Haters: i leoni della tastiera (e della Borsa)
 

Esattamente in anno fa, una folla inferocita entrava nell’edificio che ospita il Congresso degli Stati Uniti.

A distanza di un anno, ne hanno parlato tutti: l’anniversario è stato rievocato anche dalle prime pagine dei quotidiani in Italia (immagine sotto).

Si è tratta di un fatto di grande importanza, che ha segnato la storia recente degli Stati Uniti e delle democrazie in generale. Un episodio storico, e a tutto oggi non risolto.

Il Corriere della Sera si chiedeva ieri: “Si è trattato di un colpo di Stato?”. In effetti, è difficile catalogare ed etichettare questo episodio, che di sicuro NON è simile ai colpi di Stato che nella storia recente si sono visti negli Stati del Sud America e dell’Asia..

Ci sono maggiori somiglianze con le “sollevazioni popolari” dei secoli scorsi, oppure con i movimenti di piazza visti durante il secolo scorso, ad esempio in Argentina, in Brasile, in Polonia, oppure in Cina.

Il dato notevole è che questo tipo di “movimenti di piazza” nel secolo scorso andava associato a “regimi autoritari”: non troviamo invece un precedente che riguardi “regimi democratici”.

L’episodio, a distanza di 12 mesi, merita quindi di essere non soltanto ricordato ma pure analizzato da angolazioni diverse.

Ad esempio: Recce’d vede un collegamento tra quell’episodio e ciò che, in parallelo, si è verificato sui mercati finanziari.

Anche in questo caso, una “folla inferocita” ha temporaneamente preso il controllo della situazione. Ed anche in questo caso, a fare da motore a questo movimento sociale sono stati i cosiddetti social media.

Abbiamo ed avete visto tutti, nel corso del 2021, sfogarsi sui mercati una ferocia ed una rabbia senza precedenti, e difficile da comprendere. Una diffusa voglia di qualcosa che potremmo definire “rivincita”

Attraverso i social media, le chat, i siti Web, si è rapidamente diffusa una vera e propria ondata di ribellione incattivita, che possiamo rappresentare in modo sintetico attraverso alcuni slogan:

  • “possiamo fare da soli”

  • “non ci fidiamo di chi ci vuole dare consigli”

  • “investire è più semplice di quello che ci raccontano”

  • “è possibile guadagnare il 20% in un giorno, il 100% in una settimana, e poi comperarsi la casa, l’automobile, la barca”

  • “possiamo investire anche nei titoli-spazzatura e farli salire, anche se la Società è fallita” (immagine qui sopra)

Quelli furbi (ma veramente MOLTO scaltri) hanno immediatamente approfittato di queste persone, di questa rabbia, di questa improvvisazione: un esempio, di cui si è scritto molto in questo Blog, è stato la Società Robinhood, che prometteva di “democratizzare gli investimenti” (“Let the people invest”) vendendo poi, alle spalle dei propri stessi Clienti, i dati sulle loro transazioni ai (soliti) giganti di Wall Street.

Tra i furbi e furbastri, ovviamente, ci sono anche tutte le piattaforme di trading, e tutti quelli che hanno spinto su slogan come “investire è semplice, bastano cinque minuti”.

I media hanno alimentato questa forma di isteria collettiva, e si sono diffuse etichette come TINA, FOMO e così via. rapidamente, i mercati sono stati investiti da un vero e proprio fenomeno di massa.

Abbiamo descritto un fenomeno di massa che ha determinato, come è facile comprendere, profonde distorsioni nell’andamento dei prezzi e degli indici di mercato.

Perché noi di Recce’d le chiamiamo distorsioni? Su che cosa è basata questa nostra affermazione?

Sul reality check: ovvero sul confronto con la realtà dei fatti, che era e resta il solo ancoraggio solido per i mercati finanziari.

In numerose occasioni, nel corso del 2021, ne abbiamo scritto, con dettaglio anche qui nel nostro Blog. Non ci ripeteremo.

Che cosa c’è, alla radice di questa rabbia, di questa diffusa aggressività, e di questa voglia di rivincita? E come ha fatto, a diffondersi così rapidamente?

Il fenomeno è chiaramente l’espressione di un disagio, che ha componenti sia economiche sia culturali, e che a sua volta è figlio dell’incertezza. Oltre a questo ci sono, naturalmente, delle responsabilità, a carico di chi ha gestito e fatto scelte per la collettività. Alcune di queste responsabilità sono responsabilità gravissime.

E’ gravissimo, per fare un esempio, avere consentito il diffondersi dell’illusione che “l’investimento in azioni è senza rischio”.

Come già abbiamo scritto, in più occasioni, perdere soldi è una componente essenziale dell’investimento: non si investe per “guadagnare”, ed invece si investe per “dare la migliore allocazione possibile ai propri risparmi”. Il risultato è incerto: se non fosse incerto, non esisterebbe guadagno, performance, rendimento. E’ possibile perdere soldi, investendo.

Si investe per fare “il meglio possibile”: il guadagno, SE CI SARA’, verrà poi, dopo, a cose fatte, alla fine del gioco.

Ingannare un vasto pubblico, buona parte del quale poco e male informato (e tutto quanto alle prese con una forma collettiva di isteria), è stato gravissimo: se poi pensiamo che il tutto è stato portato avanti allo scopo di “creare consenso politico e sociale con l’illusione della ricchezza facile”, allora capirete che siamo alle soglie del totalitarismo.

