Dove Recce'd può fare (e farà) la differenza (parte 7)
Molti dei nostri lettori hanno in portafoglio Fondi Comuni di Case estere: è stata la chiave per il successo commerciale di molte Reti di vendita, che hanno battuto sul tempo le banche commerciali (Intesa, Unicredit e tutte le altre) offrendo al Cliente prodotti cosiddetti "Multimanager". Commercialmente, è stata un'idea "vincente": si fanno vedere al Cliente una valanga di nomi esteri, presentandoli come "i migliori del mercato" (migliori a fare cosa? non si sa), e poi si piazza al Cliente un assortimento di Fondi dai nomi esotici, senza sapere in molti casi che cosa c'è dentro. Il grande successo commerciale ha permesso a queste Reti di imporre all'intero mercato gli standard di servizio: "o fai come noi, oppure non lavori". Questo perché tutto, dalla documentazione delle Case di Fondi, alla comunicazione attraverso i media, è stato impostato per supportare la vendita di portafogli Multimanager. A cui si aggiungono le interviste, purtroppo speso banali e tradotte male, a gestori mai neppure visti in faccia, e l'esaltazione del "colossi del settore": insomma, tutti gli spazi sono stati occupati. Agli indipendenti come Recce'd è stata lasciata solo qualche nicchia: fino ad oggi. Già, perché oggi sembra proprio che si sia toccato un limite e si sia superato il limite della decenza, se persino la CONSOB, un Organismo certo non aggressivo fino ad oggi nella tutela degli interessi degli investitori finali dai cartelli di settore, ha deciso di uscire allo scoperto denunciano le storture di questo modello di distribuzione di prodotti finanziari. Leggiamo da un resoconto giornalistico di oggi, 17 luglio, dal sito Soldi On Line: "L’organo di controllo della borsa e dei mercati ha fornito un richiamo di attenzione nei confronti degli intermediari distributori di fondi esteri ed estero-vestiti, che rappresentano il 70% circa del patrimonio dei fondi collocati in Italia. La commissione ha ricordato che la selezione dei prodotti che la selezione dei prodotti da offrire o consigliare alla clientela non può fondarsi su valutazioni di mero vantaggio economico per l'intermediario, ma deve essere rivolta prioritariamente a soddisfare gli interessi dei clienti serviti.". Ma come??? La CONSOB a metà luglio del 2017, ha scoperto che c'è qualcuno, oggi sul mercato italiano del risparmio, che distribuisce Fondi Comuni di Investimento guardando al proprio interesse, e non a quello del Cliente investitore? Incredibile!!! (Ovvio che facciamo della facile ironia). E adesso? Nella civilissima Italia, seguirà subito un moto di sdegno del pubblico dei risparmiatori? Una rivoluzione civile del risparmio? Noi di Recce'd non ci crediamo: ed al contrario noi crediamo che siano già partite le grandi manovre del leaders del settore, manovre finalizzate a mettere tutto a tacere e a tirare avanti così fino a che sarà possibile, forti del loro flussi di ricavi. Che poi è esattamente lo stesso atteggiamento che ogni cartello di questo mondo ha sempre tenuto, di fronte agli attacchi della libera concorrenza. I giornali e i media? Per carità!!! Quelli, grazie ai soldi della pubblicità, li terranno buoni fino a che farà comodo, e figuriamoci se qualche Professore baratterà il proprio posto nel Consiglio di Amministrazione per una denuncia pubblica di questi gravissimi conflitti di interesse.
Che speranze restano allora agli investitori finali per sfuggire a questa trappola? Solo due speranze: la prima speranza sono i mercati, che fino ad oggi hanno tenuto in piedi questa "baracca" solo grazie alle dosi abbondanti di anestesia delle Banche Centrali; quando l'effetto del'anestesia finirà. il dolore sarà forte ma per la salute dei risparmiatori finali sarà un gran bene, perché si distingueranno i gestori bravi (pochissimi) dai burocrati della scrivania (la maggioranza). La seconda speranza sono gli Stati Uniti, dove c'è una cultura totalmente diversa, e da cui sono arrivate, da sempre, le spinte verso la libertà dei servizi ed i diritti civili. La battaglia per i diritti dei risparmiatori a sfuggire alla trappola delle catene "fabbrica di Fondi Comuni - Rete di vendita" è già iniziata. La "disruption" colpirà presto anche il mercato italiano, e probabilmente metterà fuori mercato una fetta importante di Istituzioni che non creano valore per il Cliente investitore (molte sono già oggi in difficoltà nonostante i ricavi, con un modello di business superato dai fatti). Recce'd è proprio una riposta a questa nuova, forte ed inarrestabile tendenza all'innovazione dei servizi del risparmio.
Per chiudere questo Post, vi raccontiamo quella che sembra una barzelletta: oggi Goldman Sachs, a causa dell'intervento di CONSOB, ha rivisto al ribasso il proprio giudizio sulle Società italiane quotate del risparmio gestito. E' paradossale perché le critiche di CONSOB riguardavano proprio i Fondi di Goldman Sachs e delle altre banche di investimento. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che i costi di queste contraddizioni li paga sempre e solo l'investitore finale italiano: perché poi è da queste stesse banche di investimento che vi arrivano ogni giorno i "consigli" di buttarvi sull'equity europeo e sui titoli a basso rating, "analisi" scritte al solo scopo di fare aumentare le commissioni per le Reti di distribuzione che collocano i Fondi di queste banche di investimento.