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Va a fondo il Fondo Atlante

Parlare male del Fondo Atlante? Oggi, non è più divertente, mentre noi di Recce'd lo facemmo più di un anno fa, quando tutta la stampa in Italia ci spiegava che si trattava di un "punto di svolta" per il sistema bancario (riprendendo peraltro parole di Visco).

Di fatto, oggi il Fondo Atlante non esiste più, cancellato dal fallimento delle due banche venete. Ma questo, in sé, è un fatto di nessun interesse: il Fondo Atlante era nulla ed è tornato nulla. Articoli a commento? ZERO.

Peccato che nessuno se ne occupi: resta da capire A CHI è servita tutta la faccenda, A CHI ha fatto comodo che i giornali ne illustrassero la genialità, A CHI sono andati i soldi che lo Stato ci ha messo, soldi ovviamente dei cittadini. Dovremmo comprendere perché la politica ci ha messo le mani sopra: A CHI interessa davvero che QUESTO sistema bancario (l'insieme banche commerciali e Banca d'Italia) vada avanti così com'è e continui ad essere gestito come sempre?

Prendiamo ad esempio lo spunto offerto dalla stessa BCE con le sue parole della settimana scorsa:

ECB Banking Supervision has closely monitored the two banks since capital shortfalls were identified by the comprehensive assessment in 2014. Since then, the two banks have struggled to overcome high levels of non-performing loans and underlying challenges to their business models, which resulted in further deterioration of their financial position.

In 2016, the Atlante fund [Italy’s government-sponsored “bad bank” set up in Luxembourg to take toxic assets off Italian banks books] invested approximately €3.5 billion in Veneto Banca and Banca Popolare di Vicenza. However, the financial position of the two banks deteriorated further in 2017.

The ECB had therefore asked the banks to provide a capital plan to ensure compliance with capital requirements. Both banks presented business plans which were deemed not to be credible by the ECB.

Bene, qui c'è scritto che tutta l'operazione-Atlante è stata giudicata non credibile: e voi tutti sapete chi erano i soci finanziatori in Atlante, chi erano gli ispiratori politici, e che tipo di "benigna supervisione" si è ritagliata, come ruolo, la Banca d'Italia ("punto di svolta" è una espressione di Visco a maggio 2016). In 18 mesi, pur avendo accesso diretto a tutti i numeri delle due realtà venete, nessuno è stato in grado di formulare una proposta "credibile".

Ora, due sono le cose:

  1. quando arriveranno le MEDESIME persone, a spiegare il prossimo PIANO di salvataggio "di sistema", che tipo di credibilità potranno mettere in campo?
  2. gli attuali prezzi di Borsa, delle banche quotate ma più in generale del mercato di Borsa di Milano (20.800 punti dell'indice FTSE MIB), a quali numeri fanno riferimento? Saranno poi numeri CREDIBILI, quelli che si leggono sulla stampa di settore? Ne riparleremo di sicuro, tra qualche settimana

Chiudiamo qui con una intervista, fatta dal principale quotidiano nazionale al Presidente di uno degli Istituti che contribuirono ad Atlante, il 2 agosto 2016: intervista significativa, perché riflette un clima, un atteggiamento, un ruolo per la stampa nazionale, ed una disposizione delle altre banche di questo cosiddetto "sistema". Cliam dominante, solo qualche mese fa: come cambiano in fretta, le cose! Tenetelo a mente.

«La Borsa è preda della speculazione, che mette in evidenza solo gli aspetti negativi del sistema bancario. Ma la situazione generale è ben diversa — e migliore — di quella di tre anni fa, il sistema è più solido e ci sono cose importanti che sono state messe in campo, a cominciare da Atlante, una brillante soluzione cui come Creval abbiamo contribuito con 60 milioni: pensiamo a come eravamo solo a febbraio, quando di Atlante nessuno aveva sentito parlare, e a quante operazioni sono state rese possibili in soli quattro mesi, neanche immaginabili senza il fondo. E a quanti risparmiatori sono stati tutelati».

Potrebbe andare avanti così ... per sempre? (parte 3)

Il Cliente finale, l'investitore privato, l'investitore NON professionale, è perfettamente legittimato a seguire la corrente, a lasciarsi andare alle prime impressioni, a subire le tensioni e caderne vittima. Dei suoi soldi, alla fine, ne farà ciò che vuole.

Invece chi viene pagato, il gestore professionale come Recce'd, il professionista in generale, il consulente finanziario della normativa italiana, il private banker, il promotore finanziario (che resta tale, anche se cambia etichetta sul biglietto da visita): tutti questi hanno altri doveri, altri obblighi.

Il dovere principale dovrebbe essere quello di NON andare mai con il gregge: dovrebbe esserlo, ma non lo è. Perché fa paura trovarsi soli controvento. La paura è legittima, per il Cliente finale: mentre il professionista, e proprio perché viene pagato, NON dovrebbe cedere a sentimenti come la "paura di restare fuori dal branco".

