Che cosa ci aspetta al di là della Silicon Valley?

 

Non troverete, in questo Post, quello che vi aspettate.

Non troverete, in questo Post una dettagliata analisi di ciò che è successo alla Silicon Valley Bank. Del perché è successo. Non troverete succosi retroscena. Non troverete una previsione di quante altre banche verranno coinvolte. Non troverete una previsione delle future ricadute per il mercato di Borsa, oppure per le obbligazioni, oppure delle valute, oppure delle materie prime.

Se cercate questo tipo di informazioni, vi invitiamo a leggere il Sole 24 Ore, Milano Finanza, la Repubblica, Il Corriere della Sera.

In quelle sedi, potete leggere tutti i “coccodrilli” che volete: nel gergo del giornalismo, il “coccodrillo” è l’articolo che piange la scomparsa di un personaggio pubblico, del quale peraltro il decesso era stato da mesi anticipato.

Ma se cercate questo tipo di informazioni, voi come investitori siete già in grave ritardo.

Per la gestione dei propri investimenti, e del proprio portafoglio titoli, cose come queste vanno anticipate, almeno di sei mesi; ed è per questo che, nella parte finale del 2022, anche qui nel nostro Blog noi scrivemmo di “tre grandi rischi 2023”. Ed uno era esattamente questo.

Proprio per questa ragione, oggi, i portafogli di Recce’d sono (e da mesi) strutturati in un certo modo: con una data composizione di asset finanziari, con una certa distribuzione tra le macro-classi di asset, e con una certa distribuzione tra posizioni LONG e posizioni SHORT.

Per questa ragione, sul sito di Recce’d i commenti al caso della Banca della Silicon Valley saranno limitati alla pagina TWIT TWOO (dove ne avevamo già scritto giovedì scorso), alla pagina MERCATI ed alla pagina NEL MOTORE DELLA PERFORMANCE.

Perché da approfondire, qui non c’è più nulla, adesso. Perché da capire, non c’è altro: di quello che era necessario capire, noi scrivemmo già mesi fa. Perché da analizzare, c’era parecchio, ma lo si doveva fare ancora nel 2022.

Oggi, i fatti parlano e questo è sufficiente: per chi come noi gestisce i portafogli modello. Portafogli che, per quello che ci riguarda, almeno in questo momento sono posizionati in modo ideale.

Noi attraverso i nostri Post guardiamo sempre AVANTI: e scriviamo questi Post per aiutare chi ci legge a guardare insieme a noi AVANTI. Molto più in là della Silicon Valley.

Oltre la Silicon Valley.

Guardare avanti che cosa significa? Vediamolo nel concreto.

Per voi investitori significa piantarla lì. Smettere subito (finalmente) di andare dietro alle parole del financial advisor, del wealth manager, del private banker. E sarebbe anche ora!

Lui, il vostro promotore finanziario che a voi vende i Fondi Comuni e le polizze, vi aveva convinti trenta giorni fa dell’esistenza di una cosa che NON esiste, ovvero il “soft landing”. Una cosa inventata, per fare comperare a voi Fondi Obbligazionari e Fondi Azionari e polizze UCITS. Una invenzione commerciale, come “i prodotti che fanno ricrescere i capelli”.

Lui, il vostro financial advisor, il wealth manager, il private banker, vi aveva sicuramente spiegato che cose come quella che oggi leggete sul vostro quotidiano, la vicenda della Silicon Valley Bank, non possono più succedere, mai più. E i rialzi dei tassi? I rialzi dei tassi NON cambiano nulla, per NESSUNO: va tutto avanti come prima.

Questo sono baggianate, ovviamente. Sciocchezze. E voi investitori dovete smetterla: dovete farla finita di perdere il vostro tempo ad ascoltare persone che parlano di cose che non conoscono, di numeri che non conoscono, di cose che non capiscono, che non hanno mai capito in tutta la loro vita.

