H2O: le domande che mancano, le risposte che non arrivano

 

Visto il notevole riscontro ai tre Post che Recce’d ha pubblicato sette giorni fa, a proposito della crisi che ha colpito Fondi Comuni dai nomi altisonanti e molto conosciuti come GAM, Woodford e H2O, abbiamo deciso di proseguire questa settimana con una serie di sei nuovi Post.

L’interesse è generale: va al di là dei tre nomi citati sopra, e tocca direttamente gli interessi di tutti gli investitori che investono in Fondi di Fondi, GPM in Fondi, oppure direttamente in Fondi Comuni di Investimento a loro suggeriti dalla Rete di promotori finanziari.

Riportiamo qui sotto un estratto dell’intervista rilasciata al Sole 24 Ore dal Responsabile dei Fondi Comuni H20 a commento dei gravi fatti emersi di recente e già commentati da Recce’d.

Non se ne avrà a male nessuno se diciamo che più che un’intervista sembra un documento aziendale preparato per un evento di marketing. Ma capiamo bene le esigenze di H2O e Natixis in un momento di gravissima difficoltà.

Una volta che avrete letto l’estratto dell’intervista, vi scriveremo quali sono a nostro giudizio le domande mancanti, quelle di maggiore interesse per noi investitori finali.

«I fondi H2O sono stati messi sulla graticola per i titoli illiquidi all’interno dei loro portafogli. Ma il clamore è stato sproporzionato: al massimo siamo arrivati ad avere questo tipo di titoli per 1,4 miliardi di euro, su un totale di 34 miliardi di attivi in gestione. A fronte di questi, però, il 95% del portafoglio è sempre stato liquidissimo. Ora il 98%. E adesso che il polverone si sta calmando, posso dirle che abbiamo superato lo stress test: le nostre performance sono ancora positive, i riscatti ormai sono pochi e stanno tornando le sottoscrizioni sui nostri fondi».

Bruno Crastes, co-fondatore e Ceo di H2O AM, società finita la settimana scorsa nel polverone, si mostra sicuro. Camicia bianca senza giacca, nel caldo milanese, accetta di rispondere alle domande de Il Sole 24 Ore su tutti gli aspetti più controversi della vicenda che ha sconvolto i fondi detenuti al 50,01% dalla francese Natixis IM. Fondi dai quali settimana scorsa sono fuggiti quasi 6 miliardi di euro a causa dei riscatti. Ma Crastes ritiene questa fuga irrazionale.

Partiamo dal primo problema: il fatto che i vostri fondi avessero molti titoli illiquidi, cioè difficilmente rivendibili. Che titoli erano?

Erano principalmente obbligazioni di piccole aziende, senza rating, con elevati rendimenti. Si trattava spesso di società in situazioni di turnaround, dunque in fase di rilancio e ristrutturazione.

Per calmare il mercato ne avete venduti per circa 300 milioni in un giorno: come avete fatto visto che sono illiquidi? Chi li ha comprati?

FONDI NELLA BUFERA

Non posso dirle chi li ha acquistati, è confidenziale. Ma le confermo che ne abbiamo venduti per circa 300 milioni. Così ora, dopo aver svalutato i rimanenti, ne abbiamo per meno del 2% dell’intero portafoglio.

Vediamo di capire bene:

  1. la persona che parla è la medesima persona che solo due mesi fa affermava che “tutti” i titoli in portafoglio erano “liquidissimi”; quindi?

  2. i titoli di “piccole società senza rating” per quale ragione erano stati selezionati ed inseriti in portafoglio?

  3. l’ufficio di risk mangement era tutto in vacanza in quel periodo?

  4. e successivamente, come è stato possibile valorizzare il Fondo Comune sulla base di prezzi falsi per quei titoli?

  5. ma soprattutto, che significa “ad alto rendimento”? forse vuole dire che sarebbero state ad alto rendimento se i prezzi fossero stati veri, ma purtroppo erano falsi?

  6. ed infine: “per riservatezza” non si può dire chi ha comperato quei titoli: ma … e se li avessero acquistati altri Fondi Comuni?

A noi non sembra che questa intervista abbia risolto qualcosa: al contrario, lascia tutto esattamente com’era, ed aumenta i dubbi degli investitori, e non soltanto su H2O.

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Noi di Recce’d abbiamo segnato con grande forza, la settimana scorsa, che il Governatore della Banca di Inghilterra Carney ha dichiarato in pubblico che molti Fondi Comuni sono “costruiti su una bugia”. Identico messaggio, negli ultimi giorni, è stato poi lanciato dal suo Vice, come leggete più in basso nel brano che chiude il nostro Post.

Forse, a nostro giudizio, lui potrebbe anche agire e non soltanto dichiarare.

Ad esempio, potrebbe dire anche a noi quali sono. Non vi pare?

The Bank of England issued a new warning about funds investing in illiquid assets, saying the problem could pose a bigger threat to the financial system if it spreads.

The comments from Deputy Governor Jon Cunliffe come a week after Mark Carney, the BOE’s governor, said that funds with such investments and unlimited withdrawals are “built on a lie.” Cunliffe warned of a risk of “contagian” if the problems become more widespread.

 The backdrop includes a panic at H2O Asset Management, where clients began to pull money last month over concerns about illiquid holdings. That added to growing concern about funds holding hard-to-sell assets while allowing clients to pull their money on a daily basis. Star stock picker Neil Woodford was forced to freeze withdrawals from his flagship fund earlier in June.

In a speech in Lisbon Wednesday, Cunliffe noted recent “idiosyncratic” examples of liquidity risk, saying they “have not given rise to financial stability risks.” He didn’t mention any funds by name.

“But if we saw this happen on a wider front, if for example investors lost confidence in a less liquid asset class, there is a risk of redemption pressures that could not easily be met and consequently contagion and firesales that could damage the financial system,” he said. “These are international markets so we need to work internationally to assess these risks and any structural remedies that might be warranted.