Detox. La strategia 2026 è “think it NEW”.
Recce’d proprio questa mattina ha dedicato un Post alla (curiosa, stramba, inattesa) reazione dei mercati finanziari internazionali alla decisione della Federal Reserve di tagliare (per la terza volta nel 2025) il costo ufficiale del denaro negli Stati Uniti.
Tra le osservazioni più immediate che vengono alla mente, c’è quella che ci dice che, per la parte che riguarda il costo ufficiale del denaro (ma soltanto per quella) i tagli dei tassi ufficiali oggi non contano più. hanno importanza pari a zero.
Quello che conta, oggi, per tutti i mercati finanziari del Mondo, è solo più la parte politica. Lasciate perdere i tassi ufficiali: sono fuori dai giochi.
E, per essere chiari fino in fondo: a Trump importa nulla, dei tassi ufficiali di interesse, anche perché lui, Donald Trump, dei tassi capisce poco, e lo annoiano molto. Lui ha un solo obbiettivo, ed è l’impatto politico sulla massa.
E, come tutti sappiamo, lui, Donald, può capovolgere le sue idee in una sola settimana. Sulle tariffe, come pure sui tassi ufficiali di interesse.
E quindi, noi investitori, adesso come facciamo?
Tutto ciò che avete appena visto, dopo la riunione della Federal Reserve di dicembre, così come tutto ciò che avete letto nelle tre immagini qui sopra, a noi investitori è molto utile perché ci conferma che siamo in una Nuova Era e già da alcuni anni. Come Recce’d aveva anticipato, anche qui nel Blog e quindi pubblicamente e senza alcuna paura. Ma soprattutto con i suoi movimenti sui portafogli modello per i Clienti di Recce’d.
Ogni giorno, ci arriva una nuova conferma. dai fatti. E non dalle promesse dei politici, e non da chi vuole portarci tutti su Marte. No. parliamo dei fatti, dei dati, della realtà di oggi. Della realtà dove tutti viviamo ed operiamo. Ve lo testimoniano le tre immagini qui sopra.
In questa realtà, la nostra realtà di investitori 2025, oggi possono accadere cose del tutto impensabili solo pochi anni fa: lo avete appena letto nelle tre immagini qui sopra.
Siamo in una Nuova Era. Investiamo i nostri risparmi in una Nuova Era. Come avere successo, nella Nuova Era dei mercati finanziari? A partire da subito, ovvero dal 2026?
Recce’d ha scritto dello scenario 2026, e quindi anche della strategia da seguire nel 2026, per cogliere alcune occasioni che ogni giorno diventano più grandi, al proprio Cliente nel proprio bollettino quotidiano, che si chiama The Morning Brief. Alla Sezione dedicata alla Operatività.
Il Bollettino quotidiano è uno strumento molto apprezzato, perché molto flessibile, molto facile da fruire, molto tempestivo e molto utile.
Anche voi, amici lettori, fareste bene a domandarvi ogni giorno che cosa sta succedendo al vostro risparmio, che cosa sta cambiando, e come vanno riviste e rettificate quelle previsioni, che voi avete fatto oppure che vi sono state raccontate, e che sono la base delle vostre scelte di investimento, scelte che voi avete fatto oppure verso le quali siete stati accompagnati, indirizzati e spesso anche spinti e forzati.
Nel nostro Blog, e nelle altre pagine di questo sito, di recente noi di Recce’d abbiamo offerto gratuitamente al pubblico una serie di schegge e di estratti del lavoro che Recce’d ha fatto per costruire un coerente scenario 2026 a favore dei Clienti.
Nel Blog e sul sito lo abbiamo fatto in modo sintetico, ovviamente: aggiungendo utili spunti operativi, che al Cliente sono stati esposti in modo più ampio e dettagliato, insieme con il dettaglio delle ragioni che ci hanno portato a costruire il portafoglio modello dei Clienti nel modo nel quale i Clienti lo vedono oggi, e poi ad impostare quella strategia di investimento 2026 che li porterà a beneficiare delle grandi opportunità che oggi abbiamo davanti a noi.