E’ proprio arrivata l’ora, che qualche cosa cambi, nel vostro modo di occuparvi dei vostri soldi. Non potete continuare a fare i bambini, non potete continuare a giocare con i vostri risparmi. Vi piace ascoltare le favolette? Allora rinunciate ad investire: lasciate proprio perdere del tutto. Se non intendete lasciare perdere, allora per voi è il momento di diventare grandi.

Perché quel momento è proprio adesso?

Perché proprio in questo momento, mentre voi leggete questo Post, avete davanti agli occhi rischi di una dimensione che neppure riuscite ad immaginare, ed anche opportunità di guadagno come mai ne avete viste.

Il passaggio ad una Nuova Era è sempre un grande terremoto, ma pure una grandissima opportunità.

In questo post, Recce’d ne scrisse già alla fine del 2022, anticipando a tutti i lettori come sarebbe stato, poi, il 2023: oggi noi NON ci ripeteremo.

Allo scopo di aiutare i ritardatari, però, vogliamo comunque suggerire qualche cosa di utile e di molto pratico: la lettura di un articolo che abbiamo tradotto per voi.

Abbiamo evidenziato, come sempre facciamo, passaggi e termini sui quali il nostro lettore è chiamato ad approfondire, e con urgenza data la situazione.

Ci limitiamo soltanto ad una veloce premessa: El Erian scrisse questo articolo mercoledì scorso. In quel momento, ovviamente, c’erano già molti segnali che ad un occhio attento come il suo non potevano sfuggire.

Ma sicuramente neppure un uomo di quella levatura poteva immaginare la situazione che è esplosa tra giovedì e venerdì.

E quindi (fate bene attenzione a questo fatto, nel vostro interesse) l’articolo NON parla di fallimenti bancari: l’articolo si limita ad evidenziare le (potenziali) negative conseguenze di una Banca Centrale che ha perso la rotta ed ha perso la credibilità.

L’articolo dice che, a causa di questa perdita di credibilità, aumentano i rischi di un “incidente di mercato”.

Fatti come quelli della Silicon Valley Bank (associati all’immagine di Yellen che avete visto più in alto, e che risale al 2017) aumentano la perdita di credibilità, aumentano i rischi di mercato, rendono ancora più evidente il fatto che oggi la Banca Centrale è il nostro peggiore nemico, come scrivemmo anche in questo Blog nel mese di agosto 2020.

Se avete compreso questo, allora i fatti di giovedì 9 e venerdì 10 marzo 2023 per voi non sono un problema. Per i Clienti di Recce’d, non sono un problema.

E per il benessere dei cittadini, e dei mercati finanziari (fate bene attenzione anche a questo) non sono un problema: tutto il contrario, ci avvicinano alla soluzione dei problemi che oggi tutti portiamo sulle spalle.

Questo articolo, quindi, è la dimostrazione concreta che è sempre utile mantenersi in contatto (come noi facciamo ogni giorno) con persone capaci di anticipare la sostanza di quello che poi tutti leggono sui quotidiani.

Oggi, è decisivo che noi e voi, insieme, guardiamo OLTRE la Silicon Valley Bank

Non dovrebbe essere così e non è necessario che lo sia. Eppure, ancora una volta, le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve Jerome Powell hanno alimentato una notevole volatilità sui mercati che potrebbe mettere a rischio il benessere economico e la stabilità finanziaria. Si tratta di un fenomeno che non solo evidenzia i ripetuti slittamenti delle politiche, ma anche la mancanza di importanti basi strutturali e strategiche della Fed.

Diverse volte negli ultimi anni, i commenti alla conferenza stampa che tradizionalmente segue la conclusione delle riunioni di due giorni del FOMC hanno causato una volatilità significativamente maggiore rispetto alla precedente pubblicazione della decisione politica della banca centrale e alle osservazioni scritte di Powell. Martedì, la volatilità iniziale del mercato causata dalla pubblicazione della dichiarazione di apertura di Powell prima dell'inizio della sua testimonianza semestrale al Congresso è stata notevolmente amplificata dalle sue successive risposte alle domande dei senatori.

