Un lunedì nero? (parte 1)
Mettiamo subito in chiaro: in Recce'd, ci importa pochissimo di anticipare un eventuale "lunedì nero". I nostri Clienti sano benissimo che la nostra gestione di portafoglio NON è e non sarà mai impostata in quel modo. Non scommettiamo sui miracoli: per quello, c'è la Sisal.
Ci colpisce però che se ne parli così tanto sui mercati finanziari.
La colpa di queste funeste profezie è quella riga gialla che vedete qui sopra, ovvero la media mobile a 200 giorni dell'indice S&P 500, che poi è il livello al quale lo stesso indice ha chiuso ieri sera, venerdì 23 marzo 2018.
Da qui il panico: se si rompesse quel supporto tecnico, ci sarebbe poi uno sprofondo? Una caduta verticale?
Le ragioni per le quali questo tema ci appassiona poco sono due. la prima è che i nostri portafogli sono messi bene: nel senso che questo tipo di rischio lo avevamo anticipato, e NON ci coglierebbe di sorpresa. La seconda ragione è che la nostra gestione di portafoglio si propone come obbiettivo di produrre risultati consistenti (ovvero: il più possibile regolari nel tempo) NON di settimana in settimana, e NEPPURE di mese in mese.
Quindi, per questa ragione, noi in Recce'd NON passeremo il fine settimana a chiederci se la Borsa di New York potrà perdere il 5% oppure il 10% lunedì: ci concentreremo, come sempre, sulle valutazioni, sul capire quanto VALORE c'è oggi in quella Borsa e nelle altre Borse, e quindi dove potrebbero andare nei prossimi mesi.
Lasciamo ad occuparsi della "media a 200 giorni" quelli che hanno poco da fare: noi siamo alle prese con variabili come crescita economica, inflazione, utili e costo del denaro. Lavoro che, per i nostri Clienti, è garanzia di risultati migliori rispetto alla media sul mercato.
Chiudiamo con una domanda: ma se adesso, per tutti o quasi tutti, è possibile il "lunedì nero", allora perché un mese fa tutti spingevano gli investitori a comperare la Borsa? Che è la stessa Borsa? Nello stesso contesto economico?