(30/03 10:45) Investire sui BTp e valutare il rischio Italia (2)

In modo del tutto irresponsabile, e sicuramente contro l’interesse dei loro lettori, i quotidiani italiani a maggiore circolazione “spingono” i BTp, così come fanno i volantini dei supermercati per i detersivi venduti con lo sconto.

Purtroppo per i lettori di questi quotidiani nazionali, investire è una faccenda ben più complessa delle offerte dei supermercati.

Leggiamo dal quotidiano la Repubblica (da sempre molto vicino a Mario Draghi) la ricostruzione di alcuni fatti degli ultimi giorni.

Da ospite di Lucia Annunziata, Giavazzi sfodera toni soft e concetti sostanzialmente bruschi. E così, quando gli chiedono della promessa meloniana di un’operazione verità per denunciare i ritardi frutto dell’era Draghi, il professore replica: «Chi dice oggi che il Piano è in ritardo non capisce come funziona». Pensa ai ministri dell’attuale esecutivo. Pensa alla premier. Non sono parole spese a caso. Della linea da tenere, d’altra parte, ha discusso con Draghi. Evita affondi diretti, ma prende le distanze dal presente. «Non si potevano spendere immediatamente 190 miliardi, bisognava preparare l’assetto normativo. Ora bisogna essere pronti. E il ministro Fitto comincerà ad attuare le cose». Il messaggio a Palazzo Chigi è secco: abbiamo lasciato le cose in ordine, ognuno si assuma le proprie responsabilità. Meloni risponda delle proprie. E si confronti con la riuscita o il fallimento della propria missione: «La montagna di soldi del Pnrr aiuterà il Paese, vale 12 punti del Pil in quattro anni. Difficile immaginare che nel 2023 si possa dunque fermare la crescita». Pausa. «A meno che non riusciremo a spendere questi soldi, nel qual caso torneremmo indietro. Ma spenderli è un nostro interesse, non c’entra Bruxelles».

Valter Buffo