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E' tutto come prima? Oppure è cambiato tutto? (parte 3)

Nel primo Post di questa serie, vi abbiamo parlato del mercato azionario. Nel secondo Post della serie, del mercato obbligazionario. Entrambi i comparti, a nostro parere, sono cambiati in modo drammatico nelle ultime settimane: e non siamo i soli a pensarlo.

C'è però chi dice "i prezzi di azioni ed obbligazioni restano, anche oggi, molto vicini ai massimi di ogni tempo". Ed è vero. 

Assistiamo ad una guerra violenta ed aperta su tutti i fronti:, quello economico, quello politico, e quello militare. Il rischio è ai livelli massimi che noi ricordiamo. Il contrasto tra questa situazione, di aperto conflitto in ogni ambito, e i prezzi sui mercati finanziari, ai massimi sia per le azioni sia per le obbligazioni, è enorme e senza precedenti. la causa: l'atteggiamento ultra-benigno delle banche centrali: persino della Fed, che tiene ancora il costo del denaro SOTTO quello dell'inflazione.

Come dicevamo sopra, però, questa sorta di "supporto artificiale" oggi non basta più, per calmare le acque: e lo avete visto tutti. Per questo, Citigroup scrive che "è morto FOMO".

To Citi, the equity part of the debate is relatively clear: there won't be a resolution for a while, as much of the recent pent up euphoria has fizzled and will need months to be rebuilt:

With regard to stocks, we believe the market needs time. If we take a look at relatively recent previous equity corrections that have occurred in this cycle, it seems that it can take several months of indeterminate price action until the rally continues.

An explanation for this is that when the ‘going is good’, there are lower VaR constraints, lower margin requirements and generally increasing leverage. This is until a small shock causes these constraints to tighten, forcing investors to liquidate, increasing volatility and tightening these constraints further. Unfortunately, it may take a while for risk limits to reset, particularly for those that bought when the RSI flashed +80 (RIP FOMO?).

E questo spiega il momento, precario e fragile, dei mercati azionari. Il problema di oggi è che la situazione sui mercati delle obbligazioni è anche peggiore, a cominciare proprio dal mercato che è il più grande del Mondo, quello dei Titoli USA:

Finally, what about the broader credit market in terms of duration/overall direction? Here, as the CBO reminded us last week, net treasury supply is set to double to just shy of $1 trillion, a transition which - all else equal - should send yields sharply higher (of course, all else will not be equal if a global deflationary scare is unleashed). This to Citi represents "a massive problem" as the market has already priced in all of this, and any moves from this point out will be extremely violent, to wit:

Treasury supply (net) is set to double from circa $400bn to $800bn. At the top of the cycle, this is going to push real yields higher (Figure 9). Especially with reduced flows from the EA and Japan. But there is a massive problem. The market knows this and holds a massive duration short.

In other words, the market is poised at a very precarious (dis)equilibrium: on one hand bond traders are certain that yields will keep rising; on the other the recent sharp reversal in economic conditions threatens to flush the record short overhang, resulting in a plunge in yields, potentially as low as 2% and massive P&L losses for the spec community. 

This is something Merrill Lynch noted two weeks ago, when observing the recent dramatic inflows into Treasury funds, which suggest that a move in yields back to 2% is just a matter of time, or as BofA's Michael Hartnett said, these Treasury inflows "are the most visible expression of positioning for risk-off to date."

 

Mercati oggiValter Buffo
Treni che arrivano con grande ritardo (parte 4)

Nel Post precedente, abbiamo riportato le frasi recentissime di Morgan Stanley. prima, era stata la volta di Deutsche Bank. Ora, vediamo cosa dice Citigroup.

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Non deve stupire il fatto che 1) si muovono tutte insieme e che 2) si muovono tutte nella medesima direzione. Non sono cambiati i fatti dell'economia: sono, più semplicemente, cambiati gli umori dei loro Clienti.

Non deve stupire neppure il fatto che gli indici di "sorpresa economica" (sotto) sono precipitati sotto zero in poco tempo: purtroppo, negli anni, è cresciuto il peso degli "indicatori di sentimento" come i PMI, che ripetiamolo ancora una volta NON sono supportati da fatti reali.

La spirale quindi è questa: cambia l'umore sui mercati, ed allora cambia l'umore di chi risponde ai sondaggi, ed allora scendono gli indici come i PMI, ed allora peggiora ancora l'umore sui mercati. E così via. Questi sono, oggi, i mercati finanziari.

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Mercati oggiValter Buffo
Treni che arrivano in grande ritardo (parte 3)
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Anche la stampa specializzata (ed autorevole) come ad esempio il Financial Times del 15 aprile 2018, deve necessariamente adeguarsi al fatto che ... il vento è cambiato. E scegliere titoli come meno enfasi (e più dubbi).

Ciò che davvero fa sorridere è che, se avete fatto attenzione, la stagione del "boom economico globale" è durata più o meno sei mesi,  e NON ha per ora lasciato ALCUNA TRACCIA nei dati reali.

Per sei mesi, banche di investimento, tv, e quotidiani hanno scritto di un boom economico che però ... NON c'è mai stato.

Mercati oggiValter Buffo
Treni che arrivano in grande ritardo (parte 2)
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Nel primo Post di questa serie abbiamo spiegato con la massima chiarezza che NON cerchiamo rivincite: segnaliamo invece, a chi investe, che Morgan Stanley solo pochi mesi fa NON scriveva di "mercati che sono andati molto oltre le economie reali", e neppure scriveva di "bear market che potrebbe essere già iniziato".

La sola ragione, il solo obbiettivo, per il quale le grandi banche globali adesso hanno cambiato registro, è di non fare "innervosire" (dovremmo forse scrivere inca**are) il loro Clienti più importanti, i Fondi Comuni di Investimento, continuando a scrivere di comperare comperare, comperare anche quando i mercati sono ... barcollanti.

Insomma, lo scopo è solo quello di "coprirsi le spalle": della analisi, quella vera, delle valutazioni, ed in fine dei conti anche di dove vanno i mercati, a questi signori importa NULLA.

L'investitore finale, ed in particolare quello che è investito oggi nei famigerati Portafogli MultiManager con i Fondi Comuni di Morgan Stanley e di tutte le altre (da Deutsche Bank a Goldman Sachs, passando magari per nomi più esotici come Carmignac e Credit Agricole), deve assolutamente rendersi conto di come questo tipo di meccanismi di vendita è destinato a creare SEMPRE effetti a catena, vere e proprie spirali. prima al rialzo, e poi al ribasso.

Mercati oggiValter Buffo
E' tutto come prima? Oppure è cambiato tutto? (parte 2)
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Se davvero c'è la crescita economica globale e se davvero negli Stati Uniti c'è la ragionevole aspettativa di superare il 3% all'anno. Se davvero l'inflazione torna ai suoi livelli "naturali". Se davvero l'occupazione continua a salire. Se davvero va tutto bene, bene che meglio non si potrebbe.

Se tutto questo è vero, perché la differenza tra in rendimenti a breve termine (2 anni oppure 5 anni) e quelli a lungo termine (10 oppure 30 anni) sta ai minimi dalla Crisi del 2008?

Un segnale che, secondo la grande maggioranza degli analisti ed operatori di mercato va associato ad una fase di recessione economica come può essere spiegato?

Come sempre, vi suggeriamo: fatevi delle domande. E rivedete subito (immediatamente) i vostri portafogli.

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