Tutti noi sappiamo a chi vanno attribuire queste responsabilità, così come tutti noi sappiamo che questi signori non verranno mai chiamati a rispondere dei loro atti (che si chiamino Trump o Yellen o Bernanke o Powell, oppure Draghi oppure Lagarde, non fa alcuna differenza: non c’è schieramento a fare la differenza, in questo contesto). Non risponderanno mai delle gravi conseguenze che seguiranno, non di fronte ad un Tribunale.

Il peso di questa situazione lo hanno sopportato tuti gli investitori, ma soprattutto gli investitori consapevoli di ciò che fanno con il loro denaro: investitori costretti ad affrontare una situazione priva di precedenti e priva di senso, come moltissime volte i titoli dei media sono stati costretti a riconoscere.

Ci sono stati episodi eclatanti, resi possibili dal contesto appena descritto. Nessuno di noi e di voi ha dimenticato episodi come la discesa del petrolio in negativo, nell’aprile 2020: l’immagine sotto aiuta a ricordare.

Non è stato questo il solo episodio privo di senso. Ed anche questo, come molti altri, è un episodio tutt’ora in corso, che non si è ancora concluso.

Come abbiamo scritto più sopra, ci sono dei responsabili per questo clima di follia: e tra questi, spiccano le Banche Centrali. Istituzioni il cui solo obbiettivo dovrebbe essere quello di garantire la stabilità monetaria e finanziaria, e che al contrario si sono avventurate su un sentiero pericolosissimo, dichiarando di volere “salvare il Mondo”.

Proprio da qui sono derivate scelte azzardate e spregiudicate, che hanno prodotto effetti del tutto inattesi (da loro: dai banchieri centrali) ed una perdita di credibilità non reversibile.

Fermatevi un momento al riflettere sul signore qui sotto: lo hanno messo a capo della Federal Reserve di Minneapolis, e chiunque di voi ricordi la sua storia personale non può che concludere che il soggetto non è adeguato al ruolo.

Nel mese si aprile del 2021, ovvero 8 mesi fa, fece notizia con una delle sue (molte) frasi arroganti: “Non andrei nel panico per una inflazione al 4%”. Adesso, che (dopo otto mesi) l’inflazione è esattamente il doppio, chissà se è “andato nel panico”.

La sintesi di tutte queste considerazioni ci è stata offerta, la settimana scorsa, da un titolo del New York Times. Un quotidiano prestigioso, che non è possibile definire contrarian, che non è possibile definire anti-Biden oppure anti sistema che sicuramente non è possibile definire bear oppure perma-bear oppure ribassista oppure anti sistema.

Il New York Times, nel suo titolo che vedete qui sotto scrive “Le mosse della Fed hanno pompato la Borsa. Nel 2022, la Fed potrebbe staccare la spina”.

Detto così, come se fosse una cosa semplice, non allarmante e senza conseguenze sulla vita di tutti noi.

E invece, noi ci domandiamo, quali saranno le conseguenze se questo tipo di messaggi inizia a circolare tra i “leoni della tastiera”? Che cosa resterebbe di TINA e FOMO?

Che cosa resterebbe, della Borsa 2021?

Mercati oggiValter Buffo
2022: tiriamo le conclusioni (dopo 5 giorni?)
 

Dopo una sola, movimentata, settimana dei mercati finanziari nel 2022, c’è già qualche giudizio che si può formulare?

No.

Al tempo stesso, si possono fare in grande quantità osservazioni interessanti.

Ad esempio, prendere qui sotto i titoli di ieri sera (venerdì 7 gennaio) sul Financial Times di Londra.

Che cosa ci dicono? Ci dicono una marea di cose.

Leggete bene: qui sopra trovate scritto che

  • il dato di venerdì 7 per gli occupati USA “fornisce alla Federal Reserve la giustificazione per un rialzo anticipato dei tassi”;

  • ma allo stesso tempo si scrive che “il dato NFP per gli occupati è stato deludente”;

  • poi si legge che (terzo titolo) “i verbali della Federal Reserve di mercoledì 5 gennaio 2021 hanno innescato una fuga dai titoli azionari “growth” ovvero “crescita”

  • e poi si legge anche che “il forte ribasso dei titoli Tech è solo un antipasto di ciò che sta per arrivare”

  • ma c’è altro: si legge del “contrasto tra l’industria delle cripto-valute ed il Parlamento”, nel Regno Unito

  • ed infine, si legge (quarto titolo) che la crescita della “diseguaglianza” rischia di interrompere una tranquillità sociale durata un decennio

Nessuno di questi temi risulterà nuovo, per voi lettori. Essendo tuti voi investitori esperti, come sarebbe possibile il contrario? Come è possibile investire il proprio denaro senza avere le idee chiarissime sui temi citati dal Financial Times nell’immagine sopra?

Siamo certi che ne avete già discusso, in modo approfondito e qualificato, con il vostro uomo (donna) di fiducia: il wealth manager, il private banker, il family banker, il robot banker, oppure più semplicemente il vostro promotore finanziario che a voi vende i Fondi Comuni e le polizze Unit Linked.

Potrebbe essere, invece, che il vostro uomo (donna) di fiducia ancora non vi abbia accennato ai temi dell’immagine qui sotto. ma lo farà a brevissimo, noi ne siamo certi. E’ un tipo (tipa) molto professionale e competente.

Leggete e poi scorrete più in basso, se siete interessati alle nostre osservazioni in merito.

Prima riga: proprio venerdì 7 gennaio, Goldman Sachs ci comunica un (ulteriore, ennesimo) taglio alle loro previsioni per la crescita economica degli Stati Uniti.

Attenti ai dettagli: tagliano un trimestre alla volta (in questo caso, per il trimestre gennaio-marzo 2022, in corso) ma NON per l’anno intero. Almeno, non ANCORA.

