Non è professionale

 

Questo Post riguarda la notte di Halloween

La notte di Halloween, per i mercati finanziari (e per gli investitori che sono Clienti delle Reti di massa) è ben descritta dai numeri qui sotto.

Buon Halloween a tutti i lettori di Recce’d. A quelli che hanno già capito che cosa succede, proprio oggi, ed ai tanti che NON hanno ancora capito.

I dati dell’immagine sopra sono significativi, e da molti punti di vista.

Recce’d ha scelto il seguente punto di vista: utilizziamo questi numeri, per documentare al lettori dei Recce’d che la grande maggioranza dei servizi al risparmiatore che vengono venduti in Italia non è professionale. E’ di un livello sotto-professionale. Inaccettabile. Inadeguato

Ve lo dimostriamo (anche) grazie ai numeri qui sopra. Grazie alla realtà, molto semplicemente.

Il termine “consulente” nel settore dei servizi per i risparmiatori è stato svilito e umiliato: la funzione del “consulente”, oggi, dalla gran parte del pubblico italiano viene purtroppo intesa come quella di un venditore che si presenta a casa vostra per piazzare cosiddetti “prodotti finanziari”.

In questa visione distorta, il “consulente” agisce sulla base di un conflitto di interessi che è di tutta evidenza, e che tutti conoscono.

Purtroppo, in Italia sia le Autorità di Vigilanza sia la Magistratura hanno optato per un atteggiamento che è quello di “fare finta di non vedere, di non sentire e di non sapere”.

Che altri chiamerebbero “connivenza” (estendendo un vocabolo che viene spesso utilizzato a proposito della criminalità organizzata).

Sul termine “consulente”, quindi, è stata fatta, ad arte, grande confusione: e si può affermare la medesima cosa a proposito del termine “gestione”: fu la stessa CONSOB a ribadire, a noi di Recce’d, durante un recente contatto diretto, che secondo la normativa italiana il termine “gestione” è esclusivo di una “attività riservata”. In sostanza, “riservata” significa che possono esercitare “la gestione di portafoglio” soltanto le GPM ed i Fondi Comuni di Investimento.

Nei fatti, non è così: per questo, la affermazione falsa, e Recce’d lo può dimostrare. E’ falsa poiché è contraddetta dai fatti: oggi, in Italia, decine di migliaia di “consulenti a retrocessione” (chiamateli private banker, chiamateli wealth manager” chiamateli financial advisor”) esercitano ogni giorno l’attività di “gestione surrettizia” su una grande massa di Clienti, senza disporre della qualificazione richiesta.

Spinti, questi zelanti venditori, in questa direzione proprio dalla loro stessa Rete di vendita, che da sempre ad anche proprio in questi giorni rivendica i risultati della attività di “gestione surrettizia” dei propri “consulenti a retrocessione”. Lo testimonia (prendiamo ad esempio) l’affermazione recentissima del Grande Capo di una delle Reti più grandi d’Italia.

“Tengo a precisare che da noi i rendimenti dei clienti sono sempre ai primi posti, su un arco temporale di 5-7 anni e c’è molto investimento in equity. Abbiamo un metodo che porta i clienti a ridurre le perdite e non ho paura di dire che Banca XYZ presenta tra i migliori rendimenti che il mercato offre”.

(Il testo che Recce’d riporta è pubblico, non esistono ragioni di privacy o segretezza. Abbiamo eliminato il nome per la sola ragione che Recce’d non ha il minimo interesse a focalizzare l’attenzione del lettore su una singola realtà, visto che sono tutte esattamente la stessa cosa, dal punto di vista di quello che il Cliente investitore riceve).

Dice tutto, questa breve frase che avete appena letto:

  • che i rendimenti dei clienti sono determinati dal “consulente fondivendolo”

  • che è la Rete a scegliere la quantità di equity nei portafogli dei Clienti

  • che esiete un metodo (ma quale???) per ridurre le perdite

Ecco quindi il Grande Capo che ammette: la Rete dei “consulenti fondivendoli” fa “gestione surrettizia”, ed è così da ben 30 anni, senza che mai nessuno abbia preso anche la minima iniziativa al proposito, per proteggere le “attività riservate”. Eppure, secondo ciò che dice la Legge, il “consulente” non è e non può essere un “gestore”.

