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Turbolenza: consigli concreti (parte 3)
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Vi diranno di certo che “le Banche Centrali entreranno in scena per salvare i mercati”. Ed è probabile che questo accada, magari non subito ma presto i toni cambieranno ed arriveranno nuove dichiarazioni “accomodanti.

Ma … quando? E in quali condizioni?

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Le immagini che vedete in questo Post ci servono per ricordare ai lettori che l’atteggiamento di tutte le Banche Centrali è sempre stato, e sarà sempre, quello di “rassicurare”. Le Banche Centrali hanno sempre detto, e diranno sempre, che “non c’è la crisi” fino al giorno in cui la crisi già c’è.

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Nel 2018 questo è tanto più vero: sia Draghi, sia Powell (e in misura ancora maggiore Trump) ormai sono costretti a “tenere la linea”, ovvero a ripetere sempre che “l’economia è forte”, oppure che “l’economia è molto forte”, ovvero che “l’economia è eccezionale”.

Ed affermare, come fa Draghi qui sopra, che le politiche di ultra-espansione monetaria sono state un successo perché hanno reso i mercati incapaci di reagire alle notizie (questa deve essergli … sfuggita, perché basterebbe dare uno sguardo al grafico che segue per capire che è una sciocchezza).

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Come potrebbero fare, in poche settimane, tutti questi signori a passare dal tono ottimistico e quasi trionfale di una “economia eccezionale” ad un “allarme rallentamento”? Lo faranno, ma per gradi, a piccoli passi, Sono oggi i prigionieri della loro stessa retorica, retorica utilizzata per spingere su la bolla finanziaria.

I tempi dei mercati finanziari, invece, sono molto molto diversi. E per l’investitore, contano i tempi dei mercati, e non le parole di Draghi, Powell e Trump. Noi ve lo abbiamo scritto in centinaia di occasioni.

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Mercati oggiValter Buffo
Turbolenza: consigli concreti (parte 2)

Come detto, non abbiamo contributi di analisi da aggiungere a quelli già offerti ai nostri lettori nei mesi precedenti.

Ma abbiamo alcuni suggerimenti, molto pratici ed a nostro avviso molto utili.

Fatevi spiegare per quale ragione l’indice di New York che si chiama S&P 500 scende al di sotto del livello che corrisponde ad una correzione (calo superiore del 10% dal massimo precedente) nel giorno stesso nel quale negli Stati Uniti annunciano una crescita (annualizzata) del 3,5% nel terzo trimestre del 2018.

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Fatevi spiegare perché l’indice del FANG arriva a toccare il livello che corrisponde ad un bear market (calo superiore al 20% dai massimi) nella settimana in cui tutti i Big del settore Tech hanno battuto le stime degli utili fatte dalle banche di investimento.

Fatevi spiegare perché, con la crescita USA al 3,5% e gli utili USA in crescita (in media) del 20% anno su anno, oggi le Borse di Europa ed Asia sono a livelli inferiori di quelli del dicembre 2016: andate alla ricerca dell’effetto Trump.

Queste tre, utilissime, lezioni che vi regala la realtà dei fatti potranno esservi molto utili, in futuro, per fare migliori scelte. Potrete scegliere meglio sia i vostri investimenti futuri, sia il vostro consulente.

Mercati oggiValter Buffo
Turbolenza: consigli concreti (parte 1)

Oggi, non abbiamo alcun nuovo elemento di analisi da offrire ai lettori, in merito ai mercati finanziari ed ai loro movimenti più recenti.

Tutto quello che avete visto nelle ultime settimane, Recce’d nelle ultime settimane lo aveva inquadrato ed analizzato per i propri Clienti attraverso i canali diretti di comunicazione e poi anche nel Blog. Potrebbe essere utile, per alcuni lettori, rileggere alcuni dei nostri Post del 2017 e del 2018.

Guardando invece al futuro, ed alla gestione del vostro portafoglio, vogliamo offrire un suggerimento pratico e concreto.

Potrebbe essere utile riflettere sull’importanza di dati ed informazioni che arrivano “dall’interno” dei mercati finanziari.

In altre parole: oltre agli utili, alla crescita, all’occupazione ed all’inflazione, è importante (in alcune fasi decisivo) per la gestione del portafoglio titoli avere la capacità e la possibilità di effettuare nel dettaglio un monitoraggio dei dati che ci raccontano come il mercati si sta comportando. Giorno dopo giorno.