Non funziona così, come dicevamo: quando parse la "corsa al rendimento", ai Clienti si dice "chiudi gli occhi e buttati: perché adesso sale tutto". Si spiegano così gli eccessi del 2017, da noi ampiamente documentati, eccessi uguali ma più ampi di quelli di 24 mesi, fa, nel 2015 del "bazooka di Draghi".

E fino a che le Istituzioni che governano il funzionamento dei mercati (sia pubbliche, sia private) non verranno spazzate via dalla prossima Grande Crisi, episodi come questi sono destinati a ripetersi. Semplicemente perché convengono a (quasi) tutti: a tutti gli operatori, ma a NESSUNO tra gli investitori finali.

A quelli tra i nostri amici e Clienti che si domandano se "potrà andare avanti così per sempre", visto che TUTTI dicono che va TUTTO bene, ci è facile rispondere. Con un esempio pratico concreto, un esempio concreto, un esempio recente. Ricordate il gennaio 2008, o più precisamente il 10 gennaio di nove anni fa? Il Capo della Federal Reserve allora era Ben Bernanke: era a capo della Banca Centrale più potente al Mondo, aveva sul tavolo tutti i mille miliardi di dati che anche oggi sono sul tavolo di Yellen, si confrontava con il Board come fa Yellen, ed aveva soprattutto piena informazione del fatto che a New York la Banca Paribas era stata costretta a chiudere, quattro mesi prima, due dei suoi Fondi Money Market. E' nella storia dei mercati finanziari la sua affermazione del gennaio 2018 che qui vi riportiamo:

“The Federal Reserve is not currently forecasting a recession.” 

Quando noi leggiamo affermazioni come quella del Governatore Dudley della Fed di New York, fatta la settimana scorsa, teniamo sempre bene a mente quella storica frase. Ecco cosa dice Dudley:

“I’m actually very confident that even though the expansion is relatively long in the tooth, we still have quite a long way to go.  This is actually a pretty good place to be.” – William Dudley, June 19, 2017

Siamo certi che un uomo attento ed esperto come Dudley conosce meglio di noi i dati del grafico qui sotto: che sono dati oggettivi e non controvertibili, che non si possono "fabbricare". Siamo altrettanto certi che i Banchieri Centrali sono sempre stati, e restano oggi, uomini politici, che debbono soddisfare esigenze e pressioni di varia natura. Lo era anche, nel 2008, Ben Bernanke quando annunciava al Mondo la sua certezza. 

Può essere utile, per chi ci segue, ripercorrere i fatti di quel 2007 grazie ad un articolo di allora del New York Times: in particolare, l'intervento della (ai tempi presentata al Cliente finale come solidissima) Banca USA Bear Sterns, poi spazzata via 12 mesi dopo dalla Grande Crisi. Interventi per salvare due dei suoi Fondi che investivano solo su obbligazioni agganciate ai mutui.

Qualcuno vi ha detto che i rischi oggi sono "molto inferiori" rispetto al 2007? Davvero? Noi in Recce'd monitoriamo migliaia di dati, e da tutti questi dati risulta che, per la verità, i rischi oggi sono molto più ampi. E il grafico qui sotto è una solida conferma: come vedete, oggi negli Stati Uniti il rendimento delle obbligazioni di bassa qualità (high yield) è molto più basso di quanto non fosse negli anno 2004-2007, e quindi i prezzi oggi sono molto più alti, e le quantità (che nel grafico NON vedete) sono anch'esse molto più alte. In sostanza, c'è MOLTO più spazio per un episodio di improvvisa illiquidità come accade nel 2007.

Potrebbe andare avanti così ... per sempre? (parte 2)

Come abbiamo scritto nel Post precedente, c'è TUTTO il tempo per rimettere TUTTO a posto, non appena i mercati finanziari riusciranno a liberarsi dalla TRAPPOLA in cui sono stati cacciati tra febbraio e maggio 2017. Le "tecniche di vendita" delle Reti e delle banche di investimento sono raffinate, ma NON possono modificare la realtà dei fatti economici.

Ripetiamolo: NON PUO' durare ancora a lungo, ed i segnali sono concreti ed evidenti. In questo Post, vi proponiamo un giochetto estivo, una specie di "caccia all'errore", un gioco che mette due grafici a confronto.

Nel primo grafico, vedete l'indice tedesco DAX, il più liquido ed il più grande in Eurozona. Le due frecce arancioni inicano le due fasi di rialzo del 2017, ovvero 1) il rialzo di metà febbraio, dovuto al 100% ad un rialzo (che a tutto oggi resta SENZA spiegazione) dell'indice S&P 500; e 2) il rialzo di Macron.

Nel secondo grafico, vedete i flussi di investimento sui Fondi Comuni che investono in equity europee. Il grafico è ricavato da un articolo che "celebra" l'afflusso di denaro verso i Fondi Equity europei.

Dal confronto, vedete subito che 'è qualche cosa che non quadra. Noi vi abbiamo aiutato, con il circoletto bianco: ma non vogliamo togliervi del tutto il gusto.

