La retorica della crescita (parte 6)

Avremmo voluto chiudere (speriamo per sempre) la nostra serie di post sulla "crescita economica sincronizzata" con le previsioni pubblicate oggi, 10 ottobre, dal Fondo Monetario Internazionale, che sono riassunte dalla tabella qui sotto. E che, appunto, chiudono il dibattito.

Growth_sync_Oct_2017.png

Ci pare tuttavia utile evidenziare almeno quattro punti:

  1. la crescita delle due maggiori economia è, in buona sostanza, la stessa del 2016 anche nel 2017 e nel 2018, per quello che se ne sa oggi (incluse le "anticipazioni" sui tagli alle tasse di Trump)
  2. il Regno Unito, che un anno fa secondo l'intera industria del risparmio (Reti di promotori e Case di Fondi davanti a tutti, con le banche di investimento dietro a spingere il carro) sarebbe finito in recessione, invece cresce più della Francia nel triennio 2016-2018
  3. la ripresa GLOBALE aumenta dal 3,2% del 2016 al 3,6% stimato per l'anno in corso (+0,4%): e TUTTO l'effetto è dovuto all'uscita dalla recessione di Russia e Brasile, più al Canada che come vi abbiamo scritto più volte è del tutto in "bolla"
  4. naturalmente, poi c'è il "tocco magico" del titolo, che dice che queste previsioni sono "su di giri": giudicate voi

I quattro punti qui sopra potrebbero essere utili al lettore più attento per domandarsi:

  1. quando il mio consulente mi parla, DI CHE COSA parla? ma dove va a prenderle, quelle notizie sulla "crescita che accelera"? da dove le tirano fuori?
  2. se le prospettive sono queste, sono investito in modo corretto e coerente?
Mercati oggiValter Buffo
Recce'd sta facendo un buon lavoro nel 2017? (parte 7)

Ogni gestore di portafoglio, nel corso del 2017, è stato costretto a confrontarsi con mercati in rialzo ma al tempo stesso MOLTO preoccupanti, come dimostra il grafico qui sotto.

"...the last time we saw a streak of calm like this was the year after John F. Kennedy was assassinated in November 1963..."

"...the last time we saw a streak of calm like this was the year after John F. Kennedy was assassinated in November 1963..."

Ora la questione si fa più pressante, più urgente: la ragione è che il tema è arrivato sulle prime pagine dei giornali, come abbiamo scritto nel Post precedente di questa serie. Anche il Ministro delle Finanze uscente della Germania ha detto nel weekend al Financial Times:

(...) taking a broader swipe at the current financial regime, Schauble warned that the world was in danger of “encouraging new bubbles to form”"Economists all over the world are concerned about the increased risks arising from the accumulation of more and more liquidity and the growth of public and private debt. I myself am concerned about this, too,"

Un secondo elemento di urgenza? La nuova stagione delle trimestrali, che negli USA partirà dopodomani, e che Goldman Sachs commenta anche con questo grafico.

Earnings_2017_Oct1.png

Il dati del grafico qui sopra sono tanto più significativi, se li mettiamo a confronto con i dati per le valutazioni di Borsa, che trovate nel grafico che segue.

CAPE_Oct_2017.png
Mercati oggiValter Buffo
La retorica della crescita (parte 5)

Il più recente dei Post di questa serie risale al 31 agosto. Se è possibile, da allora è ancora aumentata la distanza tra la realtà dei fatti e i commenti che circolano, quelli delle banche di investimento, delle Reti di vendita, e dei cosiddetti consulenti.

Se oggi prendiamo ad esempio Zacks, è perché li riteniamo migliori, e non peggiori, della media. Anche se anche Zacks partecipa al coro di entusiasti, che raccontano di un'economia degli Stati Uniti, e quindi del mondo, in una fase "esplosiva, esuberante, scoppiettante".

Noi ripetiamo qui, ancora una volta, che è falso.

Rileggiamo una parte di una delle più recenti e-mail di Zacks:

The U.S. Economy on Firm Footing – U.S. economic output grew at a 3.1% annual rate in the second quarter of 2017, the best quarterly rate of growth in two years. Based on market exchange rates, J.P. Morgan estimates that the global GDP growth rate for Q3 was 3.8%, which might be higher than the U.S. third quarter GDP estimates. This growth rate would be the highest recorded since mid-2010. On a more granular level, the Institute for Supply Management’s September Non-Manufacturing Index rose 4.5 to 59.8, its highest level since August 2005. Since readings over 50 imply expansion, 59.8 implies robust expansion. New Orders rose 5.9 points to 63.0, which is even stronger. With corporate earnings also positive and on the rise, our outlook for stocks remains optimistic. The U.S. economy has never had a recession with corporate profits rising.

