Fed Put, Fed Pause, Fed up? Ancora quel “grande equivoco”

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Ne abbiamo scritto più e più volte, anche in questo Post: c’è un grande equivoco sui mercati che da settimane interessa la Federal Reserve e le sue scelte in futuro. Si fa una grande confusione (che genera poi confusione anche sui prezzi) su ciò che la Fed farà, e soprattutto sulle ragioni alla base di queste mosse future.

Lo avete visto, in un modo che più chiaro non poteva essere, nelle ultime otto sedute della Borsa di New York, dopo l’intervento di Powell di mercoledì 28 novembre.

Attenzione: è vero che sui mercati si è rivista, al ribasso, l’aspettativa per i futuri rialzi dei tassi ufficiali di interesse da parte della Fed. Così come è vero che il rendimento a scadenza dei Titoli di Stato USA è sceso, ed ha toccato soglie e livelli molto significativi, come potete vedere sotto, nel grafico.

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Però: attribuire questi movimenti di mercato ad un cambiamento di rotta, ad un cambiamento nella politica monetaria, è totalmente sbagliato

Sono altri, i fatti che hanno modificato le attese dei mercati, e stanno FUORI dalla Fed. E sta qui il grandissimo equivoco. Forse, potrebbe aiutare il fatto di riflettere maggiormente sul grafico qui sotto.

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A tutto questo, è poi necessario aggiungere (anche qui) l’effetto-Trump: effetto di breve durata, effetto che genera maggiore confusione, ma effetto che comunque muove i mercati. Trump, come sappiamo, è pronto a fare “qualsiasi cosa” pur di spingere la Borsa al rialzo: tanto che molti si domandano CHI ha ispirato il (commentatissimo) articolo di mercoledì scorso sul Wall Street Journal che (solo per mezza giornata però) ha “fatto cambiare direzione” alla Borsa di New York (immagine più in basso).

Finally, there is Trump, whose input into this process is certainly relevant, and since the President will do anything to push the market higher at any cost, one almost wonders if the new "Fed whisperer" at the WSJ, Nick Timiraos who has replaced Jon Hilsenrath, is conveing messages from the Marriner Eccles building, or wishful thinking from the White House.

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Come più autorevolmente fa la Fed, anche noi di Recce’d abbiamo un suggerimento pratico: i tweet metteteli da parte, non leggeteli neppure. Guardate solo ai fatti: come quelli che sono rappresentati qui sotto nel grafico.

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Per ciò che invece riguarda la politica monetaria, l’impostazione rimane quella di prima: che possiamo riassumere, in modo efficace, con le parole pronunciate solo un mese fa dal Governatore della Banca del Canada, Polosz, che vi riportiamo qui sotto.

Dentro ci trovate tutti gli elementi fondamentali della visione della BOC, ma pure della Fed, in questo momento. [Anche se, poi, va precisato che proprio nell’ultima settimana, appena conclusa, la BOC di Polosz ha RINVIATO al futuro il rialzo del costo del denaro].

Recent developments in global financial markets -- particularly rising long-term bond yields and volatile stock markets -- are a reflection of strong global economic fundamentals, not weak ones, according to Bank of Canada Governor Stephen Poloz.

In a speech on how to read recent “signals” from financial markets, Poloz played down interpretations that see recent movements -- such as flattening yield curve -- as evidence investors see the outlook as deteriorating.

Poloz instead said he believes a “more important signal” is the increase in higher long-term bond yields -- a reversal of a long-term downward trend -- which is consistent with the view the risk of deflation has been taken “off the table” and monetary policy is beginning to normalize in response to a world economy running close to capacity. Falling stock prices meanwhile are simply a reaction to that.

“These characteristics do not point to a gloomy economic outlook by any means -- rather, they are welcome symptoms of normalization,” Poloz said in a prepared text of a speech he’s giving to the Canada-U.K. Chamber of Commerce in London. “Investors can no longer expect yields to be suppressed by extraordinary monetary policies.

The speech is consistent with an overall optimistic view of the global and Canadian economies from a central banker who has raised policy rates five times since mid-2017, making the Bank of Canada one of the most aggressive in normalizing among advanced economies.

Poloz reiterated in his speech the Bank of Canada will need to rise to “a neutral stance.”

Mercati oggiValter Buffo