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2019: la compiacenza
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Ci sono tre cose molto interessanti nell’immagine qui sopra, dove si dice che

  • è tornata la compiacenza

  • le medesime persone che un anno fa spingevano sui rialzi di Borsa sono tornate a spingere sui medesimi rialzi oggi

  • e grazie ad un mercato dove sale tutto adesso chiunque può fare il genio

Aggiungiamo che, come vedete sotto (nel grafico l’indice VIX), sui mercati siamo tornati in febbraio a quella situazione di “assenza di volatilità” che (come già abbiamo avuto occasione di scrivere, più volte, nel 2018) è una calma artificiale che anticipa sempre fasi convulse di mercato, come tutti avete già visto.

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Non è questa però la compiacenza che ci colpisce: è chiaro, anzi chiarissimo, il disegno delle Banche Centrali e delle banche globali di investimento, il cui unico scopo è “tenere tutto fermo”, perché è diffusa la consapevolezza che i mercati sono fragilissimi e che sarebbe sufficiente anche un solo soffio di vento per mettere in moto una reazione ben più profonda di quella vista tra ottobre e dicembre.

Come detto, c’è un’altra compiacenza, che ci colpisce anche di più.

Gli investitori finali, pur avendo sotto gli occhi i dati e le informazioni, si comportano come se i rischi non esistessero. restano fermi sulle posizioni che sono state spinte dal persona/private/familiy banker, quasi come se ci fosse la certezza che in una situazione di crisi arriverà sempre una “manona” dall’alto a rimettere le cose tranquille.

A noi, che seguiamo ed analizziamo i mercati finanziari ogni giorno, questo sembra un azzardo di enormi dimensioni. Ce lo documenta anche il grafico in chiusura.

E’ quasi come se una buona parte del pubblico degli investitori preferisca non vedere, non ragionare, non sapere.

Chiudere gli occhi e sognare un Mondo tranquillo per sempre. Un Mondo che però non esiste, un Mondo che è il più lontano possibile da quello nel quale viviamo, lavoriamo, votiamo e ci arrabbiamo tutti ogni giorno.

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Mercati oggiValter Buffo
2019: la velocità
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Leggete qui sopra. Stiamo parlando, qui, della più grande delle Banche Centrali, la più autorevole, le più influente.

Come leggete sopra, giovedì 21 febbraio:

  • la Federal Reserve pubblica il suo indice della produzione a Filadelfia, indice che scende in negativo

  • afferma che lo “outlook” è cambiato di poco in un documento trasmesso al Congresso

  • afferma con il suo vice Chairman che “non è sicuro che l’economia stia rallentando”

  • afferma con un suo membro molto autorevole che “l’economia sta rallentando ma non si vede una recessione all’orizzonte”

Queste parole, e le tantissime che avete letto a proposito della “svolta ad U” di fine gennaio, sono la più concreta testimonianza del clima di confusione che domina oggi, quando si ragiona di mercati finanziari ed economie reali.

Confusione documentata anche dai dati che vedete sotto.

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L’ufficio di Atlanta della Federal Reserve in soli dieci giorni ha ridotto della metà le sue stime per la crescita del PIL USA nel quarto trimestre 2018.

La medesima cosa ha fatto la sede di New York per il PIL del primo trimestre 2019, che poi è quello in corso (lo vedete sotto nel grafico).

La velocità con la quale si succedono le svolte, come tutti vedete, impone una attenzione costante ai dati ed alle notizie, se si vuole essere consapevoli di quello che si sta facendo con i propri soldi.

Ed impone all’investitore sia di capire bene ciò che succede, settimana dopo settimana, sia di essere pronto a reagire, in modo tempestivo.

Noi di Recce’d abbiamo dimostrato, in più di una occasione, si essere in grado di supportare il Cliente in questo senso, con un servizio di alta qualità.

L’alternativa? Rifugiarsi in un portafoglio come quello che impongono le Reti di promotori ai Clienti italiani. Un portafoglio dove c’è un po’ di tutto … ma che cosa? Il Cliente conosce soltanto le etichette (sempre più incomprensibili e … ridicole) dei Fondi Comuni di Investimento, e quindi non saprebbe dire dove e come sono stati investiti i propri soldi.

La strategia di investimento qual’è, in questo caso? Tenere le mani giunte, e sperare in un’ennesima marea che fa salire tutte le barche.

Ma, come si dice, “la speranza non è una strategia”.

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Mercati oggiValter Buffo
2019: le divergenze
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The Twilight Zone è una serie televisiva, degli anni Cinquanta e Sessanta, che in Italia veniva chiamata “Ai confini della realtà”.

Quando leggete “The Twilight Zone” in un titolo di giornale, vuole dire che siamo di fronte ad una situazione limite.

L’articolo di Bloomberg, in questo caso, mette in evidenza il contrasto fortissimo tra l’andamento dei diversi comparti della Borsa, dove risultano premiati i titoli “ad alta qualità (di bilancio)” ed il rialzo furioso del comparto obbligazionario High Yield, ovvero delle obbligazioni emesse dalle Società a più bassa qualità di credito.

