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Cambiano i temi di mercato (5): e tornano gli utili
 

Come scrivevamo già la settimana scorsa, anziché blaterare su “boom economico in arrivo”, “clima di fiducia”, e “tariffe e relazioni diplomatiche”, adesso molti di quelli che intrattengono i Clienti con previsioni e promesse saranno costretti … a mettersi a lavorare.

Da lunedì 14, arriveranno gli utili trimestrali delle Società quotate a Wall Street: e per tutti, sarà obbligatori riportare l’attenzione sui numeri, quelli veri, e cercare di capire che cosa succede. Quello che succede davvero: non nel prossimo “miraggio”.

Come leggete qui sotto, le cose di recente non sembrano andare verso il meglio.

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In Recce’d ci ha colpito, in modo particolare, la serie di annunci riguardanti i tagli all’occupazione, che NON vanno nella direzione che a tutto oggi ci viene raccontata, e venduta, dalle banche globali di investimento, secondo le quali l’occupazione negli Stati Uniti resterà a livelli record anche nel 2019.

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Le notizie della settimana scorsa hanno anche indebolito la “narrativa” che ci aveva appena raccontato di “vendite record”, almeno negli Stato Uniti, nella stagione delle Feste che si è appena conclusa.

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In sintesi, tra 48 ore si inizierà a rimettere ordine, e a mettere a confronto certe “stime e previsioni” con la realtà dei fatti. Un lavoro che, come leggete qui sotto nel grafico, è già iniziato da qualche settimana, ma che potrebbe (dovrebbe) subire una accelerazione.

Se qualche promotore finanziario, oppure il vostro private banker, vi ha appena rassicurato dicendo che “non è cambiato nulla”, forse farete bene a richiamarlo all’attenzione. Attenzione per i fatti, ed anche per i vostri soldi.

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Mercati oggiValter Buffo
Cambiano i temi di mercato (4): ma i tassi di interesse salgono oppure scendono?
 

Se ne sentono di tutti i colori, da qualche settimana a questa parte: il CAOS è l’unica certezza, mentre sui mercati lo sbandamento è evidente negli alti e bassi dei prezzi, ma anche (soprattutto) negli alti e bassi di chi dovrebbe essere capace (e NON è capace) di interpretare i movimenti dei mercati e dare indicazioni per il futuro.

Che lo stato delle cose sia questo, lo si vede in Borsa, lo si è visto negli scatti improvvisi dei tassi di cambio, ma lo si vede soprattutto nel mondo delle obbligazioni.

Partiamo, anche in questo caso, dagli Stati Uniti: il grafico qui sotto ci racconta che cosa è successo di recente ai tassi di interesse.

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Ma il passato … è passato: è già compreso, ed è già stato scontato, nei prezzi che vedete oggi.

A noi investitori ovviamente interessa solo di sapere dove andranno DOMANI i prezzi sui mercati.

E allora la domanda principale diventa: che cosa faranno, in futuro, i tassi ufficiali di interesse?

Fino a giovedì 4 gennaio, la situazione era quella che vedete sotto nel grafico.

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Anche un autorevolissimo operatore di mercato, come Goldman Sachs, aveva corretto (con la massima fretta ed un affanno evidente) le proprie previsioni sulle mosse future della Fed proprio la settimana scorsa.

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Goldman spiegava queste sue affannose mosse con le (altrettanto affannose) revisioni delle stime per la crescita del PIL USA.

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Come conseguenza, la curva dei rendimenti negli USA si avvicinava sempre di puù allo zero, ed abbondavano i paragoni con un CRASH automobilistico (immagine che segue).

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E sul mercato delle obbligazioni si registravano stranezze così grandi da risultare assurde (tipo 2017, per intendersi), come un Titolo di Stato a 5 anni che a scadenza rende MENO del tasso ufficiale di sconto (che come tutti sapete è overnight, ovvero a 24 ore).

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Poi è arrivato venerdì 5 il dato NFP per gli occupati, e la situazione si è (almeno in parte) ribaltata. Oggi, è troppo presto per ricavare indicazioni definitive, ma proprio le reazioni isteriche dell’ultima settimana ci garantiscono che la volatilità, sui mercati delle obbligazioni (negli Stati Uniti, ma pure nel Resto del Mondo) è appena cominciata.

Tra le implicazioni più forti, ovviamente, ci sono le oscillazioni dei tassi di cambio (nel grafico che chiude il Post): su questi, noi di Recce’d operiamo con frequenza ed oggi le nostre posizioni sono decisamente favorevoli, alla luce dei fatti di mercato più recenti.

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Mercati oggiValter Buffo
Cambiano i temi di mercato (3): dalla crescita alla recessione (e ritorno?)
 

Proseguiamo oggi nella serie di Post avviata una settimana fa.

Solo 12 mesi fa, sui mercati sia le banche di investimento globali sia le Reti di vendita dei Fondi Comuni si domandavano se la crescita economica negli Stati Uniti avrebbe raggiunto il 4% nel 2018.

Oggi, a pochi giorni dall’inizio del 2019, sui mercati si discute soltanto di un argomento: il rischio recessione. Negli USA, e quindi … di recessione globale.

Ma attenzione! Perché dopo il più recente dato (4 gennaio) per gli occupati USA dalla Casa Bianca è arrivato un segnale forte: Larry Kudlow ha detto che “non c’è in vista alcuna recessione” (ammettendo così, in modo implicito, che per gli USA oggi la recessione è un tema di discussione sul tavolo).

Quanta importanza attribuire al dato per gli occupati di venerdì 4 gennaio? Partiamo da un grafico.