Il più grande vantaggio, di questo Signore che abbiamo appena citato, è che lui gode di una posizione in cui la Magistratura, la CONSOB e la Banca d’Italia da un lato gli consentono di fare il gestore (come dice lui stesso), e dall’altro però NON lo obbligano a pubblicare i risultati. Nessuno deve sapere e nessuno può conoscere. Tutto tenuto nel segreto. Di che risultati sta parlando qui? Ottenuti da chi? Con quali strumenti finanziari? Su quale arco di tempo? Con quali modalità verso il Cliente?

Tutto tenuto coperto e nascosto, un segreto che di fatto è garantito dalle Autorità italiane preposte alla Vigilanza e dalla Magistratura.

Si tratta di un (enorme) zona grigia, dove si opera ogni giorno nella più completa indifferenza di norme e di regolamenti.

Noi di Recce’d, proprio per questi che sono dati di fatto NON facciamo parte della schiera dei “consulenti”, e non aderiremo ad alcun Albo che comprenda quel tipo di operatori, che nei fatti restano “venditori a domicilio”.

La loro condizione è una scelta individuale, una scelta di ognuno di questi: che potrebbero fare altro (un buon numero dispone delle qualità, ma non della personalità sufficiente).

Ma allo stesso tempo, la scelta degli individui viene poi quotidianamente ribadita con forza dall’alto, dalla Rete: le Reti più note e più pubblicizzate attraverso i media, in Italia, si chiamano Mediolanum, Fineco, Fideuram, Generali, Allianz … e l’elenco prosegue, come tutti voi sapete (e per questo noi non abbiamo necessità di citare tutte le Reti una per una, e ci limitiamo a quei nomi che fanno più spesso pubblicità attraverso la TV).

Il conflitto di interessi è per tutti gli investitori un fatto grave e dannoso.

Ai danni del Cliente che investe, il conflitto di interesse crea una situazione nella quale il venditore/promotore/”consulente a retrocessione” è costretto a “piazzare al Cliente” prodotti cosiddetti “ad alto margine”: ed ecco che arrivano le polizze Vita, ed ecco che arrivano tutti quei Fondi Comuni dai nomi stranissimi, e per voi incomprensibili, ed ecco che arrivano i cosiddetti “finanziamenti diretti”, il private equity, e tutti questi altri “prodotti finanziari” dei quali, per voi investitori che ci leggete, è impossibile conoscere il prezzo, il prezzo oggi, il prezzo vero. Voi, lettori di questo Blog, non avete alcuna possibilità di sapere quanto valgono oggi per il vostro portafoglio.

Noi di Recce’d, fin dal 2015, ci siamo messi al di fuori di questa amplissima comunità, che tratta il Cliente … come un imbecille ed approfitta delle sue scarse conoscenze specifiche per “promettere felicità attraverso l’ottimismo”.

Il nostro standard di professionalità è più alto. Sta molto più in alto.

In Recce’d, abbiamo condiviso fin dal primo giorno di fondare la nostra iniziativa innovativa su un principio: ciò che conta, ciò che noi dobbiamo produrre per il Cliente, è la performance ponderata per il rischio.

Il resto, le mostre d’arte, le gare di golf, la consulenza successoria, il life planning è soltanto fumo che viene gettato negli occhi del povero Cliente, confuso ed anche un po’ stordito da un grande numero di parole inutili.

Un esempio: se c’è la performance, che ve ne fate del life planning? Quale migliore life planning esiste, se investite ogni giorno nel migliore dei modi il vostro risparmio? Che cosa ve ne fate?

E che cosa si intende, per “consulenza evoluta”? In pratica, che cosa vuole dire “consulenza evoluta”? Quali metodi, e per quali obbiettivi? Che cosa ne ottiene il Cliente? Btp? Polizze Vita?