Un esempio è quello del grafico che segue, nel quale si racconta che la frequenza dei ribassi (rispetto alle giornate di rialzo o rimbalzo) è molto più grande in questa ultima fase, che nelle tre precedenti fasi di “correzione” della Borsa di New York. Un dato che noi utilizziamo, in modo attivo, anche per la gestione delle nostre posizioni (non soltanto sulla Borsa di New York).

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Un secondo esempio è il grafico che segue, che ci racconta il ruolo degli investitori al dettaglio ovvero piccoli e medi, nella recente fase di rialzo della Borsa USA: mentre gli Istituzionali vendevano, i privati hanno continuato a comperare.

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Un terzo esempio è fornito dal grafico che segue: che misura in flussi in entrata ed in uscita dai prodotti di investimento collettivo come ETF e Fondi Comuni.

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Il ruolo dei piccoli investitori, nella serie di rialzi e “nuovi record” della Borsa USA, è un argomento che Recce’d ha segnalato ai Clienti in numerose occasioni durante il 2017 ed il 2018, e che oggi è decisivo per comprendere quello che state vedendo.

La professione del consulente, se svolta in modo responsabile e disciplinato, impone al gestore oppure al consulente non solo di informare il Cliente di fatti concreti come questi, bensì anche di utilizzare questi dati per movimentare nel modo più efficace gli investimenti del Cliente stesso.

Per chi si presenta come “consulente”, limitarsi a ripetere che “va tutto bene” fino a che tutto sale è troppo facile, non è molto professionale, ed è anche pericoloso.

Mercati oggiValter Buffo
Non vi crede più nessuno

La stampa quotidiano in Italia spesso non scrive per informare, quanto per “addomesticare”.

Al lettore viene raccontata una rappresentazione delle cose “che fa comodo”: lo scopo, è quello di “tenere tutti tranquilli”. Come se il pubblico dei lettori fosse una platea di bambini dell’asilo.

Un esempio di oggi è il modo nel quale il maggiore quotidiano nazionale sceglie di commentare la recente fase dei mercati finanziari in Italia, affidando il commento al suo ex-direttore, Ferruccio De Bortoli.

Il quale scrive che: Il risparmio privato è considerato, per fortuna, da Moody’s, un elemento di forte stabilità del nostro sistema.Un cuscinetto (buffer) in caso di futuri shock. Ciò non deve essere motivo di conforto, ma di ulteriore preoccupazione. Perché il valore di mercato del nostro risparmio si è già significativamente ridotto con lo spread oltre i 300 punti. Siamo più poveri. E non vogliamo pensare a che cosa potrebbe accadere se la situazione finanziaria del Paese precipitasse.

Qui De Bortoli racconta una favola al proprio lettore: la favola è che quello di qualche mese fa, quando il BTp decennale rendeva il 2% a scadenza, quello fosse un “valore di mercato”. Tutti sanno che non lo era.

Chiunque, anche con poca esperienza finanziaria, sa che pagare a 10 anni il 2% per un debitore come l’Italia non è solo un assurdo. E’ anche un’idiozia, a cui si è arrivati unicamente per fare il comodo di alcune parti, facili da individuare. Proprio da quell’eccesso deriva la situazione che oggi commentiamo: da quelle politiche di “compressione dei rendimenti”.

De Bortoli scrive anche che: I famigerati mercati non sono formati solo da speculatori, come vorrebbe la retorica di governo. Squali della finanza che pur esistono e purtroppo prosperano scommettendo al ribasso.

Può darsi, in questo caso, che De Bortoli non lo sappia: ma se qualcuno ha scommesso al ribasso, quando il BTp decennale rendeva il 2% a scadenza, ha fatto molto semplicemente il suo lavoro, che è esattamente questo, ovvero vendere quando i prezzi sono troppo alti.

E ancora De Bortoli ci dice che: Ora il governo presieduto dal «povero Conte», come lo chiama il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti, ha la piena legittimazione democratica. E pure il vento favorevole dei sondaggi.

Vero. E più si leggono articoli come questo, che vogliono fare credere ciò che non è vero, più i sondaggi saranno loro favorevoli.

Chiudiamo con un quarto estratto: Ma, diciamoci la verità, affidereste i vostri risparmi a Di Maio, a Salvini, e agli altri autori della sceneggiata sul condono fiscale, a chi firma senza leggere?

Mai. Non a loro. Non al Corriere. E a nessuno che comperasse BTp decennali al 2% di rendimento a scadenza, a prezzi idioti.

