Ben arrivato 2018 (parte 7): l'euforia e il ruolo del cash

L'euforia è il tratto forte, la caratteristica più evidente, del mercato americano di Borsa nel 2017: e lo confermano anche i sondaggi dell'umore degli investitori.

2018_jan_001.png

The latest AAII investor sentiment survey indicates that 52.6% of polled investors are bullish on the market, meaning they expect prices will be higher in six months. That’s the highest level in more than three years, and significantly above the 38.5% historical average. The number of bullish investors has gone up by 2.1 percentage points in the last week alone, while the percentage of bearish investors has dropped to a two-year low of 20.6%, down 5 percentage points over the last week.

La risposta vincente all'euforia è una sola: il cash in portafoglio. In fasi molto particolari, il cash NON è una rinuncia: è al contrario il modo migliore per attaccare.

Da qui le scelte che abbiamo fatto, e mantenuto, nel corso del 2017. Specie in un momento di mercato come questo, nel quale al contrario gli investitori hanno ridotto ai MINIMI la quota di cash in portafoglio. Un approfondimento domattina nel The Morning Brief dedicato ai nostri Clienti.

2018_jan_002.png
Mercati oggiValter Buffo
Ben arrivato 2018 (parte 6): arriva MIFID II, che cosa scrive il Corriere?

Abbiamo già messo in evidenza, pochi giorni fa, l'importanza del passaggio di MIFID II, una regolamentazione del mercato del risparmio che arriva in Italia con un ritardo enorme proprio perché avrà la forza di modificare completamente il paesaggio.

Vi riportiamo qui alcuni brani dell'articolo del Corriere della Sera su questo tema.

Quanto vi costa davvero un fondo o un altro investimento finanziario? Quanto vi rende? Quante commissioni di gestione pagate effettivamente? Quanto si paga per entrare e uscire da un investimento? Quanto pesano le commissioni di performance? E siete davvero certi che l’investimento sia adeguato alla vostra competenza finanziaria, sia davvero nel vostro interesse, che siete davvero pronti a far fronte alle eventuali perdite? Finora tutte queste domande potevano restare senza una risposta puntuale; da mercoledì 3 gennaio, con l’entrata in vigore della nuova direttiva europea sui servizi finanziari «Mifid 2», le risposte che il cliente-investitore otterrà dovrebbero essere più chiare, più esaustive, più trasparenti. Per esempio, sarà ben specificato che solo per entrare e uscire da un investimento si pagano commissioni perfino del 5% del valore.

Lo scopo della nuova normativa europea, entrata in vigore con un anno di ritardo rispetto alle previsioni iniziali, è proprio l’introduzione di maggiore tutela dei risparmiatori: il principio è che le imprese di investimento devono agire in maniera onesta e professionale nel servire i clienti, fornendo loro maggiori informazioni e consulenza adeguata. In particolare, quando vengono consigliati più prodotti o servizi, la valutazione di adeguatezza dovrà avvenire in relazione all’intero pacchetto.

La parte forte, in questo caso, è nella coda: ognuno di voi, lettori ed investitori, deve domandarsi se prima era lecito NON essere onesti. Andiamo avanti con la lettura.

Per le banche e le imprese finanziarie il cambiamento di paradigma sarà notevole, anche se in gran parte si sono già adeguate alla nuova realtà. In particolare il focus, dal punto di vista degli intermediari finanziari (banche, sgr, sim eccetera), sarà proprio sulle commissioni di performance, cioè quella percentuale dei guadagni che rimane al gestore, relativamente ai criteri e all’arco temporale del calcolo e sul suo valore assoluto (per investimenti da decine o centinaia di migliaia di euro, è parecchio significativa). Tutto questo dovrebbe essere dichiarato esplicitamente. Non è una novità da poco, considerato che nell’industria del risparmio gestito può succedere — come svelava una recente indagine del Sole 24Ore — che il gestore guadagni più del risparmiatore che rischia il denaro.

Anche qui, la frase più significativa è proprio alla fine: ed anche in questo caso, il lettore risparmiatore farà bene a farsi qualche domanda. In particolare: quali interessi tutela il lavoro del vostro promotore finanziario, della vostra Casa di Fondi, e delle banche di investimento internazionali che servono gli interessi delle Case di Fondi Comuni? Ed è forse questo, questa spinta di interessi coincidenti, che ha spinto al rialzo gli indici delle Borse nell'ultimo anno? Così tutti LORO guadagnano di più? Leggiamo anche un terzo brano.

Novità anche per il ruolo del consulente che propone l’investimento: dovrà essere adeguatamente formato e dovrà sempre qualificarsi come «indipendente» o «non indipendente» specificando la gamma dei prodotti sui quali presta consulenza. Se è «indipendente», cioè non legato a un produttore, può essere remunerato solo con una commissione legata alla consulenza, mentre quelli «non indipendenti» saranno pagati con le retrocessioni.