Oppure: “consulenza evoluta” significa … proprio un bel nulla?

La nostra professione, che svolgiamo quotidianamente per il Cliente in Recce’d, è come detto unicamente quella di fare investire al meglio il risparmio: per la consulenza successoria, noi pensiamo che esistono altri, e migliori, professionisti. Non c’è alcun bisogno che il gestore del risparmio crei confusione parlando d’altro, quando il suo obbiettivo è uno solo: ovvero

investire al meglio il risparmio e generare performance ponderata per il rischio. I “prodotti”? I “prodotti” non esistono, nelle scelte di investimento.

Questo è esattamente ciò che noi facciamo, ogni giorno, e da dieci anni, e con successo (e malgrado i tanti bastoni che ci sono stati messi tra le ruote, al solo scopo di frenare la novità).

Purtroppo, una grande parte degli investitori Italiani, a tutto oggi, in merito alla gestione del proprio risparmio si accontenta di servizi non professionali, guidati dal solo obbiettivo di “piazzare la merce”, servizi progettati e ideati NON nel “migliore interesse del Cliente” bensì nel migliore interesse di chi vende.

Dice il venditore: “Tanto, alla fine, che importanza ha la performance?” La performance si vede a cinque-sette anni, e dopo sette anni lui, il venditore … sarà già andato da qualche altra parte, a fare altri danni.

Noi, da dieci anni ormai, siamo qui per il Cliente ogni mattina di ogni giorno. E le cose vanno sempre meglio, ogni giorno.

Il gravissimo errore, da parte del Cliente investitore medio italiano, sta proprio nell’accettare passivamente di essere servito male e spesso malissimo, e di accontentarsi: la performance del portafoglio che vi è stata imposta, invece, andrebbe verificata, messa a confronto con i fatti ogni giorno. E’ totalmente sbagliato pensarci “ogni tre oppure sei mesi”. E’ dannosa questa leggerezza, nella gestione dei propri averi. Riguardate con attenzione i dati che aprono questo Post. Ed immaginate i prossimi che sono in arrivo.

Esattamente come è sbagliato non effettuare controlli frequenti e regolari sulla propria salute fisica.

L’attualità, i fatti, delle ultime settimane portano all’attenzione dell’investitore un esempio concreto, che vi esponiamo nel nostro Post di oggi.

Vi chiediamo per iniziare di leggere un recente articolo del nostro amico Mohamed El Erian, commentatore e professionista della gestione di portafoglio di fama internazionale. Personaggio che vi abbiamo già introdotto, e con il quale spesso ci siamo trovati in sintonia.

Non in questo caso: il caso di oggi ci vede su una posizione che è lontanissima da quella che espone qui El Erian.

E dopo la lettura del suo articolo, Recce’d vi spiega la ragione per cui, a nostro giudizio,

la natura stessa della gestione del risparmio sta proprio all’opposto della posizione qui assunta da El Erian.

Normalmente non ci si aspetterebbe che i rendimenti di mercato salissero vertiginosamente in un momento in cui la Federal Reserve ha appena aumentato l'entità dei suoi tagli ai tassi di interesse da 25 a 50 punti base.

Eppure è esattamente ciò che è successo.

Incredibilmente, il rendimento del titolo di Stato statunitense a 10 anni è aumentato di oltre 60 punti base rispetto al livello del 18 settembre, giorno dell'ultima riunione di politica monetaria della Fed.

E l'aumento dei rendimenti si è verificato su tutte le principali scadenze.

Mentre la maggior parte degli analisti concorda sull'elenco dei potenziali contributori a questo insolito sviluppo, c'è poco consenso sulla loro importanza relativa. Ciò è importante per ciò che prevediamo sul futuro benessere dell'economia e per la sostenibilità dell'impressionante performance del mercato azionario di quest'anno.

Fortunatamente, i prossimi otto giorni sono destinati a fare chiarezza su una situazione piuttosto confusa.

Cominciamo la nostra analisi con la corsa all'ultimo annuncio di politica monetaria della Fed che, di per sé, è stato piuttosto insolito.

