2017 idee (parte 4): a gennaio c'è il "January Effect"?

Da venti giorni, sui mercati non succede nulla.

A fronte di titoli sulla stampa di settore che vogliono rappresentare una realtà euforica, il mercato internazionale si è di fatto fermato 20 giorni fa, ed anche se nel frattempo c'è stata la fine dell'anno solare questa è sicuramente una anomalia che merita l'attenzione di tutti gli investitori.

Al centro della scena ci sono tre numeri, che vedete rappresentati nei due grafici di questo Post.

Il primo lo vedete nella parte più in alto del grafico sopra: il ripetuto tentativo, da parte dell'indice Dow Jones di New York, di sfondare "quota 20.000". Il secondo invece lo vedete in basso, nello stesso grafico, ed è il minimo toccato a fine dicembre dall'indice di volatilità VIX, sceso sotto quota 11 e ai minimi dal 2015. Vediamo poi il terzo dato forte:

Il Dollar Index, che non è altro che il tasso di cambio del dollaro USA "medio ponderato" (la ponderazione è fatta sulla base degli scambi commerciali) da venti giorni incontra una insormontabile resistenza quota 103,50.  

Questi sono i tre dati a cui Recce'd guarda in queste ore: i primi destinati a muoversi, con implicazioni che nessuno può anticipare per l'equilibrio degli altri mercati e degli altri indici.

Mercati oggiValter Buffo
2017 idee (parte 3): settore banche e Banche Centrali

Ieri abbiamo scritto, nel primo Post di questa nuova serie, che le banche in Borsa sono state un pessimo investimento nell'ultimo decennio, ed anche nell'ultimo quinquennio, ed anche nell'ultimo biennio. Ed anche nell'ultimo anno, almeno in Europa.

Un amico che opera negli Stati Uniti come analista ci ha fornito il grafico qui sopra, che descrive l'andamento degli indici del settore banche in Europa (la riga blu) e negli USA (la riga rossa): come vedete, anche nel 2016, e nonostante un forte rialzo a fine anno, la performance del settore banche in Europa è stata negativa. Gli investitori hanno perso soldi.

A noi questo grafico suscita una serie di osservazioni, la principale delle quali riguarda le Banche Centrali, che sono poi il Convitato di Pietra di tutti i documento "Outlook 2017".

Come i nostri lettori hanno certamente notato, dopo cinque lunghi anni passati a leggere sui documenti delle banche di investimento che "tutto il nostro destino dipende da ciò che faranno le Banche Centrali", ora siamo passati, in modo brutale, ad un imbarazzatissimo silenzio. Non solo non si parla di Banche Centrali, si arriva addirittura a nascondere questo tema, sul quale è evidente l'imbarazzo causato proprio dalla eccessiva enfasi degli anni precedenti. Enfasi, alla prova dei fatti, del tutto ingiustificata.

Torniamo al grafico: è curioso rilevare che la performance delle banche in Borsa è nettamente migliore nel Paese dove si è stoppata la politica del QE già da due anni: il segnale è forte, concreto, e può essere esteso, da chi ci legge, anche ad altri settori dell'economia.

Mercati oggiValter Buffo
2017 idee (parte 2): i rendimenti attesi

Come abbiamo scritto anche in un Post di ieri mattina, una delle quattro domande fondamentali, per analizzare e capire meglio il vostro attuale portafoglio, è "quale rendimento mi aspetto, da ogni singola posizione?". Anche se avete una GPM, oppure un Fondo Comune, dovete guardarci dentro e capire, farvi quanto meno un'idea di quanto potrebbero rendere i titoli, oppure gli altri strumenti che avete scelto, per decidere se vale la pena di tenerli, oppure se è meglio sostituirli o semplicemente farli fuori.

