Posts in Mercati oggi
Ma siete proprio sicuri? (parte 5)
wk3_mar_2019_010.png

Ma siete proprio sicuri che di essere più bravi degli altri a scendere dal treno “al momento giusto”?

Il titolo in alto ci riporta sul tema di Goldilocks, quella situazione di mercato nella quale sale tutto (azioni, obbligazioni, materie prime): una situazione che si è ripresentata nel gennaio 2019, grazie alle attese alimentate dalla dichiarazioni delle Banche Centrali, attese che poi hanno trovato conferma nella svolta ad U della Federal Reserve di fine gennaio e poi nella svolta ad U di Draghi la settimana scorsa.

Grazie a questo fase di recupero (dopo le cadute del 2018) tutti gli indici di tutti i mercati finanziari oggi sono in positivo, come vedete sotto nel grafico in basso.

Grafico che, a nostro giudizio, può aiutarvi a ricordare che sui mercati … le cose cambiano, e con il passare degli anni cambiano in modo sempre più rapido. Sarà sufficiente guardare, nel medesimo grafico, ai dati per il 2018 e poi ritornare con la mente al mese di marzo 2018, ovvero a 12 mesi fa.

12 mesi fa eravamo ancora nel pieno del clima “boom economico”. Se escludiamo il lavoro di noi di Recce’d e di pochi altri, chi vi aveva messo in guardia 12 mesi fa sull’eventualità di un rallentamento economico globale, così forte da costringere le due più grandi Banche Centrali a fare inversione ad U? Nessuno.

Purtroppo, sono numerosi gli investitori finali a cui piace giocare alla roulette russa: che vuole dire aspettare fino all’ultimissimo minuto per scendere dal treno.

Purtroppo, come sempre è successo in passato, chi pensa di essere più furbo, e di essere capace di reagire “un minuto prima di tutti gli altri”, non ha mai ricavato risultati positivi da questa scelta.

wk3_mar_2019_008.png
Ma siete proprio sicuri? (parte 4)
wk3_mar_2019_029.png

Ma siete proprio sicuri che Donald J. Trump abbia ancora saldo nelle sue mani il bastone del comando?

Noi non ne siamo sicuri, ed aumenta il numero di quelli che la pensano come noi. Nell’ultima settimana, uno spunto molto significativo è stato fornito dal netto rafforzamento del dollaro USA, dopo che Donald J. Trump aveva invece chiesto un cambio più favorevole e quindi un dollaro più debole.

Nel brano che leggete nell’imagine in alto, ad esempio, si esprimono dubbi forti e seri sulla credibilità delle affermazioni di Trump sull’economia, visto che poi è lo stesso Trump ad avere una paura folle (e pubblica) per una serie di aumenti del costo ufficiale del denaro che, almeno per ora, lasciano i tassi ad un livello che non è lontano dal tasso di inflazione. Difficile credere che un’economia “tra le più forti di sempre” debba soffrire per un costo del denaro al 2,50%. Anzi, è impossibile da credere.

Tutti hanno chiaro che le (numerosissime) dichiarazioni di Trump sulla Borsa e sui cambi e sui tassi hanno una finalità che è prima di tutto politica, come dice l’immagine qui sotto: anche contro questo tipo di interferenze esterne deve operare ed agire un gestore di portafoglio responsabile, allo scopo di distinguere tra le temporanee deviazioni provocate da queste interferenze ed il ben più solido criterio di VALORE con il quale selezionare gli investimenti.

wk3_mar_2019_011.png

Si deve proteggere il proprio portafoglio ed i propri investimenti da queste interferenze per varie ragioni: tra le quali c’è anche il fatto che molto spesso queste interferenze alla fine producono esattamente il risultato OPPOSTO a quello che era nelle intenzioni. Lo dimostra (tra tanti) il dato del grafico che vedete qui sotto.

wk3_mar_2019_005.png
Ma siete proprio sicuri (parte 3)

Ma siete proprio sicuri che nel Mondo Emergente sia tutto tranquillo?

Noi pensiamo di no. Molti investitori hanno dimenticato, troppo in fretta, le tensioni del 2018: tensioni che si sono ripresentate, in modo forte e significativo, proprio venerdì 8 marzo, come leggete sotto nel brano scelto per voi dal Financial Times, che vi aiuterà ad interpretare i fatti che vedremo nelle prossime settimane sui mercati.

Argentina’s central bank hiked its benchmark interest rate by the most in six months on Friday in a move aimed at propping up the peso, a day after the currency fell to a record low.

The central bank sold short-term Leliq notes in two auctions at an average yield of 57.89 per cent, taking the benchmark interest rate up 600 basis points from 51.86 per cent on Thursday.

The move, which takes interest rates back to their highest level since mid-January — helped stem demand for dollars, allowing the peso to recover to around 41.2 per dollar after sliding to a record low of 43.4 per dollar on Thursday.

The peso has come under pressure in recent weeks as concerns grow that a sluggish economic recovery and fast inflation could sully President Mauricio Macri’s chances for re-election this year.

The central bank has been struggling to sustain the exchange rate over the past week as concerns about the economy and a looming presidential election spur people to switch to dollars. A slower-than-expected recovery from recession and inflation that is running at annualised pace of nearly 50 per cent are also denting Macri’s chance of winning a second four-year term this October.