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Il messaggio del grafico sopra è abbastanza chiaro, ma se tra i lettori c’è qualcuno che è ancora nel dubbio, l’immagine sotto esplicita il tutto.

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Quindi: il dato di venerdì 4 non è sufficiente ad allontanare i rischi di recessione (a differenza di quanto ha dichiarato la Casa Bianca).

E allora noi, poveri investitori finali, come faremo a capire dove sta andando l’economia USA?

Di certo, vista l’esperienza del 2018, sarebbe un gravissimo errore affidarsi alle previsioni delle varie banche di investimento globali.

Dobbiamo perciò armarci di pazienza, di strumenti di analisi aggiornati, ed impostare da lì la nostra strategia di investimento, negli USA e nel Resto del Mondo.

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Se nelle ultime settimane vi siete persi qualcosa, le tre immagini qui sopra sono utili per fare il punto, in modo aggiornatissimo, sull’andamento di alcune importanti variabili USA.

L’esperienza ci insegna, però, di NON limitare la nostra attenzione ai dati che riguardano l’economia degli Stati Uniti. Ecco allora altri due utili grafici a proposito dell’andamento globale dell’economia reale.

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Se siete stati in vacanza, o distratti nel periodo delle Festività, noi ora vi aggiorniamo anche su ciò che nel frattempo è successo all’economia dell’Europa, la regione del Mondo dove viviamo e dove (in parte) noi investiamo i nostri portafogli, anche qui con tre aggiornatissimi grafici.

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E poi, per completare le informazioni di chi ci legge, e pure per chiudere il nostro … giro planetario, vi segnaliamo quello che sta succedendo in Cina in queste ultime settimane, per mezzo del grafico qui in basso.

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Tutto questo a che risultati ci porta? Per una analisi di dettaglio, vi rimandiamo a quello che Recce’d scriverà sia in The Morning Brief sia nella nuova serie di Focus di strategia che inizierà in gennaio.

Volendo però sintetizzare anche in questa sede, diremo che:

  1. è certo che quella che circolava 12 mesi fa era una prospettiva economica del tutto irreale, era un “miraggio”, ed era anche, diciamo la verità, una balla di fumo inventata per gettare fumo negli occhi dell’investitore finale

  2. lo scenario da favola, quello che chiamavano Goldilocks (grafico in basso), non è mai esistito, se non nei documenti che le banche globali di investimento chiamano “ricerca”

  3. ed è certo che oggi l’investitore deve lavorare sui dati, i dati reali, i fatti, per capire quale è la migliore previsione che oggi è possibile fare per la crescita delle economie nel 2019.

Chi oggi vi dice che “lui sa come andrà a finire”, vi sta mentendo. Oggi, tutto è rimesso in gioco, e per avere una risposta affidabile, su cui basare le proprie scelte, ci sarà da lavorare ogni giorno..

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Mercati oggiValter Buffo
Biennio 2017 - 2018: i risultati e le performances
 

Nella Lettera al Cliente spedita durante questo weekend, commentiamo i risultati (i nostri, e quelli degli altri) degli ultimi 2 anni.

Accompagnano le nostre osservazioni i dati che potete leggere nel grafico qui sotto: grafico che ha la medesima provenienza, e le medesime caratteristiche, che i lettori già conoscono.

Lo presentiamo anche qui nel Blog, perché ognuno dei nostri lettori potrà ricavare dal grafico utili spunti per immaginare dove andrà il suo portafoglio, e che risultati produrranno i suoi investimenti, nel 2019. Ad esempio: chiedetevi che cosa potrà capire, del 2019, chi NON ha capito nulla del 2017 e del 2018.

Del 2019 abbiamo scritto, durante questo weekend, anche nella nostra consueta pagina di ricapitolazione settimanale.

Pagina che nel corso del biennio 2017 - 2018 ha anticipato, in modo regolare e con efficacia, molti dei temi che oggi ascoltate in tv a CNBC oppure leggete sulla stampa, specializzata e generalista.

Il grafico si spiega da solo: le scelte effettuate per costruire il grafico sono (ovviamente) a campione, nel senso che non possono pretendere di rappresentare l’intero universo delle alternative disponibili (ma costituiscono, al tempo stesso, appropriati termini di confronto con i nostri risultati del biennio 2017 - 2018).

Non c’è oggi la necessità di aggiungere altri commenti.

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Mercati oggiValter Buffo
Biennio 2017 - 2018: una dura lezione. E ora si torna alle cose serie
 

Il biennio 2017 - 2018 dei mercati finanziari ha insegnato molte cose, a noi prima di tutto, e poi agli investitori in generale.

Si tratta di conclusione che noi di Recce’d abbiamo anticipato, anche in questo Blog, nelle ultime settimane e mesi.

Fatta la pulizia che era necessaria sui mercati finanziari, si potrà tornare (senza la minima fretta, peraltro) ad investire fondando le proprie scelte di portafoglio sul VALORE dell’investimento, invece che sui titoli di CNBC e sui tweet di Trump.

Detto questo, ci sentiamo di dire però che momenti come il 2017 torneranno sicuramente, e in futuro potrebbero fare danni anche più grandi.

Per questo motivo, ogni investitore deve aumentare l’attenzione, effettuare un frequente monitoraggio delle proprie posizioni e dei propri rischi, utilizzare strumenti di analisi adeguati alla nuova realtà dei mercati, e utilizzare una strategia di gestione di portafoglio innovativa e molto diversa da quelle tradizionali (di asset allocation) che hanno fallito in modo evidente.

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Mercati oggiValter Buffo