(30/03 10:35) Investire sui BTp e valutare il rischio Italia (3)
In modo del tutto irresponsabile, e sicuramente contro l’interesse dei loro lettori, i quotidiani italiani a maggiore circolazione “spingono” i BTp, così come fanno i volantini dei supermercati per i detersivi venduti con lo sconto.
Purtroppo per i lettori di questi quotidiani nazionali, investire è una faccenda ben più complessa delle offerte dei supermercati.
Leggiamo dal quotidiano la Repubblica (da sempre molto vicino a Mario Draghi) il seguito ai fatti riportati da noi nel tweet precedente. Leggete estraniandovi dal tono di La Repubblica (potete essere in sintonia oppure no, a noi la cosa non riguarda): badate invece alla sostanza.
È la natura degli attacchi, spesso scomposti. La cui intensità è aumentata negli ultimi giorni, in concomitanza con l’esplosione del caso Pnrr a Bruxelles e il rinvio della decisione europea sulla terza tranche. E siamo a qualche giorno fa. La tensione sale talmente tanto che Meloni – secondo fonti incrociate consultate nell’esecutivo – decide di alzare il telefono per chiamare il predecessore. Contestualizza, spiega, giustifica la linea politica con ragionamenti di questo tenore: non sono attacchi rivolti a te, ma il tentativo di far intendere che l’Europa sta adottando nei nostri confronti un atteggiamento improvvisamente più rigido. Un approccio troppo puntiglioso di Bruxelles, che non si accontenta dei chiarimenti e chiede sempre nuovi approfondimenti. Si sente vittima degli arbitri del Pnrr, assai più severi con il suo governo rispetto a quello precedente. È (di nuovo) sindrome dell’assedio, che si alimenta pure di alcuni passaggi degli ultimi giorni: l’invito del Colle a muoversi con solerzia sul Piano, la parziale bocciatura della Commissione, la fragorosa sconfitta al Consiglio europeo sul dossier dei biocarburanti.