Ma tagliano: e questo, voi NON lo avete letto sul Sole 24 Ore, oppure su Milano Finanza, oppure sul Corriere Economia. Non ve lo dicono: sarà perché NON è importante? Giudicate voi.

Passiamo alla seconda riga: dove si dice che il taglio delle previsioni invece è DAVVERO importante. Perché? Ecco perché: si fa notare che adesso la Federal Reserve si è impegnata a fermare il QE ed anche alzare i tassi, proprio adesso, che il PIL USA (e del Mondo intero) rallenta.

Un bel … casino!

Terza riga: la banca di investimento Nomura scrive: “lo sappiamo come fa in fretta la Federal Reserve ad inginocchiarsi di fronte ad una fase di ribasso dei mercati finanziari”. Non farete fatica a collegare questo spunto allo spunto precedente.

Ed infine, trovate tre frasi del membro del Consiglio della Federal Reserve che si chiama Bullard e che ci anticipa che:

  1. se l’inflazione dovesse calare, anche i rialzi dei tassi potrebbero essere posticipati

  2. la Federal Reserve non ha ancora preso una decisione sulla RIDUZIONE del proprio attivo (dopo che ha stoppato gli acquisti del QE)

  3. e comunque per un ritorno dell’attivo ai livelli del 2019 “ci vorranno anni”

Bene, così Recce’d vi ha regalato un quadro completo, molto selezionato e molto stimolante dei temi di mercato che vi aiutano a comprendere ciò che sta succedendo.

Ora non dovete fare altro che sedervi al tavolo con il vostro uomo (donna) di fiducia, e chiedere

  1. “che cosa ne pensi”; e poi

  2. “che cosa facciamo adesso”

Il vostro uomo (donna) di fiducia non avrà esitazione a rispondere.

Sicuramente vi dirà “stiamo fermi come siamo”, perché .. così per lui va benissimo.

E quindi: tutto a posto. Come è scritto nella seconda frase della seconda immagine: “good luck”.

Prima di chiudere l’incontro, il nostro suggerimento è quello di fare un’ultima domanda al vostro uomo (donna) di fiducia: “perché il tizio qui sotto afferma che la Federal Reserve ha già fatto un certo numero di “svolte ad U”, ma NON la può fare quando c’è l’inflazione”.

Che cosa avrà voluto dire?

Mercati oggiValter Buffo
Turchia e Kazakistan: i segnali che ci arrivano dall'Asia
 

Leggere il nostro The Morning Brief ogni mattina è utile da molti punti di vista: a titolo di esempio, per i nostri Clienti noi da almeno due mesi produciamo segnalazioni ed analisi su ciò che sta accadendo in Turchia, spiegando allo stesso tempo quali potrebbero essere le implicazioni per i Mercati Emergenti, ed anche per l’Unione Europea.

In questo Post, non ci soffermeremo sulla Turchia.

Non abbiamo tempo ed energie sufficienti per riportare in questo Post le analisi, già offerte ai nostri Clienti, su quei fatti, efficacemente sintetizzati dall’immagine qui sopra.

Utilizziamo però questo grafico, che segue qui sotto, per mettere all’attenzione dei nostri lettori un dato di fatto: la Turchia sta pagando duramente una politica monetaria dissennata, spregiudicata e alla prova dei fatti sciagurata.

Questa dannosa politica è sintetizzata in modo efficace proprio dal grafico che segue,

Noi abbiamo evidenziato, con un quadratino giallo, la differenza tra il tasso di inflazione (la riga di colore nero) ed il tasso ufficiale di interesse (la riga di colore blu).

E adesso, non dovete fare altro che guardare un altro grafico, che trovate qui sotto: facilissimo ricavarne non soltanto una maggiore comprensione del problema, ma pure qualche utile spunto di riflessione su come sono investiti oggi i vostri risparmi, e su chi è il peggiore nemico della vostra stabilità finanziaria oggi, come Recce’d scriveva nell’ottobre del 2020, ovvero quindici mesi fa.

Come detto, oggi non vogliamo richiamare la vostra attenzione sulla Turchia: in questo Post ne abbiamo già scritto, direttamente ma soprattutto indirettamente. E chi è più attento se ne sarà già reso conto. Ed avrà già operato di conseguenza, nel proprio migliore interesse.

Con questo Post, noi intendiamo invece informare il nostro pubblico dei lettori della situazione del Kazakistan.

La stampa italiana, non da oggi ma da sempre (e se possibile ancora di più con l’avvento di Draghi) è a dire poco omertosa sui temi economici che ci ricordano quali sono le difficoltà e le fragilità che ci condizionano, tutti quanti, oggi.

Del tutto involontariamente, a volte, sfugge però qualche segnale: involontariamente si offre al lettore una intuizione utile, involontariamente un titolo può servire davvero al lettore, per accostare fra di loro temi che invece la stampa italiana di solito tiene ben distanti.

Leggete qui sotto: il tema Kazakistan viene accostato a tre temi che proprio qui, nel Blog, mettiamo in evidenza da molti mesi. E precisamente

  • il carburante

  • le diseguaglianze

  • il Bitcoin

Peggio per voi, se non avete mai approfondito. peggio per voi, se il vostro wealth manager, ovvero private banker, ovvero robot banker, vi ha detto di non prestare attenzione, perché tanto “non sono importanti” e perché tanto “risolve tutto la BCE”.

Ora, vi ritrovate a leggere di questi argomenti in prima pagina sul Corriere della Sera. E come se non bastasse, sono pure associati al Kazakistan.

Che neppure sapremmo trovare sulla carta geografica.