Mercati oggiValter Buffo
Il punto di svolta. Per l'industria del risparmio

Ci occupiamo in questo Post di un tema che vi tocca direttamente.

Questo perché la maggior parte di voi, che leggete il nostro Post, siete anche Clienti di questi signori di cui vi parliamo.

Il dato più importante, senza ombra di dubbio della prima fase delle trimestrali è la trimestrale di Blackrock. Cosa è Blackrock? La più grande Società di Fondi Comuni nel pianeta Terra.

Il vostro Private Banker, il vostro promotore finanziario, il vostro “consulente” finanziario, sicuramente vi ha fatto investire almeno in un Fondo Comune di Blackrock.

Tutti utilizzano i Fondi di Blackrock, almeno nelle cosiddette Linee Multimanager: tutte le grandi Reti di promotori finanziari in Italia, come a puro titolo di esempio Mediolanum, o Fideuram, oppure Azimut, o anche FINECO, e poi tutte le medie e piccole realtà italiane che vendono i Fondi Comuni. Spesso senza dirlo al Cliente, avete in portafoglio i “prodotti finanziari” di Blackrock, come di UBS, come di JP Morgan, e poi di Allianz oppure anche Fidelity, come di tanti altri “nomi” esotici. In Italia, si sono riempiti tutti.

A che vi serve? Dove vi porterà questa scelta?

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Per capire dove vi porterà, sarà bene che vi facciate spiegare il grafico qui sopra. Si tratta del prezzo di Borsa di Blackrock a New York, aggiornato alla settimana scorsa.

Nel grafico, c’è un calo del 30% dai massimi, un calo che continua dopo le trimestrali del terzo trimestre che sono in corso. Curioso? Di più, è stranissimo.

Diciamola tutta, e chiaramente, tanto si ragiona tra persone adulte, e nessuno crede più alle favole per i bambini.

Tutto quanto il QE, dal 2009 ad oggi, è stato solo e semplicemente un regalo fatto con soldi di tutti a questi signori qui: a Blackrock, a tutti i gestori di Fondi Comuni di investimento, e poi a tutte le Reti come le citate FINECO, Mediolanum, Fideuram e Compagnia.

Gente a cui lo Stato (attraverso la BCE, la Bank of Japan, oppure la Federal Reserve) ha regalato utili, utili fatti senza lavorare e restando semplicemente seduti a guardare (come una rendita di posizione) mentre le Banche Centrali si occupavano di gonfiare le loro masse gestite, e quindi le loro commissioni.

Grazie a questa operazione spregiudicata (i cui risultati, ad oggi, restano tutti da valutare), i Clienti finali, le famiglie e le Aziende (in Italia, in Europa, negli Stati Uniti), ancora oggi sono investiti in strumenti, o meglio in “prodotti finanziari” come i Fondi Comuni, che in nove casi su dieci fanno peggio del mercato di riferimento. I dati che lo documentano li trovate su qualsiasi mezzo di informazione, specialistico ma pure generalista (ed anche nel Blog).

I Clienti buttano via i loro soldi, pagano per l’inefficienza fatta ad industria: e lo sanno, ma continuano a farlo. Potere della normativa di settore e potere del marketing ossessivo, che NON FA CONOSCERE al pubblico dei risparmiatori quale è la realtà dei dati.

Ma allora, perché? Perché il mercato di Borsa ha girato violentemente le spalle proprio al leader di questa industria, che è appunto Blackrock? Perché ha azzerato ogni “effetto Trump”?

Fatevelo raccontare: dovete pretendere una spiegazione.

Oppure, leggete i Post di questo Blog nei quali Recce’d anticipava proprio questa fase, quella nella quale lo Zeppelin del risparmio gestito va verso la sua fine che poi ha molto di simile con quella dei supermercati, come dimostra il recentissimo fallimento della catena Sears negli Stati Uniti. Banalmente, è obsolescenza di strumenti e metodi vecchi, superati nel tempo da soluzioni che sono più efficienti e meno costose del 3% annuo che il Cliente oggi paga alla sua Rete di promotori finanziari travestiti da private bankers.

E in chiusura, cosa dire delle banche? Delle banche, non parliamone proprio. Fatevi raccontare come sono andate, di recente, in Borsa. I nostri Clienti, su questo tema, hanno operato in portafoglio.

Una sola cosa è certa: qui, la svolta c’è già stata, e si vede ad occhio nudo. La vede anche un bambino.

Mercati oggiValter Buffo