L'aspettativa diffusa che la Fed avrebbe tagliato di un quarto di punto è stata improvvisamente capovolta da quelli che sono stati visti come due articoli fortemente influenzati dalla Fed che indicavano che una riduzione di mezzo punto era un risultato più probabile. Il fatto che questa "fuga" abbia avuto luogo durante il "periodo di blackout" della Fed si è aggiunto a quella che era già una situazione strana.

E, come previsto, in quello che Jonathan Ferro, conduttore di Bloomberg Surveillance, ha chiamato "il momento Draghi di Powell", la Fed ha annunciato una mossa di 50 punti base poco dopo.

Invece di accogliere questo taglio come indicativo di una posizione politica più accomodante, i mercati hanno portato i rendimenti più in alto lungo tutta la curva dei rendimenti: al momento in cui scriviamo, al 4,14% per il 2 anni, al 4,30% per il 10 anni e al 4,55% per il 30 anni. Alcuni analisti stanno persino suggerendo che il 10 anni potrebbe aumentare ulteriormente fino a superare il 5%.

Quattro sono le ragioni principali comunemente citate per il cambiamento nella configurazione dei rendimenti che hanno un impatto significativo su molti altri paesi:

  1. Ÿ Una serie di dati sorprendenti che suggeriscono che l'economia statunitense è più forte di quanto previsto dal consenso.

  2. Ÿ Una mossa nei "mercati delle scommesse" politiche che favorisce non solo le possibilità dell'ex presidente Donald Trump alle elezioni, ma anche una spinta verso il rosso che potrebbe spalancare la porta all'imposizione di tariffe commerciali significative.

  3. Ÿ Il ritorno indietro della politica che è diventato evidente nei segnali dei funzionari della Fed dopo il 18 settembre, compresi i verbali pubblicati a metà ottobre.

  4. Ÿ Indicazioni di un interesse di acquisto estero più debole nei titoli del Tesoro USA.

Mentre la maggior parte concorda su questo insieme di potenziali fattori, che spingono tutti i trader a un tasso terminale più elevato per la Fed e a un percorso più lento verso di essa, c'è poco accordo sui loro pesi relativi. Ciò è importante per le prospettive economiche e di mercato.

Il benessere economico sarebbe ben servito dalla continua crescita degli Stati Uniti e dall'eccezionalismo degli investimenti, soprattutto in un momento in cui Cina ed Europa sono in difficoltà.

Rafforzando gli utili aziendali, ciò aiuterebbe anche a sostenere gli impressionanti guadagni del mercato azionario che includono un rendimento del 22% per l'S&P finora nel 2024.

Le indicazioni di un altro giro di inversioni nella politica futura della Fed sarebbero, a giudicare dalla storia recente, o neutrali o in qualche modo negative.

Molto dipenderebbe dalla misura in cui ciò si aggiunge all'incertezza generale e amplifica sia la volatilità economica che quella del mercato

Un'erosione negli acquisti esteri di titoli di Stato statunitensi si verificherebbe in un momento in cui l'altro acquirente un tempo affidabile, la Federal Reserve, sta riducendo le sue partecipazioni anziché aumentarle.

Coinciderebbe con un'elevata emissione obbligazionaria associata al 6% del PIL più deficit di bilancio che non mostra segni di seria moderazione, insieme a significative esigenze di rifinanziamento governative e aziendali.

Molti economisti temono che la possibilità potenzialmente più problematica per l'economia e i mercati sarebbe un improvviso aumento delle tariffe commerciali non accompagnato da misure che compensino l'impatto inflazionistico immediato.

Se tali aumenti delle tariffe dovessero concretizzarsi, ed è un grande se, potrebbero portare a prezzi più alti che colpirebbero in particolar modo le famiglie a basso reddito che già soffrono per l'esaurimento dei loro risparmi pandemici e un aumento dei saldi delle carte di credito e di altri oneri debitori.