E allora, non fate lo stesso errore che avete già fatto nel passato: se Recce’d ve ne scrive nel Blog, è solo perché è stato fatto un attentissimo lavoro di selezione, tra mille e mille temi possibili, lavoro che ci ha portato a concludere che proprio questo tema, i Kazakistan, influenzerà i rendimenti degli asset finanziari nel 2022.

Non ci credete? Benissimo: allora fate un piccolo sforzo, e tornate indietro, proprio nel nostro Blog. E individuate quegli argomenti da noi segnalati che per voi NON sono diventati importanti. Ed anzi: DECISIVI nella gestione degli investimenti. Quanti sono?

Quindi, nel vostro unico interesse: dateci retta, e leggendo l’articolo che segue, cercate di capire quello che succede in Kazakistan. Ma soprattutto, cercate di capire cosa e come c’entrano il carburante, la diseguaglianza ed il Bitcoin.

E poi se ne avete voglia, fateci sapere: quanto è distante, dall’Italia, il Kazakistan?

Dalle prime ore del 5 gennaio, con avvisaglie nei giorni precedenti, una rivolta sta infiammando il Kazakistan, con scontri, almeno 350 vittime tra i manifestanti, repressi duramente, otto poliziotti uccisi e palazzi governativi dati alle fiamme. Per «stabilizzare» la situazione è già stato disposto l’invio di migliaia di militari dell’alleanza post-sovietica Csto, sopratutto russi e armeni; l’instabilità del Paese, nel cuore dell’Asia Centrale, preoccupa i due vicini più potenti. Cioè la Russia, di cui il Kazakistan è un alleato strategico. E la Cina, che compra la maggior parte degli export petroliferi del Paese. Ma cosa sta succedendo?

La scintilla delle proteste

La prima protesta è scattata il 2 gennaio nella città di Zhanaozen, nel nordovest del Paese: la liberalizzazione del prezzo del carburante lo ha visto raddoppiare in pochi giorni, e le proteste per l’aumento hanno fatto detonare un malcontento latente per le disuguaglianze economiche nel Paese, dove lo stipendio medio — circa 55o euro al mese — non riflette le condizioni di vita faraoniche dei pochissimi ultraricchi del petrolio. Il Kazakistan, 18 milioni di abitanti dispersi su un territorio grande come mezza Europa, è ricchissimo di petrolio, gas naturale, uranio e metalli preziosi. È di gran lunga il più ricco e il più grande tra gli altri «-stan» dell’area: Tajikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, che fanno parte insieme a Kazakistan, Russia e Armenia dell’alleanza post-sovietica Csto.

L’ombra di Nazarbayev

Eppure il malcontento popolare è alle stelle, ed è diretto soprattutto verso il vecchio — e finora unico — presidente Nursultan Nazarbayev, le cui statue sono state buttate giù nelle città e verso cui si indirizzano gli slogan più feroci. Nazarbayev, che oggi ha 81 anni, si è dimesso nel 2019 lasciando il posto all’attuale presidente Tokayev, che gli aveva lasciato un ruolo direttivo nel consiglio di sicurezza nazionale. Da mercoledì, per placare i manifestanti, Tokayev ha sciolto il governo, ma Nazarbayev è ancora visto come un «presidente ombra» dai manifestanti.

Le cause della rivolta

Nel Paese non esiste opposizione: le elezioni vengono regolarmente vinte dal partito di governo con il 100% circa dei consensi. Non è quindi la prima volta che la politica economica del governo infiamma le piazze. Nella primavera 2016 un’ampia privatizzazione della proprietà terriera faceva temere che i cinesi si sarebbero «comprati il Paese», così scandivano in strada migliaia di manifestanti, e l’inflazione aveva portato un dollaro a valere 340 tenge, da 182, in poche settimane. Ora le riforme nel mirino sono molte. La liberalizzazione del prezzo del Gpl, che ha comportato il raddoppio dei prezzi. La recente svolta del governo circa la valuta nazionale, il tenge, che è stato deprezzato — strozzando i molti cittadini che avevano acceso mutui e chiesto prestiti poco prima, con la valuta ancora forte, e che ora chiedono una remissione del debito almeno parziale. Questa crisi bancaria avviata dai prestiti che è sempre più difficile risarcire è precipitata nelle ultime settimane, deflagrando nelle proteste di questi giorni. E poi c’è l’aumento del costo dell’elettricità, in parte legato anche al «crypto-mining», l’«estrazione» di Bitcoin e altre criptovalute, che richiede enormi quantità di energia. Un’attività che in Kazakistan, negli ultimi mesi, si è fatta fiorente.

Il mercato dei Bitcoin

In Kazakistan negli ultimi mesi si sono rifugiati molti dei «miner» cacciati dalla Cina con la stretta sul costo dell’energia elettrica, complice anche il grande laissez-faire del governo — almeno fino a qualche giorno fa — rispetto alla costruzione di nuovi grandi server di informazioni che supportano il «crypto-mining». Così la ex repubblica sovietica è diventata una delle capitali mondiali delle criptovalute. Ospita 90 mila società di «crypto-mining»: il 18 per cento circa del mercato globale. Dal 5 gennaio, però, Kazakhtelecom, la maggiore compagnia di telecomunicazioni del Kazakistan, ha bloccato l’accesso a Internet. Anche il governo centrale ha ha bloccato i siti di social network e le app di chat tra cui Facebook, WhatsApp, Telegram, WeChat. Questo rende difficile capire in tempo reale cosa succede nel Paese. Ma è anche uno spavento per i «miner» di criptovalute: con il blackout di Internet, le società di «crypto-mining» sono impossibilitate a comunicare con il network Bitcoin.

