Posts in Finanza applicata
Facciamo un po' di Accademia (parte 1)

In Recce'd abbiamo, da sempre, giudicato irritante l'abitudine di molti professionisti del settore, ed in particolare di molti venditori, che tra di loro si fanno forza dicendo che "il Cliente è ignorante" (in materia di Finanza) e che "il Cliente non ha voglia di approfondire".

Le fortune del settore, negli ultimi 20 anni, sono state accumulate proprio sfruttando questa linea di attacco: il Cliente "si fida" e quindi sarà sufficiente una spiegazione generica, di massima, socio-politico-confusa, per tenerlo "tranquillo": tranquillo significa che continuerà a pagare le commissioni sui prodotti finanziari come i Fondi Comuni, e che resterà a guardare i prezzi ed i sui soldi che vanno su e giù.

Oggi, secondo il Corriere della Sera di questa settimana, vanno di moda le cosiddette "banche alternative", che non sono altro che Reti di Vendita basate su promotori finanziari: in media, i loro "prodotti finanziari" da due anni rendono a chi ci ha investito NULLA, ZERO, con contenuti di rischio (downside) a volte pazzeschi, eppure il Cliente italiano, resta fermo lì con i suoi soldi, magari convinto di avere investito "presso una delle più grandi Banche Italiane".

Recce'd è nata nella convinzione che il Cliente italiano sia tutt'altro che disinformato o peggio ignorante (come peraltro ha detto di recente anche CONSOB). Siamo del parere che il Cliente italiano si è già da molto tempo rotto le scatole di questo stato di cose, ma che al tempo stesso non ha e non trova alternative.

E non sono certo alternative quelle spregiudicate politiche di vendita che fanno credere al cliente che tutti i vecchi prodotti finanziari, a partire dai Fondi Comuni, possano essere semplicemente re-impacchettati, magari con il fiocco, raccontando al Cliente che grazie ad un gruppo di "scienziati" è stato individuato un "algoritmo" che prendente tutta questa vecchia roba ma la ri-combina in modo "ottimale" sulla base di un (presunto, azzardato ed approssimativo) "profilo di rischio" tagliato con l'accetta ("tanto di volatilità, tanto di rendimento": si, magari!).

Noi in Recce'd riteniamo che il Cliente non ha più da tempo "l'anello al naso" e ragiona in modo indipendente. Le alternative non le troverà, o meglio le troverà ma solo con fatica ed iniziativa, fino a che esisterà un cartello, una coalizione di interessi che impedisce alle alternative di uscire allo scoperto.

Alternative che però già oggi esistono: e che per essere davvero "alternative" devono avere, come pre-requisito fondamentale di distinzione, quello di agire nel solo interesse del cliente.

Nel solo interesse del Cliente: frase che non vuole dire però, che non può essere limitata a, investire senza utilizzare i costosissimi ed inefficienti Fondi Comuni. Fosse solo quello, allora tutta questa storia sarebbe una balla di fumo: spostiamoci tutti sugli ETF, ed il gioco è fatto, siamo usciti dal trappolone e stiamo tutti a posto.

Ma non è così. Il cuore del problema sta altrove: il cuore del problema è farla finita con tutti quelli che sostengono che il risultato non conta. Che bisogna semplicemente chiudere gli occhi ed affidarsi ai mercati, abbandonarsi ai loro alti e bassi. Che "dentro e fuori non serve". Che il risultato può essere misurato solo tra 10 oppure 20 anni: quando loro, questi falsi consiglieri, non ci saranno neppure più.

E' arrivato il tempo di finirla con questa falsa credenza popolare: il risultato invece conta, il risultato è tutto, e si può ottenere se si gestisce il portafoglio con strumenti migliori, rispetto a quelli medi del mercato. Da qui nasce infatti il risultato: sapere evitare gli errori della media, del gregge.

Avere informazioni migliori, valutazioni migliori, e strategie migliori di quelle degli altri. Si può fare, è stato fatto (gli esempi non mancano) e verrà fatto in futuro.

Chi vi dice che "è tutto inutile", semplicemente i mercati non li conosce e il rischio non lo sa gestire. Chi vi racconta che è sufficiente dare un'occhiata al portafoglio ogni tre o sei mesi vi dice una cosa falsa. Chi vi racconta che "è sempre andata in questo modo, e continuerà per sempre così, ha capito poco o nulla del'epoca nella quale viviamo, e dell'epoca nella quale voi state oggi facendo le vostre scelte di investimento.

