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Uno sguardo al 2017 (parte 5): e voi, che risultati farete?

La domanda di oggi è: quando guardate il vostro portafoglio titoli (e Fondi, eventualmente) siete in grado di capire perché è fatto come è fatto? Avete fatto voi quelle scelte? Oppure chi vi ha consigliato? Che analisi, che valutazioni avete fatto? Che criteri di scelta avete applicato? Che dati avete utilizzato? Quale strategia di investimento?

Siete andati a spanne? Ahi ahi ahi.

Scelta molto rischiosa, in un mercato dove potrebbe accadere di tutto in pochi mesi: perché il 2017 sarà un anno senza rete, senza protezione. Vedremo chi vince e chi perde, e lo vedremo in modo drammatico.

Ora la domanda è: voi di chi vi fidate? Facciamo un esempio molto concreto: nella tabella in alto (prima delle due colonne) leggete gli obbiettivi per il 2017 delle "grandi banche di investimento". Vi fidate, o non vi fidate?

Per i nostri Clienti, abbiamo prodotto nelle due settimane precedenti all'ultima del 2016 una analisi molto dettagliata di queste previsioni, di questi target, utilizzando sia i dati per il 2017 sia le previsioni di 12 mesi fa, quelle per il 2016. Con risultati molto utili sul piano dell'operatività, che abbiamo pubblicato per due settimane sul nostro The Morning Brief: che vi dimostrano che si fanno risultati andando CONTRO questo tipo di impostazione, di "consenso", andando CONTRO JP Morgan e Goldman Sachs.

Un piccolo frammento di quel lavoro lo potete rivedere nella tabella sopra, e precisamente nella seconda delle due colonne: quelle erano le previsioni dei medesimi "strategisti" a fine febbraio 2016. Beh ... mica male, tutte sbagliate per difetto. Tutte tranne una. Curioso: in termini probabilistici, uno si aspetterebbe una distribuzione normale "a campana" intorno alla media.

Ma qui non c'è nulla di "normale", questa non è una distribuzione "casuale" ma solo una serie di messaggi commerciali. Per questo, il fatto di stare sempre "allineati e coperti", o meglio "al riparo nel gregge", è un tratto caratteristico di questi soggetti che si pretendono "strategisti", e delle banche che a loro pagano il bonus a fine anno.

Proprio quest'anno abbiamo poi toccato il massimo storico di "greggitudine", nel senso che la differenza tra la previsione più ottimistica e quella più prudente è ai minimi di ogni tempo, come racconta il grafico in basso.

Noi di Recce'd da anni scriviamo invece che questi esercizi sono inutili, sono fatti per puri scopi di comunicazione commerciale, in termini di analisi dei mercati valgono quanto una pubblicità in tv dei biscotti o dei pannolini.

Ma oggi vogliamo con voi prendere questi target per una volta sul serio: e partiamo quindi dai numeri della tabella. Dunque, il "consenso" prevede per il 2017 un rialzo dell'indice S&P 500 del 4% a dicembre, e tutti sappiamo che se l'America fa +4% è già tanto se l'Europa sta a galla. Il medesimo "consenso" prevede che sulle obbligazioni perderete soldi. Totale: il vostro bel portafoglio "bilanciato per il lungo termine" se va tutto benissimo pareggia, finisce dalle parti di zero. E sono due anni che investire così vi fa perdere soldi.

Sono questi, i vostri consulenti? Qualcuno che viene da Goldman Sachs, JP Morgan o Credit Suisse? Oppure: i vostri Consulenti si lasciano guidare da queste previsioni, e vi raccontano "che cosa dice UBS, Morgan Stanley, Merrill Lynch"? E leggono queste cosiddette "ricerche"? O peggio ancora, vi siete fatti incastrate da un "Fondo Selection" che investe direttamente nei Fondi di queste cosiddette "grandi banche"? Allora dovete pensare che guadagnerete nulla per il terzo anno consecutivo, pagherete commissioni al 3-5% per il terzo anno consecutivo, e se poi qualcosa va male, be in quel caso "sono stati i mercati, chi poteva prevederlo?".

