Le banche italiane ed il settore bancario globale (parte 2)
Proprio ieri mattina scrivevamo, nel Post precedente di questa serie, di come la crisi delle banche italiane vada letta ed interpretata, se si vuole operare in modo utile e produttivo sul proprio portafoglio, alla luce di quello che succede nel settore bancario globale, ovvero nel resto del mondo. Questa mattina, i risultati trimestrali di Credit Suisse (che vi invitiamo ad andare a leggere sul Web) sono la più concreta ed evidente conferma di ciò che dicevamo ieri: il modello di business centrato sulla banca grande, globale, il modello che dice "più è grande e più profitti produrrà", ormai è un ferrovecchio da mettere in soffitta con gli armadi della nonna.
Ma questo perché ci interessa? In primo luogo, perché dopo vent'anni in cui queste aziende colossali, costose, ed inefficienti hanno deciso COME funzionavano i mercati finanziarie DOVE andavano i mercati finanziari, ora non è più così ed in futuro non sarà più così: le grandi banche avranno altro da fare, e i mercati dovranno da soli darsi una direzione.
In secondo luogo, questa evoluzione ci aiuta a capire dove andrà in futuro il sistema bancario italiano: ovvero le banche delle quali abbiamo obbligazioni ed azioni in portafoglio. E qui Recce'd vole dire, con forza, che i giornali e i TG (e molti siti web) ne parlano ogni giorno, ma lasciano fuori l'aspetto più importante di questa crisi: i quotidiani fanno i loro titoli su Banca Etruria e sulle sue obbligazioni subordinate, e poi su come è stato distrutto il valore per gli azionisti di Veneto Banca e di Popolare Vicenza (attraverso il Fondo Atlante), e poi sui conti di Unicredit che verranno pubblicati nella giornata di oggi, 10 maggio, e così facendo generano nel lettore l'illusione che "tutto poi tornerà come prima", che si va avanti come al solito, che il punto oggi è capire se Letizia Moratti sarà o meno il Capo di UBI Banca.
Così facendo, viene distorta la realtà: la realtà è diversa, e le obbligazioni subordinate di Banca Etruria sono solo una goccia nel mare. La realtà è che quello che si è messo in moto nel 2016 è un cambiamento che ha due caratteristiche molto chiare: 1) investe il sistema nel suo insieme e 2) non è reversibile, non si torna più indietro.
La distruzione di valore di Popolare Vicenza e di Veneto Banca è allo stesso tempo la distruzione di valore degli azionisti di Banca Intesa e di Unicredit, due banche che non usciranno da questa fase così come ci sono entrate: la domanda che bisogna farsi, e che gli investitori in azioni ed obbligazioni devono farsi oggi, è SE ne usciranno, loro e le altre banche italiane di maggiori dimensioni. Noi ne abbiamo scritto anche in una precedente serie di Post, che iniziò nel marzo scorso.
Noi di Recce'd crediamo che in pochi anni, e forse mesi, il panorama del settore bancario in Italia verrà del tutto stravolto: banchi grandi (come Intesa ed Unicredit, ad esempio) e banche piccole (come Popolare Vicenza e Banca Etruria, ad esempio), da questo punto di vista, sono nella medesima condizione, possono solo subire.
Il Governo non potrà farci nulla (il Fondo Atlante è lì a dimostrarlo), e ormai il destino del settore è in mano agli stranieri, che qualche cosa compreranno e ed altre cose butteranno, semplicemente, nel cestino.
Azioni ed obbligazioni bancarie non valgono quanto dicono i prezzi di oggi, questo è certo: oggi sono sostenute da dichiarazioni spavalde sulla forza del sistema, che poi però vengono ogni giorno smentite dai fatti. Ma va anche detto che in futuro qualcuno perderà ed altri guadagneranno, oggi non è possibile dire chi, bisognerà fare ogni mattina attenzione a ciò che succede. Non a quello che scrivono i giornali: bisognerà fare attenzione ai FATTI. Perché questo stravolgimento, rinviato per decenni, potrebbe anche produrre conseguenze positive per noi investitori finali (e clienti di banche): di sicuro danneggerà gli attuali vertici bancari, i loro amici e i loro interessi congiunti, ma non necessariamente i Clienti delle banche.
I Clienti hanno un vantaggio: possono agire, e da subito. La cosa più dannosa, oggi, è restare fermi davanti a questo rapido cambiamento. I Clienti devo agire e ragionare con la propria testa: scegliere in modo critico i propri fornitori di servizi e i propri consulenti. E liberarsi di vecchi schemi, come quelle "garanzie di Banca d'Italia" sulle quali dovrebbero informarsi dagli azionisti di Popolare Vicenza e Veneto Banca.