Cambiano i temi di mercato (2): la Borsa di New York

 

La Borsa di New York ha dominato negli ultimi 24 mesi, più che in ogni altro periodo, il newsflow, il flusso delle notizie che arrivavano agli investitori nazionali ed internazionali.

Come se non esistesse nulla di più importante, per 24 mesi gli investitori attraverso le tv come CNBC ed i quotidiani sono stati inseguiti, e storditi (e molti mandati nella più totale confusione e panico) dai titoli sui "nuovi record di Wall Street", sugli tweet di Trump, sui profitti, sui tagli alle tasse di Trump, sulle tariffe di Trump, sulla "crescita globale sincronizzata".

Ora non c'è più nulla di tutto ciò: è tutto finito in discarica. Investitori e mercati sono quindi allo sbando, come abbiamo commentato in alcuni Post precedenti ed anche ogni mattina su The Morning Brief per i nostri Clienti.

Anche a proposito della Borsa di New York, come per il petrolio del post precedente, possiamo garantire una cosa: nel 2019, si parlerà di tutt'altro ed i temi cambieranno molto rapidamente.

Ma fermiamoci ancora un attimo sul 2018: una efficace ricapitolazione dei temi che hanno dominato la parte finale del 2018 è stata offerta ieri dal Sole 24 Ore, a firma Morya Longo, in un articolo che ci è stato segnalato da un cliente amico, e che riproduciamo per tutti i lettori qui sotto.

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Nell’articolo, si va alla ricerca delle motivazioni alla base del nervosismo che si manifesta negli alti e bassi della Borsa di New York in questa parte finale del 2018.

Si tratta, come vedete, di argomenti che Recce’d ha affrontato più di una volta, negli ultimi mesi, e che in particolare ai nostri Clienti sono già stati segnalati tramite il The Morning Brief, negli ultimi giorni, e nella Lettera al Cliente del 26 dicembre scorso.

I temi accennati nell'articolo qui sopra sono:

  1. i timori di rallentamento della crescita economica, tema che da molti mesi Recce’d ha segnalato ai suoi clienti ed anche in pubblico

  2. la reazione all’aumento della volatilità, e le vendite conseguenti, di alcune categorie di Fondi Comuni, vieni i cosiddetti "risk parity" di cui Recce hai scritto più di una volta, anche su SoldiOnline.it

  3. il ruolo dei Fondi Comuni che operano (comprano e vendono) esclusivamente sulla base di formule matematiche (algoritmi), e il ruolo dei Fondi Pensione

La disamina di Longo è corretta, e sono numerosi i fattori che hanno contribuito ad AUMENTARE la volatilità nelle ultime sedute dell’anno. Detto questo, rimane da capire però CHE COSA ha messo in moto il ribasso delle Borse: perché algoritmi, Fondi Pensione e risk parity non … partono da soli, colpiti da una folgorazione improvvisa. Prima, c’è qualche cosa che è successo.

Ed eccoci obbligati a ritornare al tema che i lettori di questo Blog conoscono bene: che poi è quello del punto 1 di Morya Longo.

Non lo tratteremo qui e adesso, perché ne abbiamo discusso già in più occasioni: ci sembra però doveroso sottolineare che la nostra posizione è diametralmente opposta a quella che leggete proprio in apertura dell’articolo di Longo. Lui scrive “Scordatevi i fondamentali economici”. Recce’d vi dice: pensate SOLO ed unicamente a quelli. Perché in caso contrario, vi ritrovate a dicembre 2018 a leggere un articolo come questo, senza avere capito bene perché e come si è arrivati a questa situazione.

Capire è fondamentale, per chi investe: il claim di Recce’d è non a casa “capire per investire”. Se non capite, farete la fine di tutti quelli che ancora ad ottobre facevano la voce grossa, avevano capito tutto, gonfiavano il petto, dicendo “te lo spiego io come si fa”. Adesso dove sono? Non si fanno più sentire. Tutti scappano, tutti sotto terra, come le talpe nei buchi.

Nella medesima pagina del Sole 24 Ore, poi, ieri si trovava anche un secondo, utile, articolo. E qui dal passato passiamo invece al futuro.

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Non conoscendo Mark J. Grant, non abbiamo idea del perché il quotidiano milanese vada ad intervistare proprio lui.

Le cose che leggete nell’articolo non coglieranno certo di sorpresa i Clienti di Recce’d, e neppure chi legge con regolarità questo Blog: in particolare, il messaggio che riguarda la volatilità, che secondo Grant resterà una caratteristica dei mercati finanziari anche nel prossimo futuro, ed anche il ruolo delle incertezze politiche, dalle tariffe allo shutdown a Brexit..

Di questi temi, noi parliamo e scriviamo con i Clienti da mesi ogni mattina. Ci pare però importante sottolineare una cosa di questo interessante articolo: anche qui c’è un esplicito richiamo al ruolo di “algoritmi e trading elettronico”, da un lato, e al “ribilanciamento dei Fondi Pensione” dall’altro lato. Due fattori senza dubbio importanti, se vogliamo capire le oscillazioni violente di fine 2018, ma al tempo stesso importanti anche per capire le assurdità e le aberrazioni del 2017.

Si tratta di due lati della stessa medaglia: noi ai Clienti scriviamo spesso che “oggi il mercato è questo”.

Il punto che vogliamo rimarcare è questo: i mercati finanziari internazionali oggi NON sono i medesimi di venti anni fa. Le ragioni sono tante, e con i Clienti le abbiamo discusse molte volte.

Occorrono, per avere successo e produrre rendimento, strategie di investimento diverse, e metodi di analisi nuovi: e noi di Recce’d li abbiamo e li mettiamo a disposizione dei Clienti.

Detto questo, una cosa è sottolineare il ruolo di algoritmi e Fondi Pensione in questo particolare momento di mercato, e tutt’altra cosa è rispondere alla domanda: dove sarà il mercato tra tre oppure sei mesi.

Questa ultima domanda è la sola cosa che conta, per chi si occupa della gestione di un portafoglio titoli sui mercati finanziari.

Ed è per questo che adesso noi ci spostiamo ad un altro argomento: dagli articoli del Sole 24 Ore, ai temi che domineranno la Borsa di New York a partire già da lunedì. Ne abbiamo scelto uno: nei prossimi giorni ve ne proporremo altri, ma attraverso The Morning Brief.

Nella tabella che segue, i target, per la fine del 2019 pubblicati dalle grandi banche internazionali di investimento.

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A leggerli oggi, suonano del tutto assurdi. La ragione è che sono stati elaborati e pubblicati due mesi fa: che poi vuole dire ... in un altro Mondo.

La prima domanda che viene alla mente è la seguente: questi target verranno rivisti al ribasso? E in che misura? le banche di investimento continueranno a "pompare su" i mercati nei primi mesi del 2019? Oppure, con una delle loro classiche giravolte, cominceranno un tentare di "anticipare" il mercato, ma al ribasso? Diventeranno tutte ancora più "prudenti"? Magari tutte "pessimiste"?

Come potete vedere grazie al grafico in basso, oggi è a livelli da record la differenza tra i target delle banche di investimento e l'indice dell'indice S & P 500. Questo è un gap che andrà a chiudersi. In che modo? Quale dei due dati si avvicinerà all’altro?

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Mercati oggiValter Buffo