Per tutte queste ragioni, Recce'd vi proporrà una serie di Post tecnici: siamo più che certi che molti Clienti investitori oggi vogliono capire, sono disposti a fare un po' di fatica per capire meglio, vogliono ritornare padroni dei loro investimenti e consapevoli dei loro risultati.  La serie di Post che segue servirà esattamente a questo. E si rivolge a quelli che non sono selettivi e curiosi solo quando si tratta di scegliere una camicia oppure un ristorante, una scuola oppure un nuovo lavoro, un libro, un film oppure un paio di sci o una vacanza: a quelli che hanno deciso di capire meglio anche quando investono i loro soldi, per riprenderli dalle mani dei venditori e tornare padroni del proprio risparmio.

Dove Recce'd può fare (e sta facendo) la differenza (parte 24): ancora sulle informazioni

Il fattore decisivo, per ogni investitore, grande e piccolo, privato o professionale, sono ovviamente le informazioni: quante e quali si raccolgono, come si ordinano ed archiviano, con quali metodi e modelli si utilizzano per valutare, ed infine quali sono le più rilevanti per la strategia (scelte di acquisto, vendita, timing, strumenti).

Tutto questo è ovvio: eppure, è un tema della massima attualità. Sui mezzi di informazione internazionali, così come tra gli operatori, se ne discute ogni giorno, perché è proprio in questo comparto che ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione, che accelera ogni giorno. Ad esempio, il settimanale più reputato del Pianeta, the Economist, ne ha scritto la settimana scorsa, spiegando perché operiamo tutti in un mondo "post-verità" a cui contribuiscono in modo attivo, ad esempio, le stesse Banche Centrali.

The Economist spiega poi perché per l'investitore c'è una sola scelta operatuva efficiente, ed è affidarsi ai dati e non alle dichiarazioni:

If I were being polite, I would not argue that we are in an age of lies by politicians, businessmen, or leaders, but what The Economist has called a "post-truth world". Stephen Colbert described the current environment as one of different levels of "truthiness".  At best, clarity by leaders and spokespeople is in short supply. Most commentary is done for spin.

 Even central banks provide forward guidance to move expectations not just provide factual information on policy views. Long commentary is used when short declarative comments would suffice. Truth is often swept under the rug as commentary is used to skew opinion and revise thinking not just provide information. Truth is increasingly viewed as an impediment to getting a message across, and as something that stands in the way of a greater good. For some, when the truth makes people uncomfortable or adds to complexity, it is dispensed with like clutter. 

 In a less than truthful world, what is an investor to do? The answer is simple and the basis for any quant or systematic investing. Follow the data. Of course, generated data from government or business can be distorted or revised so the best approach is to use market prices. Let prices tell you the level of truthiness in the market. Let data that are not easily revised tell you where the economy is going. Follow fund and capital flows, not commentary flows. 

A questo estratto ne vogliamo aggiungere un secondo (per chi ha difficoltà con l'inglese suggeriamo uno dei tantissimi traduttori online disponibili attraverso il web). Il motivo di interesse, in questo secondo caso, a noi sembra essere il fatto che ricorrono con insistenza due richiami, che a Recce'd sono molto cari: non fatevi trascinare dal "gregge" e "fate attenzione alle mosse che fanno gli altri sui mercati". Leggere e riflettere su queste parole vi potrà essere più utile che leggere l'ennesimo articolo, oppure l'ennesimo report, su "dove andrà la Borsa a fine 2016", scritto spesso da qualcuno per cui la risposta è ... obbligata.

With a greater number of hedge funds and managers who are smarter and better trained, track record differences will be driven by a flip of a coin. This will be disappointing for managers who want to differentiate themselves and for investors who want to pick the best performance from the best managers.

We have written about this in the past, but feel this is a critical topic for both investors and managers. So how do you break away from the paradox of skill?

 For investors:

  • Choose less crowded strategies.
  • Choose strategies where there is less management talent. You can then find the best through your due diligence efforts.
  • Realize good managers can be unlucky and poor managers can be lucky. Explicitly try to determine whether a manager’s track record is based on skill or luck. 
  • Realize that the more talent that follows a strategy, stock, or idea, the less likely there will be excess returns.

