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Ciò che Recce'd può garantire ai suoi Clienti (parte 3)
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Il nostro lavoro garantisce ai Clienti una serie di risultati: sopra tutto, una qualità che non ha eguali sul nostro mercato dei servizi per chi investe, e risultati nella media migliori rispetto alla concorrenza. Ne abbiamo già scritto nei Post precedenti.

Se non possiamo garantire al Cliente di stare davanti a tutti ogni settimana oppure ogni mese, è perché l'incertezza condiziona in modo determinante l'attività di investimento. Resta però dimostrato che investendo sui fatti, anziché sulle mode o peggio sulle fantasie o sui grafici colorati, si ottengono risultati superiori. Non abbiamo dubbi sul fatto che sarà così anche questa volta.

Quando il grafico della più grande Borsa del Mondo assume la conformazione che vedete qui sopra, spariscono improvvisamente tutti i ... "fenomeni", tutti i coraggiosi senza paura, e tutti gli ottimisti senza limite. 

A causa del fatto che (come abbiamo già sottolineato) tutta l'industria tradizionale del risparmio è costruita sul presupposto di essere sempre e comunque LONG, allora in momenti come questi si ha l'impressione che nessuno sappia più che cosa dire, se non di "usare cautela".

Noi di Recce'd, come molti avranno già ben compreso, non abbiamo dubbi in questo preciso momento: sappiamo già come andrà a finire (non quando, ma come) e sappiamo anche quale sarà il primo mattone dell'edificio ad incrinarsi. Ne scriveremo da domani lunedì 7 fino a venerdì 11, in The Morning Brief, dedicato ai Clienti.

Ai nostri amici e lettori del Blog, suggeriamo di leggere con attenzione ciò che è documentato dal grafico che segue, e che si riferisce agli USA ma che parla in realtà dell'intera economia mondiale: la fase di crescita del Prodotto Interno ha fatto segnare proprio la settimana scorsa un dato importante, ovvero il secondo più lungo periodo senza che si sia registrata una recessione. 

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Notate bene ciò che viene spiegato dal grafico: perché non solo è la seconda fase di espansione più lunga di sempre, ma è anche la più lenta del dopoguerra. E perché, vi chiederete? Può aiutarvi l'esame del grafico che segue.

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Vedete che (ed il dato non è contestabile) nell'economia degli Stati Uniti si regista qualcosa che si potrebbe definire "crisi di produttività": che poi vuole dire che a parità di capitale e di lavoro impiegati nella produzione di merci e di servizi, si producono quantità minori.

E' questa la luce che ci illumina, che ci aiuta a capire quale sarà l'impatto sulla crescita della recente manovra fiscale di Trump, e che ci aiuta poi anche a leggere i dati che arrivano dalle economie di Europa e di Asia, Cina inclusa. Perché le tendenze sono le medesime.

Sui mercati, si investe così, almeno secondo Recce'd: guardando la realtà negli occhi. Aggiungendo un po' di intuito, e tanta pazienza, alla fine poi si vince sempre. In questo modo, siamo stati avanti a tutti dal 2007 al 2017.

E poi ... non si rimane azzittiti guardano quel grafico che vi abbiamo riportato qui in apertura.

Gestori per un giorno (parte 2)

La settimana appena conclusa, e quella che si aprirà lunedì 30 aprile, potrebbero forse essere le più importanti del 2018. E la loro importanza potrebbe andare anche molto oltre.

Cosa ce lo fa pensare? La grandissima confusione nei commenti che leggiamo. Il mercato, tutto intero (strategisti, gestori di portafoglio, commentatori, giornalisti, promotori finanziari e venditori vari) non sa veramente che dire, e quindi non sa che fare.

Noi di Recce'd abbiamo invece le idee molto chiare, su ciò che va fatto. Ai nostri Clienti, abbiamo chiarito da mesi sia la nostra visione delle cose, sia quali operazioni saranno da fare una volta che la situazione sui mercati si sbloccherà.

Perché è certo che si sbloccherà.

Ma torniamo al momento dei mercati, e proviamo di nuovo, come nel primo Post di questa serie, a calare i lettori nei panni di chi, come noi, fa il gestore di portafoglio per professione. E prendiamo ad esempio la seduta di venerdì 27 aprile, una seduta di Borsa che lascerà un segno.