Mercati oggiValter Buffo
Endgame
 

Endgame è il termine con il quale, in inglese, si definisce la fase finale del gioco: quella fase nella quale numerosi segnali ci avvisano che si sta andando verso la conclusione, e che ormai si profila un risultato che distingue nettamente tra chi ha vinto e chi ha perso.

Il termine è efficace e può essere utilizzato proprio in questo momento a proposito dei mercati finanziari.

Il grafico qui sopra è già stato pubblicato e commentato in questo Blog: ci racconta che negli Stati Uniti i flussi di denaro versati dai risparmiatori nei Fondi Comuni azionari hanno raggiunto un importo complessivo superiore alla somma dei soldi investiti in Fondi Comuni azionari nel 19 anni precedenti.

Ulteriore evidenza, supportata dai dati, di una autentica mania collettiva della quale abbiamo scritto, anche questa settimana e poi nelle settimane precedenti..

Il grafico qui sopra potrebbe essere il grafico più significativo di tutto il 2021.

Passando al 2022, dopo solo cinque giorni di mercato abbiamo già un candidato alla categoria “l’articolo più importante dell’anno”.

Ve lo riportiamo qui di seguito, e senza aggiungere commento. Non ce n’è bisogno, perché noi di Recce’d lo avevamo già commentato prima. Proprio nel corso del 2021, mentre il pubblico dei risparmiatori versava il proprio denaro nei Fondi Comuni di Investimento azionari.

Richiamiamo, per una ennesima volta, l’attenzione dei lettori di questo Blog sul tema degli Anni Settanta, tema che viene toccato anche da questo articolo, e che nel vostro esclusivo interesse fareste bene ad approfondire subito, prima che sia troppo tardi per reagire.

By Coral Murphy Marcos and Emily Flitter

  • Dec. 31, 2021

For two years, the stock market has been largely able to ignore the lived reality of Americans during the pandemic — the mounting coronavirus cases, the loss of lives and livelihoods, the lockdowns — because of underlying policies that kept it buoyant.

Investors can now say goodbye to all that.

Come 2022, the Federal Reserve is expected to raise interest rates to fight inflation, and government programs meant to stimulate the economy during the pandemic will have ended. Those policy changes will cause investors, businesses and consumers to behave differently, and their actions will eventually take some air out of the stock market, according to analysts.

“It’s going to be the first time in almost two years that the Fed’s incremental decisions might force investors or consumers to become a little more wary,” said David Schawel, the chief investment officer at Family Management Corporation, a wealth management firm in New York.

At year’s end, the overarching view on Wall Street is that 2022 will be a bumpier ride, if not quite a roller coaster. In a recent note, analysts at J.P. Morgan said that they expected inflation — currently at 6.8 percent — to “normalize” in coming months, and that the surge of the Omicron variant of the coronavirus was unlikely to lower economic growth.

LPL Financial, a brokerage, had a similar take, saying interest rates will move “modestly higher” in 2022.

The S&P 500 stock index had a great run in 2021, rising more than 25 percent — on top of its 16 percent gain during the first year of the pandemic. The index hit 70 new closing highs in 2021, second only to 1995, when there were 77, said Howard Silverblatt, an analyst at S&P Dow Jones Indices. Shares on Friday fell slightly.

The market continued to rise through political, social and economic tensions: On Jan. 7, the day after a pro-Trump mob stormed the U.S. Capitol, the S&P set another record. Millions of amateur investors, stuck at home during the pandemic, piled into the stock market, too, buying up shares of all kinds of companies — even those that no one expects will earn money, like the video game retailer GameStop.

Wall Street also remained bullish on business prospects in China despite Beijing’s growing tension with the United States and tightening grip on Chinese companies. Waves of coronavirus variants, from Delta to Omicron, and a global death toll that crossed five million did not deter the stock market’s rise; its recovery after each bout of panic was faster than the previous one.

“2021 was a terrific year for the equity markets,” said Anu Gaggar, the global investment strategist for Commonwealth Financial Network, in an emailed note. “Between federal stimulus keeping the economy going, easy monetary policy from the Fed keeping markets liquid and interest rates low, and the ongoing medical improvement leading to surprising growth, markets have been in the best of all possible worlds.”

The past year also seemed promising at first for new stock offerings, and nearly 400 private companies raised $142.5 billion in 2021. But investors had sold off many of the newly listed stocks on the New York Stock Exchange or Nasdaq by the end of the year. The Renaissance IPO exchange-traded fund, which tracks initial public offerings, is down about 9 percent for the year.

Shares of Oatly, which makes an oat-based alternative to dairy milk, soared 30 percent when the company went public in May but are now trading 60 percent lower than their opening-day closing price. The stock-trading start-up Robinhood and the dating app Bumble, two other big public debuts, were down about 50 percent for 2021.

The first sign that the stock market could end its recent bull run appeared in the second half of 2021 when prices of household goods, gasoline and much more began to rise, sparked by supply chain disruptions stemming from the pandemic. Prices for used cars skyrocketed amid a global computer chip shortage. As Covid-19 vaccination rates improved, businesses trying to reopen had to raise wages to attract and retain employees. Consumer prices climbed 5.7 percent in November from a year earlier — the fastest pace since 1982.

But even when “inflation” had become a buzzword worthy of a headline in The Onion, the stock market appeared slow to react to price increases.

“The market is on the side that inflation is transitory,” said Harry Mamaysky, a professor at Columbia Business School. “If it’s not and the Fed needs to go in and raise interest rates to tame inflation, then things could get a lot worse in terms of markets and economic growth.”

And that is what the Fed has signaled it will do in 2022.

