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Gennaio 2019: l'incubo volatilità

Recce’d e i suoi Clienti guardano al 2019 senza particolari preoccupazioni, diciamo un livello normale di preoccupazione, sicuramente di molto inferiore a quello che oggi colpisce sia gli investitori finali sia le Reti di vendita e le banche globali di investimento.

Per questa ragione, oggi abbiamo scelto di dedicare una serie di Post agli incubi. Degli altri.

Come abbiamo illustrato anche in un Post della scorsa settimana, per l’industria dei Fondi Comuni di Investimento, per i private bankers ed i promotori finanziari, come anche per gli investitori che “seguono l’analisi tecnica” oppure “seguono il trend”, il 2017 è stato l’anno perfetto.

Peccato che il 2017 sia stato solo un miraggio. Una illusione. Un mercato artificiale. Una farsa.

In pochissimo tempo, sui mercati si è tornati alla realtà. Alla realtà dei fatti.

E questo significa anche un livello normale di volatilità. Che però nessuno, tra i gestori dei Fondi Comuni, tra i private bankers, e tra gli investitori che “seguono il trend”, è in grado di gestire, facendo risultati utili con i propri investimenti.

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Come vedete nel grafico che segue, anche lo stesso indice che misura la volatilità ha conosciuto, nel 2018, un aumento … della sua volatilità, con un numero molto elevato di variazioni superiori al 20% in una sola giornata.

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Questi dati si traducono poi in variazioni giornaliere elevate anche per gli indici di mercato, e quindi in rendimenti giornalieri elevati in tutte le classi di attività, come vedete dal grafico sotto.

Al lettore suggeriamo di chiedersi se lui, oppure il suo private banker, sono attrezzati nel modo giusto, per affrontare il nuovo contesto di mercato.

Perché anche se la volatilità è elevata c’è una cosa che si vede con grande chiarezza: al 2017 non si tornerà più.

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Mercati oggiValter Buffo
Gennaio 2019: l'incubo recessione

Recce’d e i suoi Clienti guardano al 2019 senza particolari preoccupazioni, diciamo un livello normale di preoccupazione, sicuramente di molto inferiore a quello che oggi colpisce sia gli investitori finali sia le Reti di vendita e le banche globali di investimento.

Per questa ragione, oggi abbiamo scelto di dedicare una serie di Post agli incubi. Degli altri.

Ed è obbligatorio cominciare dall’incubo del momento, quello che viene discusso più di ogni altro. La recessione negli Stati Uniti.

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L’immagine sopra e le immagini sotto ci servono per documentare l’attenzione delle banche globali di investimento per questo tema: ogni giorno si leggono nuove stime delle probabilità di recessione negli USA nel 2019 e nel 2020. Da parte delle stesse banche globali che solo 12 mesi fa ci raccontavano la “crescita globale sincronizzata”.

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Su questo tema la linea di Recce’d è chiarissima e come sempre facciamo la abbiamo resa pubblica con grande anticipo sui tempi del “consenso”: il rischio di recessione USA esiste, ma NON è superiore oggi a quello di sei oppure 12 mesi fa. Le possibili cause oggi sono esattamente le medesime di quando il dato trimestrale per il PIL USA fece segnare +4,2%. In sei mesi non cambia assolutamente nulla.

Queste sono, per noi, notizie VECCHIE e quindi inutili per la gestione dei vostri investimenti.

Ben più utile guardare a ciò che succede in Cina, anche alla luce dei dati che sono stati pubblicati nell’ultima settimana. Il grafico sotto ci ricorda che in Cina è in atto una importante stretta sul credito.

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Importante quanto la Cina in questo momento è l’Eurozona: da cui arrivano ogni settimana nuovi segnali di difficoltà, economica e politica. Ad esempio, quelli del grafico che segue.

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Con un ritardo di mesi, Draghi è stato costretto a riconoscere questa nuova situazione proprio giovedì scorso. Ma alle revisioni appena comunicate al pubblico (nel grafico sotto) noi ci aspettiamo che ne seguano poi altre e sempre al ribasso.