Come i nostri lettori sanno da tempo, lo scenario di riferimento della strategia di investimento per i nostri portafogli modello si chiama
stagflazione.
La realtà del 2025 ha offerto, in questo senso, una grande serie di conferme: conferme reali, nei fatti e nei dati. Non di social, di titoli dei giornali di dichiarazioni e promesse di un futuro “fantastico”. Fatti, non favole.
E’ uno scenario al quale più lentamente si stanno avvicinando sia la Federal Reserve (vedi le tre immagini qui che trovate qui sopra) sia le grandi banche internazionali (che temono questo scenario, perché metterà in crisi tutta la loro strategia commerciale). Leggiamo di seguito che cosa dice una delle banche internazionali oggi.
Lo scenario peggiore per l'economia statunitense potrebbe essere una realtà imminente nel 2026.
RBC ha segnalato la probabilità di una stagflazione nel 2026, poiché l'economia sembra destinata a registrare una crescita inferiore al trend, mentre l'inflazione è "scomodamente" elevata.
"Avvicinandoci al 2026, vediamo un'economia statunitense sempre più orientata verso uno scenario di stagflazione leggera", hanno scritto gli economisti della banca in una nota ai clienti mercoledì. "È una confluenza di fattori che creerà un contesto sfavorevole in cui prevediamo che l'inflazione di fondo rimarrà ostinatamente al di sopra del 3% annuo per gran parte dell'anno", hanno aggiunto.
La stagflazione, anche in una versione "leggera", è una previsione preoccupante per l'economia statunitense. La situazione è spesso più difficile da risolvere per la Fed rispetto a una tipica recessione, poiché un'inflazione più elevata impedisce alla banca centrale di tagliare i tassi di interesse per stimolare l'economia.
Ecco i motivi per cui la banca ritiene che questo scenario stia diventando più probabile:
1. Elevati costi degli alloggi
Gli elevati costi degli alloggi sono una pressione chiave che ha sostenuto l'inflazione dei servizi di base, hanno affermato gli economisti della RBC.
Questa misura dell'inflazione, che esclude beni e i prezzi volatili di cibo ed energia, si attesta intorno al 3,5% su base annua, il che suggerisce che la crescita dei prezzi nell'economia abbia maggiore slancio.
I prezzi delle case hanno iniziato a salire più lentamente, ma hanno registrato un'impennata considerevole negli ultimi cinque anni e continuano a crescere. Il valore delle case è aumentato dell'1,3% su base annua a settembre, secondo l'indice S&P 500 Case-Shiller US National Home Price Index.
Anche l'affitto equivalente percepito dai proprietari di abitazioni in una città media degli Stati Uniti, un altro indicatore dei costi degli alloggi, è aumentato del 3,7% su base annua a settembre, secondo i dati del Bureau of Labor Statistics.
"Tenendo presente cosa rappresenta [l'affitto equivalente dei proprietari] – una misura ipotetica di ciò che i proprietari di casa pagherebbero per affittare la propria casa – questo significa che è sulla buona strada per aumentare la pressione al rialzo sull'IPC di base", ha affermato RBC. "Semplicemente non ci aspettiamo che l'OER fornisca molto aiuto nel riportare l'inflazione verso l'obiettivo del 2% della Federal Reserve nel 2026."
2. Crescita salariale rigida
Anche l'inflazione salariale rigida sta mantenendo alta l'inflazione, ha affermato RBC. La retribuzione oraria media di tutti i dipendenti del settore privato è cresciuta del 3,8% su base annua a settembre, secondo il BLS.
La banca ha sottolineato che l'inflazione dei servizi di base, al netto dei costi abitativi, non è diventata negativa negli ultimi quarant'anni. Ciò è dovuto in gran parte alla pressione al rialzo dei salari, hanno suggerito gli economisti.