Noi in Recce'd, a differenza della maggior parte degli operatori nel settore del risparmio, spieghiamo ai nostri Clienti che i "rendimenti attesi" da ogni singola posizione NON sono fissi, fermi, stabili, ma cambiano ogni giorno in funzione dell'evoluzione del quadro economico, politico e sociale circostante. Per questo Recce'd li ricalcola ogni settimana, per decidere poi le posizioni nei portafogli modello.

Questo è un fattore chiave, per i vostri risultati: sulla base di queste stime di rendimento si faranno poi le scelte, e le scelte determineranno poi il vostro rendimento, il vostro risultato.

Per questa ragione, noi vogliamo aiutarvi, almeno ad evitare gli errori più grandi, come quello del grafico che segue.

All'apparenza il grafico racconta una cosa "di grande buon senso" ovvero che se utilizziamo le medie di rendimento dal 1999 ad oggi e proiettiamo questi dati in avanti, il peggio che può succedere ad un investitore (probabilità 80%) è di ritrovarsi con l'indice S&P 500 a 2600 punti, e quindi in rialzo almeno del 15% rispetto ai valori del 2017. Comunque, in ogni caso, un risultato positivo.

Sembra una cosa "di grande buon senso" ed invece non lo è. Vi inganna. Ed è una grande, e pericolosa, sciocchezza: e ora ve lo dimostriamo. Il grafico qui sopra vi racconta che nel 1999 l'indice di Borsa USA valeva circa 1000 punti, e che dopo 12 anni, nel 2011, valeva sempre quei 1000 punti. Vi racconta che è possibile ottenere un rendimento NULLO dall'investimento in Borsa per ben 12 anni, una grossa fetta della vostra vita (su altri mercati, è andata molto peggio ...). Poi, dopo il 2011, si registra un ampio rialzo, sulle cui ragioni fondamentali lasciamo a chi ci legge di valutare.

Sulla base di questo arco di tempo, affermare che la Borsa avrà, comunque, un rendimento positivo da qui al 2031 è, banalmente, una sciocchezza. Il risparmiatore non può permettersi di andare dietro a queste favolette, non può permettersi di spiegazioni così semplici, non può permettersi di scegliere sulla base di criteri così banali. Perché poi finirebbe, con una probabilità superiore all'80%, per perdere i suoi soldi.

Perché poi, alla fine, previsioni come queste vengo sempre smentite, e senza alcuna spiegazione da parte di chi le aveva formulate: l'imbarazzo verso il Cliente al quale sono stati dati suggerimenti sbagliati si risolve poi dicendo che "è stato un anno pieno di sorprese", come ad esempio il 2016 (grafico qui sotto).

In conclusione, noi suggeriamo all'investitore di ragionare dei suoi investimento allo stesso modo in cui ragiona di ogni altra cosa della sua vita, dal lavoro alla salute: e cioè mantenendo alta l'attenzione, sviluppato il senso critico, con un pizzico di diffidenza e scetticismo per le storie troppo zuccherose.

Il rendimento delle Borse, e di ogni altro investimento, NON sarà deciso sulla base delle medie storiche: questa è la sola cosa certa. Le medie storiche hanno perso ogni significato, per le ragioni che Recce'd ha scritto in dettaglio dal 2013 in poi. Guardate il grafico qui sotto, e rendetevi conto che questi oggi sono i problemi che il mercato deve risolvere: che cosa succederà, oggi non lo può prevedere nessuno, ma di certo il risultato non sarà "nella media".

Mercati oggiValter Buffo
2017 idee (parte 1): settore banche e finanziari

Abbiamo letto negli ultimi giorni (ed era prevedibile) un commento dal titolo "Banche di investimento: sono tornate investibili?".

Ovvio che il brusco rialzo dei finanziari dopo Trump, ancora più accentuato poi in Eurozona dopo che Renzi ha perso il Referendum, abbia spiazzato molti (non noi per fortuna) ed abbia messo in moto la fantasia di venditori, brokers, sale operative e "analisti" delle banche di investimento. Tutti sperano che si possa "tornare a fare soldi" vendendo titoli del settore bancario e finanziario, come ai "bei tempi" del 2003-2006.

