Gestione del portafoglio titoli: cosa è e come si fa (parte 2)
Pochi giorni fa, nel Post precedente di questa serie, via abbiamo proposto un elenco di attività che NON sono gestione di portafoglio: oggi ritorniamo sul medesimo tema, che ci pare di grande importanza, per fornire un esempio concreto del fatto che la gestione di un portafoglio titoli non piò essere improvvisata, non può essere condotta in modo casuale ed episodico, non può essere affidata a chi non disponde delle necessarien infromazioni, delle necessarie tecniche di valutazione, dei necessari criteri per la definizione della strategia. Partiamo dalla tabella qui sotto.
Il tema, come tutti sapete, è della massima attualità (dovunque nel Mondo, tranne che in Italia), ed è al centro dell'attenzione dei media, anche perché è il principale argomento della Campagna Presidenziale negli USA. Come combattere gli eccessi di "diseguaglianza" che sono stati alimentati da otto anni di politiche monetarie (improduttive) tutte incentrate su un (inesistente) wealth effect, effetto ricchezza?
Ne parlano e ne scrivono tutti. Persino il Fondo Monetario Internazionale, come potete leggere in questo documento che vi mettiamo a disposizione. Alcuni ci hanno trovato il sucecsso che risolve la vita, come ad esempio l'autore francese Thomas Piketty. I politici ovviamente se ne sono appropriati, da sinistra come da destra, per le proprie campagne elettorali. E naturalemnte anche le banche di investimento, le banche globali, cavalcano il tema: come vedete sopra, disegnano (almeno) tre scenari diversi, ovvero stagflazione, deflazione e reflazione, e con riferimento ad ognuno dei tre scenari indicano poi una serie di classi di attività sulle quali risulterebbe favorevole investire.
Come vedete, investire è una cosa semplicissima. O no? Beh ... va detto che se anche le scelte delle diverse classi di attività su cui investire fossero azzeccate, l'investitore poi dovrebbe fare almeno altre quattro cose:
- scegliere uno dei tre scenari
- valutare se è opportuno completare il proprio portafoglio con singli titoli azionari ed obbligazionari, ed altri strumenti finanziari
- misurare il rischio finanziario delle singole attività, e poi gestirlo nella composizione del portafoglio
- definire un orizzonte di verifica e revisione delle scelte effettuate
Beh ... già sembra meno semplice. Poi naturalmente ci sarebbe da valutare il fatto che ALTRI scenari potrebbero presentarsi, oltre ai tre elencati, perché non è vero che il solo fattore che darà la direzione agli investimenti è "inequality", ovviamente.
Avete già esaurito la pazienza? E' più che giustificato. Eppure, è porproio questo il mestiere che un consulente "attivo" come è Recce'd fa e rifà, da capo, ogni mattina. I nostri risultati nascono proprio da questo continuo lavoro per rivalutare tutti gli asset in portafoglio, alla luce dei fatti e dei dati.
Alternative?
- Affidarvi ad una asset allocation statica, come propongono molti, magari fatta con i Fondi Comuni: poi chiudere gli occhi, ed iludervi che oggi sia il giorno giusto, il Giorno del Giudizio, quello in cui si fanno le scelte "ora e per sempre", in cui si decide tutto, perchè "tanto noi lo sappiamo già, come andrà a finire"
- Oppure: affidarvi al'ultimo algoritmo introdotto sul mercato dai ROBOT, e credere che le complessità che noi vi abbiamo appena elencato possano essere risolte da un modellino matematico a 10-20-50-100 parametri, da ribilanciare a scadenze fisse come ogni sei mesi oppure ogni anno;
- Oppure, infine: fare le cose a caso, e poi "vada come vada", tanto ... tutto è inutile.
Fate il vostro gioco!