Economists warn that the central bank’s decision to hike rates, while still down from peak of more than 70 per cent in October, are hurting the economy, with companies struggling to borrow and consumers putting off large purchases. According to a monthly survey of economists by the central bank, the economy is on track to contract 1.3 per cent and inflation slow to 32 per cent this year, with the peso weakening to 48 per dollar.

Passando dalla situazione dell’Argentina a quella più generale dei Mercati Emergenti, ci ha colpito la settimana scorsa la dichiarazione di questo gestore di Blackrock.

wk3_mar_2019_023.png

La dichiarazione ci colpisce perché … è tutto giusto, quello che dice Blackrock. E ricorda a noi, ma soprattutto a voi lettori, che le decisioni di investimento (tutte, e non soltanto quelle sugli Emergenti) dipendono semplicemente da questo, ovvero dal “ritorno degli investitori verso gli asset rischiosi, dai dati per la produzione manifatturiera, e dalla crescita nei Paesi in via di Sviluppo”. Semplice, no?

Ma siete proprio sicuri? (parte 2)
wk3_mar_2019_018.png

Ma siete proprio sicuri che in Cina non si ripeterà ciò che tutti abbiamo visto nel 2015, e poi nel 2016?

Noi non ne siamo sicuri, e la forte discesa (-4,5%) della Borsa di Shanghai venerdì 8 marzo ci ha fatto tornare alla mente, per alcuni aspetti, la situazione che si creò nel gennaio 2015, proprio a seguito di una forte caduta della Borsa cinese, che anche allora era stata preceduta da una ampia immissione di liquidità in Cina, analoga a quella che abbiamo visto negli ultimi mesi.

Chiariamolo subito: in questa situazione di tensione, le tariffe con gli USA c’entrano, ma soltanto in piccola parte. I dati per la bilancia commerciale di venerdì 8 marzo mattina sono stati, in effetti, peggiori del previsto, ma ha un peso molto maggiore sul futuro (prossimo e di medio termine) dell’economia cinese il dato ufficiale pubblicato la settimana scorsa per la crescita del PIL nel suo insieme.

wk3_mar_2019_002.png

Il rallentamento dell’economia in Cina è ormai un dato di fatto, e da parecchio tempo: ora, siamo arrivati al momento nel quale questo rallentamento si riflette sui mercati finanziari.

E vogliamo mettere qui in evidenza che non si deve guardare soltanto alla Borsa di Shanghai.

La settimana prossima, dedicheremo la Sezione Operatività del nostro The Morning Brief alle valute maggiori, e tra le valute che verranno analizzate ci sarà sicuramente lo yuan, che vedete sotto nel grafico. Molto più delle tariffe, a nostro giudizio sarà il cambio della valuta cinese ad assumere nelle prossime settimane ruolo importante, e ci sembra impossibile escludere a questo punto lo scoppio di una vera e propria “guerra valutaria”.

wk3_mar_2019_025.png
Ma siete proprio sicuri (parte 1)
wk3_mar_2019_012.png

Ma siete proprio sicuri che quello che leggete sui quotidiani italiani sia vero?

Noi non ne siamo sicuri.

Al contrario, a noi sembra di essere precipitati in una “realtà parallela” come si vede in alcuni telefilm. I quotidiani, o almeno la gran parte dei quotidiani, in Italia raccontano sempre la medesima favola, di una persona benevola che dall’alto, e (notate bene!) gratis e senza alcun costo per nessuno, e carica unicamente di buone intenzioni, viene a portare un sacco pieno di dobloni d’oro a questa Povera Italia, senza che questo (ripetiamo) abbia il minimo costo per noi italiani, né per alcun altro Paese estero.

Incredibile. Da anni, in Italia, i quotidiani rilanciano, più e più volte, la favola della “ricchezza per tutti che non costa nulla” Non solo, aggiungete poi che si tratta di un “regalo che risolve ogni problema”.

Ci chiediamo come sia possibile continuare a ripetere, per anni, una grossolana sciocchezza di queste dimensioni, e poi sulle medesime pagine dei medesimi giornali leggere, ogni giorno, di recessione, di Governi anti-euro, di debito pubblico che sale e poi sale ancora, in sostanza di una situazione economica che peggiora e dove (almeno fino ad oggi) nessun problema è stato risolto.

Eppure, nulla: non abbiamo letto un solo articolo di fondo, nessun intervento di professori ed economisti, che quanto meno si sia posto la domanda del perché è stato inevitabile ricorrere nuovamente a misure di emergenza come i finanziamenti TLTRO.

Anzi, come vedete sopra, c’è chi ha il coraggio di scrivere che “Draghi gioca di anticipo”: ma in anticipo su che cosa? Noi di Recce’d, nel nostro piccolo, abbiamo segnalato le sempre più evidenti difficoltà dell’economia in Europa almeno nove mesi fa. Ma che razza di anticipo sarebbe?

Nel Mondo, oggi, è diffuso ed approfondito il dibattito sulle politiche di QE, e ci si chiede

  • CHI ha ricavato un beneficio da queste politiche e

  • SE hanno funzionato.

In Italia, questo dibattito semplicemente NON esiste. Ne abbiamo scritto, tra lunedì 4 e venerdì 8 marzo, su SoldiOnline.it.

In Italia, risulta più facile scrivere “Bravo Draghi! Viva Draghi! Grazie Draghi!”, come leggete sotto. Sarebbe utile aggiungere “Andremo a fondo, ma sempre allineati con Draghi”.

wk3_mar_2019_027.png