Qualche breve commento:

1.     nel secondo trimestre, è vero che il tasso di crescita USA è stato del 3,1%; ma è anche vero che nel primo trimestre, era stato del 1,2%; e nel terzo trimestre, appena chiuso, è stimata al 2%, o forse allo 1,5% come vedete sotto

2.     poi si passa (perché? è un salto non comprensibile) alla crescita globale: strano che invece non si commenti qui con il tasso ANNUALE per gli USA nel 2017, che sarà al 2% circa

3.     poi si passa ai due recentissimi indici ISM: e si scrive che sono stati entrambi molto forti, molto superiori alle attese, e molto incoraggianti; fatti che non si possono discutere: peccato che si scriva SOLO di questi due dati; la settimana scorsa, per gli Stati Uniti, abbiamo visto anche gli ordinativi all'industria e l'occupazione di venerdì 6 ottobre; e sedondo la Fed di New York il risultato compelssivo è che la stima del tasso di crescita resta ferma dove era lunedì scorso (grafico qui sotto)

4.    infine, la frase sugli utili, che dimostra che chi scrive è poco informato: si stima che per il terzo trimestre si registrerà il CALO più ampio, nel tasso di crescita degli utili, dal 2011

Ripetiamo ancora una volta il nostro suggerimento: quando leggete un commento, una presunta analisi, che tradisce un forte entusiasmo, chiedetevi sempre come guadagna chi lo scrive.

US_GDP_Oct1_2017_001.png
Mercati oggiValter Buffo
Recce'd sta facendo un buon lavoro nel 2017? (parte 5)
BBG_mkts2_mania.png

Il fatto che Recce'd ha scritto prima di The Economist quello che leggete qui sopra è forse un merito? Oppure, noi abbiamo sbagliato perché siamo arrivati con un anticipo eccessivo?

Non sappiamo rispondere alla domanda, e non ce ne importa: come sapete tutti, a noi importa SOLO dei risultati dei Clienti.

E quindi, ci chiediamo se si è forse aperto, in questi mesi, un GAP di performance che risulterà incolmabile. La risposta è: assolutamente no, se la situazione è quella di cui scrive, in copertina, The Economist, e di cui Recce'd aveva già scritto nel Post del 24 settembre che è la Parte 4 di questa Serie di Post.

Ma ... le cose potrebbero andare avanti così ancora a lungo? A nostro parere no. Perché? La risposta è: se la cosa arriva all'opinione pubblica, diventa sempre più difficile e costoso per gli ottimisti di mestiere continuare a ripetere che "va tutto bene così". Se tutto va così bene, allora perché Bloomberg (sotto) usa il termine "mania" in un tranquillissimo weekend di ottobre?

E Yellen potrà ripetere ancora che "asset prices are stretched" come ha fatto molte volte, con quel tono distaccato di chi non è toccato dalla questione, adesso che sta sulle prime pagine dei giornali?

E infine: si potrà davvero continuare a scrivere e parlare di "economia molto più forte" visto che il tasso stimato di crescita per gli Stati Uniti rimane sempre vicino al 2%? Date uno sguardo ai dati per gli utili che verranno pubblicati a partire da mercoledì (terzo trimestre 2017), ed anche ai dati per le vendite al dettaglio che arriveranno poi venerdì prossimo, 13 ottobre.

BBG_mkts_mania.png
Mercati oggiValter Buffo
Perché Recce'd non è "consulente finanziario" ma gestore
consulente_finanziario_2017.png

Chiunque ci legga può trovare in rete, sul web, l'annuncio qui sopra. Annuncio che, in poche righe, spiega come il Legislatore in Italia ha deciso di svilire, e svuotare di ogni senso, il termine "consulente" nell'ambito dei servizi per gli investimenti e al risparmio.

Per questa ragione, come già anticipato, Recce'd ha deciso da anni di restare al di fuori della "consulenza finanziaria" (intesa come nell'annuncio qui sopra), e si presenta ai Clienti come "gestore di portafoglio", anche se online e quindi in remoto.

Il nostro modello di business funziona, e funzionerà sempre meglio in futuro: l'obbiettivo come già abbiamo scritto è quello di imporre un nuovo standard di servizio, di maggiore qualità e più rispettoso del Cliente e del suo interesse.

