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Cosa diavolo è la "narrativa" (parte 6)

Proprio ieri, il Financial Times ha pubblicato un articolo che lega il tema della "narrativa" alla forte tensione che si vede in Borsa.

Abbiamo deciso di riproporvelo, naturalmente NON per intero ma solo con alcuni brani che noi abbiamo selezionato per voi (come facciamo spesso lasciandolo in lingua originale) perché può essere utile per i nostri lettori avere un accesso diretto a ciò di cui si discute sui mercati finanziari, per definire quali sono i "temi caldissimi".


What exactly is the story? As I recounted recently, markets ride on narratives.

For a while the presiding narrative has been either MAGA (Make America Great Again) or Goldilocks (the economy that is not too hot and not too cold). This week was supposed be the story of The Businessman at the Fed, as Jay Powell made his debut meeting at the Federal Open Market Committee. It has not quite worked out that way. Instead, Mr Powell’s debut left virtually everyone somewhat nonplussed, with a marginal majority (judging by the market reaction) feeling that he had not been quite as hawkish as had been feared. I still tend to think that he was more of a hawk than others believe. But that turns out not be the story.

Instead, Thursday brought us some very disappointing "flash" ISM manufacturing surveys from Europe — those for Germany, France, and the broader eurozone, all fell. The belated apology by Facebook’s chief executive Mark Zuckerberg was widely felt not to have done enough to assuage the pressure on the company, as more revelations appeared, and he appeared to accept the prospect of higher regulation. The day also featured a much trailed White House announcement on tariffs to counter alleged Chinese abuse of intellectual property, amounting to potentially $60bn. And it featured the resignation of the president’s personal lawyer, and — after the market closed — the announcement that the famously hawkish John Bolton would replace the soldier-scholar General HR McMaster as President Donald Trump’s national security adviser.

It is always worth breaking down what is going on in markets into narratives. Some of the work going into this is fascinating (...). 

Disentangling the various narratives in today’s market, it seems we need to be far more cautious about "Synchronised Global Recovery" in the light of the disappointing economic numbers. "Revenge Against the Nerds" or Extraction of the Fangs" or "Downfall of the Monopolists" or whatever other label you want to put on the travails of Facebook, is going well. "Watergate II" or "White House in Chaos" receive a strong boost, aided by the wishful thinking of many, as does the narrative of "Nuclear Confrontation" as the president assembles a team far more likely to encourage him to take an aggressive stance with Iran and North Korea. Most clearly, the narrative that had recently taken over as fund managers’ most feared tail risk, according to BofA Merrill Lynch, "Trade War" received a great boost. (...)

In short, it is not clear exactly what the story is, but when there are so many narratives to choose from, and all of them imply bad things for the market in the short term, it should not be at all surprising that the market had a bad day. As Rich Bernstein of Richard Bernstein Associates put it, it was a "uniquely toxic cocktail" (which itself sounds like the title of another good story). All of these negative narratives tended to reinforce each other. (...)

So, the irritating market cliché that markets hate nothing more than uncertainty itself turns out to be true again. For now, at any rate, the new order for the market, and the prevailing narrative, appears to be Confusion

Mercati oggiValter Buffo
Cosa diavolo è la "narrativa"? (parte 5)
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Proprio all'inizio del mese di marzo, nel nostro Blog, abbiamo introdotto il tema della narrativa, e a quel primo Post ne seguirono poi altri quattro.

Il tema è diventato di massima attualità negli ultimi gionri, tanto che sono moltissimi i commenti e le analisi che oggi segnalano che "è cambiata la narrativa": in particolare, sulla crescita economica.

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La situazione è cambiata: solo un mese fa, le banche di investimento e le Reti di promotori spingevano i Clienti all'investimento azionario puntando su una crescita economica "boom" in Europa e "superiore al 3%" negli Stati Uniti. Oggi, come vedete sotto, le banche di investimento temono al contrario che "la crescita potrebbe CALARE molto più di quanto il consenso oggi prevede". Una svolta a 180 gradi.

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C'è stato anche un tentativo, quindici giorni fa (al quale parecchi hanno abboccato) di ritirare fuori dai cassetti la "narrativa di Goldilocks", e rilanciare così il rally della Borsa di New York facendo leva su quei (poveri) investitori individuali che hanno "paura di restare fuori" (FOMO), che si spaventano pensando a "quanto avrei potuto guadagnare", che guardano con invidia "che cosa ha guadagnato il mio amico".

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Quel tentativo è durato poco: meno di una settimana. Una "narrativa" che non funziona più.

Ma non si parla di "narrativa" solo con riferimento alla crescita economica. Un secondo, forte esempio di "narrativa" che sta cambiando riguarda il "buy the dip", il "comperare la Borsa sui ribassi". Fino a un mese fa, era la Moda del momento, oggi al contrario è diventato quasi ... un insulto, buono solo per i fessi.