When interest rates go up, borrowing becomes more expensive for both consumers and companies. That can hurt profit margins for companies and make stocks less attractive to investors, while sapping consumer demand because people have less money to spend if their mortgage and other loan payments go up. Over time, that tends to deflate the stock market and reduce demand, which brings inflation back under control.

“I expect 2022 to be a bumpier ride because the returns are not going to come as easy as they did in 2021 or most of 2020,” said Greg McBride, an analyst at Bankrate, a personal finance company. “Even if the economy continues to grow, there will be concerns about valuations as the Fed tightens policy, and that will lead to some heightened volatility.”

Higher interest rates could also dampen investor enthusiasm for stocks because bonds would pay a higher return than they have in recent years. In fact, LPL Financial forecast that the yield on the 10-year Treasury note, one of the most widely tracked government bonds, will rise to between 1.75 percent to 2 percent by the end of 2022.

Mr. McBride said the values of many stocks were being supported by extremely low yields on Treasury bonds, especially the 10-year yield, which has held to about 1.5 percent.

“If that yield moves up, investors are going to re-evaluate how much they’re willing to pay for per dollar of earnings for stocks,” he said. Even if corporate profits — which were strong in 2021 — continue to grow in 2022, he added, they are unlikely to expand “at a pace that continues to justify the current price of stocks.”

Still, what ultimately happens to the stock market in 2022 depends on whether the Fed’s plans to cut inflation by gently tightening monetary policy work as intended.

In addition to an expected rate increase, the Fed is winding down a pandemic-era program that was meant to provide a backstop to the market. In the spring of 2020, the Fed started buying bonds to inject extra cash into the financial system and help companies stay afloat during severe drop-offs in their businesses. The Fed announced in December that it would quicken the pace of pulling back on that aid, set to finish in March.

“The nightmare scenario is: The Fed tightens and it doesn’t help,” said Aaron Brown, a former risk manager of AQR Capital Management who now manages his own money and teaches math at New York University’s Courant Institute of Mathematical Sciences. Mr. Brown said that if the Fed could not orchestrate a “soft landing” for the economy, things could start to get ugly — fast.

And then, he said, the Fed may have to take “very aggressive action like a rate hike to 15 percent, or wage and price controls, like we tried in the ’70s.”

By an equal measure, the Fed’s moves, even if they are moderate, could also cause a sell-off in stocks, corporate bonds and other riskier assets, if investors panic when they realize that the free money that drove their risk-taking to ever greater extremes over the past several years is definitely going away.

Sal Arnuk, a partner and co-founder of Themis Trading, said he expected 2022 to begin with something like “a hiccup.”

“China and Taiwan, Russia and Ukraine — if something happens there or if the Fed surprises everyone with the speed of the taper, there’s going to be some selling,” Mr. Arnuk said. “It could even start in Bitcoin, but then people are going to start selling their Apple, their Google.”

Mercati oggiValter Buffo
Chi ha guadagnato (davvero) nel 2021. Chi guadagnerà (davvero) nel 2022.
 

Sono numerosissimi, gli investitori che sono convinti di “avere guadagnato” nel 2021.

La maggior parte degli investitori è soddisfatta dei propri “guadagni” perché sul rendiconto della Banca vede le proprie posizioni valutate ai prezzi di mercato del 31 dicembre 2021, e quei prezzi al 31 dicembre erano più alti del 1 gennaio precedente.

Ci dispiace di disturbare gli amici lettori durante il loro sogno preferito, ma siamo costretti dal nostro ruolo professionale a riferire sempre la verità sui vostri investimenti.

Pochissimi di voi hanno guadagnato davvero: nelle attività di investimento (non soltanto negli investimenti finanziari, anche nell’investimento in opere d’arte oppure nell’acquisto degli immobili) si può dire di avere guadagnato sono nel caso in cui ciò che avete in portafoglio (inclusi gli immobili, le opere d’arte ed i francobolli) sia capace di preservare il proprio valore nel tempo.

Al contrario, tutti i rialzi dei prezzi del 2021 sono legati a fattori eccezionali, e non ripetibili: quei prezzi, che vedete sul vostro rendiconto bancario, non sono sostenibili perché sono fasulli. E ve ne renderete conto presto.

Ciò che è successo nel 2020 e poi nel 2021 è che sono state fatte scelte politiche finalizzate a gonfiare i prezzi dei vostri asset: non c’è stato alcun miglioramento delle economie duraturo e sostenibile, tale che le Aziende quotate in Borsa possano anche solo immaginare di sostenere gli attuali livelli di redditività e fatturato.

Insomma: state sognando ad occhi aperti.

Come dite? Potreste vendere tutto lunedì, e tradurre i vostri guadagni sulla carta in soldi veri?

No: non succederà.

Perché non è così che vanno le cose.

Le cose da sempre vanno in modo molto diverso: tutti venderete tutti insieme quando il sogno sarà svanito, ed allora tutti vi renderete conto che i guadagni erano solo sulla carta, e che … vi hanno fregati di nuovo.

Recce’d in questo Post invece vi racconta chi nel 2021 ha guadagnato davvero: e proprio sulle vostre spalle.

Ritornate indietro di qualche mese: solo pochi mesi fa, in piena euforia, ognuno si sentiva un genio. Chiunque avesse anche solo letto due o tre articoli di giornale, oppure magari un libro, scritto da un “guru di Wall Street” si sentiva sicuro di sé e in grado di fare tutte le migliori scelte di investimento.

A partire dagli IPO: i nuovi collocamenti in Borsa, che erano tutti, o quasi, delle vere e proprie “occasioni da non perdere”, in quella prima parte del 2021. “Come hai fatto a non vederli”, diceva quell’amico informatissimo?

Rileggiamo i numeri degli IPO dopo qualche mese, e facciamo il consuntivo del 2021.