 For managers:

  • You can get lucky – do not confuse luck with skill. 
  • Watch your competition. You may think it is an absolute return game but often it is a competitive tournament for assets. 
  • Stay away from the crowd. 
  • The more crowded the strategy space, the less likely you will be able to distinguish yourself through skill or hard work. 
  • Unfortunately, taking it easy and hoping for luck is not a strategy for success.  
Finanza applicataValter Buffo
Gestione del portafoglio titoli: che cosa è, e come si fa (parte 5)

Nel Post che precede questo, e che potete leggere qui sotto, abbiamo commentato i risultati dell'industria dei Fondi Comuni italiani negli ultimi nove anni. Ripetiamo, per vostra comodità, le conclusioni che si ricavano da quell'analisi, e che possono legittimamente anche essere estese anche all'altro dinosauro dell'industria del risparmio, ovvero le GPM tradizionali:

Recce'd vi ripete che è possibile fare meglio di così (noi, lo abbiamo fatto) e spendere molto meno. Semplicemente, tutta questa "infrastruttura" a voi risparmiatori non serve. A nulla.

Detto questo nel mondo esistono alternative al Fondi Tradizionali: e tra le alternative, ci sono ovviamente ... gli Alternativi. L'industria italiana ha alzato barriere all'ingresso che proteggono i vecchi prodotti dalla diffusione degli Alternativi, ma queste barriere stanno per essere cancellate (come sempre accade ) dalla forza della concorrenza.

Va detto subito però che questi Alternativi, che noi di Recce'd definiamo "Alternativi non alternativi", stanno attraversando un anno di grandissima difficoltà, che vede investitori storici (come i Fondi Pensione e i Fondi Sovrani) disinvestire in modo massiccio, a causa dei risultati (scarsi negli ultimi anni) ma soprattutto dei costi.

Noi in Recce'd seguiamo comunque con la massima attenzione l'andamento di questo comparto, che sul piano dei risultati (rischio ponderato per il rendimento, ed obbiettivo di rendimento assoluto) è il solo concorrente autentico ai nostri servizi per la gestione del portafoglio.

In particolare, seguiamo la categoria dei Fondi Hedge che si chiama "Macro" e che nel grafico viene rappresentata dalla riga di colore bianco, la più evidente tra le quattro. Nell'ultimo anno, il rendimento dei Fondi Hedge Macro è stato pari a zero, come racconta il grafico qui sopra.,

Se vi portiamo all'attenzione questo grafico non è per sottolineare che noi abbiamo fatto meglio (e di molto). Non sarebbe utile; lo sapete già.

Vogliamo invece suggerirvi di informarvi, di leggere e di approfondire il perché questi gestori, senza dubbio moto competenti e molto attenti, incontrano difficoltà di questo tipo in questo momento.

Vi aiuterà a capire perché l'industria dei Fondi Hedge cambierà profondamente per crescere, e perché l'industria tradizionale dei Fondi Comuni, delle GPM, del long-only e delle SGR invece cambierò ma solo per scomparire. Perché quella vecchia parte di industria, per il Cliente, per voi investitori, non è in grado di produrre valore, come avete visto in quei nostri grafici commentati nel Post che precede questo.

Gestione del portafoglio titoli: che cosa è, e come si fa (parte 4)

Ha suscitato grandissimo interesse tra i nostri lettori questa serie di Post, che si propone di chiarire nel dettaglio le ragioni per cui la gestione del portafoglio titoli è un'attività specifica, che richiede regole, coerenza intertemporale e conoscenze, e non può quindi essere improvvista o svolta sulla base di principi fragili o peggio "ad orecchio".

In questo Post, vogliamo entrare nel merito di che cosa è gestione per Recce'd: ovvero spiegare, per sommi capi, i criteri sulla base dei quali Recce'd gestisce i portafogli modello.

Come abbiamo già scritto in passato, la nostra precisa missione è spiegare al Cliente che può pretendere di più, sia in termini di qualità sia in termini di risultati, di quanto gli è stato offerto sino ad oggi per la sua gestione del risparmio. E Recce'd lo dimostra, ogni giorno, con i fatti.

Non ci è però possibile rendere pubblici tutti i dettagli del nostro lavoro: come in molti altri settori, anche nel settore del risparmio per ogni innovatore ci sono 9999 soggetti che cercano di copiare ogni mattina, per colmare le proprie lacune e le proprie incapacità. Ci limiteremo quindi a fornire qui alcuni concetti chiave, mentre verso i nostri Clienti noi continueremo a praticare, anche su questo argomento, una totale trasparenza ed una massima disponibilità.