Ecco qui di seguito il riassunto della concitata giornata di Borsa USA di venerdì 27 aprile 2018.

Fin dalla mattina di venerdì, era chiaro a tutti che NON si sarebbe vista la reazione che la maggior parte degli operatori si attendeva,

“Tech is on fire. AMD, Intel, Microsoft all pointing to strong tech spending. Google, Amazon and Facebook all had accelerating revenue trends, which is pretty sick for such huge companies. I mean, come on — that’s pretty nuts,” says Elazar Advisors’s Chaim Siegel, in emailed comments. But alas, Amazon may not be able to lift all boats this morning. Dow & S&P 500 futures were in the red, even as a historic handshake was taking place at the Korean DMZ today.

I colossi Tech hanno riportato meglio delle stime degli analisti: ma spesso i prezzi dei titoli invece di salire sono scesi. 

*  U.S. stock benchmarks closed out Friday little changed, and booked modest losses, as investors expressed muted enthusiasm following strong corporate results, even from some of the market’s biggest and most influential companies. Three large-capitalization internet and technology companies reported better-than-expected results, and while the stocks mostly gained in response, they ended well off their highs and the advances didn’t spark a broader rally. A tepid earnings report from energy giant Exxon Mobil, along with data indicating a decelerating rate of economic growth, also capped the buying mood.

*  Amazon  shares climbed 3.6% a day after the e-commerce giant reported a quarterly profit that more than doubled, and as it announced a 20% increase in Prime subscription prices. While Amazon hit an all-time intraday record of $1,638.10 in early trading, it closed off that high and below its closing record at $1,598.39. Microsoft Corp.  rose 1.7%, briefly touching its own intraday high at $97.90, after it released better-than-expected earnings and strong guidance. On the downside, Intel Corp.  fell 0.6% even as quarterly results and outlook beat Wall Street forecasts late Thursday. Intel was the latest notable stock to fall despite topping analyst forecasts, but Microsoft also ended below its intraday peak. Microsoft had risen as much as 3.9% while Intel rose as much as 5.2%. Both stocks are Dow components.

Moltissimi ... non ci potevano credere: e la paura si fiffonde. La sola certezza che rimane è che con l’80% delle Società USA che hanno già riportato, il rialzo della Borsa almeno fino ad oggi NON c’è stato.

So far this season, about 80% S&P 500 companies that have reported beat forecasts, but the better-than-expected results have often failed to lift individual share prices. “What we can say with fair conviction today is that earnings season so far, and we are now past the halfway point, has not served to brighten investor moods,” said James Meyer, chief investment officer at Tower Bridge Advisors.

C’è anche chi chiama in causa le tensioni sul commercio internazionale e le tariffe, e quindi la crescita economica.

*  Jack de Gan, chief investment officer at Harbor Advisory Corp., said that while GDP growth remained solid, it had been slow. “I’m worried there may have been an inflection point when Trump started to talk about trade and tariffs. If we start to see more trade tensions, then the idea of 3% growth goes out the window.”

Naturalmente, c’è chi sostiene che tutto è come prima, e non è cambiato nulla.

He was more sanguine on the earnings season, citing tech stocks and Amazon in particular. “These stocks continue to post extremely fast growth, and I think the story of the market being led by tech names is still intact. The FAANG group will make a recovery and should continue leading the market in the remainder of the year.”

Vedremo. Intanto, però crescono i dubbi. Ha scritto nel weekend John Authers sul Financial Times una serie di domande inquietanti:

Uncertainty is nothing new, particularly about the future. But it is rare for the present to be so hard to perceive as it is now.  (...)

On the face of it, the earnings for the first quarter of this year that companies have been announcing are superb and far ahead of the most optimistic expectations. The S&P 500 companies in the US are on course for an almost unfathomably good year-on-year increase of 24.6 per cent, according to Thomson Reuters. A month ago, brokers were braced for an increase of 18.5 per cent.

Last year’s tax cut, which took effect in the first quarter, explains some of this but these earnings are above and beyond. How can they coexist with Europe where (with fewer companies reporting so far), the Stoxx 500 is on course for a rise of only 0.7 per cent (an outright fall excluding energy companies). Most companies to report so far have managed to exceed expectations.