Le reazioni del mercato hanno incluso un'impennata dei rendimenti nella parte anteriore del mercato obbligazionario, con il tasso a due anni che ha superato il 5% per la prima volta dal 2007, un crollo generalizzato delle azioni, con l'indice S&P 500 che ha perso l'1,5%, e un'intensificazione dell'inversione della curva dei rendimenti 2s-10s, il cui spread ha superato i meno 100 punti base.

Tutti e tre i fenomeni sono stati associati a un significativo ripensamento delle aspettative della Fed in occasione della riunione di fine mese. Invece di prevedere un aumento di 25 punti base, come precedentemente segnalato dalla Fed, i mercati hanno spostato le probabilità a favore di 50 punti, che invertirebbero lo spostamento verso il basso dei rialzi che la banca centrale aveva prematuramente effettuato solo un mese fa.

C'è qualcosa che non quadra in tutto questo. L'obiettivo della maggiore trasparenza adottata dalla Fed negli ultimi due decenni è quello di consentire aggiustamenti economici e finanziari graduali ai regimi politici. In effetti, questa è l'essenza stessa della forward policy guidance. Non si tratta di minare la credibilità della banca centrale più potente del mondo.

Tre fattori contribuiscono a spiegare questa spiacevole situazione.

In primo luogo, come ho spiegato nel mio precedente articolo in cui sostenevo che la Fed non avrebbe dovuto passare da 50 a 25 punti base il 1° febbraio (come poi ha fatto), la banca centrale sembra non avere una valutazione completa dei rischi politici nell'attuale economia interna e globale, intrinsecamente fluida.

In secondo luogo, l'assenza di un ancoraggio strategico a medio termine significa che la Fed è diventata eccessivamente dipendente dai dati, con conseguenti overshoots.

In terzo luogo, il "nuovo quadro monetario" dell'agosto 2020 è più appropriato per il mondo precedente al 2020 e non per quello di oggi e di domani, ossia è stato progettato per il precedente paradigma di domanda aggregata insufficiente e non per la realtà di un'offerta aggregata insufficiente.

La cosa peggiore da fare per i politici è liquidare la volatilità del mercato di martedì come un rumore. C'è qualcosa di più sinistro in gioco. Più si verifica questa volatilità indebita, maggiore è il rischio di incidenti economici e di mercato, ovvero di una recessione causata da quelli che sono ormai tre errori di politica della Fed negli ultimi due anni e che mettono a dura prova l'ordinato funzionamento dei mercati finanziari.

Considerate il dilemma che la Fed si trova ora ad affrontare: o convalidare la mossa del mercato e, nel frattempo, negare in modo imbarazzante la forward policy guidance fornita appena un mese fa; oppure mantenere quella guidance e rimanere ancora più indietro nella lotta all'inflazione.

Entrambe le cose comportano un ulteriore rischio di reputazione. Insieme alle numerose ripetizioni di volatilità indebita, chiedono anche che la Fed e i leader politici dedichino più tempo a tre soluzioni strutturali per la Fed che includono, come sostenuto il mese scorso, "il rafforzamento della responsabilità della Fed e l'obbligo di aggiornare il suo quadro di riferimento per le politiche, nonché di seguire l'esempio della Banca d'Inghilterra nell'inserire strutturalmente opinioni esterne nel suo processo di formulazione delle politiche".

L'alternativa di continuare così aumenta le sfide per un'economia globale che deve affrontare un'importante transizione ecologica, il cambiamento della globalizzazione e delle catene di approvvigionamento, le incertezze geopolitiche e l'aggravarsi delle disuguaglianze di reddito, ricchezza e opportunità.


Mohamed A. El-Erian è un editorialista di Bloomberg Opinion. Ex amministratore delegato di Pimco, è presidente del Queens' College di Cambridge, consigliere economico capo di Allianz SE e presidente di Gramercy Fund Management. È autore di "The Only Game in Town".

Valter Buffo