Detox. Elon Musk legge Recce'd e fa pubblicità a Detox
Che effetto avrà sui mercati l’approvazione della Legge Finanziaria USA da parte del Parlamento il 3 luglio 2025?
Si tratta per noi investitori di un fatto positivo oppure negativo?
Per le azioni?
Per i titoli di Stato?
Per le valute?
Per oro e petrolio?
E quali effetti ci saranno, dopo il 9 luglio prossimo?
Che cosa deciderà, Trump, tra 4 giorni?
Per rispondere, per decidere, per gestire, per investire, per guadagnare, tutti noi investitori dobbiamo chiederci che impatto avranno, questi due eventi, sull’economia (degli Stati Uniti, e poi globale).
Per per fare stime (sui dati dell’economia (utili delle aziende, crescita del PIL, importazioni ed esportazioni, inflazione, deficit dello Stato eccetera), e quindi sul futuro rendimento degli asset finanziari oggi nel portafoglio titoli un rendimento che, ricordatelo, potrà essere positivo oppure negativo) a tutti noi investitori occorrono una serie di strumenti, molto ben definiti, e precisamente:
dati selezionati
metodo ed esperienza nell’analisi
metodi aggiornati di valutazione,
metodi di stima efficienti per fare scelte che non si riducano a lanciare in aria una moneta.
Insomma: la gestione del proprio risparmio non è materia da chiacchiere alla buona, al bar con amici e colleghi oppure sui social ed in chat.
Alcuni, di questi elementi che sono sempre necessari, ed oggi indispensabili, li potete trovare qui nel Blog di Recce’d, e poi alle pagine del sito come
MERCATI,
TWIT-TWOO,
SCELTE DI PORTAFOGLIO.
Altri, e più importanti, strumenti vi sono messi a disposizione quotidianamente attraverso i canali di comunicazione tra Recce’d ed i Clienti. Ogni giorno.
Ed è operando in questo modo, che Recce’d mette a disposizione i portafogli modello che, applicando questi strumenti alle scelte di asset allocation, alle strategie di investimento ed alla gestione dei portafogli modello, garantiscono ai nostri Clienti un sostanziale vantaggio, sui mercati e rispetto ad ogni altro concorrente, sia grande sia piccolo.
Mettiamoci dunque subito al lavoro per voi, in questo nuovo Post della serie Detox.
Delle tariffe, tutto ciò che c’è da dire viene detto bene nel grafico qui sopra.
Fate voi stessi, i semplici conteggi che sono necessari: voi lo sapete bene, vero, a quanto ammonta in un anno il deficit, ovvero il fabbisogno di finanziamento dello Stato americano?
Fate due conti mentre fate colazione: un aumento di incassi da tariffe di 200 milioni (grafico) in che misura incide sul deficit? Sempre ammettendo, ovviamente, che le modifiche non abbiano alcun effetto sulle scelte di acquisto dei consumatori, sulla disponibilità dei prodotti oggetto di tariffe, e sull’inflazione, che riduce il potere di acquisto della moneta..
E in merito al Big, Beautiful Bill? Noi di Recce’d da marzo ne abbiamo scritto con dati ed analisi di elevata qualità, nella serie di Post qui nel Blog che si chiama Detox.
E poi, proprio adesso, ad inizio luglio, si è svegliato persino Elon Musk: lui, il Genio, adesso, a inizio luglio, ha finalmente realizzato. Distratto? Lento? Ottuso? Gli conveniva fare così?Non si può dire con certezza.
Quello che sappiamo (noi ed Elon) è che il B.B.B. è “utterly insane”. Totalmente folle.
E sappiamo anche che Elon Musk legge Recce’d ed ha seguito la nostra serie di Post che si chiama Detox.
E figuriamoci se la stampa in Italia si perde l’occasione di metterci due belle foto. Approfondimenti? Così e così, un po’ … scandalistici, raramente aiutano i risparmiatori a fare scelte critiche.
Come in un bel romanzo thriller non mancano risvolti drammatici, urla e minacce, deportazioni, e speriamo non omicidi.