"In parole povere, non ci aspettiamo pressioni deflazionistiche da questo settore e, cosa ancora più importante, ci aspettiamo una disinflazione limitata", hanno affermato. "Non vediamo un percorso per i salari e, di conseguenza, per i servizi di base, escluso l'edilizia abitativa, verso una diminuzione significativa."
3. Dazi
Anche i prezzi dei beni probabilmente non si muoveranno nella giusta direzione. L'inflazione dei beni è aumentata costantemente nell'ultimo anno e ha registrato un tasso annualizzato dell'1,8% a settembre, secondo il BLS.
RBC ha affermato di prevedere già un aumento dei prezzi dei beni negli anni successivi alla pandemia, dopo che le catene di approvvigionamento e la domanda nell'economia si erano normalizzate.
In seguito, il presidente Donald Trump ha presentato la sua serie di dazi reciproci, che dovrebbero continuare ad alimentare l'inflazione dei beni.
"Sono passati quasi otto mesi dal Giorno della Liberazione (7 aprile) e continuiamo a ritenere che i dazi peseranno sul mercato del lavoro e metteranno pressione al rialzo sull'inflazione", hanno scritto gli economisti.
"La nostra preoccupazione rimane quella di non aver ancora visto la piena trasmissione dei dazi ai prezzi dei beni di consumo, che prevediamo raggiungeranno il picco nel secondo trimestre del 2026", hanno aggiunto in seguito.
4. Spesa pubblica elevata
La spesa pubblica elevata è un fattore che potrebbe frenare la crescita economica il prossimo anno, ha affermato RBC.
Si ritiene spesso che la spesa pubblica stimoli l'economia. Tuttavia, potrebbe anche ostacolare la crescita a medio termine, hanno affermato gli economisti, poiché una maggiore spesa nel settore pubblico è spesso associata a una minore produttività.
Il PIL ha subito una leggera contrazione nel primo trimestre, ma da allora l'economia si è ripresa e si è espansa a un ritmo sostenuto. Secondo l'ultima stima degli economisti della Fed di Atlanta, la crescita annua del PIL per il terzo trimestre dovrebbe attestarsi a un robusto 3,9%.
Anche il debito pubblico è intrinsecamente inflazionistico, il che si aggiunge alle pressioni stagflazionistiche. Secondo una proiezione pubblicata dal Congressional Budget Office all'inizio del 2025, gli Stati Uniti sono sulla buona strada per registrare un deficit di 21,1 trilioni di dollari nel prossimo decennio.
Il nostro suggerimento operativo ai lettori che investono è il seguente: prendete come vostro scenario di riferimento la stagflazione, di cui avete appena letto, e poi dedicatevi al seguente esercizio: date una vostra risposta alle domande che seguono. Le domande sono tutte formulate nel formato “E se …”, e la vostra risposta vi aiuterà ad affrontare eventi, imprevisti ed ostacoli che si presenteranno nel 2026.
Rispondete a voi stessi. Vi sarà di grande aiuto: perché vi renderà evidente che, nel 2026 come è stato già nel 2025, la chiave per il successo negli investimento finanziari è soltanto una, e precisamente:
“pensalo in un modo nuovo”.
Venerdì 12 dicembre 2025
E se ci aggrappassimo a uno status quo che non esiste più?
E se i mercati pubblici non riflettessero più l'economia?
E se la stragrande maggioranza delle aziende con oltre 100 milioni di dollari di fatturato fosse privata?
E se il tuo portafoglio avesse centinaia di partecipazioni pubbliche, ma una sola storia?
E se 10 titoli guidassero oltre un terzo dell'S&P 500?
E se il pensiero tradizionale sulla liquidità non reggesse più?
E se la crescita vive dove l'indice non vive?
E se i progetti su larga scala durassero più del capitale destinato ad alimentarli?
E se i mercati privati alimentassero oltre l'80% dei prestiti statunitensi?
E se la longevità fosse in aumento ma la preparazione a questo fatto in calo?
E se uno tsunami d'argento non fosse più all'orizzonte; è già qui?
E se ci fosse un buco nei piani pensionistici tradizionali?