I prossimi otto giorni forniranno agli analisti molte più informazioni per valutare l'importanza relativa di questi fattori, sia individualmente che collettivamente. Presteranno particolare attenzione al rapporto mensile sull'occupazione e ai dati JOLT, a una serie di utili aziendali, all'esito delle elezioni e alla prossima riunione politica della Fed.

A giudicare dagli indicatori di mercato, pochi sono disposti a scommettere molto su una configurazione particolare, cioè, per ora.


In che cosa, a nostro giudizio, El Erian in questo specifico caso è del tutto fuori strada?

Rileggiamo alcuni punti:

  1. “Incredibilmente”: non c’è nulla di incredibile. E non c’è nulla di inspiegabile. Leggendo regolarmente in questo Blog di Recce’d, voi lettori tutti siete già informati, e da più di un anno

  2. “Normalmente non ci si aspetterebbe”: non c’è nulla di normale, oggi, nel post-pandemia; tutti i Paesi sviluppati hanno deficit e debito ai livelli che mai prima furono toccati, l’inflazione resta stabilmente vicina al 3% ovunque, tutti i mercati finanziari sono distorti ed inflazionati all’eccesso; ragione per cui ci si DEVE aspettare che la reazione al taglio dei tassi sia proprio quella che avete visto nell’immagine, e Recce’d nel Blog lo spiegava già un anno fa

  3. “Se tali aumenti delle tariffe dovessero concretizzarsi”: gli aumenti delle tariffe (e delle tasse) già oggi sono una realtà; è sufficiente leggere i quotidiani; se no, dove li prendono si soldi per pagare gli ospedali e le pensioni?

Noi quindi obbiettiamo ad El Erian: queste cose non possono e non devono sorprendere: se si vuole AGGIUNGERE qualche cosa, se si vuole produrre qualche cosa di utile, queste stesse cose devono essere scritte e segnalate mesi prima.

Vennedo all’obbiettivo specifico del nostro Post, che si concentra sui servizi al risparmiatore in Italia, noi affermiamo che se si dispone della capacità professionale di anticipare cose come queste, allora si è autorizzati a fare la professione del “consulente”: di chi appunto anticipa al Cliente, di chi è in grado di AGGIUNGERE qualche cosa. Se non sia hanno queste capacità e competenze, è meglio (per tutti) ritornarsene a casa a fare altre cose.

Il mestiere del “consulente” non può essere ridotto a ripetere al Cliente quello che il Cliente ha già letto sul quotidiano.

Quella, sarebbe una truffa vera e propria.

Se non si è capaci di aggiungere, di AIUTARE il Cliente con qualche cosa di più, tutto quanto a che cosa serve?

Ad “abbellire” ed infiocchettare i “prodotti finanziari”? Quelli che garantiscono solo una cosa: le commissioni per chi li vende”? A parlare con il Cliente dei problemi di successione, di arte, di vacanze e di golf? Davvero il Cliente cerca quella cosa lì? Siamo certi di no. Oppure a prendere altro tempo, in attesa che “tutto si risolve e tutto torna a salire”?

A vendere ottimismo da quattro soldi, che poi significa né più e né meno suggerire di … affidarsi al destino, o alla manzoniana Provvidenza? A qualcuno interessa di gestire il proprio risparmio in questo modo?

Vediamo adesso nello specifico in che cosa i servizi per la massa dei risparmiatori, oggi in Italia, restano ad un livello sub-professionale.

  • Non è professionale, nei mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2023, ingannare il Cliente spiegando che “è sicuro che nel 2024 taglieranno i tassi ufficiali già a marzo”, mentendo

  • Non è professionale nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2024 illudere il Cliente sul fatto che “nel 2024 tutte le obbligazioni saliranno”, mentendo

  • Non è professionale costringere il Cliente ad una certa asset allocation, che è stata dettata ed imposta dal vertice della Rete di vendita, basando tutto sulla certezza della discesa dell’inflazione, sbagliando