Nel corso degli anni, ci fu chi ci accusò di “una eccessiva acrimonia” quando Recce’d scriveva che Elon Musk è l’essere umano che più di ogni altro si è fatto ricco grazie ai sussidi. Si è messo in tasca i soldi delle tasse, per farla semplice.
Tre giorni fa, lo ha scritto, pensate un po’, Donald J. Trump. Il Presidente.
Qui in Recce’d, ci siamo fatti una bella (e meritata) risata pensando alla nostra “eccessiva acrimonia”.
Sempre il Presidente degli Stati Uniti si è appena domandato, in pubblico: “ma chi la vuole davvero, l’auto elettrica?”.
Rispondete voi, amici lettori: chi è, che ha assoluta necessità dell’auto elettrica, oggi, nel Mondo?
Possibile che fosse davvero tutto, tutto, tutto marketing delle Aziende produttrici?
E poi, c’è anche una seconda domanda.
Voi amici lettori, siete così tanto assuefatti e manipolati dall’alleanza (che non è santa) tra la stampa, i media in generale, e l’industria del risparmio (Fondi Comuni, polizze, GPM e promotori finanziari) che avete ormai rinunciato persino a farvi due domande semplici, banali, elementari come queste.
Che senso ha, mettere un tetto al debito dello Stato, se poi viene sempre superato, per decisione dei medesimi politici che prima avevano fissato il tetto?
Si chiama, molto semplicemente, deriva. Porta al fallimento le Aziende. Porta al fallimento le famiglie. E, secondo voi lettori, invece con gli Stati no? Non va così? Non funziona così? E per quale ragione?
Oppure, questo che sta cantando in questi giorni è il “canarino nella miniera”?
In Recce’d abbiamo riso molto, nelle ultime settimane: e non unicamente a causa (come abbiamo spiegato sopra) di Elon Musk, il Vampiro dei Sussidi.
No, c’è anche molto altro, che a noi fa ridere.
Leggete qui sotto: nell’immagine vi spiegano quale è la parte “ironica” del furioso litigio tra Elon Musk ed il Presidente degli Stati Uniti.
Molto chiaro, no? La politica dell’attuale Presidente degli Stati Uniti contraddice sè stessa. Trump agisce in modo tale, da rendere più difficile il raggiungimento dei suoi stessi obbiettivi. Viene spiegato molto bene qui sopra.
Sotto invece, grazie alle tre immagini che <Recce’d ha selezionato, potete leggere le dichiarazioni (comprensibilmente imbarazzate) del Ministro del Tesoro Bessent.
Il quale Bessent dice che:
questa è una Legge che favorisce il lavoratori
questa Legge “aumenta le entrate in misura maggiore dell’aumento delle uscite”
con questa Legge “abbiamo iniziato ad occuparci del problema del debito”
Tre menzogne: ma tutti sappiamo che in particolari situazioni di crisi un Ministro ha come dovere di ufficio di … non dire la verità.
Ovvio che gli scommettitori hanno iniziato anche a quotare un “partito di Elon Musk”: è stato lui stesso, il Genio, a parlarne, via social.
E questa, come sarebbe, come notizia per noi investitori? Buona notizia? Cattiva notizia? Il partito DOGE? Guidato da un personaggio che alla guida di DOGE ha ottenuto nulla e si sorprende del Big, Beautiful Bill solo alla fine di giugno 2025?
Come già scritto più in alto, a noi di Recce’d, per ciò che riguarda la gestione dei portafogli modello, interessa nulla, ma proprio zero, di litigi, insulti, crisi di nervi, e di nuovi partiti, razzi per Marte, auto che volano, e altre fantasia. Noi non stiamo dalla parte di questo oppure di quello: noi stiamo unicamente dalla parte dei rendimenti dei nostri Clienti, e dei portafogli modello di Recce’d.
Non siamo ottimisti e neppure pessimisti … in Recce’d siamo “risultatisti”. le simpatie personali, facendo questo mestiere, restano fuori dalla porta, e tre passi distante.
