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Cosa fare nel 2019 (2): perché spendere soldi per il servizo di Recce’d
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Non ci sarebbe nulla di notevole nel titolo qui sopra. se non fosse che solo tre mesi fa tutti scrivevano e parlavano di “boom economico negli Stati Uniti”. Oggi, giorno dopo giorno, vengono riviste al ribasso le stime per il trimestre in corso (il quarto) e non è detto che, per l’intero 2018, si arrivi al 3%. La settimana prossima, come diciamo anche nella pagina EDGE oggi, vedremo la revisione del dato per il PIL del terzo trimestre.

Non ci sono regolette magiche, né segreti sussurati all’orecchio, per fare la cosa giusta nelle attività di investimento e nella gestione del portafoglio: semplicemente, è necessario sapere leggere ed analizzare la realtà dei fatti, e distinguerla dal frastuono, dal caos, dal rumore di fondo.

L’attività di gestione è solo questo: il resto, è contorno inutile, che voi investitori fareste bene a NON pagare.

Il vostro consulente, promotore, assistente di vario genere era in grado, nel gennaio 2018, di mettervi in guardia e segnalarvi che la crescita economica sincronizzata era solo “un miraggio”, come leggete poi nell’immagine sotto del 6 novembre?

Questo, è ciò che vi serve per investire, guadagnare con regolarità, e rischiare il meno che è possibile. Il resto, sono solo chiacchiere, fumo, fuffa, confezione ma senza un prodotto all’interno.

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Discutere oggi, del rallentamento economico in Germania (di cui parlano le due immagini seguenti) può forse essere utile per economisti e governanti.

All’investitore però … serve a nulla: oggi l’investitore vede il DAX che va verso 10000, e deve già essere al lavoro sulla prossima mossa, così come facciamo noi di Recce’d. Cosa farà la BCE? Come reagiranno i Governi? Gli elettorati? Il cambio dell’euro? E così via. Sta proprio qui, la ragione per la quale Recce’d dialoga ogni giorno con i propri Clienti, per tenere sempre alta l’attenzione sui fatti, che ogni giorno ci aiutano a capire quali sono le scelte migliori per i portafogli titoli.

E’ solo questa capacità, che può giustificare il pagamento di un servizio da parte dell’investitore finale. A meno che, naturalmente, l’investitore finale non sia in grado di produrre da solo questo tipo di supporti all’investimento.

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Si tratta di supporti indispensabili, per chi intende investire sui mercati finanziari. I fatti di queste settimane lo dimostrano. Stordito dalle anomalie assurde viste nel 2017, qualche investitore si è lasciato … fregare dalla illusione che “è tutto tranquillo e sotto controllo”: ma i mercati sono fatti proprio così, tranquilli fino a ieri, e poi in pochi giorni, o meglio in poche ore, leggete una serie di notizie come quelle che vedete nell’immagine qui sotto. Quando le leggete, allora sapete che è tardi per reagire.

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Mercati oggiValter Buffo
Cosa fare nel 2019 (1): la storia dell’orologio rotto
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Partiamo da un dato di fatto: sono pochi, gli articolo che annunciano il “rally di Natale”. Sono ancora meno gli aricoli che sottolineano le spese di Natale, l’ottimismo dei consumatori, gli utili delle Società quotate per effetto dell’impennata delle spese.

Anche da questo, si ricava che c’è stato un cambiamento (brutale) nel clima e nell’umore. Perché?

Torniamo velocemente a qualche mese fa. C’è stato un periodo. Lungo. Molto lungo. Troppo lungo, per qualcuno.

Un periodo nel quale i fatti, la dura realtà dei fatti, ci ha costretto a ripetere al Cliente, molto spesso, che occorre pazienza.

Un periodo nel quale, sui mercati dominava l’euforia senza controllo. Un periodo nel quale molti hanno lasciato crescere l’ego, l’autostima e la sicumera, un periodo nel quale tutto sembra chiaro per tutti, un periodo nel quale tutti erano capaci, un periodo nel quale era chiaro chi ha torto e chi ha ragione, un periodo nel quale qualche investitore ha pensato cose sbagliate, a volte ha detto cose sbagliate, un periodo nel quale alcuni investitori hanno anche fatto scelte concrete sbagliate: come dice il titolo di Bloomberg in apertura di questo Post, a quegli investitori oggi non resta che cercare un angolo e piangere.

E, come anche per la bolla precedente (lo ricordate, no? sono pochissimi anni fa e non è passato molto tempo) nei titoli dei giornali, come ad esempio quello di apertura più in alto, ricorrono sempre quelle parole, le solite … del latte versato:

  • “mercati brutali”

  • “massacro”

  • “in un angolo a piangere”

  • “praticamente tutto chiuderà in negativo nel 2018” (e lo vedete anche nel grafico che segue)

  • “vorrei avere messo tutto sotto il materasso, o in BOT”

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Nulla di nuovo: capita, di tanto in tanto. Sempre allo stesso modo, sempre con le medesime modalità. I mercati, e molti investitori, hanno purtroppo la memoria corta. Qualcuno le chiama bolle, chiamatele voi con il nome che volete.