  • Non è professionale rivolgersi al Cliente con affermazioni che riguardano argomenti e tematiche (dall’inflazione ai profitti, dalla crescita al deficit) dei quali si conosce poco o nulla, e quasi esclusivamente dai social e dalle chat e dai titoli di Milano Finanza

  • Non è professionale proporre al Cliente “visioni a 5-7" anni” quando poi non si riesce neppure ad offrire una visione decorosa a 5-7 mesi

  • Non è professionale ripetere “a macchinetta” quello che dicono di dire alla Direzione della Rete, dove a loro volta agendo in modo non professionale ripetono soltanto quello che leggono da JP Morgan, da Goldman Sachs, da UBS, da BNP Paribas e dalle altre Reti di vendita all’ingrosso

  • Non è professionale nascondere al Cliente tutti gli argomenti che potrebbero insinuare qualche dubbio nella visione “di massimo ottimismo” sulla quale si fonda tutta la comunicazione delle banche internazionali e dei media (e delle Reti, ovviamente)

Un servizio per il risparmiatore fatto in questo modo non è professionale, è al di sotto di ogni possibile standard. Non è un servizio. E’ soltanto una tattica di vendita, uguale a quella dei materassi nelle promozioni alla TV.

Ritornando, invece, a chi professionale lo è davvero, e lo è in ogni occasione, rileggendo i quattro punti evidenziati nell’articolo di El Erian (punti dei quali, noi ne siamo certissimi, il vostro “consulente fondivendolo” non sa assolutamente che cosa dire), noi di Recce’d facciamo notare che … ne manca un quinto.

E, purtroppo per El Erian, manca proprio il punto decisivo.

Ci ha sorpreso, non trovare il quinto punto. Visto che, ormai, lo hanno capito in molti: e non soltanto a Wall Street, anche in Arabia Saudita. Leggete sotto.

Anche a Wall Street lo hanno già compreso in molti: ed alcuni gestori, autorevolmente, lo hanno evidenziato attraverso i media, come leggete sotto. Ma non le Goldman Sachs, assolutamente NO, e non le JP Morgan, le Morgan Stanley, le Blackrock, le Fidelity. E neppure le BPM, non le UBS, non le Societé Generale, le Barclays. Per tutti loro, l’argomento NON ESISTE.

Almeno fino ad oggi: fino a che è possibile fare finta di NON VEDERE. Ed ingannare così l’investitore finale.

Dalle banche internazionali, fino ad oggi, e fino a che sarà possibile, arrivano solo e sempre segnali rassicuranti, di “ottuso ottimismo”: anche se, come tutti possono vedere, siamo entrati nella fase del “tirare indietro la mano, dopo avere lanciato il sasso”.

In quanto investitori, ovviamente, noi NON siamo interessati a questo genere di “previsioni per un futuro che nessuno vede”: che cosa importa, a noi investitori, di quale sarà “in media” il rendimento per i prossimi 10 anni?

A noi investitori, quello che invece importa di capire è: se la media è il 3%, molto vicina allo zero, questo significa mettere in conto un calo del 40%? Oppure del 60%? Magari dello 80%?

Questo, è il solo modo professionale di ragionare, quando si tratta di investire il risparmio.

Perché nessuno, al mondo, ed in qualsiasi posizione oggi occupi, può dire al Cliente tanto poi tutto si riprende sempre. Lui non lo sa, e non ha ragioni per dirlo. Anzi ha una sola ragione: trattare il Cliente come un autentico imbecille.

Di fronte a questa prospettiva, di breve, e medio, e lungo termine, di fronte alla Nuova Era dei mercati finanziari nella quale ci ritroviamo (e che nel Pot è stata anticipata già negli anni 2020, 2021, 2022 e 2023, le Reti di promotori finanziari NON sono preparate: NON sanno che cosa fare, del tutto.

La loro unica “chiave di vendita da sempre è “l’ottimismo irrazionale”. Gli slogan sono del tipo “tanto, alla fine sale sempre tutto”.

Non sono preparati, quelli delle Reti, e non sanno che cosa fare. Non sanno che mosse fare. Sono stati, tutti loro, salvati dalla pandemia, e solo la pandemia li ha mantenuti in vita ed operativi.