Il grafico qui sopra vi racconta che a fine 2021 alla Borsa di New York la percentuale di nuovi collocamenti 2021 che aveva un prezzo superiore a quello del giorno di collocamento era del 34%. Il che significa: due terzi dei nuovi collocamenti il 31 dicembre 2021 trattavano sotto il prezzo di collocamento.

Ed ecco come si facevano davvero i soldi, nel mercato del 2021: piazzando, a due persone su tre, titoli sopravvalutati. Chi ha guadagnato davvero? I soci delle Società che sono state collocate sul mercato di Borsa, e poi i cosiddetti “underwriters”, ovviamente.

E precisamente: Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley e tutte le altre banche di investimento. Quelli che … vi fregano sempre, e da sempre.

The best of times and the worst: It was the tale of two IPO markets this year on Wall Street.

Investment banks booked a record tally in revenue from initial public offerings in 2021, despite IPO performance that was the worst in at least three years for average investors, by one measure.

Underwriters, including Goldman Sachs Group Inc., JPMorgan Chase , and Morgan Stanley , among others, combined to register IPO revenue of about $9.8 billion, including special-purpose acquisition companies, or SPACs, according to data compiled by Dealogic for MarketWatch. The IPO revenue total compares with $4.995 billion from 2020, $2.1 billion in 2019 and $1.95 billion in 2018.

Even excluding revenue generated from SPACs, which have been one of the most popular ways for investors to take companies public in the past year or so, bankers accumulated a record fee sum. More traditional listings on public exchanges saw banks combine to post revenue of about $5.531 billion so far this year, with no other year coming close, including the dot-com era, when total IPO fee revenue for 1999 and 2000 were a combined $6 billion, using data going back to 1995.

Goldman booked the highest total in IPO fees, including SPACS, with some $1.456 billion in 2021, doubling its 2020 tally of $758 million. In fact, three banks made over $1 billion in fees, with JPMorgan booking $1.1 billion and Morgan Stanley seeing 2021 revenue of $1.025 billion, representing the other top two banks in what has been a bumper year for those underwriting newly public companies.

However, the record revenue from investment banks come as IPO performance has sorely lagged behind the broader market. The Renaissance IPO ETF , an exchange-traded fund that tracks the performance of new offerings, was down 11.3% on the year, as of Wednesday, which would represent its worst annual performance since 2018, when the ETF declined roughly 18%.

On top of that, the broader market handily beat returns of your average IPO, with the Dow Jones Industrial Average looking at a year-to-date gain of over 19%, the S&P 500 index up nearly 28% thus far in 2021 and the technology-laden Nasdaq Composite Index staring at a 22% return in the year to date, despite a number of hiccups for investing throughout the COVID-ridden period.

John E. Fitzgibbon, Jr., founder and editor of IPOScoop, an IPO data and rating service in Rahway, N.J., said that new issuances had a lot of support on the first day of trading but failed to maintain longer-term interest.

“After the hot money moved on, there was no aftermarket performance,” he said, referring to trading activity on the IPOs’ first sessions.

“You will see huge trading volume on the first day,” Fitzgibbon said, “and about half that on the second day, and after that, you’ll see about half the volume on the third day.”

MarketWatch’s Emily Bary reported that 2021 marked the strongest year for IPO listings and volumes in history, surpassing 1,000 offerings for the first time ever, according to Dealogic data, which showed a record $315 billion raised — when that total had never before hit $200 billion in a year.

Bary noted that more than half of those deals were SPACs, as 606 blank-check companies went public in 2021, with most of them heavily frontloaded into the beginning of the year — 298 of the SPACs that went public were in the first quarter of 2021.

Some of the notable companies that made their debut in 2021 to much fanfare, only to stumble, include Robinhood Markets Inc.,  Poshmark Inc., Bumble Inc. and Coinbase Global Inc.,  which went public through a direct listing. Los Angeles-based Honest Co., which sells environmentally clean baby and personal-care products, priced its IPO at $16 in May but was trading at about half that on Wednesday.

In fact, two-thirds of the companies that went public in 2021 are underwater relative to their IPO prices, The Wall Street Journal reported on Wednesday.

 Wells Fargo banking analyst Mike Mayo said that this year highlights a renewed bull market for Wall Street.

“The record year for IPOs reflected a period of bull-market banking,” he told MarketWatch.

He said, however, that there was little chance of the trend continuing into 2022.

“I have not spoken to one banker or investor who expects this pace of activity to continue, but it may stay above 2019 levels longer than people think,” he said.

Goldman, Morgan Stanley and JPMorgan officials either declined to comment or didn’t immediately return requests for comment.



I guadagni di cui si scrive qui sopra, nell’articolo, sono guadagni veri: mentre i vostri, amici lettori, sono guadagani finti. Loro, i soldi li hanno già messi in tasca, mentre voi li avete soltanto sulla carta (e difficilmente li vedrete nel vostro futuro).

E non ci sono soltanto gli IPO, ovvero i nuovi collocamenti. anche in altri comparti del mercato finanziario nel 2021 sono stati fatti dei grandi guadagni, e di nuovo alle vostre spalle.

Come leggete nel grafico qui sotto (Financial Times) le Aziende hanno raccolto nel 2021 ben 12 mila miliardi di fondi, di denaro, dai risparmiatori: e non solo collocando azioni (non solo gli IPO, bensì tutti i collocamenti anche di Società che erano già quotate), ma pure collocando obbligazioni, oppure raccogliendo denaro a prestito.