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Il fenomeno interessa l’intera economia globale, quella stessa economia globale che a inizio 2018 veniva presentata come in una fase di “accelerazione della crescita economica”. L’euforia della banche globali di investimento in concreto può essere misurata dalla distanza tra le loro previsioni di inizio anno ed i dati reali che poi sono stati pubblicati: nel grafico sotto potete vedere il numero altissimo di “sorprese negative”, ovvero di dati reali che sono usciti al di sotto di quelle che erano le previsioni a quel momento.

E i dati reali comandano sempre sui mercati finanziari. I dati reali sono la sola cosa che conta. Sarà così anche nel 2019

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Mercati oggiValter Buffo
Fed Put, Fed Pause, Fed up? Ancora quel “grande equivoco”
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Ne abbiamo scritto più e più volte, anche in questo Post: c’è un grande equivoco sui mercati che da settimane interessa la Federal Reserve e le sue scelte in futuro. Si fa una grande confusione (che genera poi confusione anche sui prezzi) su ciò che la Fed farà, e soprattutto sulle ragioni alla base di queste mosse future.

Lo avete visto, in un modo che più chiaro non poteva essere, nelle ultime otto sedute della Borsa di New York, dopo l’intervento di Powell di mercoledì 28 novembre.

Attenzione: è vero che sui mercati si è rivista, al ribasso, l’aspettativa per i futuri rialzi dei tassi ufficiali di interesse da parte della Fed. Così come è vero che il rendimento a scadenza dei Titoli di Stato USA è sceso, ed ha toccato soglie e livelli molto significativi, come potete vedere sotto, nel grafico.

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Però: attribuire questi movimenti di mercato ad un cambiamento di rotta, ad un cambiamento nella politica monetaria, è totalmente sbagliato

Sono altri, i fatti che hanno modificato le attese dei mercati, e stanno FUORI dalla Fed. E sta qui il grandissimo equivoco. Forse, potrebbe aiutare il fatto di riflettere maggiormente sul grafico qui sotto.

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A tutto questo, è poi necessario aggiungere (anche qui) l’effetto-Trump: effetto di breve durata, effetto che genera maggiore confusione, ma effetto che comunque muove i mercati. Trump, come sappiamo, è pronto a fare “qualsiasi cosa” pur di spingere la Borsa al rialzo: tanto che molti si domandano CHI ha ispirato il (commentatissimo) articolo di mercoledì scorso sul Wall Street Journal che (solo per mezza giornata però) ha “fatto cambiare direzione” alla Borsa di New York (immagine più in basso).

Finally, there is Trump, whose input into this process is certainly relevant, and since the President will do anything to push the market higher at any cost, one almost wonders if the new "Fed whisperer" at the WSJ, Nick Timiraos who has replaced Jon Hilsenrath, is conveing messages from the Marriner Eccles building, or wishful thinking from the White House.

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Come più autorevolmente fa la Fed, anche noi di Recce’d abbiamo un suggerimento pratico: i tweet metteteli da parte, non leggeteli neppure. Guardate solo ai fatti: come quelli che sono rappresentati qui sotto nel grafico.

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Per ciò che invece riguarda la politica monetaria, l’impostazione rimane quella di prima: che possiamo riassumere, in modo efficace, con le parole pronunciate solo un mese fa dal Governatore della Banca del Canada, Polosz, che vi riportiamo qui sotto.

Dentro ci trovate tutti gli elementi fondamentali della visione della BOC, ma pure della Fed, in questo momento. [Anche se, poi, va precisato che proprio nell’ultima settimana, appena conclusa, la BOC di Polosz ha RINVIATO al futuro il rialzo del costo del denaro].

Recent developments in global financial markets -- particularly rising long-term bond yields and volatile stock markets -- are a reflection of strong global economic fundamentals, not weak ones, according to Bank of Canada Governor Stephen Poloz.