Dalla pandemia ovvero dalle sciagurate mosse delle Banche Centrali e dei Governi, che hanno buttato denaro a pioggia. Denaro che proprio ora, proprio oggi, siamo costretti a restituire. Attraverso l’inflazione, e poi le tasse, e infine attraverso inflazione insieme alle tasse.

Per i “miracolati dalla pandemia”, la stagione del “denaro facile” è finita: e la prossima stagione, inevitabilmente, li metterà da parte.

E d’altra parte, come si può credere che un’azienda che produce auto elettriche aumenta il proprio valore di 10 volte per effetto di una pandemia?

Forse un bambino delle elementari, oppure un grande ingenuo a cui piace sognare ad occhi aperti.

Nessuno, oggi, nel Mondo, saprebbe spiegare davvero il perché di questo grafico. Forse, uno psicologo delle masse.

Chiudiamo oggi riproponendo alla lettura un breve estratto della nostra edizione di venerdì 1 novembre del nostro The Morning Brief, il Bollettino attraverso il quale quotidianamente informiamo il nostro Cliente in merito alla recente evoluzione dei mercati finanziari ed alla recente evoluzione dei valori che stanno nei portafogli modello di Recce’d.

Un quotidiano check-up del proprio risparmio di livello professionale, che solo Recce’d è in grado di garantire al proprio Cliente, oggi, in Italia.

In questo passaggio che leggete, fissiamo alcuni punti in merito al nostro mestiere, la nostra professione. Che NON è quello di “consulente” nella accezione dell’Albo dei Promotori finanziari, ed è invece, in modo proprio, quello di “gestore” nelle forme che via abbiamo già presentato.

E quindi NON nelle forme dannose per l’investitore delle GPM e dei Fondi Comuni di Investimento, bensì nella forma per voi efficiente e produttiva dei portafogli modello e della asset allocation.

Recce’d è quindi “gestore”: ma non nel senso delle cosiddette “attività riservate”

Rimane “gestore”, nel senso più proprio del termine, non burocratico, e nella forma più evoluta, flessibile, moderna dei portafogli modello e della asset allocation.

Agendo così nel pieno rispetto di quelle normative e regolamenti che purtroppo, come abbiamo dimostrato sopra, NON agiscono nel senso di proteggere gli interessi dell’investitori finali, bensì proteggono le grandi Corporazioni ed il cartello che fino ad oggi ha dominato il settore dei servizi al risparmiatore.

Quella stagione, per la fortuna di tutti gli investitori, è arrivata alla fine.

Preparatevi, amici lettori. Succederà di tutto, e a breve.

Se volessimo cercare una sintesi estrema, allora potrebbe andare bene il primo grafico qui sopra. Che cosa è, il nostro lavoro di gestore, quello che noi facciamo ogni girono per il Cliente? E’ il lavoro che vedete nel grafico:

Sicuramente ogni Cliente è stato tentato, almeno una volta nell’arco degli ultimi 12 mesi, di “andare dietro alla corrente” e di “mettere tutto in BTp e non pensarci mai più”. Questo perché, come, vi spiegavano tutte le TV, e tutti i TG, il Sole 24 Ore, il Corriere della Sera, la realtà ormai era chiarissima: le Banche Centrali tagliano i tassi, e questo fa scendere i rendimenti delle obbligazioni, e quindi fa salire i prezzi.

Il nostro lavoro di gestore di portafoglio sta proprio in questo: quando c’è una marea soverchiante di opinioni che vanno tutte nella medesima direzione, sapere resistere.

Ed in questo modo fare guadagnare i nostri Clienti, proprio mentre tutti si disperano.

Perché, come vedete, i rendimenti NON sono scesi, per nulla. E i prezzi non sono saliti, per nulla.

E chi ha vinto, alla fine dei conti?

Ha vinto solo che ha gestito le posizioni obbligazionarie come abbiamo fatto noi di Recce’d.

Con tanta, tantissima pazienza.


Valter Buffo