Bei tempi solo per loro, naturalmente: non per gli investitori.

Ma va detto che anche tra i gestori di Fondi e di GPM c'è un certo numero di irriducibili (alcuno semplicemente ottusi, altri male intenzionati) che non ha mai smesso di indicare le banche, e quelle italiane in particolare, come "il più grande affare", come titoli "enormemente sottovalutati". Più la realtà li smentiva, più questi signori insistevano nel loro (clamoroso) errore.

Oggi però, dati i recenti movimenti dei prezzi,  ha senso domandarsi se ha senso ciò che si dice in giro sui bancari e finanziari. Ha senso puntare su questo settore settore? Ha senso affermare che se i tassi salgono, allora si allarga il differenziale a favore delle banche, che così faranno più soldi? Ha senso scommettere su una maggiore attività di M&A innescata dalle politiche di Trump?

Magari il mondo fosse così semplice, come una storiella da raccontare ai bambini prima di dormire. La realtà, ed i mercati finanziari in particolare sono molto più complicati di così. Ecco che allora diventa utile il contributo di chi può mettere in ordine un po' di dati, guardare oltre l'euforia del momento, ed aiutare nelle scelte operative. Lo faremo noi di Recce'd qui di seguito.

Le banche sono state da lungo tempo un pessimo investimento: in particolare in Europa, come vi racconta il grafico qui sopra. Oggi l'indice vale la metà di ciò che valeva nel 2005, un terzo di quanto valeva ai massimi nel 2007. Insomma, un cattivo affare. Di recente però, il rialzo di cui abbiamo scritto sopra ha riacceso l'entusiasmo: vediamo in dettaglio che cosa è successo.

Oggi l'indice delle banche in Europa, che vedete nel grafico sotto, ha recuperato dai minimi estivi del 2016, che sono gli stessi del 2012, ed è tornato ai livelli del 2013: oggi l'indice delle banche in Europa vale quanto valeva quattro anni fa. Come vedete, un pessimo investimento, anche dopo questo rimbalzo.

Voi vedete ragioni di particolare ottimismo, nel grafico qui sopra? A noi, non sembra di vederne. Ma forse, ci potrebbe portare maggiore ottimismo la situazione delle banche negli Stati Uniti, dove Trump potrebbe "fare il miracolo (economico)"? Vediamo subito.

Lasciamo ai nostri lettori, che sono tutti esperti e bene informati, di decidere se questo grafico racconta effettivamente di un cambiamento significativo. oppure se siamo di fronte a un piccolo movimento nel contesto di un più ampio, profondo, serio problema.

Noi sul settore abbiamo lavorato con grandissima attenzione da anni: i nostri Clienti conoscono in dettaglio le conclusioni del nostro lavoro (anche sul piano operativo, visto che dal settore noi abbiamo ricavato contributi positivi alla performance in più occasioni); anche i nostri lettori hanno letto decine di Post che hanno anticipato, fino ad ora in modo corretto, il secolare declino di un settore obsoleto, ed in particolare dei suoi Campioni, i grandi conglomerati bancari internazionali, le cosiddette "grandi banche globali".

I nostri lettori che cosa ne pensano? I rialzi dei tassi ufficiali negli Stati Uniti saranno un punto di svolta nella storia di Deutsche Bank, oppure di JP Morgan, di Citi, di BNP Paribas, di Santander? E risolleveranno i destini delle nostre Mediobanca, Unicredit, Intesa? Oppure, tra pochi anni, Unicredit sarà un nome del passato, come è ad esempio oggi Banca di Roma? E di Goldman Sachs resterà solo un'etichetta, come già oggi accade per Merrill Lynch?