Noi abbiamo dedicato, nel nostro The Morning Brief, una dettagliata analisi di questo comparto obbligazionario, per cinque giorni, la settimana scorsa.

Sul medesimo comparto, il grafico che segue fornisce alcuni dati molto significativi, che lasciamo al nostro lettore di analizzare e di valutare.

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Sempre a proposito del comparto obbligazionario, siamo ai confini della realtà anche quando guardiamo i dati per la volatilità dei Titoli di Stato, volatilità che è stata compressa ai livelli più bassi di ogni tempo, e lo vedete sotto nel grafico..

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Questi dati che cosa ci dicono?

Ci dicono che gli investitori finali debbono svegliarsi, e debbono guardare in faccia la nuova realtà dei mercati.

Abituati ad ascoltare le (ormai logore) favole delle Reti di vendita, gli investitori finali sono stati abituati a credere che in ogni situazione le obbligazioni sono investimenti meno rischiosi delle azioni, delle materie prime, delle valute.

Oggi non è più così. Il rischio del comparto azionario e di alcune parti del comparto obbligazionario è più o meno ai medesimi livelli, come dimostrano anche episodi recenti.

Dividere il portafoglio, con l’accetta (detta anche “piolet”), tra azioni ed obbligazioni è una strategia di portafoglio rozza, antiquata, perdente, e rischiosa.

Aggiungiamo a questo dato il fatto che i Clienti delle Reti di vendita di Fondi Comuni, che in genere si vedono imporre portafogli a prevalenza obbligazionario (di Fondi Comuni Obbligazionari) non vengono messi nella condizione di conoscere il contenuto dei portafogli dei Fondi che detengono nel loro portafoglio.

Non possono, quindi, sapere e neppure giudicare in modo consapevole la rischiosità del loro portafoglio. Vengono illusi (anestetizzati) da una calma che è solo apparente, oltre che da un esercito di venditori che ha come unico obbiettivo quello di “distribuire tranquillanti” per tenere i Clienti investiti sempre su quelle posizioni che rendono ricche commissioni.

Come dice il titolo nell’immagine che segue qui sotto, questa tranquillità è un miraggio: è invece in corso sui mercati finanziari una “battaglia epica”, e per alcune categorie di investitori in Italia questa battaglia potrebbe avere conseguenze molto dolorose, quando si capirà chi vince e chi perde.

I segnali ci sono, e sono chiarissimi, e come vedete sono scritti su tutti i giornali. Siete stati avvisati.

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Mercati oggiValter Buffo
2019: i rimbalzi
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Anche da questo punto di vista, il 2019 non somiglia, per nulla, a ciò che le banche di investimento ci anticipavano solo due mesi fa, a fine dicembre.

L’indice Dow Jones della Borsa di New York ha appena fatto segnare la più lunga serie di rialzi settimanali dal 1995. Ben 24 anni.

Non entreremo qui nel merito: non discuteremo dei fattori alla base di questo mega-rimbalzo prolungato.

Oggi ci limiteremo a mostrarvi i dati del grafico che segue, dati che riguardano il posizionamento degli investitori, e dati che possono aiutarvi a capire quello che ci attende nei prossimi mesi.

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Vale la pensa di mettere nuovamente in evidenza che la Borsa USA va da una parte, mentre i dati economici che arrivano dagli USA vanno nella direzione opposta, come vedete sotto nel grafico.

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Ed è inevitabile porre l’accento sul fatto che i margini di profitto aziendali, prima delle tasse, oggi sono poco distanti da quelli del 2015 e del 2016. Lo leggete sotto nel grafico.

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I margini sono gli stessi, l’economia rallenta in modo deciso, e l’indice di Borsa mette a segno una serie record di rialzi.

Partite da questi dati, ed andate a rivedere le posizioni che oggi avete in portafoglio, direttamente oppure attraverso i Fondi Comuni di Investimento. Rapidamente.

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Mercati oggiValter Buffo
2019: la politica del rinvio
 

Come detto il 2019 è già oggi, a poche settimane dall’inizio dell’anno, molto diverso da ciò che ci era stato raccontato a fine 2018.

Tra le poche costanti, però, c’è un elemento che ritorna, anno dopo anno: in tutte le aree economiche maggiori la politica dominante si traduce in una sola parola: rinvio.

Tutti i problemi si rimandano ad un futuro appuntamento: è questo il senso anche delle recenti svolte della politica monetaria, negli Stati Uniti, in Eurozona, ed in Giappone. Prendere altro tempo, senza affrontare e senza risolvere i problemi.

In questo Post, vogliamo sottolineare che trovano conferma nei fatti le previsioni di Recce’d sulla Brexit: ci sarà un rinvio della scadenza, come dice l’immagine che segue.

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Ed anche la trattativa tra USA e Cina sulle tariffe va verso un inevitabile rinvio. E sui mercati, come leggete sotto, c’è anche chi ipotizza che non sarà più fissata una scadenza, e che quindi non si arriverà mai alla fine.

Nel frattempo, ogni giorno, il Presidente Trump continuerà a mandare almeno un tweet che dice “Le trattative con la Cina vanno alla grande!”.

Credici.

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Mercati oggiValter Buffo