Come ha scritto più sopra il Corriere, siamo senza dubbi in un momento storico: un "cambiamento di paradigma". Voi lettori investitori dovete fare, con grande urgenza, le scelte conseguenti nel vostro interesse.

Mercati oggiValter Buffo
Ben arrivato 2018 (parte 5): il rischio esiste ancora?
2018_new_018.png

Nel 2017 abbiamo assistito a quanto di più impensabile: mercati finanziari che NON reagiscono, anche a fronte di notizie di grande importanza sul fronte geopolitico.

La situazione potrebbe ripetersi, nel 2018? Quello che abbiamo letto nelle ultime settimane, ed anche sondaggi come quello che segue, ci raccontano di operatori che seguono con grande timore a vicende come quella della Corea del Nord, che proprio oggi è tornata sulle prime pagine dei quotidiani.

2018_new_019.png

A rischio di apparire cinici ai nostri lettori, noi suggeriamo di fronti a fatti come questi di agire sempre sulla base dei dati, ovvero delle stime del potenziale impatto economico. Anche nei casi in cui l'impatto economico viene, nell'immediato, ignorato dai mercati: perché si tratta solo di una molla che si carica, di una ... "bomba" ad effetto ritardato.

2018_new_001.png
Mercati oggiValter Buffo
Ben arrivato 2018 (parte 4): la crescita, finalmente?

La più grande e potente banca di investimento internazionale, Goldman Sachs, ha rivisto proprio a fine anno 2017, dopo che il Congresso USA ha approvato i tagli alle tasse, le proprie stime di crescita per gli Stati Uniti nel 2018. Eccole riassunte qui sotto.

In its latest note, analysts at Goldman Sachs (GS) assess the impact of the US tax reform law on the US GDP going forward.

Key Quotes:

GS estimate an addition from the tax bill of 0.3% in 2018 and +0.3% in 2019.

GS increase their "GDP forecasts for 2018 and 2019 by 0.3pp and 0.2pp" on "a Q4/Q4 basis (to 2.6% and 1.7%)".

They cite an "incremental easing in financial conditions and continued the strong economic momentum to end the year".

Year-end 2018 unemployment rate forecast lowered by two tenths to 3.5%, "mainly reflecting a modestly higher expected pace of job growth".

Expect the unemployment rate to bottom in this cycle at 3.3%, at the end of 2019.

With more fiscal stimulus comes larger deficits.

“We are increasing our deficit projection”.

“We expect the deficit to rise to 3.7% of GDP in FY2018 and to 5% of GDP in 2019”.

Quindi: 2,6% nel 2018, e 1,9% nel 2019. Due dati sui quali riflettere con attenzione: da molti mesi, infatti, vi fanno leggere articoli che anticipano un miglioramento della crescita economica, negli Stati Uniti e nel Mondo intero. Attenzione.

Vi suggeriamo, poi, di mettere a confronto queste stime, ed il modo nel quale vengono motivate, con quello che scriveva la stessa Goldman Sachs solo 12 mesi prima.

Ecco documentata una ragione per la quale a voi, investitori finali, serve di avere a fianco un consulente indipendente.

Mercati oggiValter Buffo
Ben arrivato 2018 (parte 3): si torna alle cose serie?
2018_new_017.png

Ci sono pochi dubbi: nel 2017, ciò che vedete nell'immagine sopra è stato un fattore. Per tutti gli investitori.

Anche durante la pausa di Fine Anno, il Presidente degli Stato Uniti ha voluto fare conoscere al Mondo la sua "chiave politica di lettura della Borsa".

Come investitori, e a prescindere dalle simpatie oppure antipatie politiche, possiamo solo augurarci che la politica stia il più lontano possibile dai mercati e dalla Borsa. Quando ci mette le mani, fa solo danni, spesso gravissimi.

Nel 2017 non è stato così: le influenze improprie sui mercati sono state forti, e anche l'immagine in alto lo documenta.

La Borsa utilizzata come clava politica, contro l'opposizione (in questo caso, i Democratici USA), a noi ricorda certi film che ricostruiscono i drammi politici del Sud America negli anni Settanta.

Investire a nostro giudizio significa anche capire dinamiche come queste: capire se ci sono manipolazioni e storture, difendere i Clienti da rischi del tutti impropri e non controllabili, e poi riportare ai Clienti i giusti guadagni, non appena sui mercati si tornerà a parlare ... di cose serie. Come sempre è successo, e sempre succederà.

La nostra sensazione (e non solo nostra) e che proprio di questo specifico tema si tornerà a parlare a breve, anzi a brevissimo.

Mercati oggiValter Buffo