Utilizzeremo, come spunto iniziale, il termine tedesco weltanschauug, che viene dalla Filosofia, e definisce una "visione del Mondo".  Questa "visione" è proprio il punto di partenza della nostra attività di costruzione e poi gestione dei portafogli, ed è composta di quattro parti maggiori:

  1. i mercati finanziari sono TUTTI interconnessi tra loro; è un errore valutare e decidere su un asset oppure una classe di asset senza aver chiaro il quadro di insieme; il mercato finanziario globale deve, necessariamente, essere visto, e trattato, come un TUTTO
  2. ci sono fattori che influenzano tutti gli asset e tutte le classi di attività: ma per ognuna, il tipo di influenza è differente, e a volte molto differente
  3. l'influenza non è mai immediata, e non è mai perfetta
  4. c'è quindi spazio, tra tutte queste differenze, per fare profitto valutando in modo più efficiente e più rapido della media degli operatori i nuovi prezzi di equilibrio

Non si tratta quindi di avere una Teoria del Tutto, un unico modellino matematico dell'universo investibile: semplicemente, non può esistere perché la realtà dei mercati, e delle economie, è in continua evoluzione e continuamente modifica i nostri parametri di valutazione.

Si deve però, allo stesso tempo, non affidarsi al caso: è necessario avere metodo, e continuità di valutazione nel tempo (real-time), ed anche di disporre di modelli di valutazione flessibili ma testati in modo scientifico. Affidarsi al caso non può che produrre danni: occorre invece il metodo, proprio per gestire l'incertezza, come si sostiene anche nel brano molto efficace che citiamo qui sotto:

  1. The are a host impacts which that have to work through the financial markets. One shock can affect many markets, but the impact or the realization of the potential impact will not happen all at the same time or with the same intensity.
  2. Markets can be out of equilibrium for reasons as simple as costs and liquidity or through behavior biases. Nevertheless, dislocations allow for opportunities for those who can better understand the linkages. There will be dislocations that will eventually need to be corrected. It is not that markets are inefficient, but rather there is some slack in the level of efficiency that may allow some to profit.
  3. Some like managed futures managers may find these connections and dislocations through trends in prices. Others can see them through comparison to past fundamentals. Still others may be able to tell complex stories and see linkages t hrough detailed analysis.

Questo, in estrema sintesi, è il servizio che Recce'd produce a favore di tutti i suoi Clienti ogni giorno. Ferragosto 2016 incluso: noi siamo qui al lavoro per voi.

Gestione del portafoglio titoli: cosa è e come si fa (parte 3)

Nel precedente Post di questa serie, abbiamo pubblicato una tabella che ha suscitato tra i nostri amici e lettori molto interesse, perché aiuta chi ci segue a capire come si imposta, e come poi si esegue, l'attività di gestione del portafoglio titoli in modo professionale.

Per questa abbiamo deciso oggi di fornire un secondo esempio, che ci è stato offerto da uno dei nostri corrispondenti che operano nel settore della gestione di portafoglio negli Stati Uniti: ogni giorno noi confrontiamo non solo le nostre visioni, ma pure i nostri metodi di lavoro con corrispondendi che operano con sucecsso sulle maggiori piazze (da Parigi a New York, da Londra a Tokyo) ed ogni giorno impariamo da loro.

La tabella qui sopra può essere utile ai nostri lettori per capire che cosa significa la "priority-based aggregation" di sui parla la prima pagina del sito di Recce'd: la marea di notizie che ogni giorno (ogni ora!) aggrediscono tutti gli investitori, professionali e non, deve esser filtrata sulla base delle fonti, in modo tale da scremare quelle che distorcono o forniscono falsi segnali, ma questo non è sufficiente.

Le informazioni devono poi essere ordinate, "incasellate" al posto giuto nel quadro generale, perché solo in questo modo la raccolta di infromazioni diventa poi un utile supporto alla valutazione dei titoli e successivamente alla decisione di portafoglio. La tabella qui sotto è uno degli esempi che possono essere forniti di questo lavoro quotidiano di "incasellamento" di notizie selezionate sulla base delle priorità. Quando leggete The Morning Brief, The Portfolio Edge, i documenti del servizio BEAT, e gli Speciali di Recce'd, dietro c'è anche questo lavoro.