Denaro per 12 mila miliardi raccolto dalle Aziende in una situazione nella quale i tassi di interesse sono a zero, e quindi i rendimenti promessi dalle obbligazioni stanno vicini a zero, così come quelli dei prestiti, e per conseguenza pure i rendimenti delle azioni, calcolati come rapporto tra gli utili (futuri, promessi, incerti) ed il prezzo delle azioni stesse.

In sintesi, denaro che per scelta delle Banche Centrali e dei Governi è passato dal risparmiatore alla Società in condizioni decisamente penalizzanti per l’investitore: che a questi livelli di rendimento (obbligazioni) e di P/E (per le azioni) è praticamente sicuro che in futuro perderà soldi sull’investimento stesso.

Come vedete, c’è chi davvero ha approfittato alla grande, delle anomalie, degli eccessi e della follia di mercato del 2021: e non siete di sicuro voi, amici lettori, che sperate un domani di vendere le vostre quote dei Fondi a prezzi maggiorati. Ma quando mai? Continuate a leggere, e ve ne renderete conto, che state sognando.


Completiamo il nostro giro di orizzonte, sui guadagni del 2021, parlando di chi ci ha guadagnato più di tutti: ovvero le reti dei promotori Finanziari. Quelli che vi hanno piazzato le quote dei Fondi Comuni.

Come tutti sapete, i Fondi Comuni che investono in Borsa sono i più costosi: a voi costano, se va bene, il 2,5%, ma poi si sale, e ne trovate al 3,5%, al 4%, alcuni addirittura al 5%. Annuo: voi ogni anno pagate quella percentuale, sia che il Fondo salga sia che scenda (è questa la ragione per cui voi alla fine … non guadagnate mai).

Quei soldi li prende quasi tutti il commerciale, e non chi gestisce il Fondo: commerciale che si chiama a seconda delle volte promotore finanziario, consulente, wealth manager o private banker, ma alla fine è un venditore che si intasca le retrocessioni. Fa “la mezza”, come si dice. Lui sa poco o nulla di P/E, non capisce dove va l’inflazione, non ha idee sulla crescita futura dell’economia, ma a voi spiega che “è il momento di investire in azioni”, perché così lui prende più quattrini (e poi glielo ha detto Goldman Sachs).

Voi lettori, insieme a tutti gli altri investitori, avete buttato i vostri risparmi nei Fondi Comuni azionari ad un ritmo senza precedenti nel 2021: come è testimoniato sia dal titolo più sopra, sia dal grafico qui sotto, che ci racconta che negli Stati Uniti sono entrati più soldi nei Fondi Comuni azionari nel 2021 che nei 19 anni precedenti sommati fra loro. Ci potete credere?

Voi tutti avete fatto questa scelta perché a voi è stato raccontato che “potete guadagnare più che con le obbligazioni”. C’è stato, forse, un velocissimo accenno al fatto che “potreste anche perdere soldi”, ma così, come si fa tanto per dire.

C’è solo un piccolissimo problema: voi che avete messo i vostri soldi nei Fondi Comuni azionari nel 2021 vi aspettate di guadagnare nel 2022, nel 2023, nel 2024, e così andando.

Sarà molto difficile, anzi impossibile: e lo sanno tutti. Gli estremi di valutazione toccati nel 2021 (e proprio grazie a voi ed ai vostri investimenti nei Fondi Comuni) NON si ripeteranno.

E proprio per questa stessa ragione: perché VOI non metterete altri soldi nei Fondi Comuni nel 2022. Voi NON guadagnerete per colpa VOSTRA.

E quindi: ci sarà sia il danno, sia la beffa.

Per fortuna, ci sono anche ALTRE strade percorribili, un ALTRO modo di gestire il risparmio e gli investimenti, ALTRI interlocutori che non sono obbligati a “piazzarvi la merce”. Contattateci, e vi aiuteremo ad uscire da questa vostra scomodissima situazione, dal vicolo cieco nel quale vi hanno cacciati.

Si potrà guadagnare, e molti soldi, nel 2022: ma soltanto se si ragiona, si valuta e si agisce nel modo esattamente OPPOSTO al modo che è stato adottato dalla MASSA degli investitori nel 2021 appena concluso.

Evitate di perdere i vostri soldi rimanendo ammassati nel gregge.

If there’s a single stat to capture the insatiable appetite for stocks this year, it’s the sum of cash that went into equity funds.

Investors have poured almost $900 billion into equity exchange-traded and long-only funds in 2021 -- exceeding the combined total from the past 19 years -- according to analysts at Bank of America Corp. and EPFR Global. 

It’s a data point that underscores just how extraordinary and record-breaking this year has been. The combination of cheap money and an economy roaring out of the pandemic set the stage of an unstoppable rally, with frenzied retail trading and a lack of other good investment options adding fuel to the fire. 

Source: Bank of America Corp.

The rally has left U.S. stocks teetering at record valuations and even some Wall Street analysts, usually a bullish cohort, are turning bearish for next year. For investors, the debate continues to be about how fast central banks will raise rates to combat sticky inflation, and how badly it could poentially erode economic growth.  

One possible sign of skittishness: investors have pulled money from stock funds only twice this year, and the second time was in the past week. Equity funds had $2.7 billion outflows in the week through Nov. 23, according to BofA.

Other highlights from BofA’s report: 

  • The amount of money moving into the stock market dwarfed anything else this year. Bond funds attracted just $496 billion and money market funds received about $260 billion.

  • ETFs continue to be the product of choice. Stock ETFs absorbed $785 billion inflows this year, compared with about $108 billion for long-only funds.

  • Equity sectors that saw record investments in 2021 include financial, consumer, energy, materials, real estate and infrastructure. Tech and healthcare had their second-best year.

Mercati oggiValter Buffo