In a Feb. 22 speech, Clarida invited the public’s comments as the central bank undertakes a top-to-bottom reappraisal of the way it does business. Then he said this: “The fact that the system is conducting this review does not suggest that we are dissatisfied with the existing policy framework.” A comprehensive description of that framework duly followed. So admirably clear was his message that it might have curled your hair. It might, indeed, except for 10 years’ familiarity with once-heretical ideas. “Quantitative easing” seemed wild-eyed enough at the time it was hatched in 2008. Who objects now? Clarida acknowledged no doubts. He said that radical monetary policy has worked, that it will continue to work, and that it may well become more radical. He contended that low interest rates are here to stay and that new policy “tools” must be sharpened and kept at the ready. As to potential adverse consequences of administered rates and the mind-control games meant to “anchor” our collective expectations of the future, he mentioned none.

Non prendeteli sul serio: quelli che vendono il "miraggio"
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Cosa vi raccontavano soltanto 12 mesi fa? Che l’economia (americana, europea, globale) era in una fase di BOOM. Che l’economia degli Stati Uniti cresceva del 4% l’anno.

Non era vero. Era una fantasia, ovvero un “miraggio”, come va di moda di dire oggi.

Se non volete ripetere i medesimi errori di un anno fa (e di tre anni fa, e anche di cinque anni fa) dovete rispondere a questa domanda: quali sono, oggi, i “miraggi”? Cosa sembra vero oggi, e sembrerà invece una completa sciocchezza tra 12 mesi?

Visto che nessuno, ma proprio nessuno, tra quelli che occupano le tv ed i giornali vi aiuta a capire (e tutti, invece, vi raccontano sempre la medesima favoletta per bambini: ovvero, che “tutto si aggiusterà”) noi vogliamo aiutarvi a decidere, decidere bene e decidere per tempo.

Un esempio: è vero, oppure è un miraggio che l’economia rallenta in Cina, non cresce in Europa, ma sta benissimo negli Stati Uniti? Ci sono elementi concreti per affermarlo? Oppure siamo di fronte alla solita, banale e semplicistica, propaganda commerciale?

Il dato più in alto, e quello che segue qui sotto, possono aiutarvi a capire meglio come stanno davvero le cose oggi.

Ma non è sufficiente.

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Dovete chiedervi, anche, che tipo di conseguenze, ricadute, implicazioni ci saranno, se per caso abbiamo ragione noi, e quelli che dubitano che l’economia degli Stati Uniti sia in condizioni così buone.

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Una delle maggiori implicazioni, ad esempio, è quella che leggete nei dati del grafico qui sotto.

Questi sono dati: non sono opinioni di Recce’d, oppure di altri. Credete sia una buona idea, non tenerne conto e mantenere il vostro portafoglio titoli così come è oggi?

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Il grafico qui sopra (Stati Uniti), come quello che segue (Europa), vi parlano degli utili delle Società quotate. E quindi di Borsa.

Ma non soltanto di Borsa. Il collegamento con le obbligazioni di tipo “corporate” e quindi con le obbligazioni High Yield, è immediato.

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