Le differenze, rispetto al modello di "consulenza finanziaria" che leggete nell'annuncio ("è equivalente al promotore finanziario") è ampia, e radicale: la rinuncia ad ogni forma di retrocessione, anche indiretta, e quindi la rinuncia all'utilizzo dei "prodotti del risparmio gestito", è una forma radicale di innovazione, e non soltanto sul piano dei costi.

E' stato fatto credere, ai Clienti del risparmio gestito, che spaziando tra "prodotti finanziari" di più "case di Fondi" si migliorassero i risultati, ma ormai tutti i Clienti in Italia hanno provato sulla propria pelle che mettere tante "etichette" diverse nel proprio portafoglio non migliora i risultati. E soprattutto, non aiuta il Cliente a capire che cosa sta facendo, perché guadagna, oppure perché perde. Nebbia totale.

Va detto invece, in modo chiaro, che il "portafoglio di Fondi" è uno strumento di gestione del portafoglio vecchio ed inefficiente e costoso. Va detto al Cliente che sui mercati di questi anni, e dei prossimi, è necessario utilizzare strategie totalemnete diverse dalla vecchia asset allocatio. E va spiegato perché in fasi di mercato come quella del 2017 è indipensabile stare fuori dai rischi di mercato, anzichè farsi catturare dal gregge e "cavalcare l'onda". Dirlo poi dopo, a danno fatto, sarà del tutto inutile.

Siamo certi che sia ora di fare un passo avanti complessivo e globale, nel rapporto con il Cliente: e Mifid 2 sarà senza dubbio l'occasione giusta.

Noi di Recce'd non crediamo, a differenza di tanti, che il nodo centrale di Mifid 2 sarà quello di rendere (finalmente!!!) esplicite al Cliente le commissioni che paga. Noi crediamo che il nodo centrale sarà quello di fornire al Cliente un servizio del tutto diverso: fa sorridere pensare che ci sia in circolazione l'idea che la "consulenza finanziaria" si possa risolvere nella scelta tra un fondo di (ad esempio) JP Morgan e uno di (ad esempio) Blackrock. Vi pare una cosa seria? Ci vuole altro, molto altro, per dare un concreto aiuto al Cliente nella gestione degli investimenti.

Una seconda sciocchezza è quella secondo la quale è necessario partire dal "profilo di rischio" del Cliente, e che "solo un promotore finanziario" può davvero capire "le esigenze del Cliente". Queste sono frasi dette per dire, alla leggera, e senza un contenuto preciso, frasi che sono state inserite nelle pratiche commerciali delle Reti di Promotori per fare credere al Cliente che si possa fare qualche cosa che, in pratica, è impossibile.

Domandatevi: davvero il Promotore, oggi Consulente, è capace di dire al Cliente quale sarà, in futuro, il rischio del Fondo Globale di (ad esempio) Blackrock? Curioso: visto che non sa neppure che cosa c'è dentro quel Fondo. Che ne può sapere lui dei rischi? E credete forse che il Promotore sappia misurare poi i rischio complessivo di un portafoglio di Fondi? Si? E, ad esempio, le correlazioni tra un Fondo e l'altro, da dove le tirerà mai fuori?

Come detto, queste sono cose ridicole: purtroppo, anche serissime, visto che coinvolgono la vita e i risparmi di milioni di italiani.

Come conclusione, vi riportiamo una frase che abbiamo letto pochi giorni fa, pronunciata da un dirigente di una Rete di Promotori:

L’altra sfida sono le nuove generazioni. Persone che hanno un approccio agli investimenti e alla consulenza finanziaria completamente diverso rispetto ai genitori; danno un peso minore al rapporto personale, a ricevere certe spiegazioni rispetto ai loro investimenti. Gradiscono di più un rapporto fatto via web, dove il numero finale ha sicuramente un’importanza maggiore rispetto a oggi. Il problema è che il numero non è tutto. Il private banker oggi offre una consulenza che va oltre la performance.

Ecco: Recce'd si colloca già oggi esattamente lì, in quel punto descritto qui sopra, con la propria offerta.

Nella convinzione che le nuove generazioni (come anche le ... vecchie generazioni, non c'è alcuna differenza) sapranno capire, in modo via via sempre più rapido, che tutti i Clienti "il numero è tutto". E sapranno capire che quella "consulenza che va oltre la performance" imposta nel regime attuale dai promotori finanziari (o private banker, se volete) c'è un solo fattore determinante, e sono le retrocessioni dalle Case di Fondi Comuni, non certo l'interesse dei Clienti.

Mercati oggiValter Buffo