Il nostro scopo è quello di tenere ben salda la barra del timone, a favore dei nostri Clienti, ottenendo risultati consistenti e gestendo attivamente i tanti rischi.
Quale è il modo migliore di farlo?
E’ uno ed uno solo: comprendere al meglio, e nei dettagli, che cosa sta accadendo nella realtà. perché è sempre la realtà, a guidare i mercati finanziari. Non accade mai l’opposto.
Ed allora, per dare almeno uno sguardo sintetico alla realtà, noi per questo Post abbiamo scelto un articolo di Rampini: il medesimo Rampini del precedente Post della serie Detox (che trovate proprio qui sotto, alla fine di questo Post).
L’articolo di Rampini (di oggi come quello esaminato una settimana fa) ci è utile per ritornare al tema della “narrazione imposta”, quella “storia” spesso distante dalla realtà che tutti noi siamo costretti a subire attraverso social e media, e che ha come scopo quello di migliorare i risultati delle Aziende dell’industria el risparmio, ovvero dell’industria del private banking, dei financial advisor, dei wealth managers, dei Fondi Comuni, delle polizze, delle GPM.
Leggiamo insieme dunque un articolo pubblicato poche ore fa dal Corriere della Sera.
E la nave va. Sfidando previsioni, pronostici, aspettative e timori, l’economia americana procede a una velocità di crociera rispettabile. Addirittura accelera, almeno per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro. Nel mese di giugno l’occupazione netta aggiuntiva è stata di 147.000 nuove assunzioni. Il dato ha superato di molto le previsioni degli economisti. Ha segnato perfino un’accelerazione rispetto al mese precedente (+139.000 a maggio). Il tasso di disoccupazione è sceso, al 4,1%, cioè un livello che si avvicina ai minimi storici.
La sorpresa molto positiva dell’occupazione avviene su uno sfondo che aveva alimentato pessimismo. Ricordo alcune delle ragioni. La politica dei dazi rimane soggetta a grande incertezza, visto che le trattative con alcuni dei principali partner commerciali degli Stati Uniti (Unione europea, Giappone) non hanno raggiunto un esito, mentre con la Cina c’è solo una tregua temporanea. Intanto sono già in vigore dei dazi medi del 10% erga omnes, con punte molto superiori in alcuni settori come automobili e acciaio. Una maggioranza degli economisti prevede che questo debba creare forti tensioni inflazionistiche, delle quali finora non v’è traccia.
Su altri fronti: il giro di vite contro l’immigrazione clandestina viene considerato solitamente come un freno alla crescita economica perché in alcuni settori crea penurie di manodopera. Gli indici di produzione manifatturiera risultano in ribasso secondo alcune indagini.
Poi c’è l’incertezza legata alla manovra di bilancio, che deve ancora ottenere l’approvazione finale del Congresso. Un’altra incertezza è quella creata dai continui attacchi di Trump contro il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, da lui criticato per la riluttanza a tagliare i tassi d’interesse. Perfino l’intelligenza artificiale di recente aveva creato aspettative negative, dopo l’annuncio di licenziamenti da parte di Microsoft legati all’applicazione di nuove tecnologie sostitutive della forza lavoro umana.
Insomma i venti contrari non mancano, eppure il dato sull’occupazione rivela un vigore notevole. Non sarebbe la prima volta che la resilienza dell’economia americana smentisce le profezie di sventura.
Senza esagerare la portata del dato sull’occupazione, un insegnamento che se ne può estrarre è questo: la forza dell’economia americana, soprattutto se misurata nei tempi lunghi, non è legata in modo diretto al colore politico dell’esecutivo, alle scelte della Casa Bianca. Questa rimane un’economia di mercato, dove le scelte compiute dal sistema delle imprese contano più della politica economica governativa . Se si osserva la performance dell’economia Usa dall’inizio di questo millennio, e la sua capacità di surclassare nettamente l’Unione europea (o di vanificare le previsioni sul sorpasso della Cina), bisogna ammettere che la traiettoria stellare degli Stati Uniti ha attraversato alternanze politiche estreme: da Bush a Obama a Trump a Biden a Trump.
