Cosa fare nel 2019 (1): la storia dell’orologio rotto
Partiamo da un dato di fatto: sono pochi, gli articolo che annunciano il “rally di Natale”. Sono ancora meno gli aricoli che sottolineano le spese di Natale, l’ottimismo dei consumatori, gli utili delle Società quotate per effetto dell’impennata delle spese.
Anche da questo, si ricava che c’è stato un cambiamento (brutale) nel clima e nell’umore. Perché?
Torniamo velocemente a qualche mese fa. C’è stato un periodo. Lungo. Molto lungo. Troppo lungo, per qualcuno.
Un periodo nel quale i fatti, la dura realtà dei fatti, ci ha costretto a ripetere al Cliente, molto spesso, che occorre pazienza.
Un periodo nel quale, sui mercati dominava l’euforia senza controllo. Un periodo nel quale molti hanno lasciato crescere l’ego, l’autostima e la sicumera, un periodo nel quale tutto sembra chiaro per tutti, un periodo nel quale tutti erano capaci, un periodo nel quale era chiaro chi ha torto e chi ha ragione, un periodo nel quale qualche investitore ha pensato cose sbagliate, a volte ha detto cose sbagliate, un periodo nel quale alcuni investitori hanno anche fatto scelte concrete sbagliate: come dice il titolo di Bloomberg in apertura di questo Post, a quegli investitori oggi non resta che cercare un angolo e piangere.
E, come anche per la bolla precedente (lo ricordate, no? sono pochissimi anni fa e non è passato molto tempo) nei titoli dei giornali, come ad esempio quello di apertura più in alto, ricorrono sempre quelle parole, le solite … del latte versato:
“mercati brutali”
“massacro”
“in un angolo a piangere”
“praticamente tutto chiuderà in negativo nel 2018” (e lo vedete anche nel grafico che segue)
“vorrei avere messo tutto sotto il materasso, o in BOT”
Nulla di nuovo: capita, di tanto in tanto. Sempre allo stesso modo, sempre con le medesime modalità. I mercati, e molti investitori, hanno purtroppo la memoria corta. Qualcuno le chiama bolle, chiamatele voi con il nome che volete.
Non possiamo certo buttare sulle spalle degli investitori finali tutta la responsabilità per quella emotività collettiva, per tutte quelle sciocchezze che si sono ascoltate, e per tutte quelle illusioni: dobbiamo ricordare che gli investitori finali sono ogni giorno bombardati di rumore, di noise, di segnali falsi, di consulenti falsi, di analisti falsi, di prodotti finanziari falsi.
Al tempo stesso va sottolineato però, e con forza, che una alternativa esiste: ed è piuttosto semplice, visto che basta … ragionare con la propria testa, e guardare ai fatti.
Chi sosteneva che “questa volta è diverso”, e che con il 2017 si era entrati “in una nuova epoca dei mercati finanziari” diceva, oggi è evidente, una sciocchezza solenne, e priva di fondamento. Alcuni parlavano senza sapere, altri per ingannare il Cliente finale. Va detto però sono sempre stati disponibili ed accessibili dati, dati concreti come quello del grafico sotto, dati che toglievano ogni dubbio sul fatto che il 2017 fosse soltanto una grossa balla di fumo. Non ci vuole uno scienziato, per capirlo: un grafico è più che sufficiente.
Non dobbiamo dimenticare mai un vecchio detto popolare: “anche un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno”. Saggezza antica. Come si poteva infatti credere che il 2017 fosse “per sempre”? Come in un orologio rotto, anche sui mercati può esserci una anomalia come 2017, ma chi può essere così tanto ingenuo, o miope, dal basare le sue decisioni, le sue scelte, oppure anche solo le sue valutazioni, su un anno come il 2017? Come si fa a credere nelle favole e soprattutto negli orologi rotti?
Sulla base di questi, e molti altri dati di fatto che abbiamo fornito ai nostri Clienti, Recce’d ha sostenuto sempre che questi periodi anomali finiscono, e siamo stati di parola. Come sempre.
In un Post precedente, abbiamo già scritto che se cercate … il Mago Silvan, lo trovate in tv come protagonista di uno spot commerciale. Se invece cercate una robusta, fondata e coerente attività di gestione, Recce’d la offre, e ve lo dimostra coi fatti.