E venendo poi al mercato ed agli orizzonti più brevi dei nostri investimento, ed alle operazioni dei portafogli modello, la domanda di oggi è: il rally di dicembre è sostenuto da fattori fondamentali solidi? Oppure è fragile, e potrebbe lasciare spazio ad episodi visti molto di recente, come quello che racconta il grafico sotto, che risale a soli 11 mesi fa? Il mondo è cambiato, oppure le banche europee sono ancora titoli con un downside del 30% in meno di un mese, come nel gennaio 2016?

Come sanno i nostri Clienti, noi su questo abbiamo le idee molto chiare.

 

 

Mercati oggiValter Buffo
Fake News e Post Truth

Abbiamo evitato fino ad oggi quasi del tutto il tema delle notizie false sul web (Fake News) che ha occupato invece in modo stabile le prime pagine dei quotidiani, prima e dopo l'Elezione di Trump negli USA.

Oggi ci sentiamo costretti a trattarne, visto che proprio questo tema ha acquistato nelle ultime due settimane una importanza globale, a causa delle iniziative del Presidente uscente Obama contro i diplomatici Russi negli USA, diplomatici accusati di avere pilotato una operazione di "hackeraggio" che avrebbe poi favorito la elezione di Trump.

Siamo però molto a disagio: si tratta di una tematica tra il sociologico ed il politologico, due terreni sui quali in Recce'd ad oggi disponiamo di poche conoscenze (ma ci stiamo già lavorando, per il futuro prossimo).

Ci siamo perciò messi alla ricerca di un aiuto: e volte, l'aiuto ti arriva da chi meno te lo aspetti. Noi ad esempio abbiamo selezionato per voi alcune frasi di Roberto d'Agostino, noto blogger italiano che di recente ci è stato segnalato proprio da una amica di Recce'd che ringraziamo, in una intervista a Guglielmo Zucconi pubblicata lo scorso 26 dicmbre. Anche se molte delle cose che dice e fa d'Agostino ci convincono, a nostro parere in queste frasi c'è la chiave di tutto ciò che sta capitando nel mondo delle "Fake News" e della "Post Truth" oggi in Italia e nel mondo. Tra virgolette, le risposte di d'Agostino. Vi segnaliamo che, se leggete con attenzione, ci sono alcune analogie con il mondo della Finanza e del risparmio.

 

Ha sbertucciato per anni la Roma godona e la politica Cafonal. «Dopo la caduta di Berlusconi nel 2011 il mondo Cafonal è finito. E la politica italiana, oggi è completamente svuotata».
 

Si spieghi meglio. «La democrazia liberale con i suoi riti è stata resa un baccello vuoto dal web. Renzi, Merkel, Trump…è il piccolo mondo antico. Oggi ci dovremmo occupare soprattutto delle scelte di Google e di Amazon».
 

Internet fa dilagare la cosiddetta post verità. The post truth: i fatti oggettivi sono meno influenti delle credenze personali nel formare l’opinione pubblica. Balle che circolano vorticosamente in Rete e alla fine vengono considerate vere. «La post verità è una definizione usata dai rosiconi che non sono entrati nel ventre della balena web e quindi non riescono a interpretare i tempi. Parliamo di giornalisti le cui testate hanno avallato per anni bugie e idiozie di ogni tipo. La post verità semmai è quella costruita dai giornalisti. Chi vi ha aderito poi si è sorpreso per Grillo, per la Brexit, per la vittoria di Trump e per quella del No al referendum in Italia. Ci raccontano un mondo che non esiste e poi chiamano post verità quello reale».


In Rete e sui social network regna anche una violenza verbale incontrollata. «La violenza è un’altra cosa. Io ho vissuto la violenza degli anni Settanta con quei disgraziati che usavano le pistole al posto delle parole. Ho avuto paura quando da ragazzo, passando per piazzale Clodio, un gruppo di fascistelli mi riempirono di sputi solo perché avevo i capelli lunghi».

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