Davvero vi sta bene così?

Mercati oggiValter Buffo
Uno sguardo al 2017 (parte 4): come fare risultati nel 2017

Chi ha la pazienza di leggere con regolarità il nostro Blog, ha appena chiuso la lunga serie di Post dedicati alla Banca MPS (sono sei): come è scritto nel primo di questi Post, non facciamo né faremo operatività su questontitoli, e neppure sulle sue obbligazioni, trattandosi di strumenti marginali ed illiquidi.

I nostri risultati (più del 10% nel 2016 per la strategia RNI, che veniva dal 7,45% del 2015, dal 7,85% del 2014, e così via) hanno nulla di nulla a che vedere con vicende come MPS, né con le persone, le strategie, gli ateggiamenti di chi ruota intorno a quel mondo.

Recce'd ha mostrato nel modo più concreto, ai propri Clienti, che è possibile isolare del tutto i propri portafogli da rischi come MPS (ed anche la stessa l'Italia: una piccola Provincia del Mondo) ed allo stesso tempo produrre a favore dei Cleinti risultati che proprio in Italia sono tra i migliori di tutto il settore del risparmio.

La nostra attenzione rimarrà, per intero, rivolta al Mondo e non alla Provincia, ai dati piuttosto che alle voci sussurrate nei corridoi, al mercato piuttosto che alle logiche di bottega ("vedi quasto, vendi quello" o peggio "investi per il lungo termine") delle quali sono schiavi purtroppo una grande parte degli operatori di questo settore in Italia.

Grazie a questa impostazione, i nostri Clienti ricevo un servizio che, a tutto oggi, in Italia non ha termini di paragone. E' possibile, noi lo abbiamo fatto e lo faremo ancora: ventite a vedere come.

Mercati oggiValter Buffo
Il disastro del Monte dei Paschi (parte 6): le banche italiane ed il Mondo

Sui mezzi di informazione in Italia è del tutto mancata l'attenzione per le vicende della scorsa settimana che hanno viste protagoniste due delle più grandi banche in Europa e nel Mondo, ovvero Credit Suisse e Deutsche Bank.

Due banche globali, molto attive in Italia nel settore del risparmio. Due banche che in Italia hanno molti Clienti, tra i quali alcuni che neppure sanno delle attività delinquenti di queste banche e delle sanzioni subite.

Negli Stati Uniti, le Autorità di Vigilanza hanno chiarito il ruolo delinquente di queste due Istituzioni nella vicenda delle obbligazioni vendute al pubblico negli Stati Uniti e legate ai mutui ipotecari, e le hanno sanzionate per importi (ognuna) che sono, di fatto, equivalenti a quei 7 miliardi di euro che lo Stato affiderà al Consiglio di Amministrazione di Banca MPS.

Recce'd vi ha da anni messo in evidenz ail declino, inarrestabile delle "grandi banche globali", che come vi abbiamo documentato sono di fatto costrette ad attività illegali ai danno dei loro Clienti dal fallimento del loro stesso modello di business.

Oggi la somiglianza dell'importo che lo Stato americano ottiene dalle due banche (7 miliardi da Deutsche, e 5 da Credit Suisse) per autorizzarle ad operare ancora, e quello che lo Stato italiano vera a fondo perduto nelle tasche del Consiglio di Monte dei Paschi è un simbolo. Il simbolo non controvertibile della deriva del sistema economico in Italia, una deriva verso il nulla.

Mercati oggiValter Buffo
Il disastro del Monte dei Paschi (parte 5): l'Italia cambia strada

Il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena non serve certo a tutelare gli interessi dei risparmiatori, né quelli del settore bancario italiano, che invece sprofonda così ancora di più nei problemi di ricattabilità da parte del mondo politico che lo hanno porattao all'attuale disastro.