In a speech on how to read recent “signals” from financial markets, Poloz played down interpretations that see recent movements -- such as flattening yield curve -- as evidence investors see the outlook as deteriorating.

Poloz instead said he believes a “more important signal” is the increase in higher long-term bond yields -- a reversal of a long-term downward trend -- which is consistent with the view the risk of deflation has been taken “off the table” and monetary policy is beginning to normalize in response to a world economy running close to capacity. Falling stock prices meanwhile are simply a reaction to that.

“These characteristics do not point to a gloomy economic outlook by any means -- rather, they are welcome symptoms of normalization,” Poloz said in a prepared text of a speech he’s giving to the Canada-U.K. Chamber of Commerce in London. “Investors can no longer expect yields to be suppressed by extraordinary monetary policies.

The speech is consistent with an overall optimistic view of the global and Canadian economies from a central banker who has raised policy rates five times since mid-2017, making the Bank of Canada one of the most aggressive in normalizing among advanced economies.

Poloz reiterated in his speech the Bank of Canada will need to rise to “a neutral stance.”

Mercati oggiValter Buffo
Outlook 2019 delle banche internazionali di investimento

Questo post ci serve per fare il punto: non sui mercati, bensì sulle banche internazionali di investimento.

Il loro atteggiamento negli ultimi tre mesi è cambiato in modo drammatico: dai toni a volte sguaiati, da ultras del calcio, utilizzati per commentare la Borsa USA, che si ascoltavano ancora in estate si è passati in solo 60 giorni a toni decisamente preoccupati, se non di pessimismo.

La moda, adesso, è essere pessimisti. Il “gregge”, al primo scossone degli indici di New York, si è mosso e corre via.

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Ci ha fatto sorridere, ad esempio, il titolo scelto da Merrill Lynch che leggete sotto nell’immagine. Come sapete, per Merrill Lynch "it was fun”, per noi in Recce’d no, e per i nostri Clienti neppure.

Per fortuna, i fatti ci confermano che tutto deve tornare coi piedi sulla terra.

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Mercati oggiValter Buffo
Le previsioni sullo S&P 500 nel 2019

Recce’d ha scritto sul SoldiOnline.it, per due volte, la settimana scorsa, delle previsioni, o meglio dei target, degli strategisti delle grandi banche di Investimento, per l’indice S&P 500 della Borsa di New York a fine 2019.

Solo che … come si fa a fare previsioni, se l’indice sale o scende del 5% in una settimana?

Noi di Recce’d da molti anni scriviamo, anche in questo Blog, che gli “esercizi di previsioni” sono giochetti del tutto privi di valore, di nessuna utilità per ciò che riguarda le scelte di investimento e la gestione del portafoglio. Si tratta semplicemente di fare rumore, per vedere se poi qualche giornale riprende il tema.

Ma se fosse così, allora che cosa ci potrebbe aiutare a capire dove andrà lo S&P 500?

Beh … ad esempio c’è l’analisi tecnica, che vedete rappresentata in un grafico aggiornatissimo qui sotto.

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Oppure, forse dovremmo affidarci a concetti della statistica, come il “bear market”, come fa Soc Gen nel grafico qui sotto?

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Oppure, potremmo dare uno sguardo al rendimento delle classi di asset alternative alla Borsa? Nel grafico più sotto viene messo in evidenza il fatto che nel 2018 il CASH ha reso più di ogni altra classe di asset, negli Stati Uniti.

E nell’ultima settimana due grandissimi nomi del mercato, come Goldman Sachs e JP Morgan, hanno detto in pubblico che il CASH sarò ancora il Re del mercato nel 2019 (“cash is king”).

Vi riferiamo queste considerazioni perché oggi, sui mercati se ne parla e se ne discute.

Quanto a dove andrà l’indice S&P 600, in Recce’d continueremo ad affinarci al nostro metodo, la valutazione per la ricerca di VALORE, che dal 2007 al 2018 non ci ha mai tradito.

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Mercati oggiValter Buffo