Earnings are what we buy when we buy shares. They are the “something we know not what” behind stock markets. So how did European stocks outperform US stocks this month? And how can US stocks still be down for the year? Either American investors are incredibly greedy or they disbelieve the numbers.

Il giornalista del Financial Times si addentra poi nell'analisi degli altri fattori: oltre agli utili, condizionano l'andamento delle Borse anche i tassi di interesse, il commercio internazionale, i cambi tra le valute, e così via. Conclude Authers (senza risolvere):

So how do we explain the failure of the dogs to bark? The bond market is plainly a source of concern, while the US market entered this earnings season overvalued. And a scare about stagflation — inflation plus stagnation — is afoot. How much sense does such a scare make?

In questo caso, noi di Recce'd siamo del tutto in sintonia con Authers ed il FT: anche noi abbiamo sostenuto (da mesi) che i mercati guardano e guarderanno più alla crescita di DOMANI che agli utili di OGGI. I portafogli dei Clienti sono già stati posizionati di conseguenza. E da oltre un anno chiamiamo all'evidenza anche il rischio di stagflazione citato da Authers sul Financial Times.

Provateci voi, amici lettori, a rispondere alla domanda qui sopra (in stile Sherlock Holmes): "perché il cane non ha abbaiato?".

E quindi che cosa devo fare con i miei investimenti domani?

Mercati oggiValter Buffo
Ciò che Recce'd può garantire ai suoi Clienti (parte 2)

Come già scritto nel primo Post, non siamo in grado di garantire i risultati futuri, e tanto meno "entro una certa data". Non siamo noi, a dare ordini ai mercati: noi non possiamo che seguirli, analizzarli e poi operare di conseguenza.

Ma noi, a differenza di molti altri, possiamo garantire ai nostri Clienti di sapere evitare certe trappole pericolosissime, grazie ad un metodo proprietario, disciplinato, e che ha dimostrato nell'arco di 11 anni di fornire risultati superiori alla media.

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Ad esempio: non diamo alcuna importanza ai trend, e non applichiamo il "buy the dip" (compra tutti i ribassi), che invece i media (quotidiani, settimanali, tv) e specialmente i media specializzati (come CNBC) spingono come se fosse una "ricetta magica" che garantisce risultati. L'articolo qui sopra è del 3 aprile 2018.

Noi non lo utilizziamo, e questo per i nostri Clienti è una garanzia: garantisce, se non i guadagni, almeno di non trovarsi coinvolti in autentiche fesserie, da cui poi non si sa più come uscire. Un esempio lo leggete qui sotto, ed è del 2 marzo 2018. Il contenuto è "firmato" JP Morgan,

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Ne scriviamo proprio oggi per una ragione precisa: la settimana conclusa ha offerto una lunga serie, molto significativa, di casi concreti che dimostrano che il "buy the dip" è ... morto, o almeno è molto malato. Per tutta la prossima settimana, a favore dei nostri Clienti, approfondiremo proprio questo argomento nella Sezione Analisi di The Morning Brief.

Leggiamo qui sotto che cosa si scriveva la sera del martedì 24 aprile dopo che Twitter ha comunicato i propri risultati trimestrali, migliori delle stime.

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Grazie all'immagine sotto, vedete come è andata a finire poche ore dopo: dopo che ha aperto la Borsa di New York.

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Pensate che Twitter sia stato un caso isolato? Tutto il contrario: ci sono stati episodi ben più clamorosi che leggerete la settimana prossima in The Morning Brief.

Mercati oggiValter Buffo
Quelli che non la pensano come noi (parte 4)

Abbiamo aperto questa serie di Post nel 2017, per illustrare ai nostri Lettori le posizioni di chi NON vede le cose come noi.

Un esempio, già preso in considerazione in precedenti occasioni, è il consulente americano Zacks: un nome molto conosciuto.

Ciò che è successo negli Stati Uniti, a proposito della Borsa nel 2018, secondo noi passerà alla storia, e si esaminerà ancora tra 10 anni: una mistura, pericolosissima, di nazionalismo economico ed euforia/psicosi collettiva.

Chi è stato bravo, è chi ha saputo starne fuori e controllare il rischio.

Torniamo a Zacks. Consulenti come Zacks, che si occupano in modo esclusivo di azionario, ovviamente hanno visto la situazione come la loro occasione della vita: e quindi ci hanno dato dentro, pompando senza sosta ogni giorno a più non posso. Legittimo, ma adesso il punto è come uscirne.