Il salvataggio di MPS è quindi in linea con la tradizione nazionale, ma costituisce al tempo stesso un punto di svolta, ed una svolta che non sarà reversibile. L'Italia ha appena compiuto una svolta autarchica, di protezione ottusa dello "interesse nazionale" che poi si traduce (come ad esempio in Paesi Emergenti, tipo la Turchia oppure la Thailandia) in una mossa a protezione dello status quo e dei rapporti di forza in essere. Una mossa di debolezza, di ripiegamento su sé stessi, di chiusura al Mondo.

Alcuni lettori obbietteranno che siamo ancora parte della Unione Europea: vero, ma attenzione, perchè abbiamo appena rotto le regole, e per questo (anche se i quotidiani non ve lo dicono) ci sarà un prezzo da pagare, già nel corso del 2017: e noi vi anticipaimo quale sarà il prezzo.

L'Italia dovrà accettare una delle tre seguenti soluzioni alla situazione che ha creato con questa ultima forzatura:

  1. una limitazione esplicita della sovranità nazionale in ambito finanziario, così come si fa già oggi per la Grecia (Troika)
  2. una Europa "a due velocità" con l'Italia estromessa, ovvero in serie B
  3. una rottura con l'Unione, guidata dai Partiti anti-euro italiani

Se qualcuno vi dicesse che occorrono anni per cambiamenti del genere, vi sta mentendo: in primavera ci saranno le Presidenziali in Francia, in autunno le Politiche in Germania. Stiamo parlando, in pratica, di poche settimane: tutto può accadere, ed il processo ormai si è messo in moto. In parole povere: ci siamo fregati da soli, pensando di fare la furbata.

Mercati oggiValter Buffo
Il disastro del Monte dei Paschi di Siena (parte 4): quante cose si possono fare con 7 miliardi di euro

Provate a pensarci: se si avevano a disposizione 7 miliardi di euro, quante cose si sarebbero potute fare, senza arrivare alla sera del 22 dicembre 2016 con l'affanno ed il rischio di panico tra i risparmiatori? E per quali ragioni non sonos state fatte?

Un piccolo esempio concreto per cominciare: perché lo Stato non ha dato i 7 miliardi al Fondo Atlante al momento della sua creazione?

Risposta: "perché c'erano i vincoli europei sui salvataggi pubblici". AH! bene: ma quando sono stati rimossi questi vincoli europei? perché in Recce'd la notizia non è arrivata: e neppure ai giornali (che furbescamente non ne parlano). E se i vincoli ci sono ancora oggi, allora questo vuole dire che ...

Ma lasciamo da parte il Fondo Atlante, una piccola storia perdente nata male e finita peggio, (nonostante tutti quegli articoli di commento sui quotidiani che strillavano "Un passo nella direzione giusta"), e passiamo adomande molto più importanti.

Con 7 miliardi a disposizone, si poteva ad esempio:

  1. salvaguardare per intero gli obbligazionisti
  2. remunerare tutti i dipendenti ed i collaboratori con un sostegno finanziario adeguato nel caso in cui si rendesse necessaria la loro ricollocazione
  3. e chiudere finalmente un'azienda malata e senza alcuna prospettiva di sviluppo, attraverso lo smembramento delle varie parti, ovvero vendone le parti che conservano un valore di avviamento ad altre banche (magari estere), e azzerando le altre

A chi conviene quindi una soluzione che prolunga l'agonia? Chi aveva davvero interesse a vedere un nuovo capitolo di una storia che ha generato un baratro di decine di miliardi di euro di perdite?

Non ai risparmiatori, questo è certo, e neppure ai dipendenti e collaboratori, che si ritrovano in trappola: ma conveniva a tutti quelli che con questa Banca "ci fanno affari", ci hanno fatto affari in passato, e continueranno in futuro con il beneplacito sia dell Stato sia delle Autorità del settore. Loro sono quelli i cui interessi saranno protetti con i 7 miliardi di nuovo debito pubblico: altro che "Salvarisparmio", questo è il decreto "Salva-amici-degli-amici".

Mercati oggiValter Buffo