Non possiamo certo buttare sulle spalle degli investitori finali tutta la responsabilità per quella emotività collettiva, per tutte quelle sciocchezze che si sono ascoltate, e per tutte quelle illusioni: dobbiamo ricordare che gli investitori finali sono ogni giorno bombardati di rumore, di noise, di segnali falsi, di consulenti falsi, di analisti falsi, di prodotti finanziari falsi.

Al tempo stesso va sottolineato però, e con forza, che una alternativa esiste: ed è piuttosto semplice, visto che basta … ragionare con la propria testa, e guardare ai fatti.

Chi sosteneva che “questa volta è diverso”, e che con il 2017 si era entrati “in una nuova epoca dei mercati finanziari” diceva, oggi è evidente, una sciocchezza solenne, e priva di fondamento. Alcuni parlavano senza sapere, altri per ingannare il Cliente finale. Va detto però sono sempre stati disponibili ed accessibili dati, dati concreti come quello del grafico sotto, dati che toglievano ogni dubbio sul fatto che il 2017 fosse soltanto una grossa balla di fumo. Non ci vuole uno scienziato, per capirlo: un grafico è più che sufficiente.

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Non dobbiamo dimenticare mai un vecchio detto popolare: “anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno”. Saggezza antica. Come si poteva infatti credere che il 2017 fosse “per sempre”? Come in un orologio rotto, anche sui mercati può esserci una anomalia come 2017, ma chi può essere così tanto ingenuo, o miope, dal basare le sue decisioni, le sue scelte, oppure anche solo le sue valutazioni, su un anno come il 2017? Come si fa a credere nelle favole e soprattutto negli orologi rotti?

Sulla base di questi, e molti altri dati di fatto che abbiamo fornito ai nostri Clienti, Recce’d ha sostenuto sempre che questi periodi anomali finiscono, e siamo stati di parola. Come sempre.

In un Post precedente, abbiamo già scritto che se cercate … il Mago Silvan, lo trovate in tv come protagonista di uno spot commerciale. Se invece cercate una robusta, fondata e coerente attività di gestione, Recce’d la offre, e ve lo dimostra coi fatti.

Mercati oggiValter Buffo
Sei settimane al 2019 (8): la sveglia è suonata, per tutti
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I due commenti che accompagnano i due grafici di questo Post devono fare riflettere tutti gli investitori. Ci sono informazioni, importantissime, nel comportamento intra-day della Borsa di New York. Ne abbiamo scritto anche nella nostra pagina settimanale che ricapitola i fatti principali e che offre sempre una serie di utili spunti. In questa fase di mercato, va capito, ed analizzato, il fatto che la psicologia della Borsa di New York è cambiata. La sveglia è suonata, per tutti.

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Mercati oggiValter Buffo
Sei settimane al 2019 (7): l'eterno problema delle banche

L’immagine sotto ci ricorda che tre colossi del settore bancario europeo, come Intesa, Barclays e BBVA potrebbero, a breve, uscire dall’indice Stoxx 50.

Lo spunto ci consente di ripetere che tutto il settore banche è soggetto a una crisi, che parte dal sovra-dimensionamento e che si esprime nella incapacità di generare VALORE per i propri Clienti attraversi i servizi offerti.

La posizione sulle banche, che noi facemmo mesi fa, si basa proprio su questa considerazione. Ci ha dato soddisfazione, ce ne darà ancora, e potrebbe aumentare.

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Mercati oggiValter Buffo
Sei settimane al 2019 (6): la sterlina GBP e Brexit

Lo abbiamo chiarito più e più volte, che la nostra posizione sulla sterlina GBP parte dai dati, e non dai titoli sui giornali oppure in tv.

Per questo, il titolo qui sotto NON ci mette paura.

E’ vero che “non sappiamo” di Brexit, ma è altrettanto vero che sappiamo, con certezza, dove va l’economia del Regno Unito.

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Settimane come quella appena conclusa sono state tumultuose, e sempre per un’unica ragione: che è Brexit. Lo vedete sotto nel grafico.

Per questa ragioni, sono in molti a sostenere che tutto il Regno Unito è “non investibile”, come dice ad esempio il titolo che segue.

Recce’d la vede in modo opposto: nei momenti di caos, sapere individuare il VALORE è proprio il compito principale di un gestore di portafoglio.

Quando il caos sarà finito, allora sarà davvero troppo tardi per fare le proprie scelte.

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Mercati oggiValter Buffo