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Mercati oggiValter Buffo
Una storia importante (parte 2)

Tra lunedì 19 e venerdì 23, per in nostri Clienti in The Morning Brief abbiamo analizzato un tema che (per ora) non sta sulle prime pagine dei quotidiani, ed al quale sette giorni fa Recce'd aveva dedicato un primo Post. Parliamo del violento allargamento della differenza tra il tasso Libor in dollari USA ed il tasso OIS sempre sul dollaro USA, come spiegavamo in quel primo Post.

Nel corso dell'ultima settimana, si sono poi manifestate alcune delle (prime?) conseguenze pratiche: in particolaree, a nostro giudizio l'allargamento dello spread tra tasso Libor e tasso OIS ha pesato in modo negativo sui prezzi dei titoli bancari in Borsa.

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Come vedete nel grafico qui sopra, la settimana appena conclusa è stata la peggiore per l'indice delle banche USA degli ultimi due anni: e questo fatto diventa clamoroso, se lo accostate al fatto che Trump ha appena approvato la riforma, in chiave meno restrittiva, della Legge Dodd Frank, così come richiesto da molti anni da tutti i vertici delle grandi e grandissime banche USA.

E in Europa, per le banche NON è andata meglio: lo vedete nel grafico sotto.

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Mercati oggiValter Buffo
Un lunedì nero? (parte 1)
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Mettiamo subito in chiaro: in Recce'd, ci importa pochissimo di anticipare un eventuale "lunedì nero". I nostri Clienti sano benissimo che la nostra gestione di portafoglio NON è e non sarà mai impostata in quel modo. Non scommettiamo sui miracoli: per quello, c'è la Sisal.

Ci colpisce però che se ne parli così tanto sui mercati finanziari.

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La colpa di queste funeste profezie è quella riga gialla che vedete qui sopra, ovvero la media mobile a 200 giorni dell'indice S&P 500, che poi è il livello al quale lo stesso indice ha chiuso ieri sera, venerdì 23 marzo 2018.

Da qui il panico: se si rompesse quel supporto tecnico, ci sarebbe poi uno sprofondo? Una caduta verticale?

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Le ragioni per le quali questo tema ci appassiona poco sono due. la prima è che i nostri portafogli sono messi bene: nel senso che questo tipo di rischio lo avevamo anticipato, e NON ci coglierebbe di sorpresa. La seconda ragione è che la nostra gestione di portafoglio si propone come obbiettivo di produrre risultati consistenti (ovvero: il più possibile regolari nel tempo) NON di settimana in settimana, e NEPPURE di mese in mese. 

Quindi, per questa ragione, noi in Recce'd NON passeremo il fine settimana a chiederci se la Borsa di New York potrà perdere il 5% oppure il 10% lunedì: ci concentreremo, come sempre, sulle valutazioni, sul capire quanto VALORE c'è oggi in quella Borsa e nelle altre Borse, e quindi dove potrebbero andare nei prossimi mesi.

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Lasciamo ad occuparsi della "media a 200 giorni" quelli che hanno poco da fare: noi siamo alle prese con variabili come crescita economica, inflazione, utili e costo del denaro. Lavoro che, per i nostri Clienti, è garanzia di risultati migliori rispetto alla media sul mercato. 

Chiudiamo con una domanda: ma se adesso, per tutti o quasi tutti, è possibile il "lunedì nero", allora perché un mese fa tutti spingevano gli investitori a comperare la Borsa? Che è la stessa Borsa? Nello stesso contesto economico?

Mercati oggiValter Buffo
Qualche suggerimento pratico (parte 5)
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Vi sembra possibile? Errori ne fanno tutti, è vero: ma come possono tutti fare LO STESSO, IDENTICO errore, e nello stesso momento?

Come possono tutti, tutte le banche di investimento, e tutti i promotori e "falsi consulenti", predicare il boom economico in Europa a gennaio, e poi tutti insieme, cambiare opinione qualche settimana dopo?

E voi, Clienti finali: come fate, tutti o quasi tutti, a cascarci sempre?

Come è possibile che ancora oggi la maggioranza dei Clienti finali ricada sempre nella medesima trappola commerciale?

Come fanno quegli investitori a fidarsi sempre delle medesime persone, delle medesime frasi che "va tutto alla grande", delle solite valutazioni grossolane, tipo "ho sentito dire che ..."?

Come fanno, quegli investitori, a non capire che la sola differenza che conta, la differenza fondamentale, l'unica differenza, è: 

  1. tra chi vi DEVE VENDERE qualche cosa (Fondi Comuni, polizze, certificati ed altre robacce) e
  2. chi, come noi in Recce'd, NON HA E NON VUOLE VENDERE NULLA, non ha nessuno secondo scopo, non ha nessuna retrocessione, non ha nessun interesse nascosto, e si occupa solo ed unicamente dei risultati dei Clienti?
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Mercati oggiValter Buffo