C’è evidentemente qualcosa che prescinde dalla politica, che riguarda i fondamentali, la salute sistemica. Questa constatazione viene di solito ignorata dagli stessi elettori americani, che tendono a premiare o punire chi sta governando, attribuendogli il merito o la colpa per la situazione economica. Proprio oggi un sondaggio pubblicato sul Wall Street Journal indica che per una maggioranza di elettori lo stato dell’economia è ormai legato alle azioni dell’Amministrazione Trump, non più al lascito dell’Amministrazione Biden.
Se siete interessati a questo tema, ed alle (inevitabili) ricadute dello stato dell’economia degli Stati Uniti sui vostro BTp, sulle vostre GPM, sui vostri Fondi Comuni, sulle vostre polizze, e sulle vostre future pensioni, allora vi sarà utilissimo mettere a confronto queste parole di Rampini, ed il lavoro di Recce’d nella serie Detox di post per il Blog.
L’articolo Rampini lo ha scritto dopo avere letto, giovedì 3 luglio 2025, i più recenti.
Vi regaliamo un spunto iniziale, e peraltro non nuovo (ne abbiamo scritto, più di una volta, proprio in Detox qui nel Blog): Rampini ci informa con il suo articolo che
… la forza dell’economia americana, soprattutto se misurata nei tempi lunghi, non è legata in modo diretto al colore politico dell’esecutivo, alle scelte della Casa Bianca. Questa rimane un’economia di mercato, dove le scelte compiute dal sistema delle imprese contano più della politica economica governativa .
Ora, chiedete a voi stessi: dato ciò che scrive Rampini, per quale ragione il governo degli Stati Uniti ogni anno aggiunge alla domanda di famiglie ed imprese per beni e servizi un 7% del PIL? ovvero domanda artificiale, supportata solo dal nuovo debito?
Fatevi anche questa domanda: la disoccupazione negli Stati Uniti oggi è ai minimi storici; la crescita del PIL è stimata tra il 2% ed il 3%; e quindi: quale è la ragione per la quale risulta indispensabile uno stimolo continuo dall’esterno, in una misura abnorme quanto il 7% del PIL? pensate all’economia della vostra famiglia, oppure della vostra Azienda: che cosa vi porterebbe ad aumentare il debito del 7% anno, dopo anno, dopo anno?
Collegate a questo un’altra domanda: per quale ragione, visto ciò che dice Rampini, il Presidente degli Stati Uniti insulta ogni giorno l’uomo che sta a capo di una Istituzione in teoria indipendente (dal Governo) come la Banca Centrale? Cosa spiega la disperazione di Trump, che esige tassi ufficiali più basso? Quale è, in realtà, l’emergenza?
Chiedetevi poi: dato ciò che scrive Rampini, per quale ragione il debito dello Stato americano oggi sta al medesimo livello della Seconda Guerra Mondiale? Che tipo di emergenza ci ha portati a questo putno?
Chiedetevi anche: dato ciò che scrive Rampini, per quale ragione neppure il Presidente Trump, quello che ha i bombardieri B-2 e che telefona ai Presidenti, riesce a tagliare il deficit (facendo così impazzire l’ex-amico Musk)?
Chiedetevi ancora: per quale ragione oggi, 5 luglio 2025, Elon Musk riceve ancora sussidi dallo Stato (soldi delle tasse pagate dai cittadini americani) quanto nessun altro uomo sulla Terra, al solo scopo di mantenere in attività la sua azienda di auto elettriche altrimenti fallita da tempo?
Ci sono tensioni, profonde, e molto violente, che voi non conoscete e che vi vengono nascoste. Recce’d le conosce direttamente.
Non ve ne scriverà certo Rampini, oppure il Corriere della Sera. Ne scrivono, non così di frequente, Il Financial Times ed il Wall Street Journal. La stampa in Italia non riprende queste fonti (se non per farne articoli “di colore”, con belle foto: forse perché i giornalisti giudicano la cosa “troppo complicata”).
Ovviamente i social non ne scrivono: per i social … è davvero troppo complicata, “non ci sta in tre righe”.