Leggiamo cosa scriveva Zacks, nelle parole originali, lunedì scorso 23 aprile 2018:

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Le annotazioni, ovviamente, sono di Recce'd e non di Zacks. Lasciamo come sempre a voi lettori il compito di farvi una opinione, e per aiutarvi andiamo a rileggere anche ciò che scriveva Zacks tre giorni dopo, giovedì 26 aprile.

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Il caso preso in esame è molto significativo: perché la delusione è stata bruciante per i cosiddetti "bulls", mercoledì, quando Caterpillar ha riportato utili doppi rispetto al previsto, ha aperto con un +5% sul giorno precedente ... ed ha chiuso poi la seduta in NEGATIVO. Zacks dice che è "nonsenso". E prosegue poi così:

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Come leggete qui sopra, quelli che la vedono diversamente da noi adesso hanno dei grossi problemi: perché è vero che la stagione degli utili è stata "fantastica", ma il mercato proprio NON si è mosso; perché loro dicono che si tratta di "molto rumore per nulla", ma diventa sempre più difficile da sostenere con i salari che crescono del 2,9% l'anno; e perché "il dato più recente" per la crescita dell'economia USA è uscito al 2,3%,

Come faranno, adesso, a spingere ancora come forsennati sull'azionario? Proseguiamo nella lettura dell'originale di giovedì 26 aprile.

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Ecco spiegato come fanno: "Ignorate i pessimisti, comperate ogni ribasso e comperate anche in fase di rialzo".

Zacks è un operatore nella consulenza finanziaria, e certamente non è tra i meno qualificati. Nel Mondo, ed in Italia, c'è molto di peggio.

Sarà sempre l'investitore finale a decidere, a dare il proprio giudizio: chi vuole essere gestito e gestire i propri investimenti in questo modo, trova tutto ciò che desidera a portata di click,  può accedere in pochi secondi. Buona fortuna.

Mercati oggiValter Buffo
Ciò che Recce'd può garantire ai suoi Clienti (parte 1)

Recce'd offre un innovativo servizio di supporto alla gestione del portafoglio investimenti via Web.

Pur avendo ottenuto, dal 2007 ad oggi, risultati in linea con le nostre aspettative, e con gli impegni presi con i Clienti, per ciò che riguarda il futuro non possiamo garantire ai Clienti rendimenti certi, oppure (peggio ancora) entro una certa data. Sarebbe non solo scorretto: sarebbe assurdo.

I rendimenti li deciderà sempre il mercato, e anche la nostra capacità di cogliere le opportunità, in quanto gestori.

Se non esistono opportunità VERE, se tutte le opportunità sono "fake" come e peggio delle "fake news" sui social networks, la nostra scelta è attendere opportunità di VALORE. Non ce ne siamo mai pentiti in passato, e siamo certi di vincere anche in questa fase di mercato. I risultati ci daranno ragione.

In Recce’d, investiamo i soldi (nostri e dei Clienti) sui mercati finanziari seguendo una disciplina molto rigida, e NON ci facciamo trascinare dalla emotività. Mai: neppure quando i mercati vanno in “euforia” come è stato nel 2017: siamo consapevoli che questa scelta genera stress per i Clienti, ma siamo altrettanto consapevoli che questa scelta genera rendimenti solidi, stabili e continuativi. Recce’d investe sul VALORE delle cose, non rincorre le mode né il “sentito dire” e non lo farà neppure in futuro, a costo di chiedere ancora pazienza ai propri Clienti. Recce’d investe sulle cose concrete e NON investe sulle fantasie (anche quando stanno scritte sui quotidiani oppure se le dice la TV).

Questo, ai Clienti, noi lo possiamo garantire: chi si affida a Recce'd non cade né cadrà mai nelle tante trappole che vengono preparare per i Clienti, gli investitori finali: e questo è un criterio di scelta vincente, anche se moltissimi investitori finali hanno la memoria corta, e non ricordano le lacrime versate, né ricordano di quando si sono sentiti "traditi", perché oggi son tutti emozionati e distratti dalle performances ... che ha fatto il vicino di casa che ha investito (furbone!) sui rialzi.

