Il silenzio degli agnelli: che fine ha fatto il bazooka?
Sono trascorsi solo 2 anni, ovvero 24 mesi, un lasso di tempo brevissimo.
Perchè allora non si trova più una sola riga sul bazooka di Draghi?
Dalle SGR? Arriva niente, silenzio. Dalle Reti di promotori? Niente: non ci dicono più di "prendere più rischio". Sui quotidiani? Nulla, gli "opinionisti profesori" parlano d'altro. Sulle TV tematiche come CNBC? Zero, i dibattiti si occupano d'altro. E le famose banche americane? Mute anche loro. Tutti fanno finta. Fanno finta di avere dimenticato. O che non sia mai esistito. Eppure esiste: il bazooka di Draghi spara a tutto oggi, ogni mese, i suoi proiettili.
Quei proiettili che, due anni fa, erano presentati come arma finale. Che avrebbe distrutto il nemico. Il nemico erano gli scettici, come Recce'd.
Oggi nessuno, neppure più una voce, si alza a difendere quel bazooka, a promettere orizzonti di gloria a quella politica, a giurare che il nemico sarà sconfitto. Nessuno che dica oggi "Bravo Draghi!". I toni arroganti e sopra le righe di allora sono scomparsi. Anche perché la realtà dei fatti li qualificati per ciò che erano: argomenti senza sostanza, buttati là come discorsi da bar.
Oggi, nel febbraio 2017, l'Eurozona si trova ad affrontare una serie di passaggi molti difficili. E ciò che colpisce maggiormente è proprio il fatto che tutto il clamore, l'enfasi e l'emozione con la quale era stato accolto quel bazooka nel 2015 si è tradotto in nulla.
Come agnelli, oggi i tifosi del bazooka stanno in silenzio ad attendere che si paghi il prezzo di quegli eccessi: perché il prezzo, a qualcuno toccherà di pagarlo. vediamo a chi:
- per ciò che riguarda gli investitori, noi da anni segnaliamo che è necessario difendere il proprio portafoglio dalle distorsioni di prezzo provocate dalle politiche monetarie di Draghi. Distorsioni che sono destinate a sparire, ad essere azzerate, e magari in un brevissimo arco di tempo.
- allargando il discorso, vale la pena di riflettere ancora sull'Italia: che si trova oggi in una posizione scomoda, la più scomoda dal periodo 2010-2011. Il Presidente della Bundesbank ha ricordato, la settimana scorsa, che l'Italia ha "perso un'occasione", e i nostri quotidiani in coro lo hanno attaccato, parlando come fanno sempre dei "falchi tedeschi".
Purtroppo però, lui (Weidmann) ha ragione, e la nostra stampa invece riporta, ed alimenta, idee faziose e strumentali, come da sempre ha fatto su questo ed altri argomenti. Guardando indietro, tra qualche anno, questi atteggiamento faranno ridere.
L'Italia ha avuto a portata di mano, grazie alle forzature di Draghi dal 2012 al 2016, una opportunità che mai si ripeterà in futuro. Nessun altro potrà garantire all'Italia una simile sforbiciata sul costo del debito (enorme) dello Stato: noi stessi siamo il simbolo del fallimento del QE. Ora che quella fase è finita, noi italiani che cosa ne abbiamo ricavato? Zero. Anzi, la nostra situazione debitoria è persino peggiorata.
Ora per l'Italia il destino è segnato: dalla cura di anestetizzanti si passerà presto a terapie più drastiche e dolorose.