Gennaio 2019: l'incubo recessione
Recce’d e i suoi Clienti guardano al 2019 senza particolari preoccupazioni, diciamo un livello normale di preoccupazione, sicuramente di molto inferiore a quello che oggi colpisce sia gli investitori finali sia le Reti di vendita e le banche globali di investimento.
Per questa ragione, oggi abbiamo scelto di dedicare una serie di Post agli incubi. Degli altri.
Ed è obbligatorio cominciare dall’incubo del momento, quello che viene discusso più di ogni altro. La recessione negli Stati Uniti.
L’immagine sopra e le immagini sotto ci servono per documentare l’attenzione delle banche globali di investimento per questo tema: ogni giorno si leggono nuove stime delle probabilità di recessione negli USA nel 2019 e nel 2020. Da parte delle stesse banche globali che solo 12 mesi fa ci raccontavano la “crescita globale sincronizzata”.
Su questo tema la linea di Recce’d è chiarissima e come sempre facciamo la abbiamo resa pubblica con grande anticipo sui tempi del “consenso”: il rischio di recessione USA esiste, ma NON è superiore oggi a quello di sei oppure 12 mesi fa. Le possibili cause oggi sono esattamente le medesime di quando il dato trimestrale per il PIL USA fece segnare +4,2%. In sei mesi non cambia assolutamente nulla.
Queste sono, per noi, notizie VECCHIE e quindi inutili per la gestione dei vostri investimenti.
Ben più utile guardare a ciò che succede in Cina, anche alla luce dei dati che sono stati pubblicati nell’ultima settimana. Il grafico sotto ci ricorda che in Cina è in atto una importante stretta sul credito.
Importante quanto la Cina in questo momento è l’Eurozona: da cui arrivano ogni settimana nuovi segnali di difficoltà, economica e politica. Ad esempio, quelli del grafico che segue.
Con un ritardo di mesi, Draghi è stato costretto a riconoscere questa nuova situazione proprio giovedì scorso. Ma alle revisioni appena comunicate al pubblico (nel grafico sotto) noi ci aspettiamo che ne seguano poi altre e sempre al ribasso.
Il fenomeno interessa l’intera economia globale, quella stessa economia globale che a inizio 2018 veniva presentata come in una fase di “accelerazione della crescita economica”. L’euforia della banche globali di investimento in concreto può essere misurata dalla distanza tra le loro previsioni di inizio anno ed i dati reali che poi sono stati pubblicati: nel grafico sotto potete vedere il numero altissimo di “sorprese negative”, ovvero di dati reali che sono usciti al di sotto di quelle che erano le previsioni a quel momento.
E i dati reali comandano sempre sui mercati finanziari. I dati reali sono la sola cosa che conta. Sarà così anche nel 2019