Purtroppo (per loro) molti investitori finali hanno verso i loro investimenti finanziari il medesimo atteggiamento che si vede a proposito dei terremoti: fino ad un minuto prima "perché preoccuparsi? il terremoto non c'è", e un minuto dopo, invece, tutti a disperarsi in televisione.

La nostra scelta di ritornare oggi su concetti che Recce'd ha già messo in evidenza in passato, in più occasioni, ha una ragione specifica. Questa settimana, e precisamente la giornata di giovedì 26 aprile, ci ha offerto un esempio molto concreto.

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Nella conferenza stampa che come sempre ha fatto seguito alla riunione della BCE, Draghi ha spiegato che "è necessario capire meglio le ragioni del rallentamento dell'economia": e come vedete sopra, i mercati hanno tradotto questa ed altre affermazioni in una indicazione operativa, ovvero in un allungamento dei tempi previsti per la chiusura della fase di "politica monetaria ultra-espansiva".

Per noi gestori di portafoglio, che cosa cambia? Secondo l'articolo del Financial Times che vi riportiamo qui sotto, che rappresenta molto bene quello che è un parere molto diffuso tra gli operatori, "bisogna mettere più rischio nei portafogli".

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"Le azioni in Europa non sono un buon affare, e sola speranza per chi punta sul rialzo delle azioni è l'atteggiamento della BCE", dice questo autorevole articolo.

A nostro giudizio, questa era, è sempre stata e resta anche oggi una sciocchezza colossale.

In questi stranissimi mesi ed anni che siano stati costretti ad attraversare insieme ai nostri Clienti, siamo costretti a leggere sciocchezze come questa, ovvero che la speranza per chi è LONG di azioni è che la BCE continui a pompare moneta. Ben sapendo, anche chi scrive questo tipo di articolo, che la BCE continua a pompare moneta perché l'economia PEGGIORA (grafico sotto) e perché la politica monetaria ultra-espansiva NON ha funzionato dopo cinque anni. Le cose peggiorano, e voi ... dovete mettere più azioni nei portafogli.

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Ripetiamo: questa è una sciocchezza, un gravissimo errore nella gestione degli investimenti.

Molti obbietteranno a questo punto che ... beh, fino ad oggi una politica di investimento di questo tipo ha funzionato. Chi ha investito "seguendo il branco" ha vinto. Noi rispondiamo, con la massima chiarezza, che non si tratta di una vittoria, ma solo di una illusione, di un bluff, e comunque di un errore gestionale.

Moltissimi investitori confondono i guadagni con le illusioni: nella gestione del portafoglio si è di fonte ad un guadagno solo se si è investito in qualche cosa che ha manifestato un VALORE (non un PREZZO) più grande, rispetto ai prezzi di carico. I prezzi sui mercati cambiano velocemente: se il valore non esiste, i cosiddetti guadagni potrebbero sempre scomparire, anche da un giorno all'altro, anche da una settimana all'altra. 

Oggi i mercati sono quelli che vedete, gonfiati ed isterici al rialzo, soltanto per una ragione: la gran parte degli investitori è stata convinta a prendere rischi pazzeschi, rischi che questi investitori NON hanno capito. Un fatto che si è verificato molte volte negli ultimi 20 anni, e che presto sarà evidente a tutti. Con conseguenze forse drammatiche, come avte visto tutti in passato.

Torniamo, in chiusura di questo Post, a Draghi, e a quello che, a nostro giudizio è un prolungato ... bluff da pokerista: la sola analisi delle sue mosse che, a nostro giudizio, aiuta a capire come davvero funzionano le cose è quella che leggete qui sotto.

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L'idea di un ciclo di tre anni, che dopo il 2008 si è ripetuto tre volte, calza perfettamente sulla realtà:

  1. Draghi anno 1: "ecco, questo risolve il problema"
  2. Draghi anno 2: "andrà tutto bene"
  3. Draghi anno 3: "no, non funziona"

Il grafico che chiude il Post ricostruisce i fatti. Ecco, noi possiamo garantire ai Clienti questo: che con noi non cadranno mai in trappole, pericolosissime, come questa.

Augurandoci che un numero sempre maggiore di investitori riconosca che che rendersi conto della crisi solo quando la crisi è già in atto, è la cosa più inutile che esista.

Meglio metterci un po', ovvero tanta, pazienza, che cascarci dentro di nuovo con tutti e due i piedi, no?

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Mercati oggiValter Buffo