Ben arrivato 2018 (parte 6): arriva MIFID II, che cosa scrive il Corriere?

Abbiamo già messo in evidenza, pochi giorni fa, l'importanza del passaggio di MIFID II, una regolamentazione del mercato del risparmio che arriva in Italia con un ritardo enorme proprio perché avrà la forza di modificare completamente il paesaggio.

Vi riportiamo qui alcuni brani dell'articolo del Corriere della Sera su questo tema.

Quanto vi costa davvero un fondo o un altro investimento finanziario? Quanto vi rende? Quante commissioni di gestione pagate effettivamente? Quanto si paga per entrare e uscire da un investimento? Quanto pesano le commissioni di performance? E siete davvero certi che l’investimento sia adeguato alla vostra competenza finanziaria, sia davvero nel vostro interesse, che siete davvero pronti a far fronte alle eventuali perdite? Finora tutte queste domande potevano restare senza una risposta puntuale; da mercoledì 3 gennaio, con l’entrata in vigore della nuova direttiva europea sui servizi finanziari «Mifid 2», le risposte che il cliente-investitore otterrà dovrebbero essere più chiare, più esaustive, più trasparenti. Per esempio, sarà ben specificato che solo per entrare e uscire da un investimento si pagano commissioni perfino del 5% del valore.

Lo scopo della nuova normativa europea, entrata in vigore con un anno di ritardo rispetto alle previsioni iniziali, è proprio l’introduzione di maggiore tutela dei risparmiatori: il principio è che le imprese di investimento devono agire in maniera onesta e professionale nel servire i clienti, fornendo loro maggiori informazioni e consulenza adeguata. In particolare, quando vengono consigliati più prodotti o servizi, la valutazione di adeguatezza dovrà avvenire in relazione all’intero pacchetto.

La parte forte, in questo caso, è nella coda: ognuno di voi, lettori ed investitori, deve domandarsi se prima era lecito NON essere onesti. Andiamo avanti con la lettura.

Per le banche e le imprese finanziarie il cambiamento di paradigma sarà notevole, anche se in gran parte si sono già adeguate alla nuova realtà. In particolare il focus, dal punto di vista degli intermediari finanziari (banche, sgr, sim eccetera), sarà proprio sulle commissioni di performance, cioè quella percentuale dei guadagni che rimane al gestore, relativamente ai criteri e all’arco temporale del calcolo e sul suo valore assoluto (per investimenti da decine o centinaia di migliaia di euro, è parecchio significativa). Tutto questo dovrebbe essere dichiarato esplicitamente. Non è una novità da poco, considerato che nell’industria del risparmio gestito può succedere — come svelava una recente indagine del Sole 24Ore — che il gestore guadagni più del risparmiatore che rischia il denaro.

Anche qui, la frase più significativa è proprio alla fine: ed anche in questo caso, il lettore risparmiatore farà bene a farsi qualche domanda. In particolare: quali interessi tutela il lavoro del vostro promotore finanziario, della vostra Casa di Fondi, e delle banche di investimento internazionali che servono gli interessi delle Case di Fondi Comuni? Ed è forse questo, questa spinta di interessi coincidenti, che ha spinto al rialzo gli indici delle Borse nell'ultimo anno? Così tutti LORO guadagnano di più? Leggiamo anche un terzo brano.

Novità anche per il ruolo del consulente che propone l’investimento: dovrà essere adeguatamente formato e dovrà sempre qualificarsi come «indipendente» o «non indipendente» specificando la gamma dei prodotti sui quali presta consulenza. Se è «indipendente», cioè non legato a un produttore, può essere remunerato solo con una commissione legata alla consulenza, mentre quelli «non indipendenti» saranno pagati con le retrocessioni.

Come ha scritto più sopra il Corriere, siamo senza dubbi in un momento storico: un "cambiamento di paradigma". Voi lettori investitori dovete fare, con grande urgenza, le scelte conseguenti nel vostro interesse.

Mercati oggiValter Buffo