Il disastro del Monte dei Paschi (parte 5): l'Italia cambia strada
Il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena non serve certo a tutelare gli interessi dei risparmiatori, né quelli del settore bancario italiano, che invece sprofonda così ancora di più nei problemi di ricattabilità da parte del mondo politico che lo hanno porattao all'attuale disastro.
Il salvataggio di MPS è quindi in linea con la tradizione nazionale, ma costituisce al tempo stesso un punto di svolta, ed una svolta che non sarà reversibile. L'Italia ha appena compiuto una svolta autarchica, di protezione ottusa dello "interesse nazionale" che poi si traduce (come ad esempio in Paesi Emergenti, tipo la Turchia oppure la Thailandia) in una mossa a protezione dello status quo e dei rapporti di forza in essere. Una mossa di debolezza, di ripiegamento su sé stessi, di chiusura al Mondo.
Alcuni lettori obbietteranno che siamo ancora parte della Unione Europea: vero, ma attenzione, perchè abbiamo appena rotto le regole, e per questo (anche se i quotidiani non ve lo dicono) ci sarà un prezzo da pagare, già nel corso del 2017: e noi vi anticipaimo quale sarà il prezzo.
L'Italia dovrà accettare una delle tre seguenti soluzioni alla situazione che ha creato con questa ultima forzatura:
- una limitazione esplicita della sovranità nazionale in ambito finanziario, così come si fa già oggi per la Grecia (Troika)
- una Europa "a due velocità" con l'Italia estromessa, ovvero in serie B
- una rottura con l'Unione, guidata dai Partiti anti-euro italiani
Se qualcuno vi dicesse che occorrono anni per cambiamenti del genere, vi sta mentendo: in primavera ci saranno le Presidenziali in Francia, in autunno le Politiche in Germania. Stiamo parlando, in pratica, di poche settimane: tutto può accadere, ed il processo ormai si è messo in moto. In parole povere: ci siamo fregati da soli, pensando di fare la furbata.