Comunque, sappiate che gli "advisors", ovvero le Reti delle banche, i private bankers ed i promotori, spingono per "comperare equity Europa". E quindi ...

Potrebbe andare avanti così ... per sempre? (parte 1)

La settimana che sta per chiudersi, oggi 23 giugno, è stata senza dubbio la più ... noiosa del 2017, e se non succederà qualche terremoto verso sera si dovrà dire che sui mercati ... è successo NULLA.

Si era partiti, lunedì, con le Borse euforiche, e lo S&P 500 a 2450 punti ("nuovo record!"): spieghiamo subito che i grossisti, i brokers nelle sale di negoziazione, hanno detto "proviamo a vedere se qualcuno ci viene dietro!". 

Nessuno gli è andato dietro: almeno, fino alle ore 14 del venerdì 23 giugno. E anche sul fronte delle valute e delle obbligazioni, flussi quasi inesistenti, e prezzi fermi. Solo sul petrolio, c'è stato un po' di movimento (di cui scriveremo poi in un'altra sede).

Con i molti Clienti che abbiamo sentito negli ultimi giorni, ci capita spesso di discutere il seguente argomento: potrebbe andare avanti così a lungo? Magari ... fino alla fine dell'anno?

Chi lo può dire, con certezza? Nessuno ha la palla di vetro, come si dice. La nostra professione, però, ci impone di analizzare con massimo scrupolo, ed in modo selettivo, tutti i dati e tutte le informazioni disponibili, e individuare quelle più importanti.

Questo lavoro ci permette di arrivare almeno a due conclusioni:

  1. veniamo da mesi di mercati MOLTO strani, MOLTO anomali, MOLTO distorti
  2. questa fase potrebbe durare ancora, è vero: ma ogni giorno, le probabilità diminuiscono: perché al di fuori dei mercati finanziari (dove la Borsa USA è ferma ormai da ben quattro mesi) le cose si muovono, si evolvono e cambiano

Per dare sostanza alle nostre affermazioni, vi presentiamo due grafici. Per ciò che riguarda le ANOMALIE vi ricordiamo che l'indice VIX della volatilità attesa sulla Borsa di New York è al suo livello più basso dal 1993.

Per ciò che riguarda invece l'economia reale, l'indice calcolato da Citigroup, che misura la differenza tra le ATTESE per i dati macro pubblicati, ed i dati effettivi, è al livello più basso dal 2011.

Citi_macro_surprise_June_2017.png

Conclusione: ha perfettamente ragione chi dice che "questa fase di mercato è dominata dagli ANALISTI TECNICI". Eppure, guardando i dati qui sopra, e gli altri che abbiamo, non proviamo neppure il minimo desiderio di cambiare metodo ed affidarci all'analisi tecnica. Perché? Perché NON andrà avanti così a lungo. C'è tempo, per rimettere TUTTO a posto.

La riunione più importante di tutte

La riunione di ieri 14 giugno 2017 della Federal Reserve è stata, a giudizio di Recce'd, la più significativa nella carriera di Janet Yellen come Chairwomen, e quindi anche la più importante degli ultimi anni.

Non è difficile spiegare su che cosa basiamo questa nostra affermazione: è di tutta evidenza che, per la prima volta dal momento del suo insediamento, Yellen è stata costretta a forzare, ovvero a fare non una ma due scommesse:

  1. ha scommesso sul rapporto tra inflazione e disoccupazione, comunicando che rimane ferma la previsione di un ulteriore rialzo dei tassi nel 2017 nonostante i recenti CALI del tasso di crescita dei prezzi al consumo
  2. ha scommesso sulla crescita dell'economia USA di breve e medio termine, annunciando che le operazioni di riduzione dell'attivo della Fed inizieranno "entro il 2017"

Yellen ha scommesso, si è esposta, ha preso dei rischi: tanto che, subito questa mattina, 15 giugno, circolano articoli e commenti che si domandano "Ma Yellen ha davvero voglia di rimanere come Chairman?", articoli che interpretano le recenti mosse di Yellen come segnali di un futuro disimpegno spiegato dai dissensi con la Amministrazione Trump.

Prendendo rischi ci si espone alle critiche. Ed infatti, fino da ieri sera, si è scatenata una parte che sostiene che adesso la Fed sarebbe "davanti alla curva " (ahead of the curve) nel senso che avrebbe già alzato i tassi ben pù del necessario. Il rendimento del decennale (grafico in alto) sembra proprio riflettere questa posizione, ed ancora di più la curva dei rendimenti, che oggi come oggi anticipa una recessione (grafico qui sopra) come ai tempi in cui, dopo il Referendum Brexit, le banche di investimenti internazionali annunciavano un "inevitabile rallentamento globale". Ricordate? Solo 12 mesi fa. Tenetelo a mente.

Per noi investitori, si apre una fase nuova comunque: la Fed adesso ha preso una posizione, e a noi investitori toccherà di verificare ogni mattina, ed ogni sera, se questa